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Bagnolo del Salento

Xylella, il punto dai frantoi della provincia

C’è luce in fondo al tunnel? Il punto su passato, presente e prospettive future dell’olivicolo salentino con chi è del mestiere e vive quotidianamente le difficoltà di un settore in crisi

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Abbiamo fatto un giro per i frantoi del Salento per chiedere a chi vive a contatto con gli ulivi qual è oggi la situazione, quali sono le responsabilità del disastro provocato dalla Xylella sul territorio e quali sono le prospettive future per il settore olivicolo nostrano. (Leggi anche l’intervista sul tema al professor De Bellis: “Per il Salento ormai è tardi”)


Quintino Palma – Frantoio Fratelli Palma di Cursi



Proprio questa settimana ci è arrivata la pec che ci autorizza all’espianto degli alberi secchi che ancora sono sui nostri terreni. È la seconda fase di reimpianti per i nostri circa 100 ettari di terreno. Con la prima, abbiamo sostituito solo il 30% degli alberi secchi. Siamo ancora in alto mare: di questo passo, possiamo dire che inizieremo a produrre tra qualche anno.


La Comunità Europea è tra i maggiori responsabili dell’accaduto. Oggi è acclarato che la Xylella è entrata in Europa per mezzo di piante importante dall’Olanda. Non è un caso che il batterio si sia diffuso anche in altri Paesi. Se si fossero disposti i dovuti controlli, non saremmo giunti a questo punto.


Il problema in Italia si è ingigantito a causa del negazionismo degli ambientalisti che hanno fatto perdere del tempo prezioso facendoci giungere ad un punto di non ritorno. Altrove, le piante infette sono state immediatamente espiantate (come accade oggi nel nord della Puglia), senza indugiare e lasciare spazio alla diffusione del batterio.


Vedo male il futuro perché gli uliveti si stanno diffondendo in tutto il mondo. Questo vuol dire che la concorrenza aumenta: l’ulivo oggi è sempre più diffuso anche dall’altra parte del pianeta, come in Argentina ed in Australia.


Ci può tenere a galla la qualità del nostro olio. Nella speranza che vi saranno altre varietà resistenti, da affiancare a Favolosa e Leccina, con le quali (quest’ultima in particolare) lavoriamo già da tempo. La certezza che abbiamo maturato è che la Xylella non sparirà: dovremo abituarci a conviverci.


Marta e Consiglia Lisi – Azienda agricola Merico di Miggiano



All’inizio eravamo smarriti, confusi, abbandonati a noi stessi. Poi abbiamo realizzato che tutta la nostra competenza rischiava di andare perduta e, con  tanti sacrifici e tentativi, abbiamo osservato le strategie che la pianta usava per sopravvivere. Piccoli segnali che ci hanno incoraggiato nel proseguire con l’utilizzo di sostanza organica sui terreni, selezione dei polloni più vigorosi e potature mirate. Alla fine siamo riusciti a fare sia l’olio extra vergine che una piccola produzione di olive Cellina di Nardò in salamoia. Per noi è stato un segnale importante che rafforza la volontà di valorizzare ancor di più le nostre varietà autoctone.


In merito alle responsabilità non abbiamo certezze, ma se la zona focolaio fosse stata debitamente isolata e le piante distrutte in campo chissà… Nel frattempo, non dimentichiamo che la legna dei nostri ulivi malati continua a viaggiare sconsideratamente fuori dal Salento, mentre al contempo si è impedito ai vivaisti di vendere possibili piante ospiti per evitare di diffondere la malattia: questo racconta con che incoerenza è stata affrontata l’emergenza.


Sarebbe stato importante, anche se non risolutivo, aiutare economicamente gli olivicoltori a incrementare la fertilità dei suoli con sostanza organica, per pensare a una vera ripartenza olivicola e per azzerare gli errori degli anni passati, segnati da diserbo e concimazione chimica spinta che hanno minato la storica biodiversità dei questo territorio.


La perdita delle nostre varietà antiche Cellina di Nardò e Ogliarola salentina è incalcolabile in termini di storia, paesaggio, sostenibilità ambientale e valore nutrizionale. Da queste varietà abbiamo prodotto oli extravergini premiati in tutto il mondo (l’Assam ha dedicato loro nel catalogo degli oli monovarietali un capitolo a parte, per l’importanza e l’unicità delle loro caratteristiche) ed eravamo arrivati al punto che spesso la domanda superava l’offerta per quest’olio speciale.


Il domani è spaventosamente appiattito su un’idea di agricoltura industriale, non adatta alla configurazione storica e culturale dei nostri territori. Sono state spazzate via, in un colpo solo, le peculiarità delle nostre varietà millenarie. In questo modo, il Salento diventerà l’Andalusia italiana, con i suoi impianti olivicoli intensivi con i piccoli proprietari che, per pochi spiccioli, saranno il latifondo di pochi grandi proprietari.


Noi continueremo ad impegnarci per diffondere un’idea di agricoltura che mira alla salvaguardia delle risorse e guarda alla sostenibilità ambientale, preziosa risorsa per le future generazioni e che non può non contrapporsi a un’idea di agricoltura depauperativa delle risorse naturali.


Marco Passaseo – Oleificio San Marco di Torrepaduli


Dall’arrivo della Xylella, il trend non è più cambiato se non per piccole irrilevanti isole verdi. Oggi manca il 95% della produzione rispetto all’ultima campagna olearia del 2015. Di questo 5% rimasto, quest’anno vivremo un’annata al 30%. La produzione dell’olivo, si sa, è altalenante. Veniamo da un 2021 che è stato un anno di carica, quindi per questa stagione è attesa una forte flessione.


Con questi numeri e col caro energia, il rischio concreto è di andare in perdita. La molitura, che prima costava tra i 10 ed i 12 euro, adesso arriva a costare fino a 30 euro al quintale.


Oggi è difficile salvare qualcuno dall’analisi di responsabilità. Forse solo la scienza, tra le parti in causa, ha colpe relative. La politica, in particolare, ha mancato in sostegno (le pratiche di reimpianto con la Regione sono decollate solo nel 2019) e tempismo (la perdita di tempo è pesata più di ogni altra cosa).


Se penso al domani mi vengono in mente solo due parole: game over. In Salento non esisterà più una economia dell’olio. Soprattutto nella nostra zona, una larghissima fetta di agricoltori era costituita da hobbisti, che oggi hanno giocoforza abbandonato. Nella fascia d’età tra i 30 ed i 50 anni non c’è più manodopera. Manca anche una prospettiva futura nelle nuove generazioni: chi vogliamo che si avvicini ad un settore vittima di una crisi irrisolta da quasi 10 anni?


Giovanni Melcarne  – Frantoio Forestaforte di Gagliano del Capo



L’andazzo continua ad essere critico. Sin dalla comparsa della Xylella, la produzione è in costante calo. È ancora presto per raccogliere il frutto dei reimpianti ed a tutto ciò si aggiunge il costo crescente della produzione. Gli impianti per la molitura sono energivori ed all’aumento della spesa non corrisponde un pari aumento dei prezzi. Per questo i ricavi continuano a calare. È una situazione simile a quella che si sta verificando nella produzione del grano.


La responsabilità è diffusa. Pesa fortemente quella politica. Le stanze del potere sono chiamate a prendere decisioni ma in questo caso non lo hanno fatto quando era il momento. Hanno invece preso tempo appoggiandosi al negazionismo che in principio dilagava. Va detto, però, che avrebbe giovato anche maggiore consapevolezza nel mondo agricolo. Consapevolezza che oggi manca in terre sin qui più fortunate della nostra, come il Barese o il nord Salento. Lì non stanno agendo preventivamente: credono di essere immuni. Verranno presto travolti anche loro dalla Xylella, ma avranno un vantaggio: lo scotto dell’impasse lo abbiamo già pagato noi, loro troveranno il piatto pronto.


Per il futuro, fortunatamente le nuove cultivar permettono un miglioramento genetico e ci consentono di aumentare la biodiversità: è un modo per frazionare il rischio.


Chi associa questo processo di innovazione ad una perdita d’identità non fa che riempirsi la bocca di sciocchezze e complottismo da quattro soldi. Lo stesso ulivo non è una pianta originaria della nostra penisola. L’identità si costruisce con prodotti di qualità, serietà delle aziende, tutela delle risorse umane e dell’ambiente, e non con la sola conservazione delle specie. Diverso è vedere la questione dalla prospettiva del marketing e del territorio. In tal caso, va ricordato che alcune delle piante più promettenti tra le nuove cultivar sono nate con patrimonio genetico della Cellina di Nardò. Questo vuol dire che, se piantate in giro per il mondo, si porteranno dietro il nome salentino.


Gianvito Negro Valiani – Agricole Negro Valiani di Presicce-Acquarica


I primi 3-4 anni dall’avvento della Xylella hanno segnato un calo drastico della molitura. La nostra produzione è dimezzata, mentre la molitura presso il nostro frantoio è scesa al 60-70% rispetto ai quantitativi pre-emergenza.


Poi abbiamo vissuto una fase di assestamento. Una stabilizzazione su livelli, però, molto più bassi dei precedenti. Il contraccolpo patito dalla nostra azienda è stato fortunatamente parziale perché le nostre piante erano già per il 50% Leccine.


Ora stiamo reimpiantando ciò che abbiamo perduto, ma è un percorso molto lento. C’è ancora da attendere a lungo prima che le nuove piante entrino in produzione.


Non è facile identificare un capro espiatorio. Per me le responsabilità sono condivise. In questo calderone ci sono le associazioni di categoria che si sono subito divise; c’è la politica che ha avuto paura di prendere posizione e di decidere, affossando intere aree come  è accaduto col Gallipolino; ci sono gli agricoltori che si sono opposti al taglio delle piante e c’è anche la scienza che, seppur con l’attenuante dell’essersi trovata dinanzi a qualcosa di sconosciuto, avrebbe dovuto spingere di più e subito sull’eradicazione.


Ci attende un domani diverso. Ci stiamo lasciando alle spalle un pezzo di storia andato perduto. Con esso, perdiamo fortemente in identità ed il rischio più grande è quello di perdere, di pari passo, in appeal. La grande selezione che verrà fatta di qui in avanti farà somigliare il mondo dell’olio a quello del vino, ormai orientato verso il monovitigno.


Lorenzo Zito


Alessano

Troppi incidenti stradali: Osservatorio convocato in Prefettura

La nostra la provincia pugliese interessata dal maggior numero di incidenti stradali mortali. Condivisa l’opportunità di adottare misure finalizzate alla messa in sicurezza delle strade, al contrasto dei comportamenti irresponsabili e all’ educazione alla guida sicura

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Focus sull’emergenza incidenti stradali nel Salento.

Nel 2021 la nostra è stata la provincia pugliese interessata dal maggior numero di incidenti stradali mortali.

La Prefettura ha convocato l’Osservatorio per il monitoraggio degli incidenti stradali e per l’individuazione e adozione di misure di prevenzione e contrasto delle principali cause.

L’osservatorio, presieduto dal Prefetto di Lecce Maria Rosa Trio, ha visto la partecipazione dei vertici delle Forze di Polizia, dei rappresentanti degli enti proprietari delle strade del territorio provinciale, nonché degli Enti locali, dell’Associazione “Alla conquista della vita” e di tutte le istituzioni a vario titolo interessate alle problematiche della sicurezza stradale.

Partendo dall’esame dei dati statistici elaborati da ASSET, è stata elaborata una mappatura dei tratti stradali più esposti all’incidentalità.

Il Prefetto ha evidenziato la necessità di una riflessione corale, sottolineando come «la complessità del fenomeno renda necessario assicurare sin da subito risposte di sistema da sviluppare con un approccio integrato, che elabori un quadro organico di interventi utili alla prevenzione ed al contrasto delle condotte di violazione del Codice della Strada, che rappresentano spesso le principali cause di incidenti stradali anche gravi».

Solo nel 2021, a seguito dell’attività di accertamento svolta su strada dalle Forze di Polizia, sono stati adottati dalla Prefettura circa 500 provvedimenti di sospensione cautelare della patente per guida in stato di ebbrezza per uso di alcool e sostante stupefacenti.

Al termine dell’incontro, i presenti hanno condiviso l’opportunità di porre in essere un’azione sinergica con misure finalizzate alla messa in sicurezza delle strade utilizzando i proventi delle sanzioni amministrative ( e quindi miglioramento della segnaletica e dell’illuminazione degli attraversamenti e dei percorsi pedonali, diffusione di dissuasori di velocità), implementazione del contrasto dei comportamenti irresponsabili (come guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti, uso di telefono cellulare, eccesso di velocità), interventi informativi, di sensibilizzazione e di educazione alla guida sicura (in raccordo con le Istituzioni scolastiche).

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Bagnolo del Salento

Lente della GdF su gare pubbliche in 4 Comuni: perquisizioni e sequestri

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Guardia di Finanza al lavoro per alcuni sospetti su appalti che riguarderebbero i Comuni di Bagnolo, Maglie, Ruffano e Sanarica.

Le fiamme gialle hanno operato, nella giornata di ieri, delle perquisizioni e dei sequestri all’indirizzo di una decina tra imprenditori, tecnici ed amministratori. Operazioni lontane dagli uffici pubblici e che al momento non vedono indagato nessun sindaco. Non tutti coloro che sono stati destinatari di perquisizioni e sequestri, inoltre, sono nel registro degli indagati.

Lente d’ingrandimento su alcune gare pubbliche con le seguenti ipotesi di reato: associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta nella scelta del contraente.

Posti sotto sequestro documentazione, supporti digitali ed alcuni cellulari e pc che verranno passati al setaccio dai tecnici, alla ricerca di elementi utili per il prosieguo dell’inchiesta condotta dal pm Maria Vallefuoco.

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Attualità

Riduzione o sospensione erogazione idrica in 7 località

Lavori in corso tra mercoledì 25 e giovedì 26: erogazione acqua sospesa o ridotta a Castro, Santa Cesarea, Giuliano, San Dana, Carpignano Salentino, Cannole e Bagnolo del Salento

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Continuano i lavori di Acquedotto Pugliese in diverse località della provincia. Lavori che prevedono la sospensione dell’erogazione dell’acqua per alcune ore.

In particolare negli abitati di Castro e Santa Cesarea Terme (dove i lavori riguardano l’inserzione di nuove opere acquedottistiche nel serbatoio CA011) sarà ridotta temporaneamente la pressione idrica nell’intero abitato di mercoledì 25 maggio.

La riduzione avrà la durata di 8 ore, a partire dalle ore 8 con ripristino alle ore 16.

Giovedì 26 maggio toccherà agli abitati di Giuliano del Comune di Castrignano del Capo e San Dana di Gagliano del Capo interessati da interventi per il miglioramento del servizio. La sospensione avrà la durata di 6 ore, a partire dalle ore 8,30 con ripristino alle ore 14,30.

Sempre giovedì 26 maggio per i lavori riguardano l’inserzione di nuove opere acquedottistiche nel Partitore di Bagnolo del Salento disagi negli abitati di Carpignano Salentino, Cannole e Bagnolo del Salento.

Per consentire l’esecuzione dei lavori, sarà necessario ridurre temporaneamente la pressione del servizio idrico dalle ore 14 con ripristino alle ore 20.

In tutte le zone interessate dai lavori disagi saranno avvertiti esclusivamente negli stabili sprovvisti di autoclave e riserva idrica o con insufficiente capacità di accumulo.

Acquedotto Pugliese raccomanda i residenti delle aree interessata di razionalizzare i consumi, evitando gli usi non prioritari dell’acqua nelle ore interessate dall’interruzione idrica. I consumi, infatti, costituiscono una variabile fondamentale per evitare eventuali disagi.

 

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