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Cronaca

Accoltellato gestore lido: codice rosso e mistero nella notte

La lite in macchina e poi i fendenti ad una spalla, alle gambe e all’addome

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Il titolare di un lido di San Foca (Melendugno) è finito in ospedale nella notte a margine di una lite in cui è stato accoltellato.





La vicenda, registrata sul litorale di Melendugno, è ancora avvolta da mistero: Tommaso Tommasi, 44 anni, gestore del Lido Ensò Beach, è arrivato in ambulanza nel pronto soccorso del Vito Fazzi prima dell’alba con una serie di ferite da arma da taglio. A colpirlo un 28enne di Castrignano de’Greci che, con una lama, lo avrebbe attinto all’addome, alle gambe ed alla spalla. Erano all’incirca le 3 quando il 118 si è diretto a sirene spiegate verso il nosocomio, in codice rosso, con a bordo il 44enne che, fortunatamente, non è in pericolo di vita. Anche il suo aggressore ha riportato delle ferite ad una mano, medicate in ospedale dove lo stesso è piantonato dai carabinieri.




I militari, intanto, sono anche al lavoro per ricostruire i contorni dell’episodio. Alcuni testimoni avrebbero visto i due individui discutere animatamente a bordo della vettura del più giovane. Poi, non è chiaro come e soprattutto perché vi sia stata un’escalation violenta.


Cronaca

Lutto a Taurisano, è morto l’ex sindaco Manco

Da tempo alle prese contro un male è deceduto questa mattina presso l’Hospice Casa di Betania di Tricase. Domani i funerali presso la chiesa Madre di Taurisano

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Si è spento Mario Manco.

Aveva 70 anni ed è stato sindaco di Taurisano alla fine del secolo scorso a cavallo tra il vecchio e nuovo secolo.

Come riportato da taurisanonline, Manco da tempo lottava contro una male e alla fine si è dovuto arrendere.

È deceduto questa mattina alla Casa di Betania di Tricase con accanto i suoi familiari

La salma è attesa a Taurisano domattina (venerdì 13 dicembre).

La camera ardente sarà allestita presso la Chiesa “San Francesco Di Sales” di via Rimembranze.

Le esequie si terranno, sempre domani, a partire dalle 16,30 presso la Chiesa Matrice.

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Cronaca

Rapina in centro e arresto

Un individuo vestito di scuro e camuffato con una maschera di carnevale ha fatto irruzione e, dopo aver afferrato la commessa per un braccio, averla strattonata violentemente, minacciandola, ha “prelevato” dalla cassa i contanti

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Momenti di panico in centro a Lecce per una rapina appena in piazza Mazzini presso un’attività commerciale.

Gli agenti della Polizia di Stato in servizio di volante sono intervenuti sul posto, raccogliendo le prime informazioni: un individuo vestito di scuro e camuffato con una maschera di carnevale aveva fatto irruzione all’interno dell’esercizio commerciale e, dopo aver afferrato la commessa per un braccio e averla strattonata violentemente, minacciandola, aveva prelevato  dalla cassa circa 300 euro.

La donna ha raccontato che il malvivente, subito dopo la rapina, era fuggito a piedi in direzione Galleria Mazzini facendo perdere le proprie tracce.

Gli agenti della Squadra Mobile (pattuglia antirapina) hanno visionato alcuni fotogrammi estrapolati dal sistema di videosorveglianza e individuato il rapinatore, un 55enne di Lecce, già noto alle forze dell’ordine.

Ulteriori e più approfonditi accertamenti hanno consentito di determinare il domicilio dell’uomo e, dopo poco, personale in appostamento ha bloccato il sospettato al momento del suo rientro.

Dopo la perquisizione recuperata parte della somma rapinata ed un telefono cellulare, sottoposti a sequestro penale.

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Castro

“No” al parco eolico offshore

Sit-in ed incontro tra amministratori. Paolo Pagliaro: «A Castro il grido del Salento, per difendere bellezza e identità. Pensare che un turista al tramonto possa vedere turbine anziché le montagne d’Albania è un pugno nello stomaco»

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Il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia Domani, dopo la mobilitazione contro il mega impianto Otranto – Leuca: «Il Salento non si arrende, e Castro è stato il cuore pulsante di una terra che lotta per difendere bellezza e identità. Il sit-in contro il mega impianto eolico offshore di Odra Energia è stato molto più di una protesta: un grido d’amore per un territorio unico al mondo, un inno alla unicità e alla storia di questa litoranea. Nessuno qui dice no al futuro, all’innovazione o all’energia pulita, ma questo progetto che minaccia le coste tra Otranto, Santa Cesarea Terme, Castro, Tricase e Leuca, con le sue 73 (invece di 90) turbine alte quasi 300 metri, rischia di essere come uno sfregio su un’opera d’arte. Non si tratta solo di pale eoliche, si tratta di una ferita che il Salento non può consentire».

Ridurre il numero di turbine o spostarle di qualche chilometro, secondo il fondatore di Regione Salento, «è come cercare di nascondere un elefante dietro un cespuglio: non cambia nulla. Rimarrebbero le opere invasive a terra, gli scavi, l’impatto sui fondali marini e sul fragile ecosistema. Rimarrebbe soprattutto l’oltraggio al paesaggio che racconta la storia e l’identità di un popolo. Pensare che un turista al tramonto possa vedere turbine anziché le montagne d’Albania è un pugno nello stomaco».

Il Ministero dell’Ambiente ha concesso solo quindici giorni di tempo, fino all’11 dicembre, per presentare osservazioni.

Così ancora Pagliaro: «È una corsa contro il tempo per impedire che venga sacrificato il valore paesaggistico, storico e culturale di un’area che non ha eguali. Non si può trattare un territorio così prezioso anteponendo le speculazioni alle persone. E non dimentichiamo che la Puglia ha già dato. Con circa 4.500 ettari di superficie destinati all’eolico industriale, rappresenta oltre un quarto del totale nazionale. Per l’eolico offshore, le richieste lungo le sue coste raggiungono una potenza complessiva di 27,5 GW, oltre dieci volte l’obiettivo nazionale. Questi numeri raccontano una realtà schiacciante: il nostro territorio è già stato sfruttato al limite».

Pagliaro poi pone l’accento sui «danni collaterali: distruzione dei fondali marini, stress per la fauna, impatti devastanti su pesca e navigazione, inquinamento acustico e visivo che trasformerebbero il nostro panorama in un incubo metallico. Non è progresso, è un sacrificio inutile di un patrimonio unico al mondo. La nostra terra è come un’antica poesia scolpita nella pietra e nel mare. E noi, tutti insieme, la difendiamo con il cuore e la voce. Diciamo sì all’energia pulita, ma con intelligenza, indicando spazi lontani dalla costa, aree già industrializzate o in alto mare, dove non possano calpestare la bellezza che ci rende unici. Perché il progresso non deve essere una cicatrice, ma un seme piantato nel rispetto della natura e della nostra storia».

Al termine della manifestazione si è tenuto un incontro informativo nell’aula consiliare del comune di Castro, al quale hanno partecipato, oltre a Paolo Pagliaro: il sindaco e il vicesindaco di Castro, Luigi Fersini e Alberto Antonio Capraro;  il sindaco di Muro Leccese, Antonio Lorenzo Donno; il sindaco di Salve, Francesco Villanova; il sindaco di Otranto, Francesco Bruni; Serena Gigante vicesindaco di Giuggianello; Edoardo De Luca, sindaco di Ortelle; Andrea De Paola, sindaco di Uggiano La Chiesa; Vincenzo Perrone, presidente del consiglio comunale di Caprarica Di Lecce; Raffaella Persano assessora di Castro; Elisa Rizzello vicesindaca di San Cesario di Lecce; Francesco Monteduro, presidente del consiglio comunale  di San Cassiano; Massimo Martella consigliere comunale di Nociglia; il professor Francesco D’Andria e i rappresentanti delle associazioni Italia Nostra (Marcello Seclì), la Pro Loco Porto Badisco, l’associazione Belvedere di Santa Cesarea Terme e rappresentanti del Movimento Regione Salento, tra cui Domenico Serrone e Donato Pranzo del Dipartimento Ambiente e Energia.

Quest’ultimo ha sottolineato: «L’impianto andrebbe realizzato in aree idonee. Bisogna prestare molta attenzione alla trivellazione orizzontale. Interrare i cavi significa creare canali con all’interno elettrodotti, una pratica che non dovrebbe essere adottata».

Il professor D’Andria, durante il convegno, ha evidenziato come l’area in questione sia «uno dei punti più sensibili del Mediterraneo dal punto di vista storico, culturale e archeologico».

Marcello Seclì, ribadendo la contrarietà sua e dell’associazione Italia Nostra all’impianto, ha dichiarato di «non riuscire a comprendere come mai altre associazioni ambientaliste siano favorevoli o non prendano posizione.

Tutti i partecipanti si sono detti concordi nell’impegnarsi per continuare la battaglia contro questo scempio».

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