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Cronaca

«Sono il Comandante dei Carabinieri e pago quanto dico io»

Indagato per concussione luogotenente del sud Salento e comandante di Stazione in un centro della provincia. Avrebbe vessato con controlli e sanzioni un imprenditore edile allos copo di ottenere un corposo sconto sui lavori di risatrutturazione effettuati in casa

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Avrebbe usato la sua posizione dei comandante di stazione dei carabinieri per non pagare o quanto meno pagare meno i lavori che una ditta edile aveva svolto nella sua abitazione.


Nei guai un luogotenente dei carabinieri del basso Salento che ricopre il ruolo di comandante di una stazione della provincia.


Dovrà rispondere del reato di concussione.


A denunciarlo proprio l’imprenditore la cui ditta ha svolto i lavori, sembrerebbe che a fronte di un conto finale di 45mila e 628 euro il carabiniere ne voleva pagare abbia pagato appena 11mila.


Cosa che all0imprenditore ovviamente non sarebbe andata giù e per questo avrebbe chiesto il pagamento completo dei lavori.


Da quel momento secondo quanto risulta dell’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Lecce, il comandante dei carabinieri avrebbe continuato a negare il pagamento e avviato una sorta di campagna persecutoria nei confronti del creditore con controlli e sanzioni a getto continuo.

Con la solita minaccia: «Non hai capito che devi finire il lavoro, fai quello che ti dico io altrimenti se non finisci non ti faccio più lavorare».


In realtà i controlli erano partiti già a luglio del 2019 quando l’imprenditore aveva completato il massetto.


E quando sospese i lavori, subì una serie di ripicche: una contravvenzione perché sorpreso sul motociclo senza casco e una seconda per guida di un mezzo sottoposto a fermo amministrativo.


Un vero e proprio accanimento accompagnato dalla minaccia inequivocabile, «fai quello che ti dico io altrimenti se non finisci non ti faccio più lavorare».


Attualità

Angelica Pirtoli, nasce l’associazione dedicata alla più piccola vittima di mafia

Domani nel giorno del compleanno (5 dicembre) di Angelica, la presentazione ufficiale presso l’auditorium di Casarano, alla presenza di familiari e magistrati che hanno seguito il caso

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«È servito del tempo per elaborare, ma ora sappiamo che Angelica Pirtoli vive nel nostro impegno. L’antimafia siamo tutti noi».

Recita così il video che accompagna la nascita dell’associazione dedicata alla più piccola vittima di mafia in Italia, Angelica Pirtoli.

La presentazione ufficiale dell’associazione “Angelica Pirtoli – Semi di Giustizia e Rinascita” si terrà domani, giovedì 5 dicembre, alle ore 18,30, presso l’Auditorium “prof. Gino Pisanò” a Casarano (comune di residenza della bambina), alla presenza dei familiari, dei volontari e di alcuni magistrati che hanno contribuito a consegnare alla giustizia gli autori del delitto di mafia più cruento della storia della Scu.

Non una data a caso: il 5 dicembre 1989 è il giorno in cui Angelica è nata.

Com’è noto, la bambina venne uccisa a Parabita il 20 marzo 1991, all’età di due anni, assieme alla mamma Paola Rizzello, ritenuta testimone scomoda del clan Giannelli.

I loro corpi vennero ritrovati solo molti anni dopo, grazie alle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia: quello di Paola nel 1997, quello della figlioletta nel 1999.

A volere fortemente la nascita dell’associazione di promozione sociale è stata Nadia Rizzello, sorella di Paola, assieme ad Alessandro Pirtoli, fratello di Angelica.

«Per molti anni ho vissuto il mio dolore in solitudine», dice Nadia Rizzello, «e quel dolore ha cambiato la mia esistenza e quella della mia famiglia. Ho sempre immaginato che un giorno avrei realizzato qualcosa in memoria della mia piccola nipotina. Sono stati proprio quei sogni l’ancora di salvezza per andare avanti. Angelica non dovrà essere dimenticata. Ci impegneremo con tutte le forze perché questo non avvenga, iniziando proprio dai bambini».

LA PRESENTAZIONE UFFICIALE

Ad aprire l’incontro saranno i saluti di Francesco Capezza, referente di Libera Casarano; di Ottavio De Nuzzo, sindaco di Casarano; di Stefano Prete, sindaco di Parabita.

A seguire, gli interventi di Nadia Rizzello, presidente dell’associazione; di Libera Micaela Francioso, vicepresidente; di Roberto Tanisi, già presidente del Tribunale di Lecce; di Maria Francesca Mariano, magistrato sotto scorta da tempo per le minacce di morte ricevute nell’ambito di processi di mafia.

Modererà Alberto Nutricati, giornalista.

Previsti ulteriori interventi dal pubblico e la presenza di rappresentanti delle istituzioni e forze dell’ordine.

Tanisi in qualità di presidente e Mariano in qualità di relatrice della Corte d’Assise d’Appello sono coloro che, nel 2017, hanno vergato la sentenza definitiva all’ergastolo di Biagio Toma, ritenuto, assieme a Luigi De Matteis, esecutore materiale del duplice omicidio, per il quale era già stato condannato al carcere a vita, come mandante, il boss di Parabita Luigi Giannelli, assieme alla moglie Anna De Matteis e al collaboratore Donato Mercuri.

Per il loro impegno, a Tanisi e Mariano sarà riconosciuta la tessera onoraria dell’associazione.

GLI ORGANI ASSOCIATIVI E I SOCI FONDATORI

L’organizzazione è presieduta da Nadia Rizzello ed ha un Consiglio direttivo composto da ulteriori sei membri: Libera Francioso (vicepresidente), Roberto Molentino (segretario e tesoriere), Francesco Capezza, Tiziana Colluto, Pamela De Luca, Gerardo Rizzello, quest’ultimo ulteriore zio materno di Angelica.

L’atto costitutivo è stato firmato da 25 soci fondatori: oltre ai componenti del direttivo, vi sono Angela Bruno, Agata Costantino, Adriana De Giorgi, Francesca De Nuccio, Marilena Giannuzzi, Emanuela Gatto, Danilo Lupo, Annatonia Margiotta, Marco Mastroleo, Alessandro Medello, Cosimo Monsellato, Antonio Nicoletti, Addolorata Panizza, Stefania Parrotta, Antonio Pezzuto, Gianpiero Pisanello, Anna Toma, Mirko Vitali.

Durante l’appuntamento di domani, si potrà sottoscrivere l’adesione per divenire soci dell’associazione e partecipare alle attività sociali.

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La piccola Angelica Pirtoli

 

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Cronaca

Botti illegali sequestrati vicino ad una scuola

Denunciato un anziano (86 anni) che li vendeva abusivamente in un garge posto proprio vicino ad un Istituto comprensivo

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Sequestrati dalla Polizia di Stato numerosi botti nel corso degli specifici servizi di contrasto alla detenzione illegale di tale materiale, intensificati nel periodo dell’approssimarsi delle festività natalizie e di fine d’anno.

Il personale della Squadra Mobile della Questura di Lecce è venuto a conoscenza del fatto che in città, nella zona 167, proprio nelle vicinanze di un istituto comprensivo, vi era un garage posto al piano strada, dove un signore anziano, vendeva petardi non omologati e non classificati, senza alcuna licenza amministrativa.

I poliziotti quindi si sono recati sul posto dove hanno notato l’86enne leccese seduto davanti ad un garage, nel quale vi erano numerosi oggetti da collezione e giocattoli per bambini.

Alla domanda dei poliziotti se detenesse petardi al fine di venderli, l’anziano spontaneamente ha consegnato diversi artifizi pirotecnici, alcuni di essi senza omologazione e altri senza categoria.

In particolare sono stati sequestrati un petardo denominato magnum con miccia; 19 petardi flash banger – magnum cinese, 11 petardi vampiro, 30 flash banger, 8 petardi rambo k33, 24 petardi con trak.

L’anziano è indagato a piede libero per commercio abusivo di materiale esplodente.

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Cronaca

Maltrattava la madre invalida, arrestato 35enne

Voleva denaro per la droga. All’arrivo dei carabinieri ha minacciato di dare loro fuoco

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I carabinieri della Stazione di San Cesario di Lecce hanno arrestato in flagranza di reato un uomo di 35 anni, del luogo, accusato di maltrattamenti contro familiari.

Il 35enne ha tentato di estorcere denaro alla madre invalida con cui convive, presumibilmente per acquistare sostanze stupefacenti.

In preda alla paura, l’anziana si è rifugiata nella sua camera da letto, chiudendosi a chiave per circa quattro ore.

Grazie alla determinazione della donna, che è riuscita a recuperare il suo telefono cellulare, inizialmente sottratto al figlio, ha potuto contattare il 112, numero unico di emergenza, e allertare i carabinieri.

L’intervento tempestivo dei militari dell’Arma ha consentito di liberare l’anziana, ma l’uomo ha reagito con minacce, promettendo di “dar fuoco” agli operanti.

Grazie alla professionalità e alla calma mantenuta dai carabinieri, l’arresto è stato effettuato senza ulteriori incidenti.

Sono in corso ulteriori indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Lecce.

L’uomo è ora presso la Casa Circondariale “Borgo S. Nicola” di Lecce, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che procede, e dovrà rispondere dei gravi reati di maltrattamenti in famiglia.

I carabinieri sottolineano l’importanza di denunciare qualsiasi forma di maltrattamento domestico e invitano chiunque si trovi in situazioni simili a contattare le autorità competenti.

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