Approfondimenti
Frantoio fratelli Palma: “Oggi rivediamo la luce”
Quintino Palma, del frantoio Fratelli Palma di Cursi, è uno dei pochi olivicoltori ad esser riuscito a tenere in vita la propria azienda agricola passando per due espianti e per altrettanti reimpianti…

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TRA I POCHI SUPERSTITI
Quintino Palma, del frantoio Fratelli Palma di Cursi, è uno dei pochi olivicoltori ad esser riuscito a tenere in vita la propria azienda agricola passando per due espianti e per altrettanti reimpianti, l’ultimo dei quali in corso solo ora dopo le ormai famigerate lungaggini burocratiche. Lui e suo fratello sono titolari di oltre cento ettari di terreni destinati all’olivicoltura.
Ripercorriamo l’iter che avete seguito dall’arrivo della Xylella ad oggi.
«In scia alle due misure varate dalla Regione Puglia a supporto degli uliveti colpiti dal batterio, abbiamo eseguito due fasi di espianto cui hanno fatto seguito i reimpianti di alcune varietà di ulivo Xylella resistenti. Con il primo intervento, il “Bando Sottomisura 5.2” per le imprese agricole danneggiate da calamità naturali, abbiamo espiantato un totale di circa 50 ettari di ulivi: 25 sui miei terreni ed altri 25 su quelli di mio fratello.
Con la seconda legge, la misura “Reimpianto olivi zona infetta” di cui all’art. 6 del “Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia”, abbiamo espiantato alti 60 ettari circa».
Come sono andati i reimpianti? Che varietà avete utilizzato?
«Con il primo intervento, abbiamo messo a dimora delle piante di Favolosa. Si tratta di coltivazioni super intensive: la raccolta viene effettuata con dei macchinari, che per altro hanno grandi dimensioni, e quindi necessitano anche di ampi spazi per poter lavorare. I frutti li abbiamo visti in quest’ultimo anno e, fortunatamente, abbiamo avuto un riscontro positivo: l’olio di favolosa che abbiamo iniziato a produrre da queste piante un anno fa è di ottima qualità, ed ha anche un buonissimo sapore. Tra i nostri clienti, infatti, sta riscuotendo un grande successo.
I reimpianti legati al secondo intervento sono invece ancora in corso.
In questo caso stiamo piantando due altre varietà: la Lecciana, che è una pianta frutto dell’incrocio tra il Leccino e l’Arbosana (originaria del Penedès, una regione della Spagna), ed il Leccio del Corvo. Ho deciso di variegare anche per avere una produzione eterogenea: cambiando pianta cambiano gusto e sapore. In questo modo potremo soddisfare maggiormente le richieste dei nostri clienti».
Dopo oltre 15 anni dall’arrivo del batterio, si sta finalmente delineando un orizzonte nel settore?
«Purtroppo, no. La gestione delle misure della Regione ha messo in difficoltà gran parte degli agricoltori. Soprattutto coloro che non hanno avuto possibilità di accorparsi, riunendosi ad esempio in cooperative, ed hanno presentato domanda come singoli. Hanno dovuto far fronte ad attese lunghe anche anni. Questo perché sono state fatte delle scelte politiche farraginose, distaccate dalla realtà, se non addirittura dettate da altri interessi. La gestione delle domande per la seconda misura di cui abbiamo parlato, ad esempio, è stata affidata ad ARIF (l’Agenzia Regionale per le Attività Irrigue e Forestali).
Questo ha fatto perdere tempo prezioso appresso alla burocrazia, con le pratiche che una volta elaborate dovevano tornare in Regione per la definitiva approvazione e, a mio parere, ha risentito anche alla della scarsa competenza in materia dell’ente».
Ha conosciuto olivicoltori che hanno gettato la spugna, anche dopo aver presentato domanda di finanziamento?
«Nel mio stesso frantoio ho incontrato tanta gente che ha visto la sua pratica arenarsi, e che non ha potuto far fronte a ciò che ne consegue, abbandonando le sue coltivazioni. Tante risposte alle domande di espianto arrivate 5 o 6 anni dopo.
Nel frattempo, sono subentrati lo sconforto, in molto casi anche l’anzianità, e si è persa anche ogni possibilità di passaggio del testimone alle nuove generazioni. I figli, mentre gli ulivi secchi attendevano risposta in campagna, hanno giocoforza intrapreso altre strade.
Questi sono terreni che non verranno più coltivati. Non è solo un danno al settore ed un danno economico per tutto il territorio, ma è anche un gravissimo danno paesaggistico per il Salento».
Lorenzo Zito
Approfondimenti
Dopo 15 anni torna Santa Fumìa
La Chiesa di Santa Eufemia, o Santa Fumìa come gli specchiesi la chiamano, è un piccolo luogo sacro, di origine bizantina, di circa 150 metri quadrati, situata nelle campagne tra Specchia e Miggiano….

Sono trascorsi più di 15 anni, da quando il rione specchiese di Santa Eufemia si è vestito a festa l’ultima volta per onorare la martire cristiana.
Nella serata di sabato 12 luglio ritorna La Festa di Santa Fumìa, evento organizzato, con il sostegno dell’amministrazione comunale, dall’associazione Santa Eufemia che ha ritenuto necessario ritornare alle radici della storia del luogo sacro simbolico con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio storico, artistico, culturale e spirituale del territorio.
La Chiesa di Santa Eufemia, o Santa Fumìa come gli specchiesi la chiamano, è un piccolo luogo sacro, di origine bizantina, di circa 150 metri quadrati, situata nelle campagne tra Specchia e Miggiano.
Come il culto della santa sia arrivato in Occidente e perché a Specchia, i libri di storia locale non lo riportano.
Nell’anno in corso del Giubileo, questo luogo sacro assume un significato storico, in quanto è poco distante dall’antica Via dei Pellegrini, l’itinerario che i fedeli dei secoli scorsi percorrevano per raggiungere il Santuario di S. Maria di Leuca, oppure in senso contrario, la città santa di Roma, eleggendo la chiesetta a luogo di riposo spirituale e fisico, come testimoniato dagli oggetti antichi ritrovati intorno.
Il programma della serata prevede, alle 19, la celebrazione della santa messa, presieduta da don Antonio Riva, parroco di Specchia. Alle 20, il “Kids Diy!” Creative workshop, a cura di Cicciopasticcio, laboratorio artistico-espressivo per i più piccoli.
Dalle bancarelle collocate nel parchetto della Chiesa di Santa Eufemia, sarà possibile acquistare dei manufatti artigianali e gustare dei prodotti tipici agroalimen-tari dallo stand gastronomico.
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A Tricase “PROXIMA”: il cibo racconta il territorio
Domani, presso l’ex Mattatoio comunale di Tricase, oggi sede del Laboratorio di Comunità

Sabato 5 luglio, l’ex Mattatoio comunale di Tricase – oggi sede del Laboratorio di Comunità (in foto durante un precedente Open day) – apre le sue porte per ospitare “PROXIMA – Diffondiamo produzioni di prossimità”, un evento dedicato al cibo sano, locale e accessibile, organizzato nell’ambito del progetto europeo FOOD4HEALTH.
Promosso dal Laboratorio di Comunità di Tricase, in collaborazione con il Comune di Tricase e il CIHEAM Bari, PROXIMA non sarà un semplice open day, ma un’occasione concreta per riflettere – e assaporare – il legame profondo tra alimentazione, territorio, sostenibilità e comunità.
Il programma si apre alle 18:30 con un talk pubblico dedicato alle politiche del cibo, che vedrà la partecipazione di esperti, amministratori locali, rappresentanti di reti e associazioni del territorio. Un confronto aperto su salute, produzione etica, scelte alimentari consapevoli e promozione delle economie locali.
Dalle 19:00, spazio al gusto e alla scoperta:
– Mercato agricolo e artigianale con i produttori locali
– Mostra pomologica dedicata alla biodiversità
– Visite guidate ai laboratori del centro rigenerato
A seguire, dalle 20:00, si terranno laboratori tematici e show cooking, pensati per adulti e bambini, con momenti esperienziali e didattici.
La serata si concluderà alle 21:00 con le degustazioni a base di prodotti locali e a km zero, seguite dall’esibizione del cantautore P40, per chiudere in musica un evento che unisce cultura, cibo e partecipazione.
“Un momento di festa, ma anche di consapevolezza – spiegano gli organizzatori – per far conoscere un luogo rinato e un modello di sviluppo possibile, che parte dalle persone, dalle reti e dai territori”.
L’iniziativa è aperta a tutti: cittadini, famiglie, produttori, curiosi e appassionati di buon cibo. Un invito a scoprire, attraverso il gusto e il dialogo, le potenzialità di una comunità che crede nell’innovazione sociale e nella prossimità come valore.
📍 Info utili
🗓️ Sabato 5 luglio, dalle ore 18:30
📌 Laboratorio di Comunità – Ex Mattatoio, via Marina Serra 53, Tricase
🎟️ Ingresso libero
Approfondimenti
Nchiana scindi a Tuglie
Domenica gara podistica 250 atleti correre lungo un percorso cittadino di 9 km. Si svolgerà anche una passeggiata solidale di 4km, a cura dell’associazione donatori di sangue Fidas con il ricavato devoluto in beneficenza

Terza edizione della ’nchiana scindi, la gara podistica organizzata dall’associazione sportiva dilettantistica podistica Tuglie, che vedrà oltre 250 atleti correre lungo un percorso cittadino di 9 km.
Appuntamento domenica 6 luglio, a partire dalle 19,30.
Insieme alla gara competitiva si svolgerà anche una passeggiata solidale di 4km, a cura dell’associazione donatori di sangue Fidas.
«L’intero ricavato di questa camminata sarà devoluto in beneficenza», dichiara il presidente dell’ asd podistica, Francesco Caputo, «crediamo che lo sport debba anche essere uno strumento di solidarietà e vicinanza concreta. La nostra associazione è anche amicizia, divertimento, armonia: questo è lo spirito che ci unisce e guida in tutte le manifestazioni che organizziamo, a cui partecipiamo con entusiasmo e dedizione».
Ritrovo per la partenza in piazza Garibaldi; il percorso di 9 km si snoderà tra le strade principali di Tuglie e comprenderà alcune arterie che collegano la collina di Montegrappa, particolarmente suggestive all’ora del tramonto per il panorama di cui si potrà godere.
«La nchiana scindi non è solo una gara, è anche la celebrazione della forza, della resilienza e dell’amore per lo sport», afferma Chiara Boellis, assessora allo sport di Tuglie, «ogni passo fatto sarà una testimonianza dell’impegno, della preparazione e della capacità di superare i propri limiti».
Al termine del percorso saranno premiati: il primo atleta giunto al traguardo maschile e femminile, i primi cinque atleti di tutte le categorie FIDAL previste M/F) per le categorie allievi, juniores e promesse: unico gruppo), gli atleti che raggiungeranno il traguardo nelle posizioni: 50ª, 100ª, 150ª, e così via, fino alla fine della classifica e le prime tre società con il maggior numero di arrivati, sia maschili che femminili.
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