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Castrignano del Capo

Sbarco a Leuca: 80 profughi, 34 sono minori

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Sbarco di migranti nella serata di ieri a Santa Maria di Leuca.





A bordo di un motoveliero, hanno raggiunto le acque italiane 80 profughi di nazionalità
afghana, egiziana, iraniana, irachena, ucraina, moldava, turkmena, turca e pakistana.





Tra loro anche 34 tra bambini e ragazzi, accompagnati da familiari.





A soccorrerli nel porto di Leuca, le locali squadre di emergenza della Croce Rossa Italiana.




Poche ore prima, un’altra imbarcazione era stata condotta nello stesso porto con a bordo un centinaio di migranti.














Castrignano del Capo

Castrignano del Capo: arrestato 67enne, spacciava marijuana

La perquisizione in casa ha confermato quanto era emerso dall’attività info investigativa degli agenti del Commissariato di Polizia di Taurisano

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Gli agenti della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato di Polizia di Taurisano, dopo un’attenta attività info-investigativa, sono piombati presso l’abitazione di un 67enne residente a Castrignano del Capo.

Mediante perquisizione hanno rinvenuto in camera da letto la marijuana che l’uomo aveva occultato tra i panni in un armadio e che lui stesso ha spontaneamente consegnato poliziotti.

Proseguendo l’attività di perquisizione nell’abitazione, sono stati ritrovati una bustina trasparente contenente dei pezzi di hashish, altre bustine contenenti marijuana, due bilancini di precisione, una bilancia digitale, 500 euro in banconote di vario taglio e materiale atto al confezionamento delle dosi.

L’uomo è stato così accompagnato presso gli uffici del Commissariato per il prosieguo degli accertamenti e poi arrestato. Di quanto sopra veniva notiziato il P.M. di turno della Procura della Repubblica di Lecce che ne ha disposto la sottoposizione agli arresti domiciliari.

La sostanza stupefacente e tutto l’occorrente per il relativo confezionamento in dosi è stato posto sotto sequestro a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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Alessano

Area Marina Protetta: 4 incontri aperti al pubblico per condividere dati ambientali e socioeconomici

Progetto CORISMA: questo pomeriggio ad Andrano; giovedì 30 novembre a Santa Maria di Leuca; venerdì 1° dicembre a Santa Cesarea Terme e sabato 2 dicembre a Castro. L’AMP riguarderà i comuni di Alessano, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Diso, Gagliano del Capo, Otranto, Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase

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Meno dell’8% della superficie marina mondiale è coperta da aree marine protette, che sono l’unica grande opportunità di conservare gli habitat naturali e garantire attività economiche sostenibili. Numeri che devono far riflettere e agire, se si vuol salvare il Mediterraneo, il più importante hotspot di biodiversità al mondo, ma anche il più a rischio per sovrasfruttamento e inquinamento.

Con i suoi 260 Kmdi superficie totale e circa 100 chilometri di costa che da Otranto arrivano a Santa Maria di Leuca, dopo anni di studi e dibattiti potrebbe avere un’accelerazione l’iter per l’istituzione dell’Area Marina Protetta Capo d’Otranto – Grotte Zinzulusa e Romanelli – Capo di Leuca.

Sarebbe la quarta in Puglia, dopo quelle delle Isole Tremiti, Torre Guaceto e Porto Cesareo e tra le più grandi d’Europa.

Il procedimento istitutivo dell’AMP prevede lo svolgimento dell’istruttoria tecnica preliminare affidata all’ISPRA, organo tecnico del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), che sulla base di studi di carattere ambientale e socioeconomico predispone un’ipotesi di perimetrazione, zonazione e le indicazioni di carattere regolamentare dell’istituenda AMP.

L’Area Marina Protetta: un’occasione di crescita e tutela del territorio tra Otranto e Leuca – Gli incontri

Un importante contributo è stato dato dalla Regione Puglia a partire da fine 2022, grazie al Progetto CORISMA (finanziato dal FEAMP-PO 2014-2020 – Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca 2014-2020), acronimo di una progettualità immaginata per ipotizzare, tra quelli possibili, i migliori scenari di conservazione e gestione delle risorse biologiche marine necessari per impattare positivamente sulla sostenibilità della pesca e delle altre attività connesse all’uso del mare nell’area Marino-Costiera Otranto – S. Maria di Leuca, coordinato dal CIHEAM Bari (Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici Mediterranei) insieme ai partner Università del Salento (DISTEBA), ARPA Puglia (Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente) e Regione Puglia -Sezione Gestione sostenibile e tutela delle risorse forestali e naturali, i cui risultati saranno condivisi con le comunità durante quattro incontri territoriali aperti al pubblico.

Incontro in corso in queste ore ad Andrano nella Biblioteca Comunale Don Giacomo Pantaleo, Sede Municipale (piazza Unicef).

Prossimo appuntamento giovedì 30 novembre, alle 17, a Santa Maria di Leuca, nella Sala Convegni Hotel Terminal.

Venerdì 1° dicembre, alle 17, l’incontro sarà ospitato nella Sala Convegni Albergo Palazzo di Santa Cesarea Terme.

Sabato 2 dicembre, alle 10,30, infine, appuntamento a Castro nel Castello Aragonese.

Esperti e ricercatori del CIHEAM Bari (Massimo Zuccaro, Gianfranco Cataldi, Francesco Mancini), dell’Università del Salento (il Prof. Stefano Piraino) e di ARPA Puglia (Nicola Ungaro e Cosimo Giannuzzi) impegnati nella ricerca di dati scientifici, ambientali e socioeconomici del territorio si confronteranno con istituzioni locali e cittadini per condividere le informazioni raccolte e fare il punto sullo stato dell’arte.

Si parlerà di cosa si vuole tutelare, quali sono le attività coinvolte, quali i vantaggi per il territorio e quali sono le tappe da affrontare nel percorso verso l’istituzione di un’Area Marina Protetta tra Otranto e Santa Maria di Leuca.

Sono stati intervistati quasi 600 tra pescatori professionali e ricreativi, gestori di stabilimenti balneari, rappresentanti di associazioni, centri diving, noleggio imbarcazioni, operatori della ristorazione e accoglienza turistica, artigiani, associazioni culturali, centri benessere e termali, referenti delle 11 municipalità ed è emersa una fotografia chiara delle priorità espresse dalle comunità costiere. I dati ambientali sono stati raccolti in 20 tematismi, come la mappa degli habitat bentonici, le grotte sommerse e semisommerse, i siti di nidificazione, le acque di balneazione, gli scarichi, i beni archeologici sommersi, le ordinanze di interdizione e corridoi di accesso alle grotte. Per ciascun tematismo è stato costruito un database, derivante dall’aggregazione di diverse fonti, con lo scopo di creare un archivio georeferito dell’area, indispensabile per l’elaborazione dei dati che consentirà la risoluzione dei problemi di pianificazione e conservazione, individuando le soluzioni più idonee al territorio.

Significativi anche gli approfondimenti socioeconomici, tra cui un focus sulla percezione dell’area marina protetta, sia in termini di vantaggi e svantaggi, che di ricaduta sulle attività in atto sul territorio. Dall’indagine si evince un dato inequivocabile: circa il 90% degli intervistati ritengono importante l’introduzione di alcune forme di protezione dell’ambiente marino nel tratto di costa interessato, in particolare attraverso l’istituzione di un’Area Marina Protetta, adducendo come principali motivazioni l’importanza di preservare habitat, specie e luoghi, salvaguardare il territorio e la categoria dei pescatori, denunciando la presenza eccessiva di plastiche, inquinamenti di natura organica, rifiuti vari e l’eccessivo sfruttamento da parte della pesca professionale e/o sportiva e dal turismo fuori controllo durante la bella stagione. Gran parte degli intervistati indica come vantaggi territoriali e socioeconomici l’incremento del livello di conservazione dell’ambiente marino/biodiversità, il contrasto alla pesca illegale e la crescita dell’educazione ambientale.

Un’area unica, sia perché si trova in una zona centrale del Mediterraneo, sia perché ha delle caratteristiche geomorfologiche estremamente importanti, come la presenza di grotte sommerse e semisommerse, di una falesia rocciosa che scende rapidamente in profondità e che può dare rifugio a specie che sono sensibili alle ondate di calore, sempre più frequenti nel Mediterraneo.

Si tratta di uno dei litorali a più alta naturalità dell’intera costa italiana, con abbondanza di specie bentoniche e habitat chiave, come le praterie di Posidonia e il Coralligeno, aree elettive di riproduzione, sviluppo e accrescimento per molte specie ittiche di interesse per la pesca. All’interno dell’area ricadono, inoltre, due zone speciali di conservazione: il Posidonieto Capo San Gregorio – Punta Ristola e quello Costa Otranto – Santa Maria di Leuca, con un’estesa falesia ricca di grotte, cavità, incisioni e insenature.

Un’opportunità di sviluppo per gli 11 Comuni coinvolti (Alessano, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Diso, Gagliano del Capo, Otranto, Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase) che hanno convocato il 21 e 28 novembre i consigli comunali, per deliberare sulla volontà di avviare nel proprio territorio l’iter tecnico e amministrativo per l’istituzione dell’Area Marina Protetta Capo d’Otranto – Grotte Zinzulusa e Romanelli – Capo di Leuca, sostenendo una velocizzazione del processo.

 

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Casarano

Furbetti del cartellino: a giudizio in 14 fra medici, infermieri e impiegati

Dinanzi al giudice si è consumata, nelle scorse ore, l’udienza relativa ai presunti assenteisti del Distretto Socio Sanitario di Gagliano del Capo

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Dinanzi al giudice Fabrizio Malagnino si è consumata, nelle scorse ore, l’udienza relativa ai presunti assenteisti del Distretto Socio Sanitario di Gagliano del Capo.

Sono comparse 14 persone, tra dirigenti medici, infermieri e impiegati amministrativi, tutti dipendenti della Asl di Lecce, con varie accuse come quella di truffa aggravata e false attestazioni in certificazioni ai danni del Servizio sanitario.

Hanno scelto il patteggiamento ad 1 anno ed 8 mesi, con pena sospesa, Francesco Bleve, 67 anni di Gagliano del Capo, operatore tecnico addetto all’assistenza; Cosimo Buffelli, 65enne di Salve, commesso; Cosimo Villarosa, 65 anni di Gagliano del Capo, assistente amministrativo.

Sono stati rinviati a giudizio, dal giudice Malagnino, Maria Antonietta Preite, 54enne di Casarano, coordinatrice infermieristica; Sergio Greco, 59 anni di Gagliano del Capo, collaboratore amministrativo professionale esperto.

Il processo si svolgerà a gennaio del prossimo anno, dinanzi al giudice Elena Coppola.

Per gli altri 9 imputati, Angelo Pirelli, 67enne di Castrignano del Capo, operatore tecnico specializzato esperto; Salvatore Panico, 63enne di Tricase, ausiliario specializzato; Marco Antonio De Pietro, 58enne di Salve, operatore tecnico specializzato; Rosanna Tamborrini, 58enne di Presicce-Acquarica del Capo, operatore tecnico scolastico; Maurizio Coluccia, 51enne di Tricase, infermiere; Maria Rosaria Sergi, 50enne di Castrignano del Capo, operatore socio-sanitario; Raffaele Antonio Mariano, 69 anni di Castrignano del Capo, dirigente medico; Salvatore Rao, 51 anni di Maglie dirigente medico; Antonio Vantaggio, 64 anni di Salve, operatore amministrativo, il collegio difensivo ha chiesto la messa alla prova, che significa beneficiare di un programma di lavori socialmente utili, per ottenere un l’estinzione del reato.

L’accusa formulata nei loro confronti era di aver fatto timbrare il proprio badge da altri colleghi per comprovare la presenza in servizio in orari in cui sarebbero stati assenti.

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