Attualità
Tutti i risultati dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio di Bari
Tra le operazioni più importanti dell’anno, anche a livello nazionale, il rimpatrio dall’Austria del dipinto “Caritas Romana” di Artemisia Gentileschi

I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari presentano i risultati dell’attività operativa relativa all’anno 2022.
Il Nucleo Carabinieri TPC di Bari, nell’ambito delle attività investigative avviate sulle regioni di Puglia e Basilicata ma con riflessi sull’intero territorio nazionale e all’estero ha restituito, nel corso dell’anno 2022, al patrimonio culturale italiano, un ingente numero di beni culturali a rischio di definitiva dispersione sul territorio.
L’attività operativa evidenzia, nel 2022, una graduale diminuzione dei reati contro il patrimonio culturale, anche alla luce delle innovazioni legislative che hanno inasprito il sistema sanzionatorio, rendendo più efficace l’attività repressiva. Sotto quest’ultimo profilo il Nucleo di Bari ha deferito all’Autorità Giudiziaria 119 persone per reati di ricettazione, violazioni in materia di ricerche archeologiche, contraffazione di opere d’arte, violazioni in danno del paesaggio ed altre tipologie di reato previste dal Codice dei beni Culturali e del paesaggio e dal Codice Penale.
Sono state eseguite 26 perquisizioni domiciliari e locali che hanno consentito il recupero di 3.707 beni culturali (erano 2.009 nel 2021), di cui 5 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 3613 reperti archeologici, 80 reperti paleontologici oltre a 9 opere d’arte contraffatte, per un valore economico stimato in € 2.811.500 per i beni autentici e di € 255.000 per quelli contraffatti, qualora immessi sul mercato come autentici.
Particolare impulso è stato dato alla tutela delle aree archeologiche. Infatti, il fenomeno che ancora oggi minaccia maggiormente il patrimonio culturale in Puglia e Basilicata è sicuramente lo scavo clandestino che alimenta un traffico di reperti archeologici e numismatici di importanti proporzioni, intorno al quale ruotano enormi interessi economici e commerciali. Provengono da queste due regioni, del resto, gran parte dei reperti archeologici nazionali (spesso di inestimabile valore storico-culturale) illecitamente trasferiti e venduti all’estero.
In tale quadro, nel 2022, sono state adottate misure tese all’identificazione sia dei diretti responsabili degli scavi clandestini che dei fruitori dei beni archeologici estirpati dal territorio. Le molteplici indagini investigative hanno consentito il deferimento all’Autorità Giudiziaria di 11 persone per lo specifico reato di scavo clandestino ma anche, attraverso l’attento monitoraggio delle piattaforme Marketplace ed e-commerce, ormai divenuti canali preferenziali per la compravendita di arte, il recupero di oltre 2600 reperti archeologici databili III e IV sec. a.C. con il contestuale deferimento di 55 persone per ricettazione di beni culturali appartenenti allo Stato.
In materia di tutela del paesaggio sono state incrementate le attività finalizzate a perseguire la realizzazione di opere edilizie abusive o realizzate in difformità rispetto ai progetti approvati in centri storici o comunque in aree sottoposte a vincolo e in tale contesto sono state denunciate 29 persone.
Il costante impegno profuso dai militari del Nucleo TPC di Bari ha permesso, altresì, di esprimere un’efficace e coordinata azione preventiva e di controllo in Puglia e Basilicata, così riepilogata:
- 40 controlli a esercizi commerciali, mercati e fiere di oggetti antiquariali;
- 11 verifiche alla sicurezza anticrimine di musei, biblioteche ed archivi congiuntamente agli organi periferici del MiC con la finalità di individuare i punti di criticità dei sistemi difensivi;
- 86 controlli nelle aree archeologiche ritenute potenzialmente più esposte alle aggressioni criminali, svolti congiuntamente al personale delle Soprintendenze, del 6° Nucleo Elicotteri di Bari e dell’Arma Territoriale;
- 64 controlli ad aree tutelate da vincoli paesaggistici;
- 522 controlli di beni culturali nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti.
Tra le operazioni più importanti dell’anno, anche a livello nazionale, è sicuramente da menzionare “FREEZING” che ha consentito il rimpatrio, dall’Austria, del dipinto “Caritas Romana” di Artemisia Gentileschi.
La tela seicentesca, appartenente all’eredità del Conte Giangirolamo II Acquaviva, già conservato presso il Castello Marchione di Conversano (BA), era stato esportato illecitamente dal territorio nazionale nel tentativo di commercializzarlo all’estero. Due persone sono state indagate e deferite all’Autorità Giudiziaria per truffa ed esportazione illecita di beni culturali.
Le stesse, avevano presentato il dipinto, nel 2019, per il tramite di un’agenzia di intermediazione toscana, all’Ufficio Esportazione (del Ministero della cultura) di Genova, dissimulando l’attribuzione alla pittrice italiana di scuola caravaggesca Artemisia Gentileschi (1593 – 1653), dichiarando un valore economico decisamente sottostimato e tacendo il legame pertinenziale storicamente documentato con contesti architettonici vincolati (Castello di Conversano e, successivamente, Castello Marchione di Conversano, risalente al sec. XVI-XVII), riuscendo così ad ottenere un attestato di libera circolazione viziato dalla erronea rappresentazione e valutazione dei fatti posti a base della decisione della Commissione consultiva.
I privati proprietari, avevano fatto così uscire dal territorio italiano il dipinto seicentesco a olio su tela (cm. 121×147) di straordinario pregio storico-artistico raffigurante Caritas romana (Storia di Cimone e Pero narrata da Valerio Massimo nel Factorum et dictorum memorabilium libri IX), già appartenente alla grande collezione d’arte del Conte Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona (1600 – 1665), che lo aveva commissionato alla pittrice romana intorno alla metà del ‘600, affidandolo ad una prestigiosa Casa d’aste austriaca per massimizzare il ricavo economico derivante dalla vendita all’estero dell’opera, che sarebbe così stata sottratta definitivamente e irrimediabilmente al patrimonio culturale nazionale.
Le indagini, dirette dalla Procura di Bari, consentivano i rintracciare il dipinto presso la Casa d’aste in Vienna, dove veniva sottoposto a sequestro in esecuzione di un Ordine Europeo di Indagine (OEI) emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari e in esecuzione di un provvedimento di freezing previsto dal Regolamento Europeo 1805/2018 ed altresì di un sequestro preventivo emessi dal GIP del Tribunale di Bari in accoglimento delle richieste degli inquirenti, consentendo – con il coordinamento dell’organismo europeo di cooperazione giudiziaria penale Eurojust e la collaborazione della Polizia austriaca – di recuperare e rimpatriare l’opera, salvandola dal meccanismo speculativo implicante la definitiva sottrazione del bene al controllo statale sui beni culturali, ovvero la sua perdita a seguito di commercializzazione all’estero.
Altra importante attività investigativa avviata e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, consentiva di individuare una preziosa collezione archeologica, consistente in 103 reperti di natura ceramica risalenti al periodo compreso tra il V sec. a.C. e il I sec. d.C., di inestimabile valore storico-culturale ed importantissimo valore economico, custodita all’interno della sala riunioni della sede centrale della Banca Popolare di Bari. Le investigazioni, che hanno accertato l’assoluta estraneità della nuova dirigenza, secondo l’impostazione accusatoria, afferiscono ad un’operazione di compravendita di reperti archeologici perfezionata nell’anno 2009 dall’allora Amministratore Delegato dell’istituto bancario, che aveva fatto approvare al consiglio di amministrazione dell’istituto la proposta di acquisto per un controvalore di centomila euro a favore di collezionista privato.
Tuttavia la raccolta archeologica, pur essendo stata denunciata alla competente Soprintendenza dagli originari proprietari, non aveva mai ottenuto la dichiarazione di legittimità di possesso.
Le indagini hanno infatti acclarato l’illecita provenienza della stessa che, a fronte di una prima denuncia di possesso presentata nel 1993 nel numero di 41 reperti in piatti e vasellame, di fatto veniva incrementata fino a 103 pezzi formalmente e fisicamente ceduti alla Banca Popolare di Bari.
L’intera collezione, quindi, essendo interamente appartenente al patrimonio dello Stato Italiano, non essendo mai stata dimostrata la legittima detenzione in data antecedente al 1909 (Legge 364/1909), veniva sequestrata preventivamente su decreto del G.I.P. di Bari.
In data 14 settembre 2022 nel corso di una cerimonia questo Nucleo restituiva alla Chiesa di San Giovanni Battista in Casanova del Comune di Leonessa (RI) quattro preziose reliquie consistenti in un frammento della mangiatoia che fu la culla di Gesù Cristo, un frammento del mantello di San Giuseppe sposo, una porzione della cintura in cuoio di San Francesco D’Assisi e un frammento di pelle di San Carlo Borromeo, rubati dalla stessa Chiesa il 4 febbraio 1994 e recuperate da personale di questo Nucleo nel 2002 a seguito di una perquisizione eseguita in Perugia presso l’abitazione di un antiquario del posto.
Attualità
Delizie salentine in pasticceria
Abbiamo chiesto ad alcuni tra i pasticceri più rinomati del territorio quali leccornie proporranno per le prossime feste di fine anno. E abbiamo scoperto che…

IL PASTICCIOTTO – MORCIANO DI LEUCA
Come ogni anno il periodo di Natale porta con sé la voglia di staccare la spina dal lavoro e vivere la magia delle feste assieme alla famiglia e agli amici.
Per contribuire a rendere magici questi momenti la pasticceria di Morciano di Leuca ricerca e realizza dolci di natale genuini con materie prime di qualità e lavorazioni lente ed accurate: «Il panettone è uno dei dolci simbolo del Natale e lo realizziamo in tante versioni: dal tradizionale fino alla novità 2023, il panettone con gocce di caramello e arachidi salate.
Non possono mancare i prodotti della tradizione come le cartellate, i tronchi in pasta di mandorle, cioccolatini e biscotti natalizi in eleganti confezioni e tanto altro. Vi aspettiamo nella nostra pasticceria per acquistare e gustare tutte le nostre creazioni.
Buon Natale a tutti e felice anno nuovo».
MILLE VOGLIE – SPECCHIA
Dopo aver festeggiato l’ennesimo premio (il Miglior gelato tradizionale internazionale al concorso milanese di ottobre organizzato da Host (International hospitality exibition), la pasticceria Mille Voglie si prepara per il prossimo Natale.
La garanzia che offre la pasticceria specchiese è certificata proprio dai tanti premi conferiti al maestro artigiano Giuseppe Zippo: Miglior panettone artigianale tradizionale (Milano 2016); primo classificato al Panettone artigianale scuola piemontese (Torino 2016); Miglior panettone del mondo FIPGC (Roma 2020); Miglior panettone al cioccolato “Giuria Popolare” (al Panettone senza confini nel 2022).
E anche quest’anno, per Natale, saranno tante le novità succulente, sempre serbando la qualità artigianale, marchio inconfondibile della produzione Mille Voglie.
DOLC’È – MAGLIE
Il cofanetto degustazione con tre panettoni (Milano, fichi e noci, pasta di mandorle e arancia) è la novità di quest’anno proposta dalla nota pasticceria magliese.
Gettonatissimi restano «il Panettone al Profumo di Fragola ed il Panettone al Caramello, che sono dei panettoni al cioccolato artigianale aromatizzato Valrhona.
Per i tradizionalisti è irrinunciabile il Panettone Milano, la cui preparazione segue tutti i criteri e gli standard per la certificazione di artigianalità.
Quell’artigianalità che ci contraddistingue e che uniamo all’esperienza della scuola dei grandi maestri Massari e Biasetto, per sorprendere sempre i nostri clienti».
DOLCEMENTE – TRICASE
Il Pandoro di qualità: sarà il marchio di fabbrica della pasticceria di via Roma.
Dolcemente ripropone il Panettone Noir che tanto successo ha già riscosso l’anno scorso: «È il panettone con cui abbiamo vinto la medaglia d’oro per il Panettone Innovativo al Puglia Cake Festival. Ha un impasto al cioccolato fondente al 70%, glassato al fondente ed abbinato ad una crema spalmabile al rhum. Tutto rigorosamente artigianale. Un prodotto che racchiude le nostre certezze: la materia prima di qualità («cui non rinunciamo nemmeno in un periodo di difficili rincari») e la passione del nostro personale, giovane ed intraprendente».
Andrano
Essere Salentini, la parola ai Dirigenti scolastici
Questa volta per il tema cosa significa essere salentini oggi – Simu salentini – abbiamo sondato il mondo della scuola, e con essa chi la vive in prima persona, chi la forgia e si spende…

Questa volta per il tema cosa significa essere salentini oggi – Simu salentini – abbiamo sondato il mondo della scuola, e con essa chi la vive in prima persona, chi la forgia e si spende quotidianamente per modellare le generazioni del futuro, quelle generazioni alle quali passeremo il testimone in corsa: la speranza quella di salvaguardare il tracciato delineato e credere in generazioni future che colgano il meglio, laddove esiste, della messe dei loro padri.
Rina Mariano, Nata a Botrugno, vive a Tricase. Dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “Tricase – Via Apulia”
Vivere nel Salento da donna, da madre, da dirigente del mondo della scuola: essere nata dalle nostre latitudini e averci vissuto l’adolescenza, in un paesino dove il valore della famiglia e degli amici diventa un “per sempre”, dove le passeggiate negli uliveti de “Li Paduli” ti riempiono i polmoni d’aria sana, dove non si conoscono le montagne ma si gode del mare pulito, del sole che illumina le giornate, ti segnano la personalità.
Una terra, il Salento, incorniciata tra due mari, che nella storia è stata influenzata dalle più svariate culture e che ha fatto proprio il senso dell’accoglienza.
Il salentino che incrocia (o cerca) lo sguardo di una persona sconosciuta, “straniera”, o di un anziano, esprime con semplicità il senso del rispetto con il saluto.
Quel rispetto che trasforma quel “lei” in “signoria”. L’essere salentini è una virtù da tramandare come una delle tante tradizioni che ci contraddistinguono. Dalla nostra terra, però, spesso si deve partire e andare lontano.
Ho studiato nell’Università salentina che nulla ha da invidiare alle altre ma ho anche lavorato lontano da casa e so cosa vuol dire.
Conosco bene la durezza del distacco anche perché tanti anni fa mio padre, come tanti altri, fu costretto a lavorare per lunghi periodi in Svizzera per sostenere la famiglia. Più avanti hanno fatto le valigie anche mio fratello e mia sorella.
Di tempo ne è passato ma, purtroppo, da questo punto di vista, poco è cambiato.
Oggi la cosa più dura è dover accettare, per il loro bene, che anche i nostri figli, dopo gli studi, scelgano di andare altrove: per confrontarsi con i migliori nel loro settore e crescere professionalmente o solo per avere un’opportunità.
Ecco, il mio sogno è che, se non i nostri figli, almeno la generazione che verrà dopo possa avere l’opportunità di brillare di luce propria senza dover lasciare il Salento.
Come al solito molto passa dalla scuola che ha anche il compito di cambiare il tessuto sociale dalle fondamenta. Ma, ahimè, non basta.
I politici a tutti i livelli, gli amministratori, dovrebbero fare uno sforzo per avvicinarci al resto dell’Italia e, oggi è doveroso, al resto del mondo. Anche geograficamente. La rivoluzione del web ha avvicinato le distanze ma solo virtualmente.
Nella realtà noi per prendere un aereo dobbiamo arrivare a Brindisi o, più spesso, a Bari. E, se ci si affida ai trasporti pubblici, diventa un viaggio interminabile, quello che occorre per coprire quelle distanze siderali che ancora ci dividono dal resto del mondo.
Rina Mariano
Essere salentini per me – che lavoro con i giovani – significa, innanzitutto, far uscire i ragazzi da quell’idea di autoreferenzialità che soffocherebbe la loro naturale voglia di crescere.
La sfida, allora, è quella di coniugare l’identità delle origini con l’apertura ad altre realtà. Se il Salento non è l’ombelico del mondo, occorre rifuggire da due rischi opposti: da un lato, non apprezzare la nostra terra, la nostra storia, i nostri beni artistici e le nostre bellezze naturali, e, dall’altro, ritenere che il Salento sia la realtà migliore possibile e quindi che non necessitiamo di alcun possibile contributo che ci venga dalla contaminazione con altri mondi.
Per questo ho sempre proposto agli studenti percorsi di apertura e di scambio (vedi progetti Erasmus) così da conoscere altre realtà ma anche far conoscere ad altri ragazzi, anche provenienti dall’estero, il nostro territorio.
Alcuni valori, tipicamente salentini, come quello della apertura alla solidarietà sono quanto mai preziosi per i nostri tempi; in questo, la tenuta delle famiglie e la ricchezza di umanità che viene dai nostri piccoli centri urbani (a dimensione di persona) costituiscono autentici tesori, oltre a quelli del mare e della entroterra, che devono essere innanzitutto conosciuti e quindi esportati.
Ma guai se i nostri ragazzi pensassero di potersi chiudere! Del resto il Salento, terra tra due mari e proiettata nel Mediterraneo, ha la vocazione allo scambio. In questo scambio e su questo scambio può costruirsi il futuro anche per i nostri giovani.
Se dovessero decidere di andare, per qualche tempo fuori o per motivi di studio o per motivi di lavoro, devono mantenere forte il legame con la loro terra e, nella logica dello scambio, esportare i loro sani valori e la loro voglia di realizzarsi per poi acquisire esperienze e riportarle qui da noi.
Quanti ragazzi usciti dai nostri Istituti si sono affermati in Italia e all’estero. Dobbiamo ora creare le condizioni per un loro ritorno e per favorire l’inserimento sin da subito qui da noi.
Le occasioni non mancano e la fantasia e la determinazione, tipiche di noi salentini, costituiscono preziosi ingredienti che possono aiutare i nostri ragazzi in questo percorso. Salento non ombelico del mondo, ma neppure un passo indietro rispetto al mondo.
Chiara Vantaggiato
Anna Lena Manca, di Nardò. Dirigente scolastico dell’I.I.S.S. “Don Tonino Bello – Nino della Notte” di Tricase, Alessano e Poggiardo

In questo angolo di cielo dove tutto sembra essere immobile non si può non essere sognatori… d’altronde come si fa a visitare il Salento e non sognare? Chilometri di spiagge e scogliere, paesaggi brulli e muretti a secco, resti di olivi secolari e tradizioni tanto radicate che sembrano intagliate nel carparo del barocco leccese… e poi il Sole che dall’alba al tramonto racchiude tutto in un arcobaleno colori, sapori, odori. Se sorvoli il Salento in una qualsiasi giornata di estate al tramonto ti porti negli occhi il blu cobalto delle coste sull’ Adriatico e il rosso infuocato di quelle sullo Ionio.
Ma non mancano le criticità. Sono state proprio le difficoltà insormontabili primo fra tutti la mancanza di lavoro a incoraggiare l’emigrazione, lo spopolamento dei piccoli centri e la conseguente perdita di patrimonio culturale. La denatalità fa il resto.
Un dato di fatto che deve far invertire la rotta, animando un “ritorno alle origini”. Anche la scuola, prima agenzia educativa, ha adottato il motto “si può fare diverso” e IISS “Don Tonino Bello” sta cercando, tra mille difficoltà, di trasformare le criticità in opportunità per un territorio che per sua morfologia richiede resilienza… Obiettivo? Permettere la restanza dei giovani, riscattare questa terra tanto ricca, ma ostica.
Il salentino sognatore ha caratteristiche diverse da ogni altro sognatore, è tenace e resiliente, portato per natura a puntare a un obiettivo e a raggiungerlo, spinto da una profonda convinzione che crederci è voce del verbo riuscire.
L’ IISS Don Tonino Bello ha visto nel Salento un crocevia all’avanguardia per ciò che concerne la mobilità , un ponte nel Mediterraneo sperimentato negli anni quale attraversamento di popoli che per motivi diversi sono approdati sulle nostre coste; ha aperto le proprie porte all’ istanze del territorio raccogliendo richieste e suggerimenti convinto che le professioni e i mestieri artigiani tradizionali debbano essere contaminati da innovazione continua per essere protagonisti e vettori della Salentinità nel mondo globalizzato.
La sostenibilità ambientale e le nuove tecnologie hanno portato la scuola, acceleratore e incubatore di idee, a cavalcare l’onda dei fondi PNRR e a potenziare non solo i laboratori aeronavali già esistenti dotandoli di tecnologie all’avanguardia, ma insieme all’ ITS Aerospazio Puglia ha portato nell’estremo sud l’Istruzione Tecnica Superiore, ossia una formazione di eccellenza e alta specializzazione tecnica post diploma molto apprezzata e conosciuta nel resto d’Europa per la percentuale di occupazione.
L’istituzione di due corsi di “Tecnico Superiore per la Manutenzione Motori Aeronautici e Navali” e “Tecnico Superiore per la Mobilità Sostenibile Aeronavale” permetterà ai futuri tecnici di acquisire competenze e conoscenze sul campo relative alla mobilità sostenibile e alla manutenzione dei motori aeronavali per agevolare la mobilità di persone, merci, soccorsi, oltre che a destagionalizzare il turismo lungo tutto il tacco d’Italia.
“Siamo certi che vincendo questa sfida daremo ai nostri studenti e a questo fazzoletto di terra un motivo per restare. Si può fare, bisogna cercare di dare nuova linfa a questo territorio, permettere la “Restanza” a chi crede e vuole rimanere nel Salento, questo è il must in cui credere per svoltare, una nuova etica che rovescia la situazione dei nostri padri, da vivere con coraggio, come una scommessa, guardando oltre e creando un nuovo indotto, ridando dignità a una terra meravigliosa, risvegliando il senso di appartenenza che, da buoni salentini, custodiamo.
Anna Lena Manca
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Ivano De Luca, di Matino. Dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Andrano
Sono un dirigente scolastico nel cuore del Salento, un catalizzatore di cambiamento in un contesto che ha bisogno di evolversi. La mia missione è cercare di rompere le barriere del campanilismo e della didattica consolidata, aprendo la strada a un’educazione inclusiva e innovativa che rifletta le sfide del nostro tempo.
Inizio dalla consapevolezza delle barriere architettoniche e mentali che limitano la nostra crescita. Non solo parlo di muri fisici, ma di confini che restringono la mente. Voglio che la scuola salentina sia aperta a tutti, un luogo dove ogni studente trovi ispirazione, indipendentemente dalle radici geografiche anche con progetti basati su una didattica innovativa. In un mondo che cambia rapidamente, non possiamo permetterci di restare ancorati a metodi di insegnamento obsoleti.
Laboratori e approcci creativi sono le chiavi per preparare i nostri studenti alle sfide del futuro, rendendo la scuola un luogo dinamico e stimolante. Un’altra sfida è convincere la comunità sull’importanza di una scuola sempre aperta, anche quando il richiamo del mare nei mesi caldi sembra irresistibile, perché la scuola è un rifugio sicuro e formativo, che sfida l’idea che l’apprendimento debba fermarsi durante l’estate abbandonando i giovani alla nullafacenza, quando loro stessi dovrebbero essere i fautori della rinascita della nostra terra.
E infatti nel perseguire l’avanguardia, non dimentico le «radici ca tenimu». Il nostro patrimonio naturale e culturale è una risorsa inesauribile. Incentivare la passione verso l’agricoltura è la mia risposta. Non solo per trasmettere abilità pratiche, ma per alimentare il desiderio di investire nel nostro territorio.
Immagino una nuova generazione di imprenditori che puntano sulle tradizioni dei nonni, contribuendo così al possibile ripopolamento del territorio salentino.
La realtà è che la scuola in Salento deve diventare un’anteprima di opportunità, un trampolino di lancio per i nostri ragazzi verso il successo in metropoli e oltre. Analizzando attentamente le opportunità lavorative locali, possiamo offrire una prospettiva socio-economica che dia una svolta alla vita dei nostri giovani.
La Scuola nel Salento deve plasmare un futuro in cui l’educazione “salentina” sia competitiva, inclusiva e radicata nelle nostre tradizioni. La scuola deve essere il faro che illumina il cammino dei giovani, preparandoli a un viaggio che li porterà non solo nelle metropoli, ma anche a valorizzare e contribuire al rinascimento del Salento, un luogo che merita di essere riscoperto tutto l’anno.
Ivano De Luca
Attualità
Dopo The Voice Kids, Mattia di Calimera spopola sul web e i social
Mattia affetto da una malattia rara alla gambe, ha trascorso molto tempo della sua giovane vita all’ospedale Gaslini di Genova dove ora canta e trasmette per Radio per i bambini ricoverati…

Mattia emozione a The Voice Kids e spopola sul Web.
Il tredicenne di Calimera sta riscontrando un’enorme successo dopo la sua esibizione nel programma trasmesso su Rai 1, ieri sera, condotto da Antonella Clerici.
Mattia affetto da una malattia rara alla gambe, ha trascorso molto tempo della sua giovane vita all’ospedale Gaslini di Genova dove ora canta e trasmette per Radio per i bambini ricoverati.
Mattia è stato accompagnato alla terza puntata delle blind dalla sua famiglia e dal suo vocal coach Tony Frassanito. Non ha avuto la gioia di essere scelto da Gigi D’Alessio e Loredana Bertè che erano gli unici
alla ricerca di un concorrente visto che Clementino e Arisa avevano completato già la loro squadra.
Non fortunato ad essersi esibito alla fine delle selezioni, è un fan di Albano ed ha cantato “E’ la mia vita”, in modo impeccabile. Dopo l’esibizione il pubblico gli ha regalato una standing ovation e ha duettato con Gigi D’alessio con la canzone “U surdat’ innamuratu”.
il link dell’esibizione:
https://www.raiplay.it/video/2023/12/the-voice-kids-2-mattia-canta-la-mia-vita-08122023-274e97e1-9f96-4c3f-ba27-dee9bb3a8d88.html
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