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Cronaca

Guanti insanguinati e nuova ipotesi: il killer di Lecce era drogato?

L’assassino si è scagliato con più veemenza sul corpo di lei. Ferocia e sicurezza tipiche del delirio di onnipotenza da stupefacenti

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Si chiude domani, lunedì, la prima settimana dall’omicidio di Eleonora Manta e Daniele De Santis, la coppia di Lecce sorpresa nell’appartamento dove da poche ore si era trasferita.





Mentre ieri a Lecce ed a Seclì si sono tenuti i funerali (rispettivamente di lui e di lei), è ancora in libertà il killer che quella sera, attorno alle 20e30, ha inferto più di 60 coltellate ai due 33enni.





Gli inquirenti lavorano serratamente su tutti gli elementi che possono ricondurre alla sua identità. Il comando provinciale, con i reparti dedicati, non ha ricevuto supporto da Roma né da Bari: niente SIS – Sezione Investigazioni Scientifiche – dal capoluogo regionale e nessuna ulteriore strumentazione all’avanguardia come, nei primi minuti dopo il ritrovamento dei corpi, si pensava potesse succedere per accelerare le indagini.





Filtrano intanto nuovi dettagli e altre ipotesi. Oltre al ritrovamento del bigliettino insanguinato che l’assassino si era preparato per non fallire il percorso in avvicinamento ed in allontanamento dal luogo del delitto, sarebbero stati rinvenuti dei guanti in lattice. Frammenti di guanti, più che altro, che il killer potrebbe aver indossato mentre impugnava la lama con la quale ha freddato i due ragazzi.





Così fosse, questo sarebbe un ulteriore tassello a conferma della ormai acclarata premeditazione: l’azione, il pezzo di carta con gli spostamenti, l’efferatezza (avrebbe scagliato fendenti contro i corpi anche oltre la loro morte) ed i guanti sarebbero proprio ingredienti base di un delitto attentamente studiato a tavolino.




In parallelo si fa strada l’idea che l’omicida possa aver assunto stupefacenti prima di dirigersi verso via Montello. La ferocia con cui ha operato farebbe supporre agli inquirenti una sicurezza di sé tipica del delirio di onnipotenza dato da alcune droghe pesanti.





Siamo qui nel campo delle ipotesi. Ipotesi che però non vengono prese sottogamba, stante il fatto che col trascorrere delle ore cala il numero di nuovi elementi materiali che possano emergere dal luogo del delitto e sui quali poter basare l’indirizzo da seguire.





A tutto ciò, si somma beffardamente il fatto che la vita da bravi ragazzi delle due vittime, con zero scheletri nell’armadio e nessuna frequentazione scomoda, non ha agevolato le mosse degli inquirenti che si sono ritrovati ad operare a 360 gradi su quasi tutte le conoscenze e le frequentazioni di Eleonora e Daniele.





L’autopsia avrebbe invece restituito un rilevante dettaglio: il killer si sarebbe scagliato con più ferocia sul corpo della donna. Il dato può dare un rilevante segnale verso il movente dell’assassino, considerato che ad oggi non è ancora chiaro se si sia trattato di un crimine dettato ad esempio da gelosia o da una delusione amorosa. Questo, come altri dettagli, potrebbe anche esser stato dettato dal caso e dalle circostanze del momento. Motivo per cui, ad ora, si unisce ai tanti pezzi del puzzle in sospeso, che si spera al più presto vadano a comporre il quadro completo.


Castrignano del Capo

Crolla un pezzo di chiesa a Salignano

Cedimento nel santuario dedicato a San Giuseppe, sulla via per Leuca, dove appena pochi giorni fa si era tenuta la festa in onore del santo

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La chiesa seicentesca di San Giuseppe a Salignano, frazione di Castrignano del Capo, ha ceduto questa mattina, ritrovandosi con una profonda spaccatura da cima a fondo visibile sin dalla facciata.

La chiesa era in queste settimane oggetto di ristrutturazione, proprio per via del rischio crollo che era stato recentemente riscontrato.

Qui, appena pochi giorni fa, lo scorso 19 marzo in occasione della giornata in onore del santo cui la stessa chiesa è intestata, si era tenuta la tradizionale festa.

Il luogo di culto, da secoli amata ed apprezzata meta di pellegrinaggio, si trova alle porte del paese, sulla strada che conduce a Santa Maria di Leuca.

La ditta impegnata nei lavori di restauro fortunatamente in questi giorni non era sul cantiere, contingenza che ha scongiurato il verificarsi di gravi incidenti.

Sono intervenuti sul luogo la polizia locale, gli amministratori comunali e i vigili del fuoco del distaccamento di Tricase che hanno messo in sicurezza la zona. Non è stato necessario prestare soccorso a persone, in quanto, fortunatamente, non era presente nessuno all’interno della struttura al momento del crollo.

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Cronaca

Ugento: carburante agricolo rivenduto in nero

Denunciato titolare del libretto fiscale di controllo utenti motori agricoli e i cinque acquirenti

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Ad Ugento i Finanzieri della Compagnia di Gallipoli hanno individuato un imprenditore titolare del libretto fiscale di controllo utenti motori agricoli che ha rivenduto il carburante agricolo in nero a persone che non avevano i titoli per acquistarlo.

Sono stati sequestrati oltre 20mila litri di prodotto petrolifero agevolato, serbatoi utilizzati per lo stoccaggio, un impianto di erogazione professionale completo di elettropompa di adduzione con contatore volumetrico e pistola erogatrice, nonché un furgone impiegato per le “consegne a domicilio”.

Tutto il kit per la rivendita, per intenderci.

Le Fiamme Gialle hanno, pertanto, proceduto a denunciare alla locale Procura della Repubblica l’imprenditore agricolo ed i cinque acquirenti.

In corso ulteriori indagini volte alla compiuta ricostruzione dell’illecito ed alla quantificazione dell’accisa evasa.

 

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Cronaca

Felloniche, sigilli a complesso turistico di lusso

Guardia di Finanza sequestra complesso turistico realizzato illegalmente nella marina di Patù su un’area di circa 6.100 mq sottoposta a vincolo paesaggistico. Erano stati realizzati, senza i necessari pareri e nulla osta delle autorità competenti per la tutela dei vincoli ambientali, 12 alloggi, ciascuno dotato di vasca idromassaggio, strutture ombreggianti frangisole e reception. Segnalate all’autorità giudiziaria 5 persone

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I Finanzieri della Sezione Operativa Navale di Gallipoli, coordinati dal Reparto Operativo Aeronavale di Bari, nei giorni scorsi hanno portato a termine un’operazione di servizio volta al contrasto dell’abusivismo edilizio e demaniale, in una zona di notevole interesse paesaggistico nella marina di Felloniche, località del comune di Patù.

In ottemperanza al decreto preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Lecce su richiesta della Procura della Repubblica di Lecce, è stata sequestrata un’area, estesa circa 6.100 mq., che comprende un complesso immobiliare composto da 12 alloggi, ciascuno dotato di vasca idromassaggio, strutture ombreggianti frangisole e reception, destinato alla ricettività turistica di lusso.

Dai controlli sarebbe emerso che la società proprietaria della struttura, avrebbe proceduto a diversi interventi edilizi senza alcun titolo valido e senza i necessari pareri e nulla osta delle autorità competenti per la tutela dei vincoli ambientali.

Le Fiamme Gialle, in stretto coordinamento con la locale Procura della Repubblica, hanno segnalato cinque persone coinvolte nelle attività illecite.

  • foto di repertorio
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