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Richiami acustici per fauna selvatica: record di sequestri

Il CABS, l’associazione di volontari esperti in antibracconaggio, dopo gli interventi dei Forestali nei pressi di Ugento e Sannicola, chiede una norma più certa in tema di caccia illegale e che vengano introdotti i reati-delitti come per gli animali di affezione

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Un elenco fin troppo aggiornato che evidenzia come in Italia sia frequente l’uso di richiami acustici per fini venatori, nonostante il divieto di legge.


In Puglia, però, sembra registrarsi una sorta di record.


Ad affermarlo è il CABS, l’associazione di volontari esperti in antibracconaggio, a seguito degli ultimi interventi dei Carabinieri Forestali in provincia di Lecce, nei pressi di Ugento e Sannicola.


A finire denunciate sono state due persone che hanno usato i famigerati richiami.


Ad entrambi sono stati sequestrati, oltre al fucile da caccia ed i tordi uccisi, i marchingegni elettronici che riproducevano il canto del tordo.


In tutto sette uccelli migratori che hanno in tal maniera interrotto per sempre il viaggio verso le aree di svernamento africane.

Il richiamo acustico”, ha commentato il CABS, “rappresenta un vero e proprio inganno per la fauna selvatica. Riproducendo nottetempo il verso dei migratori attira l’avifauna selvatica la quale, di mattina presto, verrà centrata dalla rosa di pallini di piombo”.


Il CABS ricorda come già nel mese di ottobre, sempre in tema di richiami acustici in provincia di Lecce, i Carabinieri Forestali sono intervenuti nei pressi di Copertino, Taviano, Alliste, Nardò e Galatina.


Più o meno contemporaneamente i volontari del CABS hanno poi rinvenuto decine di altri richiami in un’area della provincia di Foggia compresa tra Manfredonia e Margherita di Savoia.


Il CABS torna a chiedere una norma più certa in tema di caccia illegale ed in modo particolare che vengano introdotti reati-delitti, così come già avviene per gli animali d’affezione, al posto di quelli di contravvenzione che contraddistinguono, invece, tutti i reati venatori.


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Colpo grosso della Guardia di Finanza

Sequestrati un chilo di cocaina, drone, tanti contanti, un diamante ed un Rolex GMT Master II…

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Nella serata di ieri, la Guardia di Finanza della Compagnia di Gallipoli, con il supporto dei cani antidroga “Roma” e “Goran” del Gruppo di Lecce e dei militari di Casarano, Tricase e Leuca, hanno portato a termine un’operazione antidroga nel comune di Alliste.

L’intervento ha permesso di scoprire circa 1 kg di cocaina, occultata all’interno di intercapedini ricavate nel pavimento, nei cassonetti delle tapparelle e in tubazioni interne dell’abitazione.

Lo stupefacente, in parte ancora confezionato in panetti all’ingrosso e in parte già suddiviso in dosi, è stato sottoposto a sequestro insieme alla strumentazione per la preparazione e vendita della droga sulla piazza di spaccio.

Inoltre, sono stati trovati; un drone e un sistema di videosorveglianza per gestire in sicurezza l’attività criminale; circa 10.000 euro in contanti; una busta di oltre 10 kg di monete; un orologio Rolex GMT Master II; e un diamante, tutto sottoposto a sequestro.

Sono stati sequestrati anche quattro smartphone, due tablet e altri dispositivi, tutti al vaglio degli esperti per un’accurata analisi forense, utile per il prosieguo delle attività investigative.

Sentita l’Autorità Giudiziaria inquirente, i militari hanno proceduto all’arresto dei tre soggetti accusati di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, in concorso tra loro, e tradotti in carcere a Lecce.

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Felline: simbolo delle SS su monumento dei Caduti!

«Vergogna! Un gesto vile, ignobile, che offende la memoria di chi ha sacrificato la vita per la libertà. Chi ha compiuto questo scempio deve essere identificato e punito»

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«Vergogna! Con un atto infame, il monumento ai Caduti di Felline è stato imbrattato con il simbolo delle SS naziste. Un gesto vile, ignobile, che offende la memoria di chi ha sacrificato la vita per la libertà. Chi ha compiuto questo scempio deve essere identificato e punito. A Felline non c’è spazio per il neofascismo né per chi disprezza la storia».

Con questo post su Facebook il consigliere di opposizione Manlio Palese ha denunciato quanto avvenuto nella piazza principale della frazione di Alliste.

Anche il sindaco Renato Rizzo ha esternato il suo «sdegno» ed ha incaricato la polizia locale di avviare le indagini per risalire ai responsabili. Per questo saranno visionate le immagini di telecamere della zona che potrebbero aver ripreso i colpevoli.

Nel frattempo, sono già state avviate le operazioni per la rimozione del simbolo nazista dalla lapide.

Un gesto certamente ignobile e vile e, altrettanto sicuramente, figlio dell’ignoranza che resta l’elemento più violento nella nostra società.

Non ci sorprenderebbe che l’autore (o gli autori) di tale vigliaccata neanche sia(no) a conoscenza di cosa abbia voluto dire e ancora voglia dire quel simbolo.

Del resto, si sa, l’ignoranza fa più danni della cattiveria.

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Un ettaro di discarica abusiva

Carabinieri forestali a tutela del vincolo paesaggistico. Ad Alliste sequestrata vasta area quadri utilizzata come discarica di rifiuti anche pericolosi. Denunciato il proprietario

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I Carabinieri Forestali del Nucleo di Gallipoli sono intervenuti ad accertare una situazione di gestione di rifiuti, su una vasta area in zona tutelata per il paesaggio, ai sensi del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (categoria “Immobili ed aree di notevole interesse pubblico” del cosiddetto “Codice Urbani”), risultata del tutto illecita.

L’ episodio riguarda un terreno in località Perni in agro di Alliste, della superficie di quasi un ettaro (9mila metri quadri), per due terzi ricoperto da rifiuti di ogni tipo, in parte livellati e spianati.

I materiali abbandonati al suolo erano composti prevalentemente da scarti di demolizioni edili, compresi infissi in legno, ferro e plastica, pannelli in cartongesso, nonché rifiuti pericolosi come contenitori con residui di vernici, solventi, silicone.

Al margine di questo piazzale di rifiuti erano stati realizzati un locale in lamiera della superficie di 30 metri quadri, ad uso deposito, e un altro in pietra a secco, con antistante pavimentazione in piastrelle e tufo granulare.

A parte la gestione illecita dei rifiuti, le suddette opere sono risultate abusive, mancando qualsiasi titolo autorizzativo.

Per di più, come detto, in area sottoposta a vincolo paesaggistico, e caratterizzata da vegetazione spontanea a macchia mediterranea.

Ad evitare il protrarsi degli abusi, i Carabinieri Forestali hanno sottoposto a sequestro preventivo l’ intera area, e denunciato alla Procura della Repubblica di Lecce il proprietario, un 70enne del posto.

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