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Castro

Settembre a Castro: mare e pensieri, aspettando la pioggia

Dopo oltre quattro mesi dall’ultima precipitazione, al pari di tutti, vado seguendo, ormai giorno per giorno, le indicazioni delle varie “sibille meteo” circa le prospettive di una caduta d’acqua a breve scadenza; si sente dire domani, dopodomani, speriamo bene.

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Dopo oltre quattro mesi dall’ultima precipitazione, al pari di tutti, vado seguendo, ormai giorno per giorno, le indicazioni delle varie “sibille meteo” circa le prospettive di una caduta d’acqua a breve scadenza; si sente dire domani, dopodomani, speriamo bene.


Ciò, non tanto per un motivo strettamente personale ed egoistico, quanto, piuttosto, allo scopo di vedere, finalmente, respirare le mie minuscole campagne, trarre sollievo gli alberelli, in particolare i giovani ulivi, che si trovano ormai esausti, le foglie accartocciate, i frutti rinsecchiti, i colori sbiaditi, insomma morti di sete, è proprio il caso di dirlo.


Nel frattempo, rispetto alle canoniche date figuranti sull’almanacco di Fra Indovino, è anche passata la stagione della semina di talune verdure, ad esempio le rape: sia ben inteso, solamente qualche fazzoletto di zolle per quel che mi riguarda, giusto per soddisfare le strette occorrenze familiari.


E’ trascorsa, in pratica, invano, giacché nessun mezzo meccanico, con una simile siccità, colla terra rossa così riarsa e dura, ha potuto sin qui mettere piede nei fondi agricoli al fine, almeno, di rigirare e mescolare le zolle.


Che dire, aspetto e spero, forse, domani o dopodomani, cadranno, finalmente, 5 – 10 centimetri di pioggia, l’indispensabile per porre in atto qualche operazione.


Fatta questa premessa obbligata, sotto la data di mercoledì 12 settembre, metà mattino, si offre l’ennesima giornata meravigliosa, di sole: è vero, si è ancora in estate, ma è pure prossimo l’autunno, qui si ha l’impressione di trascorrere ancora giugno luglio.


Sicché, in attesa della pioggia, l’osservatore di strada non trova di meglio che salpare con la sua barchetta, per una breve veleggiata.


Come succede da un po’ di tempo, in concreto da quando si è superata la fase delle tipiche, intense frequenze agostane, uscire per mare adesso conferisce una soddisfazione speciale, per molti aspetti, anzi, unica.


L’azzurra distesa sembra quasi che inviti ad adagiarsi sul suo strato molto calmo, spirano venticelli senza raffiche, in prevalenza da nord o da nord est, almeno nella prima parte della giornata, per cui l’aria è gradevole, nonostante che le temperature salgano ancora verso i trenta, si respira a polmoni pieni, il refrigerio penetra fin dentro.


La barchetta, da parte sua, va incedendo con le caratteristiche vele color amaranto rigonfie, non molto ma a sufficienza per una scivolata distensiva; lo sguardo rigirato intorno segnala l’assoluta esclusività su un vasto orizzonte marino, praticamente fra il Capo di S. Maria di Leuca che si scorge in fondo verso sud e il suo omologo otrantino – tra detti punti cospicui, corrono alcune decine di chilometri di distanza – si presentano alla vista pochissime barche o navi, cioè quasi nessuno: un piccolo infinito, un palcoscenico ragguardevole tutto per il timoniere che scrive.


Astraendo, ad ogni modo, dalla mia persona, che cosa potrebbe voler dire questa situazione, siffatta immagine, tale constatazione?


Verosimilmente, sta significare che il Padreterno ha inteso espressamente che, nell’universo del creato, in tutti i suoi elementi, dal cielo, dal sole che manda i suoi raggi verticali da lassù, alla distesa immensa che profuma di miti e odora della vita intensa che vi scorre sotto, fra pesci, infiorescenze e vegetazioni, l’uomo fosse al centro, alla sommità e in posizione primaria, rispetto al meraviglioso insieme.


Al riguardo, non bisogna trascurare un particolare, minuscolo, da un lato, per via dell’aggiunta di una parola, immensamente grande, invece, per il relativo significato.


Allo scadere di ciascuno dei giorni della creazione, l’Altissimo pose una sorta di sigillo “abbiamo fatto ecc.ecc. ed  è stata cosa buona”; al termine dell’ultimo,  però, ossia di quello della creazione dell’uomo a sua immagine e somiglianza, la frase non fu identica, bensì arricchita con una parola in più “….ed è stata cosa molto buona”.


Ecco, dunque, l’uomo, messo in grado di cogliere un’enorme quantità di mirabilie naturali, allestite e rese disponibili addirittura già  prima che egli fosse plasmato.


E però, il medesimo uomo, se, per un verso, ha avuto l’immenso privilegio di poter contare su tante meraviglie, bellezze e risorse naturali, in ogni senso, di converso, deve sentire lo stimolo, il desiderio, l’intendimento di salvaguardare detti tesori naturali.


Com’è noto, l’accezione “salvaguardare” ha, per opposto, i termini annientare, annullare, compromettere, distruggere, snaturare, rovinare.

Purtroppo, sono secoli, forse millenni che tocca assistere a comportamenti nient’affatto di conservazione, ma di compromissione e/o distruzione totale dell’habitat che circonda gli esseri umani.


E’, questa, una colpa gravissima, una mancanza di cui, quantunque non appaia configurata fra i comuni peccati da confessare, è da ritenere che, in qualche modo, sarà chiesto conto. Pare di udire una voce del seguente tenore: “Ti ho messo a disposizione una messe di risorse, cielo, mare, aria pulita e non invasa dallo smog, acque incontaminate, e tu ne hai fatto scempio; ho riposto fiducia in te affidandoti tutti questi tesori e tu, non solo non mi hai ascoltato, ma ti sei comportato in modo tale da danneggiare detti beni.”


Fila la barchetta e, intorno, continuo a vedere pressoché nessuno, salvo, negli ultimi minuti, qualche legno di diportisti, pescatori dilettanti, i quali, con lunghi fili ed ami camuffati e colorati, pescano a traina; dicono, i citati sportivi, che è il periodo propizio per talune varietà di pesce azzurro, pappagalli, palamiti, purceddre, talora qualche ricciola o aguglia e così hanno lasciato la tradizionale e più frequente modalità di pesca con il tognarello e optato per la traina.


Non è facile, né l’uno, né l’altro modo, è tutto un gioco di pazienza, da abbinarsi a qualche rudimento di pratica ed esperienza.


Il chiacchiericcio lieve delle onde sotto lo scafo della barchetta dà l’impressione di vocii argentini di bimbi e bimbe. Più da vicino, mi richiama alla mente le vocine dei miei nipotini più piccoli.


Escluso Paolo, oramai grandicello, il quale non ha vocii, ma talora vocioni, si spera diretti sempre in senso giusto e in direzione positiva, le altre piccoline, con Andrea, sovente mi circondano con il loro dire sommario, e però sempre indicativo, lieve. Niente discorsi articolati, ma frasi dirette, essenziali, secche; del resto, anche con parole e frasi succinte, si può dire tanto.


Così fanno i miei nipotini, le cui tracce fisiche, in realtà, sono abitualmente distanti e lontane, ma che, stamani, mi sembrano a portata di mano, grazie allo sciabordio leggero e alla corsa lieve e a saltelli delle onde sotto la chiglia della barca.


Il sole, frattanto, se ne sta in alto a godersi la scena; contrariamente a quanto può succedere con la luna e le stelle, la sera, l’astro in riferimento non si presta a colloqui, limitandosi a sfolgorare, bruciare, riscaldare e, semmai, suscitare idee nell’interiorità delle menti e dei cuori degli umani.


Poi, però, è come se dicesse severo “sviluppati i concetti da te, io sono troppo grande e in alto, non ho la possibilità di un dialogo diretto, il mio ruolo è di affacciarmi, risplendere e sorridere a beneficio del mondo intero, di cui tu sei un minuscolo, impercettibile granello”.


L’aria, gradevole come dicevo in precedenza, seguita a inebriarmi, mi sento particolarmente bene, avanti di scendere al porto ho sbrigato in giro una serie di commissioni; nonostante le ore mattiniere l’afa si era già affacciata e, quindi, la corsa verso il mio piccolo legno è stata volutamente celere e decisa.


Ora, a un paio di chilometri dalla costa rocciosa, nel silenzio più assoluto, fantasticando sulle esistenze nei fondali alla cui sommità vado scivolando, mi sento completamente ripagato.


E’ una grande fortuna poter cogliere e annoverare simili contatti con gli elementi della natura, confrontarsi idealmente, pensare, riflettere, maturare idee e propositi, formulare considerazioni, a distanza e in estraneità, una volta tanto, dai condizionamenti di vario genere della società in cui siamo quotidianamente immersi, che non sempre ci lasciano essere obiettivi, illuminati e lineari in seno ai nostri comportamenti e alla nostra condotta.


Eccomi, in conclusione, solo con me stesso, cullato dalle tenui onde che paiono sorridere sotto e intorno alla mia barchetta; mi considero in una situazione ideale, di grosso privilegio, lascio da parte, per un momento, ogni aspetto confuso di questa società che si arrabatta fra luci e ombre, solitamente immersa in ambiguità, limiti e problemi.


Ovviamente, non scappo, mi concedo uno stacco momentaneo che mi rigenera, mi fa bene e mi aiuta, credo, ad avere occhi più disponibili, maggiormente allineati e sinceri, per scrutare e considerare con obiettività le cose e i fatti che mi circondano e, soprattutto, le altre persone che mi sfilano accanto e/o con cui svolgo relazioni e, più in generale, che semplicemente, come me, respirano.


Rocco Boccadamo


Appuntamenti

Castro: un docufilm per Antonio, imprenditore di successo

Dopo il premio Castrum Minervae, in onore di Antonio Ciullo un docufilm che sarà proiettato in anteprima a Maglie il prossimo 2 aprile alla presenza, tra gli altri del cantante Albano Carrisi

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Anche Castro, la “Perla del Salento”, vanta un imprenditore di successo.

Proprio così, nella rinomata località turistica del basso Salento, nota e apprezzata – non solamente in Italia e in Europa ma, si può ormai dire, in tutto il mondo – in virtù delle antichissime origini, degli insigni tesori storici e artistici che la arricchiscono, del suo incantevole mare e dell’impatto paesaggistico davvero unico, si presenta degna di attenzione anche la figura di un ammirevole cittadino, lì nato e sempre vissuto, Antonio Ciullo.

Un castriota dalle doti speciali, pur provenendo da famiglia modesta, il padre Nzino e la madre Nina, titolari di una semplice pescheria, ancora oggi esistente e gestita da Mario, uno dei suoi fratelli.

Grazie all’impegno senza sosta e alla capacità di guardare avanti, Antonio si è gradualmente affermato in diversi settori: l’attività ricettiva-alberghiera, la ristorazione, l’allevamento e il commercio all’ingrosso e al dettaglio di prodotti ittici.

Accanto a quanto sopra, restando, nondimeno, una persona semplice, umile e disponibile, e ciò viene a porsi indubbiamente a suo maggior merito.

L’abbigliamento di ogni giorno e anche l’abito della festa di Antonio Ciullo s’identificano con la sua esemplare e incessante operosità.

Difatti, spesso, nonostante che nelle sue aziende prestino servizio alcune decine di collaboratori, circostanza di rilievo se rapportata ai poco più di duemila abitanti di cui è composta Castro, egli appare direttamente intento, dietro il bancone del grande magazzino di vendita “Mare vivo”, a dischiudere, manualmente con un coltellino, le valve dei mitili oppure a ripulire di qualche sparuta e innocua impurità i mucchi di “cozze nere” (denominazione esclusiva “ Cozza Castrense”) nelle cassette o vasche di esposizione.

Per Antonio Ciullo, resta sempre prioritario l’impegno, auspicabilmente correlato all’acquisizione di meriti, e, semmai, susseguenti la relativa messa in risalto e gli eventuali riconoscimenti.

Nel 2022, l’amministrazione comunale ha, con piena ragione voluto conferire ad Antonio il premio “Castrum Minervae”.

Adesso, in suo omaggio e onore, è stato realizzato – a cura di un regista, anche lui castriota, Giuseppe Fersini, già vigile e Comandante della Polizia locale – un docufilm dal titolo “Il frutto dei sogni”, che sarà ufficialmente proiettato in prima visione il martedì 2 aprile, alle ore 19, presso il Cinema “Moderno” di Maglie, alla presenza delle autorità locali e di un ospite d’eccezione, il famoso cantante salentino Albano Carrisi.

Rocco Boccadamo

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Castro

Contestata assegnazione locale demaniale: a Castro la spunta il Comune

Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica proposto dal secondo classificato relativamente ad un bando per una struttura sul litorale, in prossimità del porto vecchio

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Era stata contesta, ma è risultata pienamente legittima l’assegnazione da parte dal Comune di Castro, risalente al 2020, di un locale demaniale “non alimentare” sito sulla litoranea. E’ quanto statuito dal Consiglio di Stato, in una materia di estrema delicatezza ed attualità – quale è quella dell’assegnazione dei locali demaniali -, che  ha rigettato il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica proposto dal secondo classificato.

La vicenda ha origine nel 2020, con l’approvazione da parte dell’Ente del “Regolamento per la disciplina delle attività commerciali su aree demaniali marittime”, alla quale è seguita la pubblicazione della procedura ad evidenza pubblica per l’assegnazione dei relativi locali demaniali individuati nel predetto regolamento.

In particolare, l’avviso pubblico del Comune di Castro prevedeva l’attribuzione dei punteggi per i singoli concorrenti in ragione di molteplici criteri di valutazione, tra i quali: l’anzianità nell’esercizio dell’attività di commercio, la vendita di merce di produzione locale, nonché la realizzazione di una struttura facilmente amovibile.

Con riferimento all’immobile destinato al commercio “non alimentare” sito sulla via litoranea, in prossimità del porto vecchio, a pochi passi dalla nota piazzetta di Castro, la commissione tecnica incaricata di valutare le proposte pervenute, all’esito della puntuale valutazione, ha assegnato per 9 anni l’immobile in questione alla ditta “Sport Pesca Mare di Martino Antonio Ciriolo” classificatasi al primo posto. Il secondo classificato ha, quindi, proposto ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per l’annullamento di detta assegnazione.

Nel giudizio si è costituito il Comune di Castro con l’Avv. Carlo Ciardo, contestando puntualmente i motivi di ricorso ed evidenziando la piena correttezza dell’operato della P.A.. Al contenzioso ha, altresì, partecipato la ditta assegnataria, con l’Avv. Leonardo Massari, eccependo l’infondatezza delle deduzioni avversarie e la regolarità della procedura ad evidenza pubblica.

L’avvocato Leonardo Massari

Il Consiglio di Stato, accogliendo pienamente le tesi difensive dell’Avv. Ciardo e la prospettazione giuridica della ditta assegnataria, ha emesso il parere di rigetto del ricorso straordinario, nel quale ha statuito l’esattezza dei punteggi attribuiti nel rispetto dei criteri fissati dalla lex specialis e, quindi, la correttezza dell’assegnazione del locale demaniale.

L’avvocato Carlo Ciardo

In particolare, la Prima Sezione del Consiglio di Stato (Presidente Roberto Garofoli, Estensore Carla Ciuffetti) ha riconosciuto l’esaustività delle motivazioni poste alla base del verbale di aggiudicazione, nonché la puntuale verifica, da parte della commissione tecnica, dei requisiti previsti dall’avviso pubblico, ritenendo, invece, i motivi di ricorso infondati, non dimostrati ovvero, in parte inconferenti siccome frutto di una “prospettazione meramente soggettiva”. Per di più i Giudici Amministrativi hanno ribadito l’orientamento giurisprudenziale relativo ai limiti di sindacabilità della valutazione discrezionale svolta dalla commissione giudicatrice, riconoscendo l’assenza di “profili di irragionevolezza” nel caso di specie.

Il Consiglio di Stato ha statuito la correttezza dell’operato del Comune di Castro – dichiara l’Avv. Carlo Ciardo – suggellando lo sforzo di trasparenza posto in essere dalla P.A. in un’ottica di incentivazione dell’offerta turistica e commerciale. Il parere dei Giudici Amministrativi contiene principi di carattere generale che travalicano il caso specifico e fa chiarezza sui limiti della valutazione della discrezionalità tecnica della Pubblica Amministrazione”.

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Attualità

«Il Salento si ribella all’invasione»

Eolico offshore: un «esercito pacifico» a Porto Miggiano contro le pale in mare. Paolo Pagliaro: «Siamo la terra del sole, del mare e del vento, ma non vogliamo diventare terra di conquista per chi vuole sfruttarci»

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«Un esercito pacifico, unito dall’amore per il Salento e dalla voglia di proteggerlo, contro l’esercito di pale galleggianti che minaccia il nostro mare».

È questa, secondo il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani e presidente Movimento Regione Salento, l’immagine che fotografa la grande manifestazione di un giorno, il 17 marzo (che rimarrà alla storia), a Porto Miggiano (Santa Cesarea Terme), dove si era già manifestato il 21 novembre 2021 e il 1° maggio 2022.

«Più che un sit-in», prosegue Pagliaro, «è diventato l’inno alla bellezza del Salento e allo stesso tempo il grido di battaglia di un territorio stanco di essere sfregiato dalla bramosia di denaro delle multinazionali».

«Il Salento che non si arrende, non retrocede», aggiunge il consigliere regionale, «il Salento fiero e orgoglioso combatte per il futuro dei propri figli. Siamo la terra del sole, del mare e del vento, è vero, ma non vogliamo diventare terra di conquista per chi vuole sfruttarci. Non può esserci futuro se ci lasciamo colonizzare, abbiamo il dovere di lasciare ai nostri figli una terra più bella di quella che abbiamo trovato».

I partecipanti si sono ritrovati a Porto Miggiano per dire «no a tutte le mega centrali del vento che le multinazionali vorrebbero piazzare, nel Salento e in Puglia, a pochi chilometri dalle nostre coste, come in un grande risiko che calpesta la bellezza e ogni logica di corretta pianificazione dello spazio marittimo».

«Attenzione lo ribadiamo», chiarisce il fondatore di Regione Salento, «siamo a favore della transizione energetica, delle energie rinnovabili, ma ci sono luoghi dove si possono istallare gli impianti; noi diciamo no dove rovinano, sfregiano, deturpano».

Questa è una battaglia che Paolo Pagliaro combatte in Consiglio regionale invocando un piano regolatore del mare con paletti che delimitino le aree destinate all’istallazione delle centrali del vento galleggianti: «La mia mozione presentata il 22 novembre 2021, che abbiamo discusso in Consiglio solo il 26 aprile 2022 dopo numerosi rinvii, supportata dalle delibere di ben 72 Comuni, era chiara: no a questi scempi. Non fu portata a votazione a causa di alcuni artifizi tecnici. Ma non ho mollato: ho presentato altre due mozioni su questa tema, l’8 luglio 2022 e il 13 aprile 2023. Mozioni ancora da discutere, che testimoniano un impegno continuo che non conosce soste».

Il consigliere regionale Paolo Pagliaro e l’assessore regionale all’ambiente Anna Grazia Maraschio

Alla manifestazione di Porto Miggiano erano presenti l’assessora regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, ef i consiglieri regionali Antonio Gabellone e Paride Mazzotta, oltre ai sindaci e agli amministratori locali di 87 Comuni della provincia di Lecce, le associazioni e i movimenti Italia Nostra, Forum Ambiente e Salute, Movimento Regione Salento, Sinistra Italiana, Verdi.

«Questa è l’immagine forte di un popolo intero che si ribella all’invasione dei giganti dell’eolico offshore e alla prevaricazione delle speculazioni sulla difesa del paesaggio», sottolinea orgoglioso Pagliaro, «un popolo che difende il proprio patrimonio identitario. Vogliamo impedire che il nostro mare diventi area di conquista. E combatteremo, non arretreremo di un centimetro. Il nostro è un “no” secco a tutti i progetti d’insediamento di impianti eolici galleggianti che minacciano le coste con un impatto visivo devastante e conseguenze ambientali pesanti anche sui fondali e a terra, con le opere di ancoraggio e allaccio alla rete energetica. I signori dell’eolico offshore non riusciranno a passare sulle nostre teste. Sia rispettata la volontà dei territori, espressa ancora una volta a Porto Miggiano dal popolo del Salento».

In calendario già altri appuntamenti ed altri luoghi «dove manifesteremo ancora il nostro dissenso»: a Leuca, «su richiesta dei sindaci del Capo di Leuca che mi hanno chiesto di organizzare una manifestazione» e poi nell’atrio di Palazzo dei Celestini, nella sede della Provincia di Lecce.

«Volontà di tutti noi è di continuare questa battaglia, non ci fermeremo di fronte a nulla», conclude Paolo Pagliaro, «attendiamo che la Regione convochi il consiglio monotematico che ho richiesto il 21 giugno del 2021 per mettere un punto fermo su questa questione. Deve vincere il buonsenso, deve vincere la Puglia, deve vincere il Salento. Abbiamo già dato».

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