Lecce
CGIL: “Nel 2017 la nostra sfida per i diritti”
Il 10 gennaio giovani e lavoro protagonisti in Puglia. Susanna Camusso inaugura lo Spazio Diritti a Lecce. Progetto pilota per tutelare giovani, precari e partite Iva

La Cgil della provincia di Lecce arriva alla fine del 2016 “con un’energia positiva e non scontata. Quella di un’organizzazione che sa di aver lavorato con pervicacia per ottenere risultati concreti, nell’interesse del territorio e di chi ci vive e lavora. Ma anche di chi guarda al prossimo anno con la consapevolezza di dover affrontare e vincere una sfida storica per il cambiamento del Paese”.
Per la Cgil, il 2016 è stato “un anno che ha richiesto un lavoro straordinario, che è andato ben oltre l’azione di arginare le emergenze occupazionali, frutto di una crisi, non ancora finita, ma anche di scelte inadeguate per questo paese, soprattutto in tema di lavoro”.
La Cgil ha raccolto in questi mesi oltre tre milioni di firme per la proposta di legge sulla Carta dei diritti universali del lavoro e per i tre referendum (eliminazione dei voucher, reintegro nel posto di lavoro, legge sugli appalti) su cui i cittadini saranno chiamati a esprimersi il prossimo anno.
Se n’è parlato lo scorso maggio a Lecce, città scelta per il grande evento nazionale delle Giornate del Lavoro che ha coinvolto istituzioni, mondo del lavoro e cittadini, con decine di migliaia di arrivi da tutta Italia.
“Chiudiamo il 2016 consapevoli di aver contribuito a difendere la nostra Costituzione”, ha dichiarato la segretaria generale Valentina Fragassi, “continuiamo a lavorare ogni giorno affinché l’articolo 1 della Carta costituzionale diventi esigibile in questo Paese e auspicando che la grande partecipazione al voto dei cittadini del 4 dicembre scorso, possa tradursi in una partecipazione sempre più attiva alla vita sociale e politica di questo Paese. In un’Italia che ancora fatica a riconoscere pieno diritto di cittadinanza soprattutto ai giovani”.
L’inizio del nuovo anno vedrà da subito i giovani e il lavoro protagonisti in Puglia e in provincia di Lecce con un importante doppio appuntamento: il 10 gennaio prossimo, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso sarà, in mattinata, a Taranto e nel pomeriggio a Lecce, dove alle 17, inaugurerà, nel quartiere San Pio, lo Spazio Diritti, un luogo per il Coworking, aperto dalla Cgil alla platea di giovani, lavoratori precari e con partite Iva per tutelarne i diritti. “Un progetto pilota”, spiega Valentina Fragassi, “nella nostra regione, che rappresenta un punto di svolta nella storia del nostro fare sindacato: non solo uno spazio fisico, ma una possibilità per abbattere le solitudini dei nuovi lavori”.
Subito dopo Susanna Camusso parteciperà alla conferenza pubblica “Nuovi lavori, nuovi diritti – per tutelare giovani, precari e partite Iva” che si terrà nell’Aula magna dell’ex Ateneo dell’Università del Salento, a Palazzo Codacci Pisanelli (v.le dell’Università Lecce).
“Un evento che, siamo certi”, ha aggiunto la segretaria generale, “darà ancora una volta prova della straordinaria voglia di partecipazione dei cittadini e dei giovani di questo territorio.
Lecce e la sua provincia esprimono grandi potenzialità: una popolazione con alti livelli di istruzione, professionalità, ingegno e cultura. Sono risorse che però non sappiamo valorizzare sufficientemente: prova ne è la continua e drammatica emorragia di competenze e cervelli, nati e cresciuti anche nell’Università salentina, verso il nord Italia o in altri Paesi, e la percentuale altissima di disoccupazione giovanile che, in provincia di Lecce, sfiora il 55%. Occorre rilanciare il sistema produttivo. Perché questo sia possibile, in questi anni, i sindacati e le aziende del territorio hanno responsabilmente affrontando la crisi economica. Continuiamo a lavorare affinché siano premiate quelle realtà che rispettano le regole contrattuali nazionali e siano contrastati i continui tentativi di deroga che finiscono con il produrre l’abbassamento di diritti e tutele per i lavoratori”:
“Stiamo lavorando con le amministrazioni, a Lecce e provincia”, prosegue, “sul tema dei fondi strutturali europei, affinché queste risorse, nei prossimi sette anni, siano utilizzate tutte e bene, non per costruire contenitori vuoti ma per creare nuovi posti di lavoro. Coscienti del fatto che da welfare, salute e servizi si misura il livello di benessere dei cittadini e che la Regione, con l’intesa sulla Sanità firmata con i sindacati a metà dicembre, debba dare risposte certe ai bisogni delle persone. L’auspicio per il nuovo anno, a Lecce e provincia, inoltre, è che ci sia un cambiamento radicale su tempi e modi di realizzazione delle opere infrastrutturali e di messa in sicurezza delle strade e sul sistema dei rifiuti. Occorre compiere un passo in avanti sull’investimento in occupazione giovanile e femminile: occupazione che non può tradursi in utilizzo di voucher (di cui la Puglia fa un uso crescente) o di contratti precari e a tempo determinato, ma ininvestimenti concreti di cui i governi regionali e nazionali devono farsi carico. La Cgil sta lavorando per invertire la cultura dei tagli sulle tutele e i diritti, ripristinando un vero investimento in ricerca e sistema pubblico: questi sono fattori che creano un aumento della fiducia nei cittadini e che producono effetti positivi sui consumi”.
“Lo sguardo sul 2016 non può”, conclude, “non allargarsi alla situazione internazionale che lascia strascichi terribili e dolorosi e le cui conseguenze sono ancora tutte da interpretare. Uno scenario che ci preoccupa molto, anche alla luce del risultato elettorale in Usa, e che favorisce l’avanzare, in Europa, delle forze di destra, spinte dall’onda populista e dal clima di tensione e di paura che si va diffondendo tra i popoli. La Cgil ribadisce il proprio impegno a difesa della libertà, della pace e della democrazia e contro atto di violenza, terrorismo e xenofobia, sia che esso avvenga a pochi chilometri da noi, sia che si consumi in territori lontani. Il nostro augurio per il 2017 è per un’Italia del Lavoro e dei Diritti e per un’Europa sempre più solidale ed equa”.
Cronaca
Alto impatto, una sinergia di interforze per un controllo totale
Sono state effettuate ispezioni con attività congiunte di tutte le Forze di Polizia, nel corso delle quali il personale coinvolto nel servizio ha effettuato 13 posti di controllo, identificato…

SINERGIE INTERFORZE IMPEGNATE NEI CONTROLLI AD ALTO IMPATTO
Prosegue l’attività di controlli ad alto impatto che interessa tutta la provincia volte a intensificare la vigilanza e l’azione di contrasto in aree ritenute sensibili.
In particolare, le azioni poste in essere nella notte tra il 10 e l’11 luglio scorsi, si sono concentrate sul territorio di Nardò, comprese le marine di Santa Maria al Bagno e Sant’ Isidoro, luoghi in cui si registra una massiva affluenza di turisti e residenti che, nel periodo estivo, si riversano nelle abitazioni costiere, determinando un decisivo incremento delle attività dei lidi balneari e dei locali di intrattenimento e di ristorazione, con possibili fenomeni di illegalità legati alla cosiddetta “malamovida“.
Sono state effettuate ispezioni con attività congiunte di tutte le Forze di Polizia, nel corso delle quali il personale coinvolto nel servizio ha effettuato 13 posti di controllo, identificato 401 persone, fermati 213 veicoli e rilevato 9 infrazioni al Codice della Strada.
I controlli di tipo amministrativo hanno interessato, invece, 14 esercizi pubblici, presso i quali state In particolare, la Polizia, a Santa Maria al Bagno, ha disposto la chiusura ad un locale per la somministrazione di alimenti e bevande per carenze igienico sanitarie, avvalendosi della
collaborazione del competente personale della ASL di Lecce; la stessa attività commerciale è risultata avere una ordinanza dirigenziale del Comune di Nardò che ne vietava l’esercizio.
Per tale motivo, è stata sanzionata con una multa di euro 5.164,oo per aver svolto attività senza regolare licenza.
I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità hanno ispezionato un’attività di ristorazione rilevando alcune irregolarità con conseguente segnalazione all’autorità sanitaria.
L’attività di controllo della Guardia di Finanza, invece, ha interessato 4 esercizi commerciali a cui sono state contestate sanzioni relative a violazioni in materia fiscale, di cui alcune per mancata emissione della fattura e altre per mancata installazione del ricevitore di cassa, per un importo complessivo di circa euro 1.700,00.
Anche la Polizia Municipale di Nardò, ha effettuato, nella zona di Sant’Isidoro, un sequestro penale a carico di un locale di intrattenimento e somministrazione di alimenti e bevande, per occupazione demaniale, di circa 50 mq, con sedie e tavoli, e vari controlli nella marina e a Nardò.
Attualità
Maria Antonietta I di Puglia
È in primo luogo necessario elaborare una strategia di massima che riguarda, per così dire, una più profonda capacità di comprendere, anticipare e soddisfare le attese e le potenzialità del territorio e un aumento del numero dei corsi di laurea e dei dipartimenti, ossia di quelle che una volta (sino al 2010) si chiamavano facoltà….

Unisalento, ecco la prima rettrice
Maria Antonietta Aiello: «Per me motivo di orgoglio diventare la prima rettrice: non ho dubbi che altre ce ne saranno, perché non c’è alternativa a un futuro di reali pari opportunità»
La professoressa sarà rettrice per il sessennio 2025-2031.
Al primo turno il voto pesato per ciascuno dei tre candidati ammessi alla procedura elettorale era stato: Maria Antonietta Aiello, 338,269; Luigi Melica, 278,944; Salvatore Rizzello, 138,239.
Dopo il ritiro degli altri due candidati, ovvero il direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche Luigi Melica e il direttore della Scuola superiore ISUFI Salvatore Rizzello, i voti della comunità accademica si sono indirizzati in blocco, infatti, sull’attuale prorettrice vicaria e ordinaria di Tecnica delle Costruzioni al Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione. Di Marzi (Cosenza), sarà dal prossimo 1° novembre, a prendere il testimone dal rettore Fabio Pollice.
La vera sfida del futuro
di Hervé Cavallera
Il 2025 è un anno importante per l’Università del Salento. Da non molto sono trascorsi i festeggiamenti per il suo 70° anno di vita ed è stato appena eletto, nella persona della prof.ssa Maria Antonietta Aiello, il suo 11° rettore, anzi la prima Rettrice di Unisalento.
Il primo rettore, e inoltre fondatore dell’Università, fu Giuseppe-Codacci-Pisanelli (nel 1955 rettore del Consorzio Universitario Salentino, dal 1956 al 1976 rettore dell’Università di Lecce), quindi Saverio Mongelli (1976-1979), Mario Marti (1979-1981), Alberto Sobrero (1981-1983), Donato Valli (1983-1992), Angelo Rizzo (1992-2001), Oronzo Limone (2001-2007) che mutò (2007) il nome da Università di Lecce in Università del Salento, Domenico Laforgia (2007-2013), Vincenzo Zara (2013-2019), Fabio Pollice (2019-2025).
In 70 anni, ovviamente, non solo è cresciuta l’offerta formativa dell’Università salentina (sorta con la Facoltà di Magistero a cui seguì quella di Lettere e Filosofia), ma è cambiato l’intero panorama nazionale.
L’Università di Lecce fu la terza ad esistere, dopo Napoli e Bari, nell’Italia meridionale continentale.
Oggi numerose sono le università statali nelle diverse regioni del Sud, a cui devono aggiungersi quelle non statali legalmente riconosciute e quelle telematiche. Il che, si capisce, comporta una serie di problemi di natura economica, che crescono ulteriormente pensando al numero consistente di studenti del Sud che preferiscono recarsi in università del Centro-Nord e, non ultimo, alla denatalità che riduce il numero dei giovani.
Mantenere al meglio l’esistente è ciò che diventa immediatamente evidente per chi assurge alla carica rettorale.
Ma “mantenere”, in una realtà sempre più complessa, concorrenziale e globalizzata, non è invero sufficiente. Nel mondo della flessibilità, non si mantiene: si sviluppa. Occorre crescere ulteriormente e divenire sempre più concorrenziali.
Sotto tale profilo il compito che attende la Rettrice, non è affatto facile.
È in primo luogo necessario elaborare una strategia di massima che riguarda, per così dire, una più profonda capacità di comprendere, anticipare e soddisfare le attese e le potenzialità del territorio e un aumento del numero dei corsi di laurea e dei dipartimenti, ossia di quelle che una volta (sino al 2010) si chiamavano facoltà.
Al tempo stesso è opportuno migliorare la qualità dell’assistenza studentesca, dei servizi che si offrono.
Basti pensare agli alloggi, ai collegamenti, alla viabilità, alle mense universitarie.
Si tratta di una serie di obiettivi che – una volta raggiunti – farebbero risaltare l’immagine di una università dinamica, accorta ai bisogni del presente e del territorio, volta all’innovazione.
E’ opportuno che per raggiungere tutto questo la Rettrice sia coadiuvata da uno staff efficiente e coeso.
Certo, quello che si è indicato pare necessario e tuttavia non facile da conseguire in quanto comporta in primo luogo una serie di interazioni con il mondo politico ed economico abbastanza complesse. Soprattutto non sono trascurabili, ad avviso di chi scrive, i dati già rilevati connessi alla denatalità e alla volontà giovanile di spostarsi altrove, anche fuori d’Italia, in vista di una più proficua occupazione dopo aver conseguito la laurea.
Alla luce di quanto sopra il problema diventa allora quello di rendere appetibile – mi si passi il termine – Unisalento.
Affinché questo sia, bisogna tornare ad essere quello che l’università ha voluto essere nel suo significato pieno, come del resto è attestato dalla storia.
Certo, è il luogo ove studiare le discipline che consentono di acquisire le conoscenze e le competenze di base della propria professione per il bene personale e del prossimo, ma in primo luogo è un centro di ricerca di alta cultura.
Solo puntando alla realizzazione di uno stimolante centro di ricerca è possibile dare veramente vita ad una università.
Si tratta, insomma, di mettere totalmente da parte sia l’idea di un mero titolificio sia quella di un’azienda che offre pure velleitarie illusioni.
Un centro di ricerca, con docenti scientificamente qualificati, sarebbe certamente in grado di diventare punto di riferimento dell’utenza studentesca e quindi motore di crescita territoriale proprio perché in sé garante della serietà e della qualità degli studi.
In un momento storico in cui prevale l’innovazione è evidente che solo un serio approfondimento nei diversi campi dello scibile umano può diventare forza attrattiva e positivamente propulsiva.
Come scrive Dante nel Canto VI del Paradiso, grande merito dell’imperatore Giustiniano fu quello di aver tolto dalle leggi, nel suo Corpus iuris, «il troppo e ‘l vano».
Ecco: il compito della Rettrice Maria Antonietta Aiello (e ciò in realtà vale per ogni università) è di snellire le lungaggini burocratiche e di puntare sull’essenziale, ossia sull’apporto di docenti veramente all’altezza del presente, che siano in grado di contribuire, ognuno per il proprio settore scientifico-disciplinare, allo sviluppo della ricerca nazionale e internazionale. Infatti, solamente rendendo ancor di più l’Università del Salento un polo di eccellenza scientifica non soltanto i giovani sarebbero indotti ad iscriversi, ma essa diventerebbe un notevole centro di promozione dell’intero territorio.
Tutto questo, si comprende bene, non si realizza in un batter d’ali e richiede lungimiranza e capacità di costituire un corpo docente di rilievo. È ciò che si augura alla Rettrice neoeletta in un momento storico in cui l’Occidente sembra scivolare nei vaniloqui e nell’asservimento alla tecnologia.
Attualità
Albaservice: Risanamento e tutela dell’occupazione le parole d’ordine
Il percorso di rilancio è stato reso possibile grazie all’impegno del Consiglio Provinciale e alla piena collaborazione dei dirigenti e funzionari dell’Ente….

Dopo oltre un decennio segnato da difficoltà economiche, ammortizzatori sociali e incertezza occupazionale, Albaservice spa, società interamente partecipata dalla Provincia di Lecce, volta finalmente pagina.
Grazie a un lavoro sinergico e determinato, guidato dal presidente della Provincia Stefano Minerva e dall’amministratore unico Marco Miceli, è stato raggiunto un risultato straordinario: dal 2025 nessun lavoratore sarà lasciato indietro. Tutti i dipendenti torneranno all’orario pieno di 40 ore settimanali, senza più ricorso alla cassa integrazione o altri strumenti di sostegno al reddito.
Un traguardo impensabile fino a pochi mesi fa, ottenuto attraverso un’azione politica e amministrativa forte, che ha visto la rimodulazione delle convenzioni quadro tra Provincia e partecipata, relative alla gestione degli edifici scolastici e alla manutenzione della rete viaria, e l’affidamento di nuovi servizi strategici per garantire la sostenibilità dell’azienda.
Il percorso di rilancio è stato reso possibile grazie all’impegno del Consiglio Provinciale e alla piena collaborazione dei dirigenti e funzionari dell’Ente. In soli sei mesi, la nuova amministrazione ha saputo imprimere una svolta concreta, restituendo ad Albaservice un’identità operativa, una prospettiva industriale e una dignità occupazionale.
“Non parliamo solo di un risultato economico, ma di un atto di responsabilità istituzionale e di giustizia sociale. Albaservice torna a essere una risorsa per il territorio, per le scuole, per le strade, per i cittadini, e questo è stato possibile anche grazie alla disponibilità dei lavoratori e al lavoro infaticabile dei sindacati, che ringrazio per il proficuo confronto e la piena convergenza per il raggiungimento di questo importante traguardo”, ha dichiarato il presidente Minerva.
Albaservice rappresenta oggi un modello di servizio pubblico efficiente e vicino alle comunità, con operatori che garantiscono quotidianamente la sicurezza e il decoro del patrimonio scolastico e stradale provinciale. Un ruolo che torna a essere valorizzato, anche grazie alla stabilità lavorativa finalmente restituita a tutte le maestranze.
Anche l’amministratore unico Marco Miceli ha espresso la propria soddisfazione: “Abbiamo lavorato con rigore, visione e rispetto per ogni lavoratore. Questo risultato è la dimostrazione che le partecipate pubbliche, se ben governate, possono essere centri di eccellenza e coesione sociale.”
Il futuro di Albaservice riparte dunque da basi solide: un piano industriale sostenibile, una squadra di lavoro motivata e un ente pubblico che ha saputo credere e investire nel cambiamento.
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