Cronaca
No al disboscamento nel Salento: anche dalla Germania contro la Porsche
«Siamo inorriditi e senza parole davanti al vostro progetto di distruggere circa 200 ettari di pregiato bosco di lecci per ampliare la pista di prova. Piano in netto contrasto con gli obiettivi di sostenibilità dell’azienda e comporti conseguenze drastiche e irreversibili per il Salento»
di Giovanna Nuzzo
Bosco d’Arneo: continua la protesta contro l’ampliamento del Nardò Technical Center e la distruzione di 200 ettari di bosco
La protesta del Comitato Custodi del Bosco d’Arneo contro l’ampliamento e ammodernamento del Nardò Technical Center cresce e incontra la sinergia e la cooperazione tedesca.
A Stoccarda, infatti, città tedesca e sede di Porsche, le tre maggiori associazioni per la tutela della natura, NABU, BUND e LNV hanno chiesto l’immediata sospensione del piano di disboscamento previsto dall’azienda nel Salento.
Tra Nardò e Porto Cesareo, Porsche, d’intesa con la Regione Puglia e i due Comuni, ha progettato un piano di ampliamento del Nardò Technical Center, una pista di collaudo ad anello lunga attualmente 12,6 km, che il gruppo gestisce dal 2012 e dove viene testata la gran parte delle auto in circolazione.
L’ampliamento del Nardò Technical Center comporterebbe per Porsche un investimento di più di 400 milioni di euro: nuove palazzine, edifici, l’aggiunta di ulteriori nove piste, ma soprattutto il disboscamento di 200 ettari di superficie boscata, in un sito peraltro di interesse comunitario.
Circa un milione di fusti saranno abbattuti, quaranta ettari di boschi di leccio e una ricchissima vegetazione spazzata via dal cemento, sotto il cappello del green: Porsche, infatti, ha previsto l’ampliamento per testare anche la mobilità elettrica e sostenibile della sua nuova produzione.
Sulla pubblica utilità del progetto è stata chiamata ad esprimersi la Commissione dell’Unione Europea.
La Regione Puglia, infatti, dal canto suo, per superare la valutazione di incidenza ambientale, ha dichiarato che alla base dell’accordo di programma e dell’ampliamento di Porsche vi sono motivi imperativi di rilevante interesse pubblico.
Tra questi, la realizzazione di un centro medico con elisoccorso all’interno della struttura e un sistema anti-incendio, utilizzabili anche nel territorio.
La mobilitazione partita fin da subito e alimentata dal Comitato Custodi del Bosco d’Arneo, grazie anche ad inchieste giornalistiche, è diventata internazionale.
Dopo le mozioni presentate alla Commissione Clima e Ambiente dell’assemblea comunale di Stoccarda, dopo le manifestazioni e i sit-in organizzati davanti alla sede Porsche, le maggiori associazioni di tutela ambientale della città tedesca stanno facendo pressione affinché si tuteli il polmone secolare del Salento.
Contro la “distruzione forestale made in Germany”, come scrivono in una lettera aperta a Porsche, chiedono l’immediata sospensione del piano di disboscamento.
«Siamo inorriditi e senza parole davanti al vostro progetto di distruggere circa 200 ettari di pregiato bosco di lecci per ampliare la pista di prova», scrivono dal Baden-Württemberg, evidenziando come il piano sia «in netto contrasto con gli obiettivi di sostenibilità dell’azienda e comporti conseguenze drastiche e irreversibili per il Salento». In poche settimane, inoltre, la petizione tedesca su change.org ha raggiunto 83mila firme, che si aggiungono a quelle già raccolte dal Comitato salentino.
Il Comitato Custodi del Bosco d’Arneo si dichiara soddisfatto della cooperazione e del sostegno nei confronti della difesa dell’ecosistema locale.
Intanto, si è in attesa che il TAR si esprima sul ricorso depositato il 22 gennaio scorso dallo stesso Comitato, dall’associazione Italia Nostra e dal Gruppo di Intervento Giuridico.
Secondo i ricorrenti sarebbe stata violata la normativa sulla partecipazione del pubblico, non sarebbero state considerate le alternative e le compensazioni sarebbero inidonee.
Sono stati impugnati la deliberazione di giunta regionale della Puglia con cui è stato approvato lo schema di accordo di programma e tutti gli atti endoprocedimentali.
Nel frattempo, il Comitato annuncia la raccolta di adesioni per una manifestazione che, al pari di quella tedesca, sarà organizzata anche in Italia.
Cronaca
Lutto a Taurisano, è morto l’ex sindaco Manco
Da tempo alle prese contro un male è deceduto questa mattina presso l’Hospice Casa di Betania di Tricase. Domani i funerali presso la chiesa Madre di Taurisano
Si è spento Mario Manco.
Aveva 70 anni ed è stato sindaco di Taurisano alla fine del secolo scorso a cavallo tra il vecchio e nuovo secolo.
Come riportato da taurisanonline, Manco da tempo lottava contro una male e alla fine si è dovuto arrendere.
È deceduto questa mattina alla Casa di Betania di Tricase con accanto i suoi familiari
La salma è attesa a Taurisano domattina (venerdì 13 dicembre).
La camera ardente sarà allestita presso la Chiesa “San Francesco Di Sales” di via Rimembranze.
Le esequie si terranno, sempre domani, a partire dalle 16,30 presso la Chiesa Matrice.
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Cronaca
Rapina in centro e arresto
Un individuo vestito di scuro e camuffato con una maschera di carnevale ha fatto irruzione e, dopo aver afferrato la commessa per un braccio, averla strattonata violentemente, minacciandola, ha “prelevato” dalla cassa i contanti
Momenti di panico in centro a Lecce per una rapina appena in piazza Mazzini presso un’attività commerciale.
Gli agenti della Polizia di Stato in servizio di volante sono intervenuti sul posto, raccogliendo le prime informazioni: un individuo vestito di scuro e camuffato con una maschera di carnevale aveva fatto irruzione all’interno dell’esercizio commerciale e, dopo aver afferrato la commessa per un braccio e averla strattonata violentemente, minacciandola, aveva prelevato dalla cassa circa 300 euro.
La donna ha raccontato che il malvivente, subito dopo la rapina, era fuggito a piedi in direzione Galleria Mazzini facendo perdere le proprie tracce.
Gli agenti della Squadra Mobile (pattuglia antirapina) hanno visionato alcuni fotogrammi estrapolati dal sistema di videosorveglianza e individuato il rapinatore, un 55enne di Lecce, già noto alle forze dell’ordine.
Ulteriori e più approfonditi accertamenti hanno consentito di determinare il domicilio dell’uomo e, dopo poco, personale in appostamento ha bloccato il sospettato al momento del suo rientro.
Dopo la perquisizione recuperata parte della somma rapinata ed un telefono cellulare, sottoposti a sequestro penale.
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Castro
“No” al parco eolico offshore
Sit-in ed incontro tra amministratori. Paolo Pagliaro: «A Castro il grido del Salento, per difendere bellezza e identità. Pensare che un turista al tramonto possa vedere turbine anziché le montagne d’Albania è un pugno nello stomaco»
Il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia Domani, dopo la mobilitazione contro il mega impianto Otranto – Leuca: «Il Salento non si arrende, e Castro è stato il cuore pulsante di una terra che lotta per difendere bellezza e identità. Il sit-in contro il mega impianto eolico offshore di Odra Energia è stato molto più di una protesta: un grido d’amore per un territorio unico al mondo, un inno alla unicità e alla storia di questa litoranea. Nessuno qui dice no al futuro, all’innovazione o all’energia pulita, ma questo progetto che minaccia le coste tra Otranto, Santa Cesarea Terme, Castro, Tricase e Leuca, con le sue 73 (invece di 90) turbine alte quasi 300 metri, rischia di essere come uno sfregio su un’opera d’arte. Non si tratta solo di pale eoliche, si tratta di una ferita che il Salento non può consentire».
Ridurre il numero di turbine o spostarle di qualche chilometro, secondo il fondatore di Regione Salento, «è come cercare di nascondere un elefante dietro un cespuglio: non cambia nulla. Rimarrebbero le opere invasive a terra, gli scavi, l’impatto sui fondali marini e sul fragile ecosistema. Rimarrebbe soprattutto l’oltraggio al paesaggio che racconta la storia e l’identità di un popolo. Pensare che un turista al tramonto possa vedere turbine anziché le montagne d’Albania è un pugno nello stomaco».
Il Ministero dell’Ambiente ha concesso solo quindici giorni di tempo, fino all’11 dicembre, per presentare osservazioni.
Così ancora Pagliaro: «È una corsa contro il tempo per impedire che venga sacrificato il valore paesaggistico, storico e culturale di un’area che non ha eguali. Non si può trattare un territorio così prezioso anteponendo le speculazioni alle persone. E non dimentichiamo che la Puglia ha già dato. Con circa 4.500 ettari di superficie destinati all’eolico industriale, rappresenta oltre un quarto del totale nazionale. Per l’eolico offshore, le richieste lungo le sue coste raggiungono una potenza complessiva di 27,5 GW, oltre dieci volte l’obiettivo nazionale. Questi numeri raccontano una realtà schiacciante: il nostro territorio è già stato sfruttato al limite».
Pagliaro poi pone l’accento sui «danni collaterali: distruzione dei fondali marini, stress per la fauna, impatti devastanti su pesca e navigazione, inquinamento acustico e visivo che trasformerebbero il nostro panorama in un incubo metallico. Non è progresso, è un sacrificio inutile di un patrimonio unico al mondo. La nostra terra è come un’antica poesia scolpita nella pietra e nel mare. E noi, tutti insieme, la difendiamo con il cuore e la voce. Diciamo sì all’energia pulita, ma con intelligenza, indicando spazi lontani dalla costa, aree già industrializzate o in alto mare, dove non possano calpestare la bellezza che ci rende unici. Perché il progresso non deve essere una cicatrice, ma un seme piantato nel rispetto della natura e della nostra storia».
Al termine della manifestazione si è tenuto un incontro informativo nell’aula consiliare del comune di Castro, al quale hanno partecipato, oltre a Paolo Pagliaro: il sindaco e il vicesindaco di Castro, Luigi Fersini e Alberto Antonio Capraro; il sindaco di Muro Leccese, Antonio Lorenzo Donno; il sindaco di Salve, Francesco Villanova; il sindaco di Otranto, Francesco Bruni; Serena Gigante vicesindaco di Giuggianello; Edoardo De Luca, sindaco di Ortelle; Andrea De Paola, sindaco di Uggiano La Chiesa; Vincenzo Perrone, presidente del consiglio comunale di Caprarica Di Lecce; Raffaella Persano assessora di Castro; Elisa Rizzello vicesindaca di San Cesario di Lecce; Francesco Monteduro, presidente del consiglio comunale di San Cassiano; Massimo Martella consigliere comunale di Nociglia; il professor Francesco D’Andria e i rappresentanti delle associazioni Italia Nostra (Marcello Seclì), la Pro Loco Porto Badisco, l’associazione Belvedere di Santa Cesarea Terme e rappresentanti del Movimento Regione Salento, tra cui Domenico Serrone e Donato Pranzo del Dipartimento Ambiente e Energia.
Quest’ultimo ha sottolineato: «L’impianto andrebbe realizzato in aree idonee. Bisogna prestare molta attenzione alla trivellazione orizzontale. Interrare i cavi significa creare canali con all’interno elettrodotti, una pratica che non dovrebbe essere adottata».
Il professor D’Andria, durante il convegno, ha evidenziato come l’area in questione sia «uno dei punti più sensibili del Mediterraneo dal punto di vista storico, culturale e archeologico».
Marcello Seclì, ribadendo la contrarietà sua e dell’associazione Italia Nostra all’impianto, ha dichiarato di «non riuscire a comprendere come mai altre associazioni ambientaliste siano favorevoli o non prendano posizione.
Tutti i partecipanti si sono detti concordi nell’impegnarsi per continuare la battaglia contro questo scempio».
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