Racale
Racale fa festa… doppia
Racale, salutate le vacanze di Natale, non toglie l’abito buono e si appresta a celebrare Sant’Antonio Abate prima e San Sebastiano poi. La festa di Sant’Antonio è in programma giovedì 17 gennaio, quella di san Sebastiano domenica 20

Racale, salutate le vacanze di Natale, non toglie l’abito buono e si appresta a celebrare Sant’Antonio Abate prima e San Sebastiano poi.
La festa di Sant’Antonio, dopo il Triduo predicato dal Sacerdote don Antonio Perrone (14-16 gennaio) è in programma giovedì 17 gennaio. Le Sante Messe saranno celebrate alle 9,30 e alle 18. Alle 19.la Solenne Processione, accompagnata dal Concerto Bandistico Città di Racale. Alle 19,30, in Largo San Giovanni Bosco, spettacolo di fuochi pirotecnici. La serata sarà allietata dal cruppo folkloristico Tammurria.
Attualità
Lettera senza…risposta: la “questione tempo pieno” a Racale
Niente sezione a 40 ore a Racale ed 8 bambini vanno ad Alliste. Le mamme non le mandano a dire: “La scuola non è solo abbecedario”. Ma la dirigente fa scena muta

di Lorenzo Zito
Quest’anno otto bambini di Racale hanno iniziato la prima elementare fuori dal loro paese, ad Alliste. Una scelta non programmata, né desiderata dalle famiglie, ma resa necessaria dall’impossibilità di attivare una sezione a tempo pieno nella scuola primaria di via Mazzini.
Le mamme coinvolte hanno affidato il loro sfogo a una lettera indirizzata alla dirigente scolastica. Un testo appassionato, denso di delusione e di richiami al senso di comunità: «I nostri bambini, figli di Racale, frequenteranno la prima elementare ad Alliste, in una scuola dove ci hanno accolto felici e non ci hanno trattato come un problema da risolvere».
Il racconto parte da gennaio, quando le famiglie avevano regolarmente iscritto i figli al tempo pieno. Nessuna comunicazione ufficiale è arrivata fino a fine giugno, quando — “da voci di corridoio” — si è diffusa la notizia che la classe non sarebbe partita e che i bambini erano stati spostati d’ufficio sul tempo normale. «Pensavamo di poter trovare una soluzione condivisa — scrivono — ma ci è stato detto che non c’erano possibilità e che l’unica strada era coinvolgere la politica».
Dopo un incontro con la dirigente e successivi contatti con l’Ufficio scolastico provinciale e il sindaco, la situazione non si è sbloccata. In una frase riportata dalle famiglie, rimasta particolarmente impressa, si legge: «Il nostro incontro si è concluso con lei che, inopportunamente, ci ha detto che in fondo lei non piangeva se otto bambini andavano via dalla sua scuola». Da quel momento è maturata la decisione di rivolgersi al comprensivo di Alliste, dove — raccontano — «ci hanno spalancato le porte, accogliendo i nostri bambini con entusiasmo».
Nei giorni seguenti è arrivata una nuova proposta da Racale: il tempo pieno sul plesso di via Siena. Ma ormai il dado era tratto. «Ci eravamo già sentiti accolti ad Alliste e sicuri di poter affidare loro i nostri bambini», scrivono le mamme. Una decisione che, spiegano, non è stata presa a cuor leggero: «La scuola non è solo abbecedario e operazioni matematiche: la scuola è sogno ed esempio».
IL SINDACO: «NON È GIUSTO»
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Racale, Antonio Salsetti, che rivendica l’impegno dell’amministrazione sul fronte scolastico e annuncia l’apertura di un confronto pubblico.
«In questi anni di impegno civile e istituzionale molto è stato fatto, sicuramente molto altro si potrà fare. Ma una cosa posso dirla senza timore di smentita: abbiamo investito sulla scuola da subito e continueremo a farlo», ha dichiarato.
Il primo cittadino, appreso del caso, ha convocato «un tavolo di comunità per analizzare e capire le ragioni di una serie di criticità che hanno portato alla lettera da parte di alcune mamme di Racale. I bambini sono il nostro futuro, la nostra priorità. Non è giusto che vadano via».
SCENA MUTA
Abbiamo contattato la dirigente scolastica del Comprensivo “Angelo Vassallo” di Racale, Stefania Manzo, per potervi illustrare con chiarezza e completezza quanto accaduto. Per indagare appieno le ragioni che hanno portato a questa situazione. Per offrire (a lei) l’opportunità di far sentire la propria versione dei fatti, anche in risposta ad una lettera (densa di comprensibile livore) che non le manda a dire. Ma non abbiamo trovato terreno fertile. La dirigente ha preferito non entrare nel merito: non ha colto il nostro invito. “Chiarirò nelle sedi opportune. E se lo riterrò, interverrò quando sarà il caso“, ha affermato, certamente con le sue ragioni. La risposta, a scanso di equivoci, non la deve a noi, ma ai veri protagonisti di questa vicenda. Quegli otto bambini, quei “figli di Racale” che, da oggi, sono un po’ anche figli di Alliste. Chissà loro, tra qualche anno, come racconteranno al mondo questa vicenda.
Cronaca
Racale: spari nella notte contro un’abitazione
Sette colpi di fucile contro il portone di ingresso. I carabinieri che indagano sull’accaduto propendono per un atto intimidatorio ai danni del padrone di casa un 32enne del posto. Repertati i bossoli e acquisite le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona

Come confermano i bossoli rimasti in terra sette colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro la porta d’ingresso di un edificio a Racale.
Ad essere presa di mira un’abitazione di via Pindinello in cui vivono un 32enne del posto e la sua famiglia.
Gli investigatori propendono per un atto intimidatorio.
Restano da comprendere le ragioni che hanno spinto gli ignoti a sparare contro il portone di ingresso.
Non vi sono certezze neanche sull’orario in cui si sarebbe perpetrato l’atto intimidatorio perché nell’abitazione durante la notte non c’era nessuno e il proprietario se ne accorto solo questa mattina, al ritorno dalla casa di mare.
Sull’avvenuto indagano i carabinieri della stazione locale, dipendenti dalla compagnia di Casarano che hanno già repertato i bossoli dei colpi sparati con ogni probabilità con un fucile e acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti in zona.
Gli inquirenti non escludono che gli autori dell’atto intimidatorio fossero a conoscenza dell’assenza della famiglia da casa e abbiano voluto lasciare quello che si presenta come un “avvertimento”.
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Cronaca
Sanità: 14 episodi di violenza negli ultimi mesi
Il Prefetto Nicolino Manno: «Il fenomeno delle aggressioni in danno del personale del comparto sanitario è particolarmente grave, in quanto va a ledere la dignità di una professione nobile e in prima linea nella tutela della salute, diritto fondamentale dei cittadini»

Confermato l’impegno corale di Prefettura, ASL, Forze dell’Ordine, Ordini professionali e Terzo Settore nella prevenzione e contrasto dell’odioso fenomeno delle aggressioni al personale sanitario e parasanitario, spesso sommerso, che non solo compromette l’incolumità e la serenità di medici, infermieri e operatori, ma danneggia anche l’intera collettività, minando la fiducia nel sistema di cura e mettendo a rischio la qualità e la continuità dell’assistenza.
Al fine di fare il punto della situazione sulle iniziative attuate, come annunciato ieri da queste colonne, il Prefetto Natalino Manno ha presieduto una riunione di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, che ha visto la partecipazione dell’assessore Capoccia del Comune di Lecce, del vicepresidente della Provincia, del Direttore Generale ASL, dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine e dei Presidenti degli Ordini professionali di Medici ed Infermieri, oltre che dei rappresentanti dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato.
Nel corso dell’incontro, sono stati dapprima esaminati i dati statistici concernenti le denunce presentate presso i locali uffici delle Forze di Polizia, dati dai quali emerge un trend abbastanza costante rispetto agli anni precedenti e non preoccupante, con 7 denunce formalizzate presso gli uffici della Polizia di Stato e 7 presso gli uffici dell’Arma dei Carabinieri nel primo semestre 2025, principalmente per fattispecie di aggressione verbale a sanitari oppure di danneggiamento alle strutture di proprietà dell’ASL.
Da tali denunce è scaturita un’immediata attività di polizia giudiziaria con l’individuazione ed il deferimento all’Autorità Giudiziaria dei responsabili.
Sul punto, i rappresentanti delle Forze di Polizia hanno evidenziato l’importanza della formale presentazione di denuncia-querela scritta e corredata dall’istanza di punizione, elemento fondamentale tanto più nell’attuale contestato normativo che, per i casi di aggressioni a personale sanitario, oltre ad un sensibile inasprimento delle pene, prevede l’arresto obbligatorio nei casi di fragranza, nonché l’arresto differito nelle 48 ore successive, come avvenuto qualche mese fa per l’aggressione perpetrata ai danni della guardia medica di Surbo.
Si è poi dato atto dalle notevole sforzo organizzativo dell’Azienda Sanitaria Locale, con una serie di misure di difesa illustrate dal Direttore Generale Stefano Rossi, ai fini della sempre maggiore tutela del personale sanitario e parasanitario, tra cui il potenziamento dell’organico del Pronto Soccorso di Lecce con 6 nuovi medici, il ricorso alla vigilanza privata e la formazione di 22 “infermieri di processo” in tutti i pronto soccorso, che fungano da punto di contatto informativo tra l’interno e l’esterno dei pronto soccorso, anche a beneficio dei familiari dei pazienti.
Il Direttore Generale ha rivolto un sentito ringraziamento a tutti gli operatori sanitari che hanno dimostrato una straordinaria capacità di intervento, in particolar modo nel periodo estivo, connotato dal raddoppio di popolazione sul territorio provinciale per via dei turisti e dal conseguente aumento esponenziale della domanda di cura.
Il Prefetto Natalino Manno ha poi sottolineato come, in linea con le direttive del Ministro dell’Interno, presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce è presente il posto di polizia h24, oltre che il sistema di collegamento telefonico “punto a punto” con la sala Operativa della Questura.
A tal proposito, su input del Prefetto, si è unanimemente condivisa l’esigenza di attivare un analogo collegamento telefonico diretto anche di tutti gli altri Pronto Soccorso della provincia con le sale operative del Commissariato di Polizia o della Compagnia Carabinieri competente.
Particolare apprezzamento è stato evidenziato per il progetto sperimentale con l’Associazione Nazionale Polizia di Stato ai fini del servizio di accoglienza, assistenza ed informazione in favore degli utenti e dei familiari degli stessi presso le sedi dei medici di continuità assistenziale.
Il dott. Salvatore Federico, Vicequestore della Polizia di Stato in quiescenza, nella veste di coordinatore della progettualità, unitamente al delegato azionale ANPS Martino Melileo, ha reso noti gli ottimi risultati operativi dell’attività svolta dai volontari in questi 5 mesi di attività, con 730 servizi svolti presso 12 presidi di guardia medica nelle serate di venerdì, sabato e domenica nella fascia oraria 20-23.
Tali servizi, che saranno sicuramente rinnovati per ulteriori sei mesi nell’ottica di diventare un presidio stabile e strutturato, si sono svolti senza registrare alcuna criticità, anche a beneficio del personale medico, che si è sentito ancor più tutelato nelle citate fasce orarie sensibili, come ha evidenziato anche il Presidente dell’Ordine dei Medici.
I Presidenti degli Ordini professionali dei Medici e degli Infermieri hanno rivolto un forte ringraziamento al Prefetto, al Direttore Generale Asl ed alle Forze di Polizia per l’incessante lavoro svolto nell’ottica di migliorare il benessere degli operatori sanitari, assicurando la consueta sensibilizzazione degli associati ai fini della tempestiva denuncia di ogni episodio “sentinella”, oltre che la diffusione di campagna di sensibilizzazione rivolte all’utenza.
Ciò, anche con la collaborazione dell’Unione Sportiva Lecce, che proietterà sui propri schermi video di sensibilizzazione durante le partite casalinghe allo Stadio di via del Mare.
Il Prefetto Manno, al termine dei lavori, ha sottolineato come il fenomeno delle aggressioni in danno del personale del comparto sanitario, di matrice culturale, sia «particolarmente grave, in quanto va a ledere la dignità di una professione nobile e in prima linea nella tutela della salute, diritto fondamentale dei cittadini».
Ha quindi rimarcato come la risposta sanzionatoria nei confronti degli autori di tali gravi fatti sarà «particolarmente severa», ringraziando tutti i presenti «per il contributo fondamentale reso in questa campagna di ripudio di ogni forma di violenza, in prima linea al fianco del personale sanitario».
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