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Cronaca

Truffa della cauzione: nel mirino anziani di Tricase

I truffatori hanno mirato questa zona e sarebbero diversi i casi registrati nell’ultimo periodo. I.F. di Depressa racconta la dsavventura vissuta dagli anziani genitori

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Torna l’incubo della truffa agli anziani.


Il metodo è sempre lo stesso: telefonano a una coppia di anziani e chiedono soldi per evitare l’arresto del figlio dopo che ha provocato un incidente.


Oggettivamente riprovevole perché, oltre ad approfittarsi di persone di una certa età, mettono in ballo gli affetti familiari e, si sa, per il marito, la moglie, o ancor di più, per un figlio o una figlia, si è disposti a far di tutto: è criminale ingannarli, come è criminale approfittare del candore dei più deboli, dei più sprovveduti.


Questa volta i truffatori hanno scelto la zona di Tricase e sarebbero diversi i casi registrati nell’ultimo periodo.


Uno per tutti vi riportiamo il racconto di I.F. di Depressa, i cui anziani genitori sono stati presi di mira dai truffatori.


«Ieri mattina intorno alle 11,30 hanno telefonato sul fisso a casa dei miei», racconta, «si sono presentati come carabinieri della Compagnia di Lecce. Ha risposto mia madregià provata da una recente tragedia che ci ha colpito»), alla quale hanno riferito che mio padre aveva causato un incidente a Lecce e, contestualmente, nominato un legale che era sul luogo del sinistro».


Appena il tempo di riprendersi dallo choc, fortuna ha voluto che «proprio durante la conversazione, mio padre sia rientrato in casa, facendo cadere tutte le illazioni».


Il truffatore, continuando a fingersi un carabiniere, con tutta la faccia tosta di questo mondo, «ha chiesto di passarglielo al telefono, contestando le parole di mia madre che negava la possibilità che potesse aver causato un sinistro, essendo appena rientrato in casa».


Vistosi alla fine smascherato ha poi chiuso la telefonata: «La frode è stata sventata e sono sicuro che mia madre non avrebbe dato soldi a nessuno», chiarisce I.F., «però mi preoccupa il fatto che a casa si sarebbe potuto palesare un fantomatico avvocato per riscuotere delle somme e che, di fronte ad un rifiuto, avrebbe potuto anche usare violenza. Del resto in casa vi sono tre anziani di cui due ultra ottantenni».

Il numero di telefono lo avranno preso online, dopo aver visto il nome sul citofono e, quindi, è probabile che il manigoldo (o i manigoldi) fosse appostato nei dintorni, in attesa di avere l’ok del familiare per riscuotere il denaro.


Anche se in questo caso la truffa è stata sventata, gli effetti sono comunque stati deleteri: «Lo spavento è stato tanto, mia madre è dovuta ricorrere ad un calmante», aggiunge il nostro testimone, «nella concitazione del discorso è andata anche in confusione ed ha pensato che potessi essere io ad aver causato il sinistro».


L’ulteriore preoccupazione, infatti, è che un episodio del genere possa avere delle conseguenze gravi per la salute di persone anziane: «Mio padre è cardiopatico ed ha subito due interventi al cuore», sottolinea sconsolato I.F.


Che ha voluto raccontare la disavventura vissuta dalla sua famiglia per «diffondere la notizia. Vorrei che non accada qualcosa di grave ad un malcapitato che potrebbe abboccare a questi tentativi di estorcere denaro»


Il consiglio in questi casi è sempre lo stesso: chiamare subito il 112 (carabinieri) o il 113 (polizia).


Se non sapete come fare, chiedete aiuto a qualcuno più giovane della famiglia a anche ad un vicino e, soprattutto, non cedete mai alla richiesta di denaro da parte di sconosciuti.


Giuseppe Cerfeda


Cronaca

Arresto per detenzione e spaccio di stupefacenti

Con la droga in centro a Nardò. Fermato 29enne e disposta anche la perquisizione domiciliare che ha consentito il rinnovamento di marijuana, hashish e quanto necessario per la vendita dello stupefacente

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I poliziotti in servizio presso il Commissariato di Nardò, durante i servizi straordinari di controllo del territorio, finalizzati a rendere più incisive ed efficaci le attività di prevenzione e contrasto dei reati, hanno proceduto alla perquisizione di un gruppo di giovani che stazionavano nel centro cittadino, in una zona della vita notturna neretina e di aggregazione giovanile.

Nel caso di un giovane di 29 anni, dopo la perquisizione personale, si è ritenuto opportuno estendere l’accertamento all’abitazione dello stesso.

Sono così stati rinvenuti circa 140 grammi di marijuana, circa 77 gr. di hashish, un bilancino di precisione, un coltellino con lama di sette centimetri e numerose bustine di cellophane trasparenti utilizzate per confezionare lo stupefacente.

L’uomo, accompagnato presso il Commissariato per gli accertamenti di rito, è stato arrestato dalla Polizia di Stato.

Avvisato il PM di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce ne sono stati disposti gli arresti domiciliari.

 

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Andrano

Lupo ucciso a Castiglione, cacciatore a processo

LNDC Animal Protection annuncia che si costituirà parte civile. La presidente dell’associazione: «Faremo tutto ciò che è in nostro potere perché questa persona abbia una pena congrua al reato commesso. Ci stiamo battendo, anche in sede Europea con un ricorso tuttora pendente, perché sia annullato il declassamento per insussistenza di dati scientifici».

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Un lupo ucciso a colpi di fucile da caccia nelle campagne di Castiglione d’Otranto, c’è il rinvio a giudizio di un 67nne di Nociglia, che quindi sarà processato.

All’uomo, difeso dall’avv. Amilcare Tana, si contestano i reati di “uccisione di animali” e “abbattimento di specie protette”.

Il tutto per avere «con crudeltà e senza necessità, cagionato la morte di un esemplare di lupo, specie particolarmente protetta, contro il quale esplodeva un colpo con un fucile da caccia in località Castiglione di Andrano», si legge nel decreto di citazione a giudizio.

Si sono costituite come parte offesa diverse associazioni a tutela degli animali, aderenti al “Coordinamento a tutela del lupo e della fauna nel Salento”, difese dall’avvocato Anna Grazia Maraschio.

LA CRONACA

I fatti risalgono al 7 ottobre 2024 quando, nelle campagne di Castiglione d’Otranto, un uomo in abbigliamento mimetico e fucile da caccia sparò un esemplare di lupo, lasciandolo agonizzante per terra.

La scena fu notata da un automobilista che guidava in una stradina adiacente, che fotografò la scena e pubblicò le immagini sui social.

Da lì partirono le indagini dei Carabinieri Forestali di Tricase che, in presenza del testimone, si recarono sul posto.

Il corpo dell’animale fu trafugato ma sul terreno erano ancora presenti tracce di pelo e sangue, che furono prelevate dal personale tecnico del progetto Hic Sunt Lupi e in seguito analizzate dal corpo dei Carabinieri Forestali, analisi che confermarono come il materiale organico fosse riconducibile a un esemplare di lupo.

In poco tempo l’autore del gesto fu identificato e sottoposto a indagine.

Quindi il recente rinvio a giudizio.

L’uccisione di un lupo, infatti, è reato, punibile con una reclusione da 4 mesi a 2 anni.

LNDC ANIMAL PROTECTION PARTE CIVILE

LNDC Animal Protection annuncia che si costituirà parte civile nel processo a carico dell’autore della brutale uccisione di un lupo a Castiglione Andrano, in provincia di Lecce, all’inizio di ottobre scorso e per la quale aveva già sporto denuncia contro ignoti appena appreso il fatto.

L’uomo, un cacciatore, è stato incastrato grazie a un automobilista che passando in quella zona aveva notato l’animale a terra, pubblicando poi in rete la foto della scena: da qui erano successivamente partite le indagini dei Carabinieri forestali di Tricase. Nonostante il corpo fosse stato rimosso dal cacciatore, sono state sufficienti le tracce di pelo e sangue rimaste sul terreno per capire che si trattava di un lupo e, con l’avanzamento delle ricerche, è stato possibile poco dopo risalire anche all’autore del gesto, ora sottoposto a indagine e rinviato a giudizio.

«Un gesto di crudeltà gratuita e intollerabile per il quale speriamo ci possa essere una condanna esemplare», ha affermato Piera Rosati, presidente di LNDC Animal Protection, «la violenza contro gli animali è un sintomo di una società che ha perso il rispetto per l’altro, che sia animale o umano. Faremo tutto ciò che è in nostro potere perché questa persona abbia una pena congrua ai reati commessi. Ci stiamo battendo, anche in sede Europea con un ricorso tuttora pendente davanti al Tribunale dell’Unione Europea e già pubblicato nella gazzetta Ufficiale, perché sia annullato il declassamento del lupo per insussistenza di dati scientifici».

LNDC Animal Protection, infatti, si batte da numerosi anni e in diverse sedi in difesa del lupo, sostenendo con fermezza come le scelte politiche debbano essere basate su dati scientifici e non sugli interessi economici a breve termine di alcuni settori, che rappresentano una minoranza della cittadinanza. L’associazione ha sottolineato più volte come le misure di protezione verso i lupi dovrebbero essere potenziate e non ridotte come invece accade, facendo pressione perché si attuino politiche di gestione che bilancino le esigenze degli agricoltori con la necessità di preservare la fauna selvatica.

 

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Cronaca

Discarica abusiva nascosta dalla vegetazione

In un terreno di Seclì scarti edilizi ed elettrodomestici dismessi e anche materiali potenzialmente pericolosi, tra cui oli minerali esausti e frammenti di amianto. Carabinieri insospettiti da un furgone con il cassone visibilmente appesantito. Due denunciati e indagini per ricostruire l’intera filiera di provenienza dei rifiuti e accertare tutte le responsabilità

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Durante un ordinario servizio di controllo del territorio, una pattuglia della Stazione Carabinieri di Galatone si è imbattuta in una situazione che, a prima vista, sembrava rientrare nella consueta routine delle attività mattutine nelle campagne locali.

Un dettaglio, però, ha subito attirato l’attenzione dei militari: un furgone che procedeva lentamente lungo la contrada Orelle–Campilatini, con il cassone visibilmente appesantito.

Alla richiesta di arrestare la marcia, il conducente ha dichiarato di trasportare materiale edile di risulta, spiegando che si trattava di scarti provenienti da lavori di ristrutturazione eseguiti da una piccola impresa edile facente capo al fratello.

Tuttavia, l’uomo non era in grado di esibire il formulario di identificazione dei rifiuti, documento obbligatorio per autorizzarne il trasporto e tracciarne la provenienza.

Insospettiti dall’assenza della documentazione e dalle circostanze complessive, i carabinieri hanno ampliato i controlli nell’area circostante.

È stato sufficiente poco tempo per individuare, nel vicino territorio del Seclì, un terreno nascosto dalla vegetazione e adibito a discarica abusiva.

L’area, di proprietà privata e priva di qualsiasi autorizzazione, ospitava rifiuti non pericolosi, come scarti edilizi ed elettrodomestici dismessi e anche materiali potenzialmente pericolosi, tra cui oli minerali esausti e frammenti riconducibili a manufatti contenenti amianto.

I militari hanno immediatamente delimitato la zona interessata, procedendo contestualmente al sequestro del furgone e del materiale trasportato.

Le coordinate precise del sito sono state trasmesse alle autorità competenti, affinché vengano effettuate le necessarie verifiche ambientali e programmati gli interventi di bonifica del terreno.

Sono attualmente in corso approfondite indagini per ricostruire l’intera filiera di provenienza dei rifiuti e accertare eventuali responsabilità, anche in relazione alla gestione e allo smaltimento illecito da parte della società edile coinvolta.

La Procura della Repubblica di Lecce, unitamente agli organismi ambientali competenti, è stata immediatamente informata dai Carabinieri, che proseguono nelle attività investigative con l’obiettivo di tutelare l’ambiente e garantire il rispetto della normativa vigente.

Al momento sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Lecce due uomini del luogo, un 75enne e un 45enne.

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