Approfondimenti
Turismo, Loredana Capone: “Siamo neonati ma stiamo crescendo”
Intervista esclusiva all’assessore regionale al turismo: “Pensiamo di confermare il trend di crescita degli ultimi tre anni avvicinandoci a regioni turistiche più mature della nostra. Puntiamo su enogastronomia, cultura, wedding, natura, sport e congressi

Il flusso del turismo è un costante andamento lento. Come la marea, di anno in anno, continua inesorabile a salire ed a tracimare a riva bello e brutto del Salento; vitalità ed inerzia, croce e delizia.
Sebbene i favorevoli ultimi dati (che ci danno in continua crescita) è indubbio che noi salentini dovremmo farci un contrito esame di coscienza: nonostante le reiterate denunce e le (poche) multe, continuiamo ad insozzare e deturpare la campagna, le coste e le strade della nostra terra; seguitiamo a perpetrare la politica dell’individualismo, costruendo (spesso) dove non si dovrebbe o, grazie al nostro ego, ci “curiamo il nostro orticello”, non capendo che prima o poi la “feccia del vicino” invaderà anche il nostro appezzamento. Se è assodato che, come spiega nell’intervista l’assessore regionale Loredana Capone, “il sistema turismo è ancora giovane e, a volte, improvvisato”, è pur vero che noi “giovani Tafazzi” godiamo nell’auto flagellarci e difficilmente cambiamo atteggiamento. Basta scorgere le denunce della Guardia di Finanza o i dati della raccolta differenziata per fare un tuffo nello spietato realismo, eppure non perdiamo occasione per pavoneggiarci, davanti all’ignorante turista, delle bellezze della nostra terra, del nostro mare, del nostro Salento. Se a tali considerazioni seguissero altrettante scosse di sano civismo, forse il nostro sistema ne gioverebbe e, se denunciassimo più spesso, anche senza farci scudo dell’anonimato, tutto e tutti potremmo beneficarne, potremmo correggere quegli errori di gioventù in una sana e durevole maturità di cui tutti potremmo beneficiare. È con questo spirito che abbiamo chiesto all’assessore regionale al turismo, Loredana Capone, di rispondere, senza freno al alcune domande.
Dai primi dati provvisori dell’osservatorio sul turismo di Pugliapromozione, arrivano buone notizie: rispetto al primo trimestre dell’anno precedente, arrivi e presenze risultano cresciuti del +4,5 per cento e del +9 per cento (+11% e + 13 per gli stranieri). Quali le aspettative per la stagione in arrivo?
“Le premesse ci sono tutte perché si possa prevedere una stagione straordinaria e lo dimostra proprio la crescita dei primi mesi dell’anno, che sono normalmente ancora i più “tiepidi” dal punto di vista dell’incoming turistico. E di questi giorni la notizia della Puglia protagonista dell’estate italiana secondo Trip Advisor che, a seguito della sua consueta Summer Vacations Value Report, elegge nel 2018 la Puglia prima destinazione in Italia con ben tre località fra le top ten italiane: Ugento in seconda posizione, Porto Cesareo (7°) e Vieste (8°). Pensiamo di confermare il trend di crescita che negli ultimi tre anni sta portando la Puglia, da un lato ad allungare la stagione e dall’altro ad avvicinarsi alle cifre di regioni turistiche più mature di noi che siamo ancora neonati in questo settore. La Puglia d’altronde è sempre più collegata con le capitali europee. A giugno e luglio da Bari partiranno i nuovi voli per Mosca, Parigi, Londra Luton e Vienna, mentre da Brindisi per Vienna, Venezia e due voli con Easy Jet e Laudamotion per Berlino che rappresentano un importante conquista per il Salento. Consiglio anche agli operatori salentini di considerare, come opportunità, i mercati spagnolo, russo e polacco, in grande crescita e di attrezzarsi per il mercato cinese, perché stiamo chiudendo un accordo con il più grande tour operator di Stato cinese. La Regione sta facendo il massimo come strategia e come iniziativa politica, rendendo più accoglienti gli aeroporti e Brindisi, nel prossimo mese, avrà un nuovo look nell’infopoint, e nuovi interventi di accoglienza anche culturale per i passeggeri”.
Una volta si diceva che la “torta” del turismo fosse in gran parte una questione da dividere a fette tra Otranto e Gallipoli con le briciole da spartire sul resto del territorio. Oggi si è aggiunta solo Lecce o la vicenda riguarda finalmente tutto il territorio provinciale?
“Tutto il Salento sta crescendo. Il territorio si presenta come un territorio perfetto per rispondere al trend internazionale che vede sempre più turisti desiderare di viaggiare in luoghi meno conosciuti dove vivere un’esperienza autentica. E questo anche grazie all’attenzione verso i borghi, non solo quelli sul mare ma anche dell’entroterra, e ai tanti eventi che attirano sempre più cittadini e viaggiatori, come la Notte della Taranta o il Locomotive Jazz Festival per esempio. La Regione ha appena chiuso due importanti bandi che hanno selezionato eventi, spettacoli e iniziative culturali che con cadenza triennale animeranno l’intero territorio salentino e pugliese, attraendo anche viaggiatori. Ripeto: siamo neonati come destinazione turistica, ma stiamo crescendo. Anche i territori che si percepiscono fuori possono rientrare nella grande crescita turistica che stiamo avendo. Anzi le destinazioni meno affollate possono programmare il futuro evitando i rischi di overtourism soprattutto d’estate, che rappresenta una delle difficoltà che abbiamo qui in Salento guardando a un futuro di sostenibilità”.
Si è sempre detto che è indispensabile mettere le nostre bellezze a sistema. La Puglia, ed il Salento per quanto ci riguarda, hanno il mare, ma anche parchi, chiese, centri storici incantevoli, musei enogastronomia e cultura. A che punto siamo con tale processo?
“Ci stiamo lavorando con gli operatori, le altre istituzioni, i comuni. A questo servono anche gli incontri, che sono partiti proprio dal Salento, del Piano strategico Puglia 365. La realtà salentina si è mostrata molto effervescente, d’altronde, è quella che partecipa di più ai bandi regionali che riguardano il turismo. Vogliamo supportare gli sforzi dei Comuni e degli operatori nell’accoglienza; vogliamo promuovere la formazione e la competenza. Ma abbiamo la necessità di stimolare i Comuni a fare Piani del turismo, indispensabili per migliorare l’accoglienza. Ci stiamo già lavorando. Oggi avvertiamo l’esigenza di supportare il miglioramento della qualità dell’accoglienza, con incentivi a fare squadra, ad animare il territorio tutto l’anno, a tenere aperti i monumenti, a realizzare attività culturali ed eventi di spettacolo 365 giorni l’anno. In questa direzione muovono i nostri bandi. Ma fondamentale è anche, come stiamo facendo, puntare sui prodotti turistici: enogastronomia, cultura, wedding, natura, sport, congressi. Per questa ragione ci siamo dotati di esperti nazionali, uno per ciascuna categoria di prodotto, per metterli a disposizione del sistema. La Regione Puglia sta investendo molto nella valorizzazione di palazzi storici, musei e siti archeologici, che è stata alla base della rigenerazione dei borghi della Puglia che custodiscono un patrimonio immenso, e ancora poco conosciuto. La sfida lanciata è stata: non più un euro per il restauro, senza un progetto di fruizione. Da qui la scelta di intervenire sulla infrastrutturazione complessiva del sistema culturale, ma garantendo anche la fruizione dei beni. In quest’ottica viaggia anche il progetto “Smart In” e, in particolare, le Biblioteche di Comunità che rappresentano la più grande operazione di infrastrutturazione culturale d’Italia.
Gli albergatori e operatori del settore continuano a lamentare la lontananza dall’aeroporto di Brindisi e i collegamenti con il Salento non proprio veloci e confortevoli.
Il problema dei collegamenti interni e con l’aeroporto è reale. Con il Patto per la Puglia abbiamo finalmente stanziato i fondi per l’elettrificazione della tratta Martina Franca – Gagliano del Capo per la metropolitana di superficie che attraversa un paesaggio molto gradevole e che vive un momento di grande interesse per il turismo slow, che sarà il tema del 2019. Ma la notizia più importante è che è stato finanziato il collegamento ferroviario tra aeroporto e stazione centrale di Brindisi che consentirà, come avviene a Bari, di avere un collegamento diretto tra l’aeroporto e il Salento, senza prendere l’auto”.
Capitolo a parte per Gallipoli. Ok l’attrazione turistica ma soprattutto ad agosto la Città Bella diventa una bolgia e i continui fatti di cronaca (furti, droga e quant’altro) rischiano di comprometterne l’integrità. Cosa si potrebbe fare secondo lei?
“Tutto il sistema è ancora giovane e a volte improvvisato. Bisogna attrezzarsi per un’organizzazione più efficiente nel rispetto assoluto delle norme. È necessario puntare alla tutela di diritti dei lavoratori e alla emersione del sommerso. La nostra azione di allungamento della stagione turistica potrà servire senz’altro a ridurre la precarietà del lavoro che é uno dei problemi del settore turistico. Tutta la Puglia, e il Salento in particolare, deve puntare sulla qualità dell’offerta turistica, investendo sulla formazione, facendo squadra tra pubblico e privato e puntando molto sull’organizzazione e sui servizi. Insomma, noi stiamo crescendo rapidamente, dobbiamo farlo anche qualitativamente. E Gallipoli, a mio avviso, ha bisogno di puntare su un target turistico più elevato sviluppando un’attrazione culturale, ben possibile vista la bellezza del centro storico e la presenza di luoghi di spettacolo molto belli”.
Xylella e vicenda Tap rischiano di influire sull’immagine del Salento nei circuiti nazionali ed internazionali del turismo?
“E inutile dire che siamo molto preoccupati per la vicenda Xylella e ci auguriamo che si stia facendo tutto quanto possibile per limitare i danni. Al momento, come dimostrano i dati, non vi sono influenze sui flussi turistici, ma alla lunga i danni per il paesaggio e per l’economia dell’olio potrebbero essere disastrosi e avere un effetto anche sui flussi turistici. A mio avviso le amministrazioni dovrebbero lavorare a veri piani di rigenerazione rurale specie adesso che è possibile il reimpianto di specie non a rischio.
La TAP avrebbe meritato un sito industriale dove approdare, non certo una di tale rilevanza turistica come San Foca”.
Luigi Zito
Approfondimenti
Il mondo delle Associazioni nel Salento: pregi e difetti
L’unità civile si ritrova nell’incontro di tanti che sanno dialogare per poter davvero vivere meglio…

di Hervé Cavallera
Che la lettura dei caratteri peculiari di un determinato periodo storico non sia sempre facile, almeno per i contemporanei, è certamente cosa risaputa, ma ciò è particolarmente vero in un momento storico come quello che stiamo vivendo, nel quale un elemento significativo è la contraddizione.
La pace è infatti proclamata come un bene da tutti auspicato e invece persistono le guerre, sì da paventare addirittura la possibilità di un conflitto mondiale. Al tempo stesso si predica l’inclusione, ma l’integrazione reale è difficile e non mancano quartieri ghetto.
E accade che nel mondo dei social media, in cui tutti siamo apparentemente connessi, le persone non riescono a colloquiare in reale presenza tra loro e moltissimi anziani, senza più alcuno accanto, devono ricorrere alle Case di Residenza Assistenziale.
Nell’età nella quale l’istruzione è notevolmente cresciuta per tutti, e quindi presupporrebbe un mondo più sereno, è invece in atto una irrazionale violenza crescente. E si potrebbe continuare.
ANIMALE SOCIALE
Eppure l’uomo, come aveva già detto il filosofo Aristotele, è essenzialmente un animale sociale ossia destinato per sua natura a vivere in comunità e ciò, al di là delle istituzioni in cui la compresenza è inevitabile (dalle scuole alla fabbriche, dagli uffici allo stesso Stato), è confermato dalla presenza e dalla diffusione dell’associazionismo, ossia dalla libera e responsabile partecipazione ad associazioni di varia natura (culturali, sportive, di volontariato, di promozione sociale e così via).
Private o pubbliche, con una lunga tradizione storica alle spalle o con fresca baldanza di buoni propositi, le associazioni non mancano.
Non risulta (o quanto meno non conosco) il numero complessivo delle associazioni in provincia di Lecce, ma indubbiamente, considerando la varietà delle tipologie e il numero dei Comuni della provincia, possono essere migliaia.
Basti considerare una città come Tricase per rendersi conto non solo della consistenza quantitativa della loro esistenza, ma altresì della loro incisività nel sociale. Non intendo in questa sede soffermarmi su alcune poiché non mi sembra corretto fare delle scelte che potrebbero sembrare discriminatorie o di parte.
È sufficiente dire che, mentre qualcuna è un po’ sonnacchiosa, altre sono particolarmente attive e che accanto ad associazioni di carattere prevalentemente ricreativo ve ne sono altre di natura culturale e altre ancora che hanno per fine principale l’operare per il miglioramento della qualità della vita della comunità o per venire incontro ai più bisognosi.
Vi sono poi associazioni meramente online, delle comunità virtuali o gruppi digitali che diffondono opinioni, informazioni e vanno acquistando capacità di indirizzare i loro componenti in più ambiti.
Si tratta di una realtà in espansione e che andrebbe esaminata a parte, soprattutto quando assume un carattere socio-politico.
MEGLIO FARE LE COSE INSIEME
Il punto essenziale che al momento è giusto sottolineare è dato comunque dai vantaggi che l’associazionismo offre. In primo luogo, ogni associazione aggrega, accomuna ed è pertanto una comunità con dei fini accettati da tutti i membri e quindi richiede delle norme, delle regole, delle competenze, dei propositi.
Implica in tal modo il saper vivere insieme, formando un tutt’uno con i componenti pur nei diversi compiti. Sotto tale profilo, la coesione sottintende l’amicizia nel rispetto delle diverse personalità. Inoltre, un’associazione si pone obiettivi che prescindono (o dovrebbero prescindere) dagli interessi personali.
Si pensi alle associazioni di servizio volte ad attività di beneficenza e di supporto sociale i cui esiti dovrebbero riguardare il bene pubblico e ciò vale altresì per quelle culturali e di volontariato. Fini di crescita sociale esistono del resto anche in quelle di natura politico-sociale, solo che in esse, come avviene anche per quelle che sono espressione di una tifoseria, vi è sempre una natura di scelta di parte e quindi di contrapposizione, sia pure nel leale riconoscimento della realtà di differenti orientamenti.
DIMMI CON CHI VAI E TI DIRO’ CHI SEI
Ci si trova per tutti questi motivi dinanzi ad una situazione complessa che non solo mostra come il soggetto non vive isolato, ma che caratterizza una comunità, le dà un senso.
«Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei», recita un vecchio proverbio, facendo capire che il comportamento di ognuno è influenzato dall’ambiente che frequenta, ma al tempo stesso è anche vero che ognuno deve sforzarsi di far crescere l’ambiente o l’associazione di cui fa parte.
Si manifesta allora un altro elemento che deve essere costitutivo del permanere in una associazione: il farla positivamente sviluppare, accrescendo il numero dei soci attraverso la qualità e il valore di ciò che si realizza. Sotto tale profilo, le associazioni veramente meritevoli di rispetto hanno sempre un valore educativo, poiché sollecitano i componenti a dare il meglio di sé per l’interesse di tutti.
Il fine dell’azione non è personale, ma collettivo, dove per “collettivo” non si intende solo il gruppo di cui si fa parte, ma l’intera città a cui si appartiene e, attraverso la propria città, il territorio di appartenenza.
In questo modo lo sguardo, l’operare si amplia e dal proprio gruppo si estende a tutto il territorio a cui si appartiene.
La vitalità di un territorio dipende infatti dalla forza di partecipazione degli abitanti alla vita dello stesso: ognuno per la sua parte, per la sua professione, per il suo gruppo di appartenenza, per la sua competenza.
Associandoci, comunichiamo, ossia trasmettiamo idee, affetti, esperienze e collaboriamo.
Come del resto avviene nelle famiglie, il cui legame è soprattutto affettivo e parentale, oltreché giuridico. Per questo tutte le associazioni, che hanno per fine il bene pubblico, sono determinanti per lo sviluppo sociale e sono la ricchezza di un territorio.
Democrazia è partecipazione responsabile, perché comporta competenza e capacità di superare, stando insieme, i propri interessi particolari.
L’unità civile si ritrova nell’incontro di tanti che sanno dialogare per poter davvero vivere meglio.
Approfondimenti
La Fed taglia i tassi di interesse e le criptovalute scendono sotto i 4 trilioni di dollari
Il mercato delle criptovalute ha recentemente registrato una flessione, con quasi tutti i token in calo e la capitalizzazione di mercato totale delle criptovalute scesa sotto i 4.000 miliardi di dollari…

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Approfondimenti
Il sindaco di Martano, Fabio Tarantino, si confessa…

Intervista esclusiva al sindaco di Martano, Fabio Tarantino, ospite in redazione
Una lunga chiacchierata svicolando dalla pura cronaca amministrativa alla cultura e al sociale, con qualche sortita anche sulla politica provinciale e regionale e sulla delicata situazione in Medioriente.
Tarantino sta affrontando l’ultimo anno del suo secondo mandato e, ammette, come consentito dalla nuova legge per i Comuni sotto i 15mila abitanti, di puntare al tris alle prossime elezioni.
In questi dieci anni tante le opere portate a termine ma ciò di cui il primo cittadino più va orgoglioso è come «in questi anni sia cambiato il modo di vivere il paese. È cresciuto il rispetto dello spazio pubblico, tutti insieme abbiamo compreso quale sia la strada migliore per valorizzare Martano e le sue professionalità. Non abbiamo il mare e, se vogliamo essere attrattivi, dobbiamo essere accoglienti, in tutti i sensi».
A partire dagli spazi da vivere: «Abbiamo trasformato quella che era una strada di passaggio per automobili in due piazze.
La prima, l’abbiamo chiamata piazza Castello, perché consente agli avventori
di godere del panorama del palazzo Baronale. La seconda, piazza dei Caduti, è oggi uno spazio vivo e vissuto dai miei concittadini e da chi viene da noi in visita».
L’INFRASTRUTTURA… SOCIALE
Dieci anni da sindaco saranno stati una faticaccia ma anche una fucina di soddisfazioni. La più importante?
«È un’infrastruttura… sociale! Abbiamo ricreato una stretta connessione tra la gente e l’amministrazione: il Comune è oggi un “palazzo di vetro”. Il funzionario è a disposizione di tutti, esattamente come l’amministratore. Potranno accusarci di tutto ma, di certo, non di esserci allontanati dalle persone e dalle loro esigenze. Qui nessuno si è mai chiuso nella torre».
LA CULTURA AL CENTRO
Da giornalista sa bene quanto sia importante la cultura nella vita di una città e di ognuno di noi.
«L’abbiamo messa al centro di tutte le nostre attività. Ne è stata (e ne sarà) la diretta protagonista oppure con un importante ruolo di “accompagnamento”. Comunque, presente all’interno di tutte le manifestazioni promosse dall’amministrazione, in tutti i progetti, i programmi e le opere introdotti in questi dieci anni. La cultura è il punto di riferimento per il Comune, con la sua biblioteca, i suoi eventi, le iniziative a fare da presidio culturale, insieme ovviamente alla istituzione scolastica del territorio e alle associazioni di promozione culturale».
OPERAZIONE RECUPERO
Altro punto a favore il recupero della ex struttura “Dopo di Noi”.
«Abbiamo ereditato questa opera, , incompleta e definanziata, dalle precedenti amministrazioni.
Dopo un intenso lavoro istituzionale, nel 2020, siamo riusciti a ottenere un nuovo finanziamento per completare quella che era diventata una delle opere incompiute simbolo a livello nazionale.
Da poco è scaduto il bando per l’affidamento in gestione, ora vedremo gli esiti e cercheremo di arrivare a una gestione e, quindi, all’apertura di questa struttura con un gruppo di appartamenti destinati ad anziani e disabili che restano soli. La comunità che immaginiamo è inclusiva e deve garantire ai più deboli una vita dignitosa oltre all’accesso alle cure».
CITTADELLA DELLA SALUTE
Non avete lesinato sforzi per quella che è una sorta di hub della salute.
«Non abbiamo un ospedale in loco e, per questo, abbiamo fatto il possibile per fornire almeno i servizi essenziali. Il nostro poliambulatorio lavora a pieno regime, basta consultare i numeri per averne conferma. Puntiamo ad avere, nello stesso posto, sfruttando i locali della RSA, anche i poliambulatori di tutti i medici di base del paese, i poliambulatori pediatrici e gli altri servizi».
IL CIRCOLO TENNIS
C’è qualcosa che ha urgenza di realizzare prima che finisca il secondo mandato?
«Restituire ai cittadini il Circolo Tennis. Stiamo realizzando due campi di tennis, due di padel e un campo di calcetto. Lo sport è importante e il Circolo fa parte della storia di Martano. Contiamo che ritorni all’antico splendore».
Fuori dai denti: ci sarà per il terzo mandato?
«La squadra ha fatto bene e può continuare il suo lavoro, credo proprio che ci ripresenteremo agli elettori. Anche perché…».
Perché?
«Stiamo gettando le basi affinché la nuova zona artigianale diventi un fiore all’occhiello della città. La zona PIP 1 è completa, per la PIP 2 abbiamo già ricevuto tante richieste sia da locali che da persone che vorrebbero trasferire la loro azienda da noi. Vogliamo fare in modo che la nostra zona artigianale sia davvero funzionale e quindi appetibile per dare anche un impulso all’occupazione».
Altro suo cruccio è la lotta allo spopolamento.
«Non è facile. Tra denatalità e giovani che vanno via per avere un futuro, rischiamo di rimanere una terra popolata solo da anziani. Ci stiamo ragionando e faremo tutto quanto nelle nostre possibilità per invertire la tendenza. Come creare degli spazi affinché chi svolge un’attività in altre città possa continuare a farlo da Martano, avendo tutto a disposizione e senza doverne pagarne lo scotto. Ci siamo già dotati di Ultra Fibra per la connessione internet, ora dobbiamo pensare a come offrire spazi adatti».
CONTRO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO
Intanto avete sistemato gran parte della questione “fognatura bianca” contro il rischio idrogeologico.
«Per quanto riguarda la fognatura bianca e il recupero delle acque pluviali, abbiamo ricevuto un finanziamento di 3,5 milioni di euro complessivi con due finanziamenti. Con quei fondi stiamo realizzando un’infrastruttura primaria necessaria per Martano. Riguarderà le principali arterie, quindi, via De Gasperi, via Mameli, via Traglia, via Aldo Moro, via Don Minzoni, via Teofilo. In questo modo forniremo alla città un’infrastruttura importante contro il rischio idrogeologico. Abbiamo anche in “cottura” altri tre progetti relativi alla fogna bianca, finanziati sempre dal Ministero, per ottenere poi fondi pari a sei milioni di euro, proprio per completare la rete di fognatura bianca della città».
PRESIDENTE DELLA PROVINCIA?
Oggi è vicepresidente della Provincia e c’è già chi la vede futuro presidente…
«Il presidente Stefano Minerva si dimetterà per prendere parte alle elezioni regionali e io sarò chiamato a colmare il vuoto amministrativo fino alle prossime elezioni. Se, poi, si vorrà dare continuità all’amministrazione uscente confermo la mia disponibilità ma senza alcuna forzatura. Se ce ne sarà bisogno, io ci sarò».
LA QUESTIONE PALESTINESE
A differenza di molti suoi colleghi, non ha fatto spallucce e, sul genocidio di Gaza, ci ha messo la faccia.
«Martano condanna con fermezza qnaato accade nella Striscia di Gaza. Abbiamo esposto una bandiera della Palestina ancora più grande, a testimonianza di un impegno non solo morale, anche politico e istituzionale. Le notizie che ci giungono sono drammatiche: scarsità di medicinali, mancanza di cibo e acqua potabile, distruzione del sistema sanitario e scolastico, collasso totale delle infrastrutture civili.
Il Consiglio comunale di Martano ha formalmente chiesto: il cessate il fuoco immediato, l’apertura urgente di corridoi umanitari sicuri, il rispetto del diritto internazionale, l’opposizione a ogni ipotesi di annessione della Striscia di Gaza.
La nostra è solo un’istituzione locale.
Crediamo, però, che il compito della politica, anche a livello comunale, sia quello di dare voce ai valori universali di giustizia, pace e tutela della dignità umana. Martano non resta in silenzio e si schiera sempre dalla parte della vita e dei diritti umani. Da diversi porti del Mediterraneo, son partite le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, con l’obiettivo di rompere l’assedio e portare aiuti alla popolazione stremata. Tutti abbiamo il dovere di fare qualcosa: è in discussione il principio di umanità. Al tema dei diritti umani, del rispetto dei diritti umani contro il genocidio sono sensibili sia il sottoscritto, come vicepresidente della provincia, che l’intera amministrazione comunale di Martano. Ecco perché stiamo mettendo a disposizione della Freedom Flotilla Italia noi stessi, le nostre capacità e la nostra forza politica per aiutare, in ogni modo possibile, un popolo vittima di genocidio».
CULTURA CINOFILA
Di recente avete attivato il servizio gratuito di cultura cinofila. Di che si tratta?
«Anche questo è un aspetto importante della vita di tutti. Il Comune, in collaborazione con gli educatori cinofili Angelo De Mitri e Lavinia Donateo, ha avviato la nuova iniziativa dedicata alla tutela e al benessere dei cani. Un servizio gratuito, individuale e personalizzato per sensibilizzare il cittadino sulla cultura cinofila e supportare i proprietari nei problemi relazionali con il proprio cane».
Giuseppe Cerfeda
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