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Matilde Montinaro: «Conta solo il ricordo di Antonio»

La replica alla lettera dei fratelli che hanno “disertato” la manifestazione di Calimera in occasione del 60° compleanno dell’ex caposcorta del giudice Falcone: «Tengo a ricordare a Brizio che commemorare nostro fratello e, quindi, partecipare agli eventi in sua memoria è un dovere morale che prescinde da contrasti familiari e da chi organizza gli stessi; inoltre, nessuna frase scomposta e sguaiata potrà mai macchiare la bellezza del percorso della nostra Associazione: mai – e ripeto mai – essa fermerà la mia voce, che non è solo mia, ma è anche e soprattutto quella di Antonio, che voce non ha più»

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In occasione delle manifestazioni tenutesi a Calimera nell’ottobre scorso in concomitanza con quello che sarebbe stato il 60° compleanno di Antonio Montinaro, a margine del programma delle


giornate della memoria organizzate dall’Associazione “Nomeni”, abbiamo riportato le spiegazioni sulla loro annunciata assenza di Brizio e Donata Montinaro, rispettivamente fratello e sorella maggiore dell’ex caposcorta di Giovanni Falcone.


Per completezza di informazione riceviamo e pubblichiamo la lettera a firma di Matilde Montinaro appena ricevuta in redazione.


La lettera di Matilde Montinaro


«La verità è ben diversa da quella contenuta nell’articolo di stampa cui mi riferisco, a cominciare dal fatto che la rottura del rapporto di fratellanza con Brizio non è avvenuta per mia volontà, bensì per il carattere spigoloso che lo ha portato a rompere i rapporti non solo con me, ma anche con le altre sorelle, per motivi a lui ben noti. Credo che Brizio abbia un po’ le idee confuse e dimentichi che l’Associazione “Nomeni per Antonio Montinaro” è stata fortemente voluta dal Sig. Vito Bergamo. Infatti, tutto ha avuto inizio nel 2007, quando proprio Vito Bergamo ha avuto l’idea di presentare un progetto nelle scuole, istituendo un Premio nel nome di Antonio: ne parlò con nostra madre e, su consiglio della stessa – forte della volontà espressa da lei – decise di coinvolgermi, presentandosi a casa mia e chiedendomi di far parte di quel progetto. Il lavoro svolto nelle scuole fu straordinario e Vito pensò di continuare quel percorso istituendo un’Associazione che portasse il nome di Antonio, coinvolgendovi anche chi aveva partecipato al progetto stesso. Mai e ripeto mai da parte di Brizio, né di qualcun altro, c’è stata la volontà di far parte dell’Associazione; né tanto meno se ne parlò a Palermo, nel maggio 2008. È inconcepibile e molto irrispettoso, inoltre, nei confronti della dott.ssa Rossana Roma che Brizio si arroghi il merito di essersi attivato per l’elaborazione dello statuto associativo; tale documento fu redatto, infatti, dalla stessa Rossana, con lo sguardo attento del compianto amico Luigi Russo. Per la realizzazione del logo, invece, chiedemmo a Brizio di suggerirci un grafico che lo realizzasse ad un prezzo modico e lui gentilmente ci suggerì il nome di un suo amico, che infatti lo realizzò gratuitamente. Nel settembre 2008 si diede lettura dello statuto dell’Associazione alla presenza delle Istituzioni e della famiglia: si tesserarono come soci sostenitori dell’Associazione. Brizio e Donata erano sempre e costantemente presenti agli eventi nel periodo immediatamente successivo. Donata, soprattutto, mi appoggiava e m’incoraggiava ad andare avanti perché, a suo dire, ero l’unica, a quei tempi, ad avere il tempo (e non solo) per poterlo fare.

Tengo a ricordare a Brizio che commemorare nostro fratello e, quindi, partecipare agli eventi in sua memoria è un dovere morale che prescinde da contrasti familiari e da chi organizza gli stessi; inoltre, nessuna frase scomposta e sguaiata potrà mai macchiare la bellezza del percorso della nostra Associazione: mai – e ripeto mai – essa fermerà la mia voce, che non è solo mia, ma è anche e soprattutto quella di Antonio, che voce non ha più. Le assicuro che in questa improba fatica di Memoria ed Impegno emergono la sincerità ed il disinteresse di una donna che, senza protagonismi, mi creda – ho altro per sentirmi tale – ha costruito con tante persone la memoria di Antonio nel modo più giusto, perché la Memoria, se custodita e raccontata nel presente, concorre a costruire un futuro di dignità e libertà per noi e per le nuove generazioni.


Io continuerò a raccontare di Antonio, della sua breve ma intensa vita, del ricordo che ci ha lasciato e che so bene non appartenere solo a me, ma ad ognuno di noi fratelli e, anzi, direi all’Italia intera. Ricordare è importante perché ci fa riflettere, ci ripropone dei “pezzi” del passato per utilizzarli al meglio per l’oggi e per l’avvenire. Quel passato io lo ritrovo incontrando i figli di Antonio, sua moglie, il nipotino che porta il suo nome e quanti lo hanno conosciuto in quegli ultimi anni a Palermo: così, io provo ad aggiungere, come in un mosaico, i tasselli mancanti a quel passato, in cui ognuno di essi racconta una storia diversa, che non conosco, che non conosciamo e che, nella sua interezza, costituisce un unico capolavoro: la Storia di Antonio. Quanta amarezza, Direttore, provo mentre Le scrivo. Le assicuro che nostro fratello tutte queste emozioni – nonostante le rispettive diversità – avrebbe avuto il piacere che le condividessimo insieme, esprimendo bisogni nel rispetto reciproco e senza accuse, né giudizi, espressi solo per sentirsi al centro del mondo. Antonio diceva sempre che la qualità della vita non risiede nel tempo vissuto, quanto piuttosto nel tempo utilizzato per farsi amare e per amare.


Caro Direttore, Lei sarà consapevole che a situazioni familiari come questa non ci si sottrae con odio e rabbia: quelle sono solo conseguenze; la soluzione, invece, è l’amore che Brizio in questi anni ha dimostrato di non nutrire verso chi ha idee e modi di fare diversi dai suoi. Io ho imparato che la discussione è sempre crescita, che la diversità non è mai avversità, che sentirsi inadeguati è una sensazione interiore spiacevole che porta alla cattiveria. Ho imparato ad amare, non ad odiare: questo fa sì che io sia una donna libera e serena. Certa di aver chiarito questa incresciosa vicenda e di aver messo definitivamente un punto fermo sulla questione, almeno sotto il profilo pubblico, La saluto cordialmente».


Matilde Montinaro


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Calimera, “La lettura ti fa grande”. Parte la 22esima edizione

Dal 10 al 14 dicembre per i piccoli e le famiglie cinque giorni ricchi di iniziative…

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A Calimera la 22esima edizione del Festival dei Piccoli Lettori – La lettura ti fa grande

Il “Festival dei Piccoli Lettori – La lettura ti fa grande” torna puntuale a Calimera e fissa quest’anno la sua 22esima edizione. La rassegna dedicata alla letteratura per bambini e ragazzi organizzata dall’amministrazione comunale di Calimera, si svolge con la partnership dei Presìdi del Libro, l’Istituto comprensivo e l’IISS “Trinchese” di Martano, Il Dado gira, le librerie Il giardino delle nuvole e Volta la carta e che coinvolge molti luoghi di cultura del paese con numerosi appuntamenti legati ai libri e alla lettura per l’infanzia e l’adolescenza.

La rassegna entra nel vivo domenica 10 dicembre e si protrae fino a giovedì 14 con tante iniziative in programma, dalle premiazioni alle presentazioni, spettacoli, laboratori e incontri e, come ogni anno, la mostra-mercato del libro a cura delle librerie Il Giardino delle Nuvole e Volta la Carta, nella Sala Polifunzionale di via De Amicis.

Un faro acceso sulla narrativa per tutto l’anno con il concorso “A colpi di libro” Infanzia e Narrativa: una giuria composta da bambini legge durante il corso dell’anno scolastico le proposte degli autori presentate durante il Festival; la migliore sarà premiata durante l’edizione successiva.

La prima giornata, quella di domenica 10, si apre con l’inaugurazione ufficiale dell’edizione 2023 in piazza del Sole, dove alle 17.30 c’è il primo degli ospiti, l’amatissimo divulgatore scientifico Vincenzo Schettini, che presenta il suo libro “Ci vuole un fisico bestiale”, edito da Mondadori e con la prefazione di Giorgio Parisi, che racconta le storie di alcuni degli scienziati più geniali della storia, come Leonardo Da Vinci, Nikola Tesla, Isaac Newton, Marie Curie, Enrico Fermi, Albert Einstein e Stephen Hawking, le curiosità impensabili, le previsioni clamorose, le scoperte inaspettate.

Lunedì 11 si comincia alle 9.30 al Cine teatro Elio, con la consegna del Premio 2022 all’autrice Paola Vitale per il libro “Il giardino delle meduse” (Camelozampa); ancora premiazioni alle 10.30 quando si consegna a Cinzia Capitanio il Premio Città di Calimera per il libro “La rosa della giustizia”, della collana Il battello a vapore di Piemme. Piazza del Sole poi nel pomeriggio, alle 18.30, accoglie il giornalista, scrittore e filosofo Marcello Veneziani, per “Vico, il pensiero meridionale e la tradizione letteraria italiana”, una lectio magistralis su Giambattista Vico che si ispira all’ultimo libro dell’autore dal titolo “Vico dei miracoli. Vita oscura e tormentata del più grande pensatore italiano” (Rizzoli).

Martedì 12 la mattinata è alla Scuola dell’infanzia ICS Calimera per presentare i libri in concorso, dove alle 9.30 c’è Daniela Berti con “Benvenuta” (TopiPittori), alle 11 Valentina Maselli con “Il re saggio” (Sabir). Inoltre, nel corso di tutta la giornata, dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 16.30 in poi è possibile incontrare gli autori in concorso: Stefano Bordiglioni con “La ciurma di Capitan Quinto, diario di bordo di una classe quinta” (Einaudi ragazzi); Sara Marconi e Beniamino Sidoti con “La folle famiglia F. missione drone” (Giunti), Massimo Vitali con “Zeno in condotta” (De Agostini); Francesco Morgando con “La bambina wi-fi” (Feltrinelli Kids).

Si chiude alle 20 al Cine teatro Elio con la presentazione di “E glossa ti’ mana”, cortometraggio di Vania Palumbo, cantante salentina impegnata da tempo nello studio della cultura popolare e sulla musica che ne è espressione. Il punto di partenza è la conferenza tenuta da Pasolini al liceo Palmieri di Lecce e la visita che l’intellettuale fece a Calimera per ascoltare i canti in griko, rimanendone affascinato. Il cortometraggio è la storia di un percorso creativo ed evocativo, girato dalla regista Valentina Castelli nei luoghi più significativi che accolsero Pasolini.

Mercoledì 13 alle 9.30 alla Scuola dell’infanzia ICS Calimera c’è Adalgisa Masella con “Salta” (Kite), allo stesso orario in piazza del Sole c’è Francesca Vecchioni, figlia del cantautore Roberto, con “Le avventure del SottoSotto, una città segreta sotto la terza C”, edito da Salani, la storia di Jo, Marta, Vera, Tommy e Bareggi alla scoperta di un segreto nascosto nella loro scuola, un labirinto sepolto, un vecchio diario, una tortorella irriverente e le vicende di una bambina scomparsa durante la Seconda guerra mondiale.

Alle 10.30 il Cine teatro Elio ospita l’atteso appuntamento “A colpi di libro”, una divertente sfida tra gli autori in concorso Stefano Bordiglioni, Sara Marconi e Beniamino Sidoti, Massimo Vitali, Francesco Morgando.

Nella Bibliomediateca dalle 16 ci sono gli incontri con gli autori Massimo Vitali e Stefano Bordiglioni. Alle 18.30 nella Sala consiliare del Comune Gianni Luca Polo presenta il libro “Sette giorni da favola” (Effatà), sulla relazione uomo donna dalla creazione.

L’ultima giornata, giovedì 14, prende il via alla Bibliomediateca dove dalle 9.30 c’è Paola Zannoner, autrice vincitrice del concorso nelle passate edizioni e amica speciale del Festival dei Piccoli Lettori. La scrittrice presenta due libri, “La magica storia di re Artù” (Oscar junior) e “Il mondo sarà” (Giunti). Alle 10.30 al Cinema teatro Elio con un workshop di orientamento sulle professioni del futuro legate all’intelligenza artificiale dal titolo “Conta sul futuro”. Nel pomeriggio, alle 16, sempre nella Bibliomediteca Paola Zannoner tiene un workshop sul tema “Come e perché leggere i classici. La lezione di Calvino”, un corso di formazione rivolto a docenti, addetti ai lavori, appassionati lettori.

Alle 19 alla Casa dei Kalimeriti c’è un dialogo e un momento di riflessione sul libro “Una persona alla volta” (Feltrinelli) di Gino Strada e alle 20 si chiude la 22 edizione del Festival dei Piccoli Lettori al Cine teatro Elio con Taranters in concerto. 

Tra le iniziative, durante la rassegna c’è “La fantasia è un posto dove ci piove dentro”, verso tratto da “Lezioni americane” di Italo Calvino: una proposta di laboratori, letture ad alta voce, drammatizzazioni ispirate ai libri “Giufà e la statua di gesso”, “Cola Pesce”, “Il barone rampante”.

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Fermo pesca ricci di mare, finalmente le sanzioni

Multa di 2mila a 12mila euro, a meno che il fatto non costituisca reato. Oltre alla multa, per i pescatori subacquei professionali è prevista la revoca immediata dell’autorizzazione alla pesca subacquea professionale, che non potrà riottenere per i successivi tre anni. È prevista inoltre l’esclusione dal progetto di monitoraggio e di recupero ambientale ed eventuale risoluzione anticipata e recesso del contratto stipulato con l’Agenzia Agris. La soddisfazione di Paolo Pagliaro

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«Dopo sette mesi dall’entrata in vigore della mia legge per il fermo pesca triennale dei ricci nei mari pugliesi, la giunta regionale ha approvato le sanzioni per i trasgressori». In queste parole tutta la soddisfazione del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani e Presidente del Movimento Regione Salento.

Dal 5 maggio la legge è stata in vigore, con tutte le sue prescrizioni.

Ora saranno applicate le sanzioni previste: una multa di 2mila a 12mila euro, a meno che il fatto non costituisca reato. Oltre alla multa, per i pescatori subacquei professionali è prevista la revoca immediata dell’autorizzazione alla pesca subacquea professionale, che non potrà riottenere per i successivi tre anni.

È prevista inoltre l’esclusione dal progetto di monitoraggio e di recupero ambientale ed eventuale risoluzione anticipata e recesso del contratto stipulato con l’Agenzia Agris.

In caso di prelievo involontario di esemplari di riccio di mare da parte di qualunque soggetto, la cui natura accidentale deve essere debitamente giustificata e comprovata, gli esemplari devono essere immediatamente rigettati in mare nel luogo in cui sono stati pescati.

«Questo quadro sanzionatorio, che doveva essere pronto entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge e che ho più volte sollecitato», aggiunge Pagliaro, «ha finalmente superato le pastoie della burocrazia, anche grazie al pungolo dell’assessore all’agricoltura e alla pesca Donato Pentassuglia. Per supplire a questa mancanza, avevo proposto un emendamento per dare un quadro di riferimento alle Capitanerie di Porto che sono tenute ad erogare le sanzioni nei confronti dei trasgressori, attenendosi a quelle previste durante il periodo di fermo pesca biologico».

Le sanzioni approvate dalla giunta danno finalmente una bussola e ribadiscono la gravità del prelievo di ricci di mare durante tutto il periodo di fermo triennale votato dal Consiglio regionale.

Resta impellente la necessità di cercare di salvare una specie ormai in estinzione, da cui dipende l’equilibrio dell’ecosistema marino.

«La legge che vieta il prelievo, la raccolta, la detenzione, il trasporto, lo sbarco e la commercializzazione dei ricci di mare e dei relativi prodotti derivati freschi», continua Paolo Pagliaro, «è stata figlia di un lavoro lungo e complesso di concertazione con pescatori e ristoratori, mondo scientifico e ambientalisti. Siamo tutti chiamati a rispettarla e a farla rispettare».

E chi trasgredisce, sappia che va incontro a sanzioni severe.

Paolo Pagliaro, infine promette: «Il mio impegno per dare completa esecuzione a questa legge, sottoscritta da 49 consiglieri regionali, non si ferma qui. Il 3 aprile scorso ho presentato una mozione per impegnare la giunta regionale a stanziare le risorse necessarie a ristorare i nostri pescatori con licenza durante lo stop triennale, attraverso un avviso pubblico. L’impianto originario della legge prevedeva anche risorse per il monitoraggio dei fondali per misurare gli effetti del fermo, e fondi per la comunicazione e sensibilizzazione su questo provvedimento a tutela del nostro mare. E continuerò a premere affinché anche queste misure vengano finanziate e applicate».

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Sanità: il regional executive officer Puglia di Cerca Healtcare Italia torna a casa

È una storia di emigrazione “contromano”, una scelta di amore verso la propria terra d’adozione quella di Massimo Bene…

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Massimo Bene, 59 anni, ritorna nel “suo” Salento per guidare i 31 laboratori e centri prelievi della Puglia

È una storia di emigrazione “contromano”, una scelta di amore verso la propria terra d’adozione quella di Massimo Bene, 59 anni, che dopo una lunga carriera a Milano nei più importanti gruppi lombardi della sanità, torna nella “sua” terra col ruolo di Regional Executive Officer Puglia di Cerba HealthCare Italia. E, al contempo, è la storia di un gruppo, Cerba, che punta sulla governance territoriale e offre ai manager opportunità di alto livello in territori da cui troppo spesso i talenti sono costretti ad andarsene se vogliono fare carriera.

«Sono nato in questa bellissima terra quasi per caso -racconta Massimo Bene-, perché i miei genitori avevano una casa a Santa Maria di Leuca, ma i geni del Salento mi sono entrati dentro anche grazie alla mia infanzia e poi alla giovinezza quando venivo qui diversi mesi all’anno per trascorrere le lunghe vacanze scolastiche. Poi inizia il mio percorso professionale, che mi porta lontano dal Salento: cresco nei più importanti gruppi milanesi della sanità italiana, rafforzo le mie competenze e arrivo ad assumere ruoli direzionali. Nel 2022 vengo chiamato da Cerba HealthCare Italia e scopro che il gruppo crede nella governance territoriale: mi propongono di tornare nella “mia” terra, col ruolo di amministratore delegato della Puglia».

Oggi Massimo Bene, 59 anni, è a capo di uno staff di 170 persone (tra personale di segreteria, tecnici di laboratorio, biologi, infermieri), a cui si aggiungono alcune decine di medici liberi professionisti con svariate specializzazioni che collaborano con il gruppo Cerba, che nella regione Puglia conta 31 sedi tra poliambulatori e centri prelievi. «E la nostra organizzazione territoriale è costantemente in crescita, perché molte storiche strutture pugliesi scelgono di continuare la propria storia all’interno del nostro Gruppo», aggiunge Bene.

In effetti, è del novembre 2023 l’acquisizione da parte di Cerba HealthCare Italia del laboratorio dei dottori Di Pierro e Morelli a Squinzano, punto di riferimento del Salento nel settore delle analisi chimiche e cliniche fondato negli anni Novanta e tipico esempio di imprenditorialità italiana ed eccellenza di servizio. Come lo è sempre stato il centro medico Pignatelli di Lecce, anch’esso confluito ormai da un paio d’anni nel gruppo Cerba HealthCare Italia.

«Qualità dei servizi, attenzione ai dettagli, macchinari sempre all’avanguardia e digitalizzazione come pilastro di innovazione, che significa centralità del paziente, il quale può contare su una tempestiva e corretta presa in carico e un’alta qualità degli esami e delle prestazioni erogate. Sono questi i valori di Cerba HealthCare, che ha i propri punti di forza sul territorio nelle analisi cliniche di laboratorio, la diagnostica per immagini, la medicina dello sport e la medicina del lavoro», conclude Bene.

Cerba HealthCare Italia è parte di un gruppo internazionale dedicato alla diagnostica ambulatoriale e alle analisi cliniche presente in 47 nazioni, Cerba HealthCare Italia è specializzata nei settori dei laboratori analisi, medicina dello sport, medicina del lavoro, radiologia, poliambulatori e service lab. Nel nostro Paese conta oltre 2.000 addetti, più di 400 tra centri medici e di prelievo, 34 laboratori. Ogni anno esegue più di 25 milioni di esami e offre i suoi servizi a oltre 6 milioni di pazienti. www.cerbahealthcare.it   

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