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Casarano

Casarano, Contrada Pietrabianca: «In balìa dei malintenzionati»

Malcontento diffuso dopo l’ennesimo episodio in cui degli estranei tentano di entrare in casa. Famiglie impotenti ormai sussultano ad ogni rumore sospetto

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«Siamo stanchi di aver paura a casa nostra!». È questo l’urlo di disperazione lanciato da Anna e suo marito ma che potrebbe essere l’urlo di qualsiasi altro abitante di Contrada Pietrabianca a Casarano. Il malcontento diffuso nasce dopo l’ennesimo episodio di malvivenza, dopo l’ennesimo episodio in cui degli estranei entrano o semplicemente tentano di entrare in casa di famiglie impotenti che ormai hanno imparato a sussultare ad ogni minimo rumore sospetto. L’ultimo episodio, in ordine di tempo, soltanto una decina di giorni fa quando un paio di malviventi, armati di piede di porco, hanno cercato di forzare l’accesso ad un’abitazione, proprio a ridosso di Piazza Giorgio La Pira, nella convinzione che questa fosse vuota, salvo poi darsi facilmente alla fuga nel momento in cui invece si sono visti di fronte il proprietario insospettito dai rumori provenienti dall’ingresso.


Pietra Bianca è un quartiere residenziale a nord di Casarano; vi ha sede il Distretto dell’ASL ed ha pure un bel panorama che nei giorni limpidi ti fa vedere il mare in lontananza; è costituito principalmente da villette a schiera e da qualche condominio di non eccessive dimensioni; c’è il pallone tensostatico che funge da palazzetto dello sport, la Chiesa di San Pio di recentissima costruzione e delle strade larghe e comode che consentono ad esempio di organizzare lì il mercato settimanale del martedì.


Così come descritto, questo quartiere ha tutte le caratteristiche per essere un bel posto dove poter vivere ma, purtroppo, come ogni cosa nella vita che viene trascurata, nel tempo ha degradato la sua impronta iniziale.


L’erba alta e l’incuria si sono totalmente impadronite delle ampie zone verdi che facevano da cornice all’intero quartiere, la scarsa illuminazione (tanti lampioni inefficienti non ripristinati) e soprattutto una più volte denunciata carenza di controlli, hanno pian piano trasformato la zona in un quartiere dove risulta pericoloso anche uscire per portare a spasso il cane.


Ad aggravare la situazione poi, anche l’apertura, qualche anno fa, della strada extramurale che lambisce il quartiere e lo collega con una rotonda. Sino a poco tempo fa infatti, questo quartiere era collegato al resto della città da un’unica strada che, dalla sede dell’INPS, sale su in alto per un paio di chilometri. Ciò costituiva un limite anche per motivi di sicurezza ma, di contro, consentiva un afflusso più controllato e controllabile. A differenza di ora che, proprio in virtù di quella rotonda, qualsiasi malintenzionato, in un attimo raggiunge la provinciale per Matino. Analizzando la situazione generale bisogna considerare che (fortunatamente) i tentativi di furto sono maggiori dei furti portati a segno e questo (che ovviamente non toglie nulla alla sensazione di disagio e di disperazione di Anna e di tutti gli altri cittadini) deve far riflettere sul fatto che a metterli in atto con ogni probabilità non sono professionisti ma gentaglia che si improvvisa Diabolik.

L’analisi fa anche comprendere che tali azioni criminali potrebbero essere anche di facile risoluzione: basterebbe infatti illuminare bene le strade, pulire dalle erbacce che infestano le campagne limitrofe (un nascondiglio ideale per chi aspetta il momento opportuno per colpire); magari un sistema di video sorveglianza (funzionante) e pattuglie di vigili o carabinieri o polizia che, di tanto in tanto, facciano una passeggiata da quelle parti. Con questi semplici accorgimenti, che dovrebbero essere normali misure di prevenzione in qualunque zona, si può star certi che gli improvvisati Lupin desisterebbero dal tentare le loro azioni criminose e gli abitanti potrebbero finalmente dormire sonni un po’ più tranquilli. Per alzare la voce e cercare di ottenere quanto prima queste elementari contro misure, i residenti hanno raccolto le firme e stanno costituendo un comitato cittadino che possa avere rilevanza legale nelle azioni di richiesta. Dal canto suo il sindaco Ottavio De Nuzzo, in un incontro pubblico proprio in Piazza La Pira, ha promesso azioni (si spera immediate) in tal direzione.


«Attendiamo fiduciosi», conclude il suo sfogo Anna, «anche se sono anni che riceviamo promesse di attenzione da parte di tutti coloro che di tanto in tanto dal Comune fanno finta di occuparsi della nostra situazione. Il fatto certo è che la sera si ha paura di uscire e noi abbiamo imparato a sussultare ad ogni rumore sospetto. E non è giusto!».


Antonio Memmi


* Foto in alto da pagina facebook di Casarano Oggi


Attualità

Processione del Venerdì Santo a Casarano, la posizione del Vescovo

Nota ufficiale dell’Ufficio comunicazioni: «È emersa la necessità di apportare delle modifiche. Si intende semplicemente rimodulare il tradizionale itinerario per raggiungere, di anno in anno, tutto il territorio cittadino e per permettere a chi partecipa di non essere solo spettatore». Sui figuranti: «Questa particolarità casaranese potrebbe essere resa autonoma e valorizzata in una “Sacra Rappresentazione”». Mons. Fernando Filograna dopo i fischi: ««Sono fiducioso e auspico una serena ricomposizione delle polemiche»

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Riguardo le tante polemiche sulla Processione del Venerdì Santo a Casarano dopo i “paletti” messi dal Vescovo, in merito registriamo anche la posizione ufficiale della Diocesi.

Posizione espressa con una nota dell’Ufficio comunicazioni sociali e che arriva dopo la visita pastorale di Monsignore e la contestazione rumorosa, in realtà rivolta più ai parroci locali che al Vescovo.

«Si è conclusa la visita pastorale a Casarano», la premessa, «un dovere da parte del Pastore visitare la porzione di popolo di Dio che gli è affidata.  Un dovere che per tanti casaranesi è stato motivo di gioia e di comunione. Un dovere che per il Vescovo Fernando è stato motivo di sorriso e, a tratti, di commozione».

Sui riti che introducono alla Pasqua: «Arrivano i giorni Santi della Pasqua. Il popolo santo di Dio è tutto proteso a vivere la Settimana Santa con assoluta attenzione e coinvolgimento. Tra gli appuntamenti previsti oltre alle celebrazioni liturgiche ci sono le manifestazioni della pietà popolare e tra queste la processione del Venerdì santo. In merito a quest’ultima è stato avviato un cammino di verifica perché diventi ancora di più una occasione per prolungare la meditazione dell’evento celebrato nell’azione liturgica».

Fino ad arrivare al cuore della vicenda casaranese: «Nel confronto vissuto insieme ai sacerdoti e ad alcuni rappresentanti delle comunità parrocchiali, anche alla luce del cammino diocesano circa la promozione della pietà popolare e i relativi documenti attuativi, è emersa la necessità di apportare delle modifiche non per mortificare ma per qualificare meglio il pio esercizio della processione. Un percorso processionale sostenibile da tutti. Si intende semplicemente rimodulare il tradizionale itinerario per raggiungere, di anno in anno, tutto il territorio cittadino e per permettere a chi partecipa di non essere solo spettatore».

Sulla questione dei “figuranti“. «Questa particolarità casaranese, introdotta negli ultimi decenni, potrebbe essere resa autonoma e valorizzata in una “Sacra Rappresentazione”».

Infine la contestazione con tanto di fischi durante la Pastorale: «Dispiace tanto che per manifestare anche un dissenso lecito su scelte che comunque sono esclusive dell’autorità ecclesiastica, si sia ricorso a manifestazioni che hanno creato disorientamento e scandalo durante una Via Crucis diocesana dei giovani, dove erano presenti fedeli provenienti da tutta la diocesi».

Infine la dichiarazione del Vescovo Fernando Filograna: «Sono fiducioso e auspico una serena ricomposizione delle polemiche e la maturazione delle disposizioni necessarie perché la processione del venerdì santo sia un’autentica esperienza di fede e di preghiera vissuta nella comunione ecclesiale»

 

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Casarano, Processone dei Misteri: potrà durare oltre 90 minuti

Una vera e propria agitazione popolare, prima e (soprattutto) sui social e poi anche in piazza San Domenico con un sit-in di protesta contro le decisioni del Vescovo che ora avrebbe concesso almeno di poter durare più di una partita di calcio. Mercoledì 29, alle ore 19,30, presso l’Auditorium comunale “Gino Pisanò”, il comitato spontaneo “Riti e Tradizioni Settimana Santa”, ha organizzato un incontro aperto a tutta la cittadinanza per fare chiarezza sul tema

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Dicono che la determinazione non sia in grado di rendere le cose facili ma semplicemente… le rende possibili.

E non era certamente facile far regredire la decisione del Vescovo di ridurre al minimo sindacale la processione dei Misteri del Venerdì Santo di Casarano ma la determinazione dei più alla fine ha avuto il successo sperato.

La decisione del Vescovo (che a detta di molti sarebbe in realtà stato inopinatamente consigliato da alcuni sacerdoti della città) è stato il classico sasso nello stagno di una vigilia della settimana santa che, fino a quel momento, trascorreva lenta e placida verso i momenti religiosi più importanti; ma proprio quella pietra ha invece colpito il sentimento di appartenenza, di difesa delle tradizioni e dell’identità Casaranese (notoriamente molto accentuata), scatenando una vera e propria agitazione popolare, prima e (soprattutto) sui social e poi anche in piazza San Domenico con un sit-in di protesta (corredato da qualche fischio di dissenso, non certo condivisibile, al passaggio del Vescovo visto che è a Casarano in visita pastorale).

Il megafono mediatico è sicuramente stato efficace ma, come spesso accade in questi casi, c’è sempre il facinoroso che, con il proprio atteggiamento, rischia di vanificare l’impegno e la dedizione della maggioranza silente che, pur rimanendo indignata, non si lascia certo andare a giudizi o manifestazioni scomposte di dissenso.

Il rischio concreto è quindi che si faccia di tutta l’erba un fascio e che i manifestanti pacifici che chiedevano semplicemente un confronto con sua Eccellenza (ad onor del vero mai concesso), potessero essere additati come sobillatori del popolo contro il Vescovo stesso.

Proprio per scongiurare e chiarire tutto ciò, mercoledì 29, alle ore 19,30, presso l’Auditorium comunale “Gino Pisanò”, il comitato spontaneo “Riti e Tradizioni Settimana Santa”, ha organizzato un incontro aperto a tutta la cittadinanza nell’ambito del quale, poter illustrare l’attività del Comitato nell’arco di un intero anno di attività (e non di queste ultime settimane).

«Vogliamo fornire le risposte a tutti i quesiti possibili e chiarire ogni passaggio che spesso è stato enfatizzato dal passa parola», dichiara Michele Stefàno, portavoce del Comitato, «soprattutto nell’intento di gettare acqua sul fuoco anche perché uno dei due obiettivi è stato raggiunto e cioè quello di non avere più una processione estremamente ridotta della durata massima di 90’ ma il percorso di sempre, precluso solo ad alcune strade a scarsa densità abitativa».

Seguiremo ovviamente l’evolversi della vicenda ma per ora la popolazione può essere contenta del risultato raggiunto e, soprattutto, di come si sia mobilitata quando è stata punta sul vivo delle proprie tradizioni e di come abbia dimostrato di saper essere ancora “viva”.

Antonio Memmi

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Offerte di lavoro: 1.218 posti

Il 13esimo report offerte di lavoro dell’Ambito di Lecce di Arpal Puglia. Nel click day, dedicato al decreto flussi, focus sulle richieste avanzate ai Centri per l’Impiego leccesi per la richiesta di personale dall’estero

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Sono state 212 le aziende salentine che, da gennaio ad oggi, giorno del “click day”, si sono rivolte ad Arpal Puglia per verificare l’indisponibilità di lavoratori presenti sul territorio nazionale prima di assumere manodopera dall’estero.

Com’è noto, il “decreto flussi”, cioè il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 29 dicembre 2022, ha stabilito 82.705 ingressi per quest’anno ed ha assegnato un ruolo centrale ai centri per l’impiego: sono state presentate richieste di personale per un totale di 834 lavoratori. 

Nel 41,25 per cento dei casi, la ricerca riguarda il turismo e la ristorazione, settore nel quale sono state presentate richieste per 344 addetti, dai sushiman ai lavapiatti, dalle cameriere ai piani ai barman, dagli chef e aiuto cuochi ai camerieri di sala e pizzaioli.

Segue l’edilizia, che copre quasi il 30 per cento delle domande avanzate (248 addetti).

Per l’industria del legno, sono state depositate richieste per 97 falegnami da impiegare soprattutto nel segmento degli arredi civili e navali. A seguire, ci sono il commercio (60 addetti); l’industria metalmeccanica (39); l’agricoltura, la pesca e l’agroalimentare (24); l’artigianato (23); i trasporti e riparazioni veicoli (19) e ulteriori dieci lavoratori sono ricercati, nel complesso, per i settori amministrativo, cura della persona, bellezza e benessere e pulizie-multiservizi.

Fonte dati: Centri per l’impiego Ambito di Lecce Arpal Puglia

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«Intenso e meticoloso il lavoro fatto dai dieci centri per l’impiego», commenta Luigi Mazzei, dirigente U.O. Coordinamento Servizi per l’Impiego Ambito di Lecce Arpal Puglia, «tant’è che ammontano a 1.080 i nominativi inviati alle aziende in risposta a 168 annunci, un’attività di preselezione frutto non soltanto delle candidature giunte ma anche della ricerca fatta dagli operatori attraverso le banche dati. Sono, invece, 25 le dichiarazioni di indisponibilità accertate».

Sul totale di 256 annunci, infine, sono 63 quelli ancora in fase di lavorazione, in quanto non è ancora scaduto il termine di quindici giorni entro il quale dare riscontro alle aziende.

Dal punto di vista territoriale, la ricerca si è concentrata soprattutto nei comuni di competenza del centro per l’impiego di Lecce, dunque nella città capoluogo e nel suo hinterland, che ha assorbito oltre il 44 per cento di posizioni aperte (374 per un totale di 96 aziende).

A Nardò sono state 99 per trenta aziende; a Galatina 85; a Casarano 70; a Campi Salentina 66; a Maglie 43; a Tricase 38; a Gallipoli 26.

Chiudono Martano e i comuni della Grecìa con 17 e Poggiardo con 16.

Fonte dati: Centri per l’impiego Ambito di Lecce Arpal Puglia

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La scadenza del decreto flussi condiziona anche la ricerca di personale, fisiologicamente in calo nel territorio: passano da 1.540 a 1.218 i lavoratori ricercati dai centri per l’impiego in questa settimana, come documentato daltredicesimo report delle offerte di lavoro redatto dall’U.O.Coordinamento Servizi per l’Impiego dell’Ambito di Lecce di Arpal Puglia. Oltre la metà (753) riguarda il settore turistico, mentre il calo maggiore si registra nel commercio, nel metalmeccanico e nell’artigianato.

Per favorire l’incrocio domanda-offerta, diversi sono i recruiting day in programma: il prossimo 30 marzo, dalle ore 15 alle 17, se ne terrà uno interamente dedicato al settore metalmeccanico, organizzato presso il centro per l’impiego di Lecce assieme aManpower.

Lunedì 3 aprile, dalle 10 alle 17, invece, il Castello di Gallipoli ospiterà il Job Day sul turismo organizzato da Comune, Its, Anpal e Arpal.

Si ricorda che le offerte, parimenti rivolte ad entrambi i sessi, sono pubblicate quotidianamente sul portale lavoroperte.regione.puglia.it, raggiungibile anche cliccando sui codici offerta inseriti all’interno degli annunci contenuti nel report. Quest’ultimo, inoltre, è diffuso anche sulla pagina Facebook “Centri impiego Lecce e provincia“, sul portale Sintesi Lecce e sui profili Google di ogni centro per l’impiego. Le candidature possono essere trasmesse tramite Spid, via mail o direttamente allo sportello presso gli uffici.

Per leggere il 13° Report di Arpal nella sua versione integrale clicca qui
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