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L’orto di comunità di Tiggiano
Dall’impegno di donne rifugiate e richiedenti asilo nasce l’orto di comunità. Domani (dalle 19) l’evento di presentazione con degustazione del primo raccolto

«L’obiettivo finale dell’agricoltura non è la coltivazione di colture, ma la coltivazione e la perfezione degli esseri umani» sosteneva il padre dell’agricoltura naturale, il botanico giapponese Fukuoka.
Ed è con questo spirito che cinque donne tra richiedenti asilo e rifugiate del Progetto SAI del Comune di Tiggiano (gestito dal Consorzio Sale della Terra) hanno deciso di dare vita all’orto di comunità, che verrà presentato domani, giovedì 30 giugno, a partire dalle ore 19 (ingresso dal giardino del Palazzo Comunale di Tiggiano).
La serata si aprirà con i saluti del sindaco Giacomo Cazzato, cui seguiranno gli interventi di: Ester Martella, coordinatrice del Progetto SAI; dell’agronomo Gigi Schiavano, mentore del progetto; delle donne coinvolte nell’iniziativa.
Ci sarà poi un momento di convivialità in cui verrà offerto ai presenti un rinfresco a base di ortaggi ed erbe aromatiche a km0 provenienti dal neonato orto.
Il progetto, avviato lo scorso marzo su un terreno comunale, nasce con un’idea ben chiara: ripartire dalla terra come strumento di riscatto e di cura.
Cura dell’anima ma anche del corpo, perché l’autoproduzione agricola, oltre ad essere un’opportunità terapeutica per ricucire ferite e vissuti difficili, quali quelli di chi arriva e chiede protezione, è un modo per alimentarsi in maniera sana ed equilibrata e per contribuire a un mondo più sostenibile ed equo.
E così, a cadenza settimanale, le cinque donne sono state guidate dall’agronomo tiggianese Gigi Schiavano nella conoscenza e nella pratica dei metodi di agricoltura biologica: la preparazione del terreno, la coltivazione, l’innaffiatura, la pulizia sono sempre stati realizzati nel rispetto delle colture, dei cicli della natura e dell’utilizzo consapevole delle risorse disponibili.
Oggi su un terreno di 300 mq trova spazio un mix di colture, alcune diffuse nei Paesi di provenienza delle donne coinvolte, altre no: accanto a mais, pomodori e peperoncini, crescono melanzane, zucchine, insalate, angurie e perfino meloncelle, una maniera per scoprire e apprezzare l’incredibile varietà orticola che caratterizza il territorio salentino.
Le cinque donne, alcune delle quali madri sole, oggi trovano il piacere (e la soddisfazione) di cucinare per sé e i propri figli utilizzando i prodotti frutto del proprio lavoro, con la certezza di un’alimentazione sana, riuscendo così a gestire meglio le proprie risorse economiche per poter soddisfare anche altri bisogni essenziali.
L’orto è di comunità perché nasce con l’intento di aprirsi alla cittadinanza, lavorando insieme per tenere in vita un bene comune e per praticare modelli innovativi di coesione sociale. La via è tracciata!
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Corsano: la “Classe ’75” festeggia il mezzo secolo
Dopo la foto di rito sulla scalinata della chiesa, la serata è proseguita presso un ristorante di Tricase dove fra frizzi e lazzi…

Riceviamo & Pubblichiamo
Mezzo secolo di vita è un traguardo importante e i cinquantenni di Corsano, il 12 agosto scorso, hanno organizzato una rimpatriata per festeggiare tutti insieme questo traguardo.
A partire dalle ore 19 i “ragazzi e le ragazze” della classe 1975 si sono ritrovati presso la chiesa di San Biagio, a Corsano, per assistere alla celebrazione della messa.
Dopo la foto di rito sulla scalinata della chiesa, la serata è proseguita presso un ristorante di Tricase dove fra frizzi e lazzi, racconti, aneddoti, balli, canti e molte risate, non sono mancati gli attimi fuggenti di pura emozione”.
I ragazzi del 1975
Appuntamenti
Audaus OffLine sbarca nel Salento, a Tricase

Disconnettersi per riconnettersi a se stessi e agli altri.
Il 29 e 30 agosto 2025, dalle ore 20 alle 24. Palazzo Gallone a Tricase ospiterà la nuova edizione di Audaus OffLine, non una mera mostra d’arte, ma un percorso esperienziale lontano dal caos digitale, capace di far vibrare le corde più profonde del proprio io sociale.
Il progetto è ideato dall’artista e designer, Silvio Ippati, e curato da Audaus Design & Hospitality con il project management di Elena Emi Gilardi e Fabiola Zielli.
L’evento porterà per la prima volta a Tricase un’esperienza immersiva, libera da distrazioni digitali, volta a favorire il contatto diretto con l’arte, se stessi e gli altri.
Per accedere, infatti, sarà richiesto un gesto semplice e simbolico: lasciare il proprio telefono all’ingresso, da qui il nome del progetto.
OffLine è il luogo in cui gli utenti smettono i panni dell’osservatore passivo, per diventare protagonisti di un percorso caratterizzato da stimoli artistici e sociali a flusso continuo.
I visitatori potranno apprezzare le opere di Ippati, realizzate a penna su legno, seguendo un percorso espositivo che ripercorre l’evoluzione del suo linguaggio artistico unico, accessibile e integrato con gli ambienti storici del Palazzo.
Sarà possibile ammirare in via del tutto eccezionale anche due tavole private, “L’uomo e la biosfera”, opera realizzata per la Riserva Naturale dello Stato e Area Marina Protetta Torre Guaceto in occasione di Festivalmar 2025, e il ritratto di Helen Mirren nei panni della Regina Elisabetta I, opera che rappresenta una sfida per via dell’accuratezza dei dettagli, premiata nell’ambito del prestigioso contest d’arte internazionale, Luxemburg Art Price.
Non solo. Dopo il successo delle prime edizioni, l’ultima delle quali svolta a Roma con il patrocinio del Municipio I, OffLine si arricchisce, la tappa di Tricase accompagnerà i visitatori in un breve cammino fatto di riflessione e confronto.
Parteciperà per la prima volta ad OffLine, infatti, anche l’artista poliedrico e interprete della scrittura, Marco Luigi De Medici, che condurrà i partecipanti ad un’ulteriore dimensione espressiva, in un incontro tra arte, parola e gesto manuale.
Inoltre, Ippati terrà una sessione di live drawing, disegno dal vivo, durante il quale i partecipanti potranno dialogare con l’artista.
L’arte come mezzo di partecipazione ed espressione. Il tangibile che prende il posto del digitale.
Durante l’evento, i visitatori potranno disegnare, esprimere le proprie emozioni su legno e portare a casa un ricordo materiale della propria esperienza impresso su polaroid.
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