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Otranto

Otranto: il Tar annulla anche il decreto di vincolo storico-monumentale nella baia del porto

Il Tar Puglia, Sezione I^ di Lecce (pres. Cavallari, est. Viola) ha accolto il ricorso proposto dal Comune di Otranto contro il decreto di vincolo indiretto sull’area demaniale

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Il Tar Puglia, Sezione I^ di Lecce (pres. Cavallari, est. Viola) ha accolto il ricorso proposto dal Comune di Otranto contro il decreto di vincolo indiretto sull’area demaniale marittima prospiciente il centro antico di Otranto” imposto dal Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia su segnalazione della Soprintendenza ai Beni Architettonici. Con tale decreto, emanato ai sensi dell’art. 45 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, era stata vietata, nell’intera baia di Otranto, ed in particolare nell’area portuale, la costruzione a mare di ogni nuova opera che potesse alterare la visuale prospettica da mare dei monumenti quali il Castello, il Fortino Casamatta, la Cattedrale, Le Mura Idrusa, il Fortino sulla Riviera degli Haethey e la Torre del Serpe, rimanendo consentite esclusivamente la manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere già presenti nello specchio d’acqua purché non avessero determinato aumento di volumi e o previsto inserimento di impianti che potessero alterare la visuale prospettica da mare dei monumenti citati. Il Comune di Otranto non ha condiviso il decreto e ha deciso di impugnarlo, incaricando del ricorso al Tar l’Avv. Mauro Finocchito, che già aveva assistito vittoriosamente l’Amministrazione Comunale nel giudizio sul vincolo archeologico imposto poco prima, sempre dal Direttore Regionale, sulla stessa area del fronte mare cittadino.


Il vincolo storico-monumentale avrebbe comportato effetti ancora più seri e compromettenti. Se fosse stato confermato, infatti, esso avrebbe potuto inibire per il futuro la realizzazione di qualsiasi nuova opera nella baia. Facilmente intuibili quindi gli effetti preclusivi che avrebbe potuto determinare sull’iter approvativo del progetto del nuovo porto turistico, giunto frattanto ad uno stadio avanzatissimo nella procedura di approvazione. Proprio con riferimento a tale ultima opera, nel proprio ricorso al Tar, il Comune aveva sottolineato anzitutto la singolare coincidenza temporale del decreto di vincolo con l’avvio della conferenza di servizi per l’approvazione del nuovo porto turistico: come mai – ha domandato retoricamente il comune – solo ora, a ben 74 anni dal primo decreto di tutela  diretta (quello sulle antiche Mura Idrusa del 1937) e dopo 21 anni dall’ultimo (quello sul Fortino Casamatta del 1990), si è ritenuta opportuna l’imposizione di un vincolo indiretto su tutto il tratto di mare antistante la Città, che all’epoca dei vincoli diretti, e per diversi anni sino ad oggi, non è stato reputato necessario? Dopo avere evidenziato tali singolari coincidenze, il Comune ha contestato in particolar modo il metodo con cui la Soprintendenza era addivenuta all’imposizione del vincolo “dall’alto”, totalmente prescindendo da qualsiasi considerazione dei tantissimi ulteriori interessi di diversa natura – ma pur essi meritevoli di tutela – legati all’attività portuale mercantile, commerciale, diportistica e militare ed a tutto l’indotto che attorno ad essa gravita. Nel proprio ricorso, il Comune premette di concordare sul fatto che l’interesse alla tutela paesaggistica ed ambientale debba ritenersi preminente, in ragione della rilevanza costituzionale dello stesso; e si dichiara perfettamente d’accordo con la previsione di adeguati strumenti di tutela che salvaguardino beni di importanza incommensurabile per il territorio, quali le mura antiche, la Torre Matta, la Torre del Serpe, la Cattedrale; sottolinea tuttavia che, in un così ampio e particolare contesto territoriale, qualsiasi provvedimento adottando debba preliminarmente farsi carico di ponderare adeguatamente tutti gli ulteriori interessi in gioco, alcuni dei quali – anch’essi – di rilevanza costituzionale (si pensi, ad esempio, alle ragioni di tutela della sicurezza e della pubblica incolumità che normalmente sottendono la realizzazione di opere portuali di protezione, o alle funzioni anche militari svolte all’occorrenza nel Porto di Otranto), ponendoli in comparazione con quelli ritenuti a fondamento della misura di tutela paesaggistica. In tale logica, la tutela degli interessi culturali ed architettonici non è incompatibile con progetti di sviluppo sostenibile, quali quelli del nuovo porto turistico, i quali, lungi dal comprometterne la godibilità estetica e la fruizione pratica, possono anzi contribuire a valorizzarli. In definitiva, per il Comune è certamente giusto che la Soprintendenza interferisca sulla progettazione di nuove opere all’interno della baia ed indichi le soluzioni tecniche che a suo parere salvaguardino e valorizzino al meglio i beni monumentali visibili dalla costa; è sicuramente sbagliato, invece, calare dall’alto vincoli che – come quello di specie – vietino a monte qualsiasi tipo di intervento, a prescindere dalla sua concreta incidenza sul contesto territoriale preesistente. La necessità di contemperare tutte tali esigenze avrebbe dovuto suggerire, all’allora Direttore, il ricorso allo strumento specifico del piano paesaggistico di cui all’art. 143, e non il decreto di vincolo indiretto di cui all’art. 45, D. Lgs. n. 42/04, atteso che il primo, a differenza del secondo, presuppone un tavolo preliminare di concertazione al quale devono poter sedere insieme con la Soprintendenza tutti gli altri soggetti portatori di interessi qualificati nel contesto marino e territoriale di riferimento. Il Tar ha condiviso le ragioni esposte al riguardo dal difensore del comune. Nella sentenza del Tar si legge infatti che “Nella vicenda che ci occupa, appare immediatamente evidente come l’area vincolata sia caratterizzata dalla presenza di una tale quantità di interessi (in primo luogo, legati alla portualità mercantile, turistica e militare, ma in buona sostanza, incidenti sull’intera vita sociale ed economica della cittadina) che, oltre a non essere stati in alcun modo considerati nelle valutazioni prodromiche all’imposizione del vincolo, non possono trovare, ancora più in radice, adeguata considerazione nel meccanismo di imposizione del cd. vincolo indiretto previsto dall’art. 45 del d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 (che, per effetto della sua stessa origine storica, non può assicurare adeguata considerazione ad interessi diversi da quelli riportabili alla “ristretta” logica proprietaria), ma che, al contrario, possono trovare valutazione e composizione attraverso il ricorso al diverso strumento del piano paesaggistico. In buona sostanza, pertanto, si tratta di fattispecie (l’imposizione di un vincolo di tutela sull’intera prospettiva a mare di una cittadina) che importa necessariamente la considerazione di tutta una serie di interessi, pubblici e privati, che sono strutturalmente incompatibili con la logica propria del cd. vincolo indiretto previsto dall’art. 45 del d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 e che, al contrario, possono trovare adeguata composizione nel procedimento, caratterizzato da più ampi meccanismi partecipativi, della cd. programmazione paesaggistica. Il ricorso deve pertanto essere accolto e deve essere disposto l’annullamento del decreto di vincolo indiretto impugnato dall’Amministrazione comunale di Otranto”.

“Esprimiamo soddisfazione per il risultato ottenuto in quanto ci consentirà di continuare a portare avanti la nostra programmazione tesa allo sviluppo della portualità turistica di cui la Città ha fondamentale bisogno”, dichiara il sindaco Luciano Cariddi. “Proprio nei prossimi giorni verrà pubblicata la gara per l’affidamento dei lavori relativi al porto interno, mentre a gennaio 2012 è fissata la riunione della conferenza dei servizi per l’approvazione del progetto del nuovo porto esterno. Non contestiamo affatto le esigenze e le opportunità di tutela dei beni monumentali predetti, quanto piuttosto le modalità generiche ed indiscriminate di imposizione del vincolo, non correlate ai singoli beni, ma esteso ancora una volta ad un tratto di mare enorme e sproporzionato rispetto alle effettive esigenze di tutela, scevre da qualsiasi considerazione di tutti gli ulteriori interessi di diversa natura gravitanti sull’area portuale ed all’interno della baia. Inoltre non escludiamo di aprire un nuovo confronto con la Soprintendenza, nel reciproco rispetto dei ruoli istituzionali, teso ad individuare le soluzioni necessarie per tutelare i luoghi senza vessare inutilmente l’iter procedurale legato ad alcune attività e agli interventi portuali, compatibili, che si vogliono realizzare ad Otranto”, conclude il primo cittadino.


Attualità

Droni Hi Tech contro i piromani del Parco

Al via il monitoraggio del territorio con la protezione civile. Droni di ultima generazione sorvegliano il Parco Otranto-Leuca-Tricase per fermare gli incendiari. Il presidente del Parco Michele Tenore: «Telecamere sofisticate, possono seguire veicoli sospetti e identificarli»

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Il Parco Naturale Regionale Otranto-Leuca-Tricase, con i suoi oltre 52 chilometri di costa e paesaggi unici tra mare e terra, diventa il teatro di un’operazione innovativa per la tutela ambientale: due droni ad alta tecnologia sorvolano l’area per rafforzare il monitoraggio e la sicurezza durante i mesi più critici dell’anno.

Il nuovo sistema di sorveglianza aerea ha uno scopo preciso: anticipare l’insorgenza di incendi e garantire un controllo efficace del territorio, riducendo al minimo i tempi di intervento e rendendo più difficile l’azione indisturbata di chi mette a rischio la natura, anche solo per negligenza

I droni, dotati di telecamere sofisticate, possono seguire veicoli sospetti e identificarli, contribuendo a una sorveglianza capillare e continua.

Il presidente del Parco Michele Tenore

«Vogliamo proteggere il nostro paesaggio e agire in modo tempestivo», spiega Michele Tenore, presidente del Parco, «non è solo una questione di repressione: tale attività ha un forte valore dissuasivo. Sapere che il territorio è osservato dall’alto può far desistere chi pensa di poter accendere un fuoco impunemente».

Oltre alla componente tecnologica, il progetto si avvale della collaborazione delle associazioni di volontariato di Corsano e Marittima, e le forze dell’ordine.

Un lavoro congiunto che rafforza la presenza sul territorio e integra prevenzione, sorveglianza e intervento operativo. «Le sanzioni per chi accende fuochi sono pesanti e necessarie», sottolinea ancora Tenore, «ma il vero nodo resta culturale. Molti non comprendono che anche un fuoco acceso in buona fede, magari solo per bruciare residui di potatura, può diventare una minaccia gravissima. In estate basta una scintilla, con il vento e la vegetazione secca, per innescare un incendio che sfugge subito al controllo e mette in pericolo persone, ambienti naturali e interi ecosistemi».

L’uso dei droni, quindi, sottolinea il presidente, ha anche una funzione educativa: «Vogliamo trasmettere il messaggio che il nostro patrimonio naturale non è lasciato solo, che lo stiamo difendendo con ogni mezzo possibile. Serve responsabilità da parte di tutti».

In un contesto segnato da temperature sempre più estreme e siccità prolungate, tale iniziativa potrebbe (finalmente) rendere il Parco Otranto-Leuca-Tricase un esempio concreto di tutela ambientale moderna dove, com’è doveroso sia, la protezione della natura si affianca all’innovazione e alla consapevolezza collettiva.

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Attualità

Notti salentine, divertiamoci ma con decoro

Siglato in Prefettura il patto di sistema per una vita notturna più sicura e consapevole. Strumenti tecnologici e misure di prevenzione, tra cui l’installazione di sistemi di videosorveglianza Lecce, Galatone, Gallipoli, Melendugno, Nardò, Otranto, Porto Cesareo, Sannicola e Santa Cesarea Terme

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La notte è piccola per noi… cantavano negli anni ’60 le gemelle Kessler.

Quindi, ci rivolgiamo soprattutto ai più giovani e a chi ama vivere la notte salentina, non roviniamola!

Troppi episodi di cronaca rischiano di farci passare per quello che non siamo.

Proprio per arginare le solite degenerazioni, è stato sottoscritto in Prefettura il “Protocollo d’intesa finalizzato alla collaborazione per la realizzazione di azioni congiunte a favore dei giovani nell’ambito del divertimento notturno nelle zone della movida per la prevenzione ed il contrasto dei comportamenti antisociali”.

Il Protocollo intende rafforzare la sicurezza urbana nelle principali aree di frequentazione a Lecce, Galatone, Gallipoli, Melendugno, Nardò, Otranto, Porto Cesareo, Sannicola e Santa Cesarea Terme.

L’intesa introduce misure concrete per migliorare il decoro, la vivibilità e la sicurezza nei luoghi a più alta concentrazione di pubblico, con un’attenzione particolare alla prevenzione dei fenomeni di degrado e disturbo alla quiete pubblica.

In particolare, è stata prevista la diffusione di strumenti tecnologici e misure di prevenzione, tra cui l’installazione di sistemi di videosorveglianza grazie ai finanziamenti che saranno concessi dalla Regione Puglia, rappresentata dall’assessore Viviana Matrangola, oltre ad una più compiuta regolamentazione, da parte dei Comuni, soprattutto per ciò che concerne il rispetto dei limiti alle emissioni acustiche e delle regole in tema di somministrazione di alcolici e di occupazione di suolo pubblico.

Il protocollo riconosce un ruolo di primo piano anche alle associazioni di categoria ed ai titolari degli esercizi pubblici nel far osservare le regole di comportamento per la prevenzione di atti illegali e di situazioni di pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica, promuovendo la diffusione del decalogo delle regole della buona movida per gli avventori, realizzato con la collaborazione di Confcommercio e SIL-FIPE, che definisce in modo chiaro i comportamenti attesi da parte dei clienti all’interno e nei pressi dei locali pubblici.

A ciò si affianca un sistema di segnalazione degli episodi di abusivismo e, quali premialità, alcuni incentivi per gli esercenti che si distinguano per il rispetto delle regole e la collaborazione con le istituzioni, anche implementando le condizioni di sicurezza all’interno ed all’esterno dei locali attraverso servizi di vigilanza coordinati dai “referenti per la sicurezza” individuati per aree territoriali omogenee, chiamati ad uno stretto coordinamento con le Forze di Polizia.

L’intesa prevede anche momenti formativi rivolti agli operatori del settore e campagne di sensibilizzazione per la clientela, con il contributo dell’Azienda Sanitaria Locale, l’Asl, con l’obiettivo di promuovere una cultura condivisa della responsabilità e del rispetto.

Come ha sottolineato il Prefetto Natalino Manno «è un progetto ambizioso che ha l’intento di favorire le condizioni per la creazione di un ambiente di divertimento sicuro, responsabile e rispettoso, capace di conciliare le esigenze di intrattenimento con la tutela della quiete pubblica e la sicurezza dei cittadini, un approccio di prevenzione che privilegia il rapporto di fiducia con gli esercenti attenti al rispetto della legalità», come ha dichiarato il Prefetto Natalino Manno.

L’assessore Viviana Matrangola ha elogiato «questo grande lavoro di concertazione istituzionale teso a creare un nuovo modello di governance della vita notturna, richiamando le responsabilità di tutti nel percorso di costruzione di una cultura improntata al rispetto delle regole, a beneficio dell’immagine del Salento e della regione Puglia, confermata da National Geographic quale “Best Value Travel Destination In The World“.

Il sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone ha dato atto dell’impegno dell’Ente sul fronte della costruzione di una movida più sicura e consapevole, preannunciando la prossima adozione di un regolamento apposito, in aderenza alle linee di indirizzo cristallizzate nel protocollo, nonché la proposta di emendamento che sarà discussa in Consiglio comunale per la concessione di un’ora aggiuntiva di apertura per le attività commerciali che, associandosi tra loro, sottoscrivano contratti con istituti di vigilanza, quale ulteriore forma di premialità per gli esercenti virtuosi.

Il Questore ed i rappresentanti delle Forze di Polizia e della Capitaneria di Porto hanno poi dato atto del forte impegno delle Forze dell’Ordine, impegnate già dal mese di giugno in servizi congiunti di controllo del territorio nelle località a maggiore vocazione turistica indicate nel protocollo, anche grazie a consistenti contingenti di rinforzo confermati anche per la corrente stagione dal Ministero dell’Interno, ribadendo la massima disponibilità al dialogo con le Polizie Locali, con la Polizia Provinciale e con gli esercenti soprattutto in un’ottica di prevenzione di qualunque fattore suscettibile di incidere sulla sicurezza.

Al termine dell’incontro, il Presidente di SILB-FIPE ed il Direttore di Confcommercio, nel ringraziare il Prefetto «per l’incisiva azione sul territorio consacrata nel protocollo odierno, che costituirà senz’altro una best practice capace di elevare la cornice di sicurezza delle nostre città», hanno presentato i contenuti della locandina rivolta agli avventori degli esercizi pubblici, recante il decalogo per la buona movida, e le regole da seguire nei locali da ballo, i cui gestori hanno presenziato la riunione odierna in Prefettura.

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Campi Salentina

Otranto e Campi, serata pericolosa

Droga e fuga in auto tra la folla, intervengono i Carabinieri con due interventi distinti ma emblematici, che raccontano due facce dell’illegalità sul territorio: da un lato la coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti in un’abitazione rurale, dall’altro una fuga pericolosa nel cuore di un centro abitato

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Nelle campagne di Otranto, i militari della locale Stazione hanno dato seguito a un’attività info-investigativa che da alcuni giorni si stava sviluppando in modo discreto. Segnalazioni, movimenti insoliti in una contrada poco frequentata e una serie di riscontri raccolti sul campo avevano spinto i Carabinieri a concentrare l’attenzione su un casolare.

Quando i militari dell’Arma hanno deciso di intervenire, tutto è apparso chiaro: in una delle stanze e nel terreno adiacente, un 40enne del posto, già noto alle forze dell’ordine, aveva avviato una piccola ma attiva coltivazione di marijuana.

Sono state infatti rinvenute quattro piante, in differenti stadi di crescita, insieme a 3,5 grammi di hashish e oltre 5 grammi di marijuana già essiccata e confezionata in bustine, pronte per l’immissione sul mercato.

Durante la perquisizione, ben nascosti tra gli effetti personali, sono stati rinvenuti 500 euro in banconote di vario taglio, ritenuti provento di attività di spaccio.

Il tutto è stato sequestrato, mentre le sostanze saranno inviate al Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti (LASS) di Taranto per i necessari esami chimico-tossicologici.

Al termine delle formalità di rito, su disposizione del Pubblico Ministero di turno della Procura della Repubblica di Lecce, l’uomo è stato posto agli arresti domiciliari, presso la stessa abitazione.

Qualche ora più tardi, ma a oltre 70 chilometri di distanza, a Campi Salentina la situazione è precipitata in modo diverso, ma non meno preoccupante.

Una pattuglia del NORM della Compagnia Carabinieri, durante un regolare servizio di pattugliamento serale, ha intimato l’Alt a un monovolume sospetto.

Il conducente, un 41enne del posto, già conosciuto alle forze dell’ordine e privo della patente di guida, invece di fermarsi, ha tentato la fuga.

L’inseguimento si è snodato tra le vie del paese, mettendo a rischio l’incolumità di automobilisti e pedoni.

La corsa si è conclusa nel punto più delicato: la villa comunale, in quel momento affollata da famiglie, bambini e anziani che stavano godendo della frescura della sera.

Con grande professionalità, i Carabinieri sono riusciti a intercettare e bloccare il veicolo, evitando il peggio.

Ma l’uomo ha reagito con violenza e resistenza, tentando di sottrarsi all’identificazione e provocando lesioni a uno dei militari dell’Arma, costretto a ricorrere alle cure mediche presso l’ospedale di Copertino, dove gli è stata diagnosticata una prognosi di tre giorni.

Sottoposto a controlli, l’uomo ha rifiutato di sottoporsi all’etilometro e drug test per cui è stato anche denunciato per tale violazione.

Intanto, è stato arrestato e condotto presso la Casa Circondariale di Lecce.

Il Comando Provinciale dei Carabinieri di Lecce nel rendere pubblici questi due episodi, ha rinnovato l’invito ai cittadini a collaborare segnalando situazioni sospette e a fare rete con le istituzioni per tutelare la sicurezza collettiva.

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