Appuntamenti
Giuggianello sulla Serra dal Medioevo
La festa di San Giovanni Battista

Origini antichissime
Durante il medioevo, nel giorno di San Giovanni Battista, che ricorre ogni anno il 24 giugno, tutta la popolazione di Giuggianello si portava in processione sul “Monte San Giovanni” per celebrare la Santa Messa in onore del santo col rito greco-bizantino, mentre la notte molta gente si aggirava nei campi per raccogliere le erbe bagnate dalla rugiada considerata avente effetti benefici e catartici
Sono passati ventisei anni da quando il Centro di Cultura, con un gruppo di soci e cittadini, avviò una interessante attività tesa al recupero e alla valorizzazione della grotta e di tutta la tradizione popolare religiosa ad essa legata in merito al culto e alla devozione di San Giovanni Battista.
La Sagra di San Giovanni si svolgerà da venerdì 24 a domenica 26 giugno fuori dal centro abitato, sulla Serra di Giuggianello (120 m. sul livello del mare) tra olivi e macchia mediterranea davanti ad un incantevole panorama.
Nel Medio Evo
Ha origini antichissime: durante il medioevo, nel giorno di San Giovanni Battista, che ricorre ogni anno il 24 giugno, tutta la popolazione di Giuggianello si portava in processione sul “Monte San Giovanni” per celebrare la Santa Messa in onore del santo col rito greco-bizantino, mentre la notte molta gente si aggirava nei campi per raccogliere le erbe bagnate dalla rugiada considerata avente effetti benefici e catartici. Dopo la celebrazione religiosa, tutti i partecipanti si fermavano sullo spiazzo antistante la grotta per mangiare, cantare e ballare. Tutto questo come segno di profonda devozione e di ringraziamento per il raccolto delle messi ottenuto.
Il Miracolo
È una delle più antiche feste del Salento legata anche ad un evento miracoloso. Si racconta che in seguito al sopravvento del rito latino su quello greco-bizantino, l’interesse della grotta decadde e che nel XVIII secolo, la figlia del conduttore della vicina masseria “Armino”, con precarie condizioni di salute e in procinto di morire, fu guarita in seguito all’apparizione di San Giovanni. Con tale miracolo inizia il recupero della cripta non solo dal punto di vista architettonico, con la costruzione di un arco all’ingresso, ma anche dal punto di vista religioso, con il ripristino della celebrazione della messa in onore del Santo.
Il conduttore della masseria, inoltre, per riconoscenza nei confronti di San Giovanni cominciò ad offrire dopo il rito religioso formaggio e vino ai presenti. Questa usanza assunse la valenza di vera e propria tradizione che fu tramandata di anno in anno fino alla seconda guerra mondiale, momento dal quale la grotta cominciò a persistere in uno stato di abbandono e disinteresse. Questa singolare tradizione è stata recuperata, insieme alla grotta, dal Centro di Cultura Sociale e di Ricerche di Giuggianello. Dal 1990, infatti, ogni anno si rinnova la celebrazione della messa sul piazzale antistante la grotta e, come allora, dopo il rito religioso, si distribuiscono formaggio e vino ai presenti.
Il programma
Venerdì 24 giugno: alle 19,30 celebrazione della Santa Messa in onore del Santo sul piazzale antistante la Grotta; successivamente si terrà la distribuzione di formaggio e vino così come vuole un’antica tradizione popolare; alle 21 concerto con musica dal vivo con balli e canti sull’aia.
Sabato 25 e domenica 26, a partire dalle 20,30, Musica dal vivo, canti, balli sull’aia. Le serate saranno allietate da rinomati gruppi musicali, gli utili devoluti per la manutenzione straordinaria della Grotta Del Santo e del Trappeto ipogeo di proprietà del Centro.
Durante la Sagra funzioneranno stand gastronomici con la degustazione di piatti tradizionali salentini. Il piatto forte della Sagra è il gustoso agnellone con patate al forno.
Come arrivarci
La cripta bizantina di San Giovanni si trova sull’omonimo “Monte” ed è a questa che è legata la sagra. Per raggiungere la cripta bisogna imboccare la strada rurale che dalla strada provinciale Giuggianello-Palmariggi sale sull’altura. Da questo posto, disseminato da secolari olivi e querce coccifere, si può ammirare un incantevole panorama. Qui, nei mesi estivi, si possono gustare piatti tipici e non della tradizione salentina presso il piccolo ristorante denominato “Il Follaro” dal nome di una moneta bizantina di Costantino VII e Zoe, coniata a Costantinopoli e trovata durante i lavori di recupero della cripta.
Giuggianello fa parte, insieme ad altri paesi limitrofi, del cuore della civiltà megalitica salentina per la presenza di Dolmen e Menhir. Infatti è operativo un articolato itinerario che permette di visitare punti di enorme interesse archeologico, grazie alle presenza di dolmen e menhir nascosti da secolari ulivi o dispersi nei campi pietrosi. Questi monumenti furono costruiti da popoli provenienti dall’oriente per i quali l’erezione di grandi pietre costituiva sia un richiamo alla presenza degli antenati sul territorio, sia un’affermazione e un elemento di prestigio.
Il monumento, infatti, può essere eretto come memoria, come tomba o per altri scopi, ma è l’attuazione stessa del lavoro in comune l’atto celebrativo più importante. Spesso la motivazione per la costruzione era più sociale che religiosa, era il desiderio di avere un monumento maestoso che attirasse rispetto sulla comunità nel suo complesso e non semplicemente sul defunto.
A Giuggianello si possono visitare il Dolmen “Stabile”, il menhir “Polisano” e quello denominato “Crocecaduta”; accanto ad essi vi sono I Massi Della Vecchia che colpiscono maggiormente il visitatore per la loro dimensione, forma e scenografia. Questi monumenti, fin dalla preistoria locale, ma anche nella cultura classica e popolare medievale, hanno destato curiosità e alimentato svariate ipotesi interpretative strettamente legate a riti magico – religiosi, al culto dei morti e alle gesta del mitico Eracle. Sono di recente inaugurazione la prima Sezione Etnografica del Museo Civico e il recupero di un antichissimo Trappeto Ipogeo all’interno del quale è possibile visitare il Museo dell’Olio.
Il territorio di Giuggianello da sempre è stato coperto, per l’ottanta per cento della sua estensione, da olivi quasi tutti secolari. Per questo, fiorente è l’attività frantoiana svolta, anticamente nei “Trappeti Ipogei”, oggi sostituiti dai frantoi moderni. L’olivo a Giuggianello resta, quindi, la coltivazione più diffusa e l’olio rappresenta la produzione più importante.
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Open day ed intitolazione: una giornata di festa per la Biblioteca Comunale di Tricase
Cultura, musica, arte, cibo ed attività dedicate ai bambini: venerdì 23 maggio un ricco calendario di eventi celebra l’intitolazione a Giuseppe Codacci Pisanelli

Venerdì 23 maggio la Biblioteca di Tricase apre le sue porte al pubblico per un’intera giornata dedicata alla cultura, alla memoria e all’inclusione, con un Open Day che farà da cornice alla cerimonia di intitolazione della biblioteca stessa a Giuseppe Codacci-Pisanelli.
L’evento, che si terrà dalle 9e30 sino alla notte nella sede di via Micetti 1, è promosso dal Comune di Tricase con Pari aps, Biblioteca Comunale di Tricase e The Monuments People, in collaborazione con UCRI, Factory Compagnia Transadriatica, Due Lune Teatro Tenda e con i progetti SAI Ordinari ed MSNA della Città di Tricase, gestiti da Sale della Terra. L’appuntamento rientra ne Il Maggio dei Libri, l’iniziativa promossa dal Ministero della Cultura attraverso il Cepell per promuovere la lettura anche in contesti diversi da quelli tradizionali.
IL PROGRAMMA
La giornata si aprirà la mattina con delle attività pensate per le scuole e i più piccoli: alle 9:30 il laboratorio di lettura “Nati per Leggere”, a cura di The Monuments People, coinvolgerà bambine e bambini dai 4 ai 6 anni, con animazione di Elisa Maggio.
A seguire, andrà in scena “Il Gigante Felice”, evento teatrale ispirato ai racconti di Oscar Wilde, curato da Factory Compagnia Transadriatica e The Monuments People, con Francesco Stefanizzi e Sara Pranovi, regia di Tonio De Nitto. Due storie intramontabili – Il Gigante Egoista e Il Principe Felice – narrate con poesia e delicatezza, accessibili anche al pubblico non udente grazie alla presenza di un’artista segnante.
Nel pomeriggio, dalle 16:30, spazio alla performance artistica con l’Open Day Teatro Tenda, con l’installazione teatrale con nuove tecnologie “Pflantzendialoge” (il pensiero rizomatico di Dedalo), la cui scrittura scenica è a cura di Giovanni Probo-Due Lune Teatro Tenda. Si tratta di un’installazione teatrale che intreccia arte, filosofia e tecnologia; attraverso un dialogo tra elementi naturali e digitali, crea un’esperienza immersiva in cui il pubblico è coinvolto in un ecosistema sensoriale e concettuale, dove le connessioni si sviluppano in modo non piramidale, creando una struttura non gerarchica e decentrata, che si espande in modo organico e multidirezionale proprio come un rizoma(v. G. Deleuze, F. Guattari). In questo intreccio si riflette il pensiero di Dedalo come figura rizomatica: non guida lineare, ma intelligenza diffusa, creatore di percorsi multipli e imprevedibili. Un’opera che invita alla riflessione sulla complessità del sapere e sulla fluidità delle relazioni umane e ambientali.
Alle ore 18 l’atteso momento istituzionale della cerimonia di intitolazione della Biblioteca Comunale a Giuseppe Codacci-Pisanelli, storica figura tricasina di rilievo nazionale, già Ministro della Difesa della Repubblica Italiana, docente universitario, costituente e intellettuale di grande spessore. Alla cerimonia parteciperanno autorità civili e religiose, e dopo la scopertura della targa verrà impartita la benedizione alla Biblioteca.
«L’intitolazione della Biblioteca Comunale a Giuseppe Codacci-Pisanelli è un atto di riconoscenza e di responsabilità civile» – ha dichiarato il Sindaco Antonio De Donno – «Tricase sceglie di legare il proprio spazio simbolico della cultura a una delle sue figure più rappresentative: un uomo di Stato, un giurista, un costituente che ha servito il Paese con dedizione. In un anno speciale, quello del 70esimo dalla fondazione dell’Università del Salento di cui fu padre fondatore, Codacci-Pisanelli rappresenta un riferimento valoriale per le generazioni presenti e future, un invito costante alla conoscenza, al dialogo e all’impegno civico».
Dalle 19, il dialogo aperto dal titolo “La cultura Rom tra musica, letteratura e superamento degli stereotipi”. Ospite della serata sarà la scrittrice italiana di etnia rom Virginia Spinelli, autrice delle pubblicazioni “Con cura” e “Ali sporche”. La sua presenza e la sua testimonianza saranno un modo per fare della cultura una chiave per aprire all’inclusività e per contrastare gli stereotipi legati alle minoranze ed alle periferie.
Interverranno nel dialogo anche il presidente UCRI (Unione delle Comunità Romanès in Italia) Gennaro Spinelli, la vicesindaca della Città di Tricase, delegata alla Cultura, Francesca Longo ed il Sindaco Antonio De Donno. Gli ospiti e le ospiti progetti d’accoglienza SAI della Città di Tricase cureranno alcune letture dai libri di Virginia Spinelli.
«Attraverso la letteratura, la musica e l’arte, la Biblioteca Comunale di Tricase parlerà a un pubblico eterogeneo, presentandosi come luogo di cultura e di incontro aperto a tutte e tutti» – afferma la Vicesindaca e delegata alla Cultura Francesca Longo – «Il programma di questa giornata è il riflesso di una comunità che, nel valorizzare la memoria storica, sceglie di promuovere l’inclusione sociale e la partecipazione attiva. È un invito a vivere la biblioteca della nostra Città come spazio vivo e di tutti, dove ogni voce può trovare ascolto e ogni storia può essere raccontata».
IL CONCERTO
In scia a questa idea il gran finale della serata, a partire dalle 20e30. Un vero momento di festa all’insegna della musica e della convivialità, quando sul palco saliranno gli artisti del Gennaro Spinelli & The Romanì Project. Tutta l’energia di un progetto nato dalla volontà di diffondere la musica etnica contemporanea della cultura Romaní nei molti degli stili che la compongono. Un viaggio artistico culturale che si muove dall’India all’Italia, passando per il Jazz Manouche, il Flamenco, la musica balcanica e la musica classica attinta dalla tradizione Romaní dai grandi compositori. Uno spettacolo di colori, note e danze che rispecchiano la più pura tradizione Rom in una veste contemporanea.
Con il piacere di godere dal vivo delle straordinarie abilità di Gennaro Spinelli, violinista italiano di etnia rom, con oltre 1500 concerti all’attivo in più di trenta nazioni, esibitosi già sul palco del Teatro alla Scala di Milano e su quello del San Carlo di Napoli dopo che, nel 2018, l’International Romaní Union lo ha nominato ambasciatore per l’arte e la cultura romaní nel mondo.
A completare la cornice il cibo, con uno spazio dedicato allo street food ed al beverage, nonchè un corner a cura degli ospiti e delle ospiti dei progetti SAI Ordinari ed MSNA della Città di Tricase che presenteranno al pubblico i piatti tradizionali dei propri Paesi d’origine. Un modo in più per aprire al dialogo e costruire integrazione.
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“Dare l’anima alla politica”, Don Bruno Bignami a Taurisano
Il direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI presenterà il suo nuovo libro presso l’oratorio Don Bosco (dalle 20)

Questa sera, presso l’oratorio Don Bosco di Taurisano, si terrà un importante appuntamento culturale e sociale: la presentazione del libro Dare l’anima alla politica di don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI.
L’opera, edita da San Paolo, è accompagnata dalla prefazione del Cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
L’iniziativa si inserisce all’interno della rassegna Pulchra Book, realizzata in collaborazione con la Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca, il Comune di Taurisano, la Caritas diocesana, la Fondazione Mons. Vito De Grisantis, l’Ufficio diocesano pastorale e Progetto Policoro.
Durante l’incontro interverrà anche Monsignor Vito Angiuli, Vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca.
Modererà la serata sarà Luana Prontera, giornalista del Nuovo Quotidiano di Puglia.
Inoltre, il domani, martedì 20 maggio, alle ore 18,30, Caritas Italiana e FOCSIV promuoveranno un webinar dal titolo “Verso i referendum. Per una partecipazione informata”.
All’incontro online parteciperanno lo stesso don Bruno Bignami e Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore.
Per informazioni: advocacy@caritas.it.
Due appuntamenti distinti ma complementari, che offrono spunti di riflessione sull’impegno sociale, civile e politico, alla luce dei valori della partecipazione e della responsabilità.
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Pioggia di Rose a Salve
Spiritualità, cultura e identità di comunità, la festa di Santa Teresa

di Tiziana Protopapa
Nel cuore del Capo di Leuca, tra le strade lastricate di storia e fede, la comunità di Salve si prepara ogni anno a vivere un evento che è molto più di una semplice celebrazione religiosa.
La “Benedizione delle Rose” in onore di Santa Teresa di Gesù Bambino non è solo un rito liturgico: è un momento sospeso nel tempo, che intreccia spiritualità e identità culturale, diventando specchio di una comunità che custodisce le sue radici e le trasforma in fioritura condivisa.
Un culto che nasce dall’anima del popolo
Il culto di Santa Teresa nacque nel 1926 grazie all’iniziativa appassionata dell’allora arciprete Francesco De Filippis.
Le sue parole, cariche di amore e abbandono totale a Dio, conquistarono il cuore dei salvesi.
Da quel momento, il seme di una devozione autentica ha attecchito profondamente nell’anima collettiva del paese.
Da allora, la comunità di Salve ha fatto della Santa di Lisieux la sua compatrona e del suo Santuario – affacciato sul cimitero e un tempo convento dei Cappuccini – un luogo di incontro, preghiera e memoria.
Una festa dal significato profondo
Il momento culminante della devozione è il 17 maggio, data della canonizzazione della Santa da parte di Papa Pio XI.
In quel giorno si celebra la suggestiva “Benedizione delle Rose”, che rievoca la promessa di Santa Teresa: «Farò cadere una pioggia di rose».
Il gesto, poetico e potente, trasforma il piazzale del Santuario in un campo fiorito di fede, dove ogni rosa alzata rappresenta un’intenzione, una gratitudine, una speranza. Quest’anno il rito della Pioggia delle Rose si celebra il 18 maggio.
Patrimonio di spiritualità e cultura
Il rito, dal forte valore simbolico, ha nel tempo assunto anche un significativo valore culturale.
L’allestimento floreale, i canti, la presenza popolare, l’architettura storica del Santuario, le reliquie custodite: ogni dettaglio testimonia una continuità intergenerazionale.
Non si tratta solo di una tradizione da rispettare, ma di un’identità da tramandare.
In un’epoca in cui i territori sono alla ricerca di autenticità per distinguersi e attrarre visitatori consapevoli, la “Pioggia delle Rose” rappresenta un driver di sviluppo: spiritualità e cultura si fondono in un’esperienza profonda, che rigenera la comunità e attira chi è in cerca di senso.
Nel volo silenzioso dei petali di rosa, Salve rinnova ogni anno la sua anima più profonda.
E in quel gesto semplice, che attraversa generazioni, la comunità ritrova sé stessa, la sua storia e la sua vocazione più autentica: essere custode di bellezza e portatrice di speranza.
Una lezione per tutti i territori: nei gesti più antichi e spirituali può celarsi la chiave per una rinascita autentica, radicata e condivisa.
Il programma di domenica 18 maggio
Piazzale del Santuario di Santa Teresa di Gesù Bambino
Ore 18:30 – Celebrazione Eucaristica
A seguire – Benedizione Eucaristica e solenne “Pioggia di Rose”
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