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Attualità

PNRR, fondi europei e nazionali attraverso l’Agenda di Genere: opportunità da cogliere

Titti De Simone, consigliera del presidente della Regione Puglia per l’attuazione del Programma: «L’Agenda di genere è la strategia di cui la Regione Puglia si è dotata per mettere in campo tutta una serie di interventi tesi al superamento del divario di genere. Quindi, è una strategia trasversale e integrata che attraversa tutte aree di policy regionale: politica, economica, sociale, formativa, culturale, urbanistica, sanitaria»

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«Il Pnrr rappresenta un’occasione unica per ridurre il gap del Sud, dove la questione meridionale è ancora presente e, in particolare, il gap di genere. Questo è il tempo delle idee e dei progetti da fare insieme, in rete, per cogliere queste opportunità. La Provincia avverte la necessità e sente l’obbligo di migliorare la vita delle comunità del territorio. Per questo promuoviamo e sosteniamo il dialogo con i Comuni, unendoci allo straordinario lavoro della Regione fatto con l’Agenda di genere».


Con queste parole il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva ha aperto i lavori dell’incontro dal titolo “Agenda di genere e Pnrr: nuove opportunità”, svoltosi questa mattina, nell’aula consiliare di Palazzo dei Celestini, a Lecce, alla presenza di numerosi amministratori locali.


Promosso da Provincia di Lecce e Commissione provinciale Pari opportunità, in collaborazione con l’Ufficio della consigliera di Parità della Provincia di Lecce,  l’incontro ha registrato gli interventi di Loredana Capone, presidente del Consiglio regionale, Titti De Simone, consigliera del presidente della Regione Puglia per l’attuazione del Programma, Annalisa Bollino, dirigente della Direzione Attuazione delle Politiche di genere della Regione Puglia, Filomena D’Antini, consigliera di Parità della Provincia di Lecce, Carmelo Calamia, dirigente del Servizio Politiche europee e Servizi sociali, Lella Ruccia, vicepresidente CPO regionale e referente  formazione Fidapa. I lavori sono stati coordinati da Teresa Chianella, presidente della Commissione Pari opportunità della Provincia di Lecce.


L’incontro è stato voluto per conoscere l’Agenda di genere, approvata dalla Regione Puglia nel settembre scorso, e ad approfondire le opportunità offerte in relazione al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e ai finanziamenti europei, con un obiettivo: promuovere una progettazione e programmazione di interventi integrata e declinata in un’ottica di genere a livello provinciale, tra i Comuni del territorio salentino.


«Abbiamo voluto condividere con gli amministratori locali i contenuti dell’Agenda di genere regionale perché è un grande strumento attuativo che darà ai Comuni la possibilità di partecipare a diversi progetti nell’ambito dei fondi comunitari e delle risorse del Pnrr. Se c’è la volontà di metterci in rete avremo la possibilità di farlo tutti insieme», ha evidenziato Teresa Chianella, presidente della Cpo provinciale.


«Credo che oggi sia davvero una bella giornata perché il vostro lavoro come Provincia e Cpo ci aiuta a lavorare insieme con i Comuni. Non ho condiviso la legge di riforma delle Province. Penso che a maggior ragione adesso con il Pnrr la presenza di Province, con le funzioni efficaci che avevano prima, avrebbe aiutato tanti Comuni piccoli che hanno difficoltà a progettare e a pianificare con provvedimenti di area vasta. Ecco perché è ancora più apprezzabile quello che state facendo: pur non avendo una legislazione di favore, comunque, c’è un’attività a supporto e per questo vi devo ringraziare», ha esordito Loredana Capone, presidente del Consiglio regionale, che si è poi soffermata a lungo sul tema dell’incontro, evidenziando anche le criticità presenti del Pnrr, per esempio rispetto alla realizzazione degli asili nido e rispetto ad altri temi come lavoro e studio in relazione alle opportunità per le donne.


«L’Agenda di genere è un programma non è un piano esecutivo. Quest’ultimo lo dobbiamo fare insieme a partire dall’Agenda di genere», ha chiarito Loredana Capone.

A spiegare cos’è l’Agenda di genere, illustrandone le implicazioni pratiche e le potenzialità di sviluppo, con riferimenti pratici e concreti, è stata Titti De Simone, consigliera del presidente della Regione Puglia per l’attuazione del Programma, ideatrice del documento di programmazione strategica integrato, articolato in 5 aree tematiche per un totale di 60 linee di intervento.


«L’Agenda di genere è la strategia di cui la Regione Puglia si è dotata per mettere in campo tutta una serie di interventi tesi al superamento del divario di genere. Quindi, è una strategia trasversale e integrata che attraversa tutte aree di policy regionale: politica, economica, sociale, formativa, culturale, urbanistica, sanitaria. L’Agenda, che sarà il riferimento per il prossimo futuro per gli amministratori regionali, locali e per tutti colori che investono e innovano in Puglia, è il frutto di un percorso partecipato, durato sei mesi», ha spiegato Titti De Simone.


Quindi, la consigliera ha evidenziato che «si parte da un’analisi di contesto non rosa in Puglia. In 15 anni oggettivamente sono stati fatti grossissimi passi avanti. La pandemia negli ultimi due anni ha segnato drammaticamente soprattutto le donne, sulle quali è ripiombato tutto il lavoro di cura. Così sono emerse tutte le fragilità del nostro sistema, che non è sufficiente rispetto agli standard europei».


«C’è un tema fondamentale che è economico. Le donne sono il 50 per cento della popolazione. Se questo 50 per cento non lavora, non è produttivo, non è messo nelle condizioni di far progredire la nostra società, di farla crescere, è evidente che la ripresa economica non ci sarà. Per il Mezzogiorno questo è ancora più devastante. Siamo di fronte ad una situazione negativa, anche pre Covid. Ma siamo anche di fronte ad una opportunità storica unica, forse anche irripetibile, per questa strana congiuntura storica che stiamo vivendo», ha proseguito De Simone.


«Nei prossimi sei, sette anni avremo a disposizione tante risorse, da quelle di Next Generation EU, che riguarda quasi esclusivamente la programmazione dei Comuni, al ciclo di progettazione dei fondi europei, di esclusiva competenza della Regione e, ancora, alla programmazione dei fondi nazionali ordinari. La domanda allora è: se non ora quando?», ha proseguito Titti De Simone, che ha invitato «i Comuni a mettersi a lavorare insieme per far fare alla Puglia un salto di qualità nella riduzione del gender gap».


«Ce la possiamo fare. Basta andare tutti nella stessa direzione», ha concluso.


Attualità

“Ospedale di Galatina svuotato di risorse umane e strumentali”

Nota del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani

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“Uno svuotamento progressivo, un’emorragia inarrestabile di risorse umane, professionalità, competenze, strumentazione e servizi. Una situazione in cui è necessario arrangiarsi per assicurare l’assistenza sanitaria ai pazienti: è quella dell’ospedale Santa Caterina Novella di Galatina, che da gioiello della sanità pubblica leccese è stato via via depotenziato, spogliato e ridotto al lumicino. Una struttura da ripensare e riqualificare per colmarne tutte le carenze. Quel poco che è rimasto, funziona soprattutto grazie all’abnegazione del personale. Tutti i problemi emersi nella mia ispezione odierna – nuova tappa delle visite che sto effettuando in tutte le strutture sanitarie dell’Asl Lecce – saranno esposti nel report che presenterò in audizione in Commissione Sanità, come prassi di questa mia iniziativa che non punta il dito contro nessuno e non cerca colpevoli ma soluzioni. Mi auguro di ricevere risposte ed impegni da parte di chi gestisce la sanità pubblica regionale, perché ospedali così importanti come quello di Galatina, con una lunga storia di radicamento sul territorio, non possono essere relegati in condizioni di sopravvivenza, con reparti chiusi o a mezzo servizio, apparecchiature fatiscenti e spazi inadeguati o in abbandono.

Ancora una volta ho potuto riscontrare la cura e l’attaccamento alla struttura da parte del personale medico e infermieristico, la loro grande disponibilità ad essere al servizio degli utenti, anche in condizioni proibitive e senza gli strumenti per poter operare, in un clima di comprensibile frustrazione.

Il PRONTO SOCCORSO

Va riorganizzato per assicurare la privacy al momento inesistente: tende da accampamento separano i letti, in una situazione logistica indecorosa. Vi è un solo medico in turno, per cui il pronto soccorso resta sguarnito quando bisogna trasferire i pazienti in ambulanza. Mancano servizi igienici per le persone con disabilità, e ce un solo bagno promiscuo per uomini, donne e bambini. Serve un ecografo.

Nel reparto di RADIOLOGIA

Andrebbero sostituiti sia la tac che l’ecografo, lenti e vetusti, mentre manca l’apparecchio per la risonanza magnetica che sarebbe invece necessario. È stato presentato un progetto di tele radiologia che prevede una spesa di 48mila euro per garantire esami radiologici a domicilio per i pazienti fragili e anziani, ma non è stato dato seguito. Il mammografo manca da ormai dieci anni, ed anche i pc sono lenti e obsoleti.

CARDIOLOGIA

Manca il carrello delle emergenze ed alcuni elettrocardiografi non funzionano. L’ecografo è rotto e ne viene utilizzato uno vecchio e superato come muletto.

L’UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologica)

Non è operativa benché ci sia un reparto nuovo e attrezzato ma chiuso. Manca anche la RIANIMAZIONE.

A GINECOLOGIA e OSTETRICIA

Non viene praticata la parto analgesia e si teme la chiusura del punto nascita, benché qui vengano alla luce più di 600 bambini all’anno. Un’ipotesi da scongiurare, sulla quale chiediamo risposte certe. L’incubatrice portatile andrebbe attrezzata con cannule e naselli, materiale richiesto invano ripetutamente per il quale basterebbero appena 6mila euro.

l’AMBULATORIO DI ONCOLOGIA

A rischio chiusura, e vogliamo garanzie che ciò non rientri nei piani della Asl.

Anche il reparto di GASTROENTEROLGIA soffre di carenze strumentali: mancano pHmetro, manometro, calorimetro, breath test e bioimpedenziometro.

L’ambulatorio di UROLOGIA sembra condannato alla dismissione, perché l’unico medico e l’infermiere in servizio sono prossimi al pensionamento. Si eseguono solo flussometrie ma non ecografie, perché manca l’apparecchio.

Il servizio DIALISI avrebbe bisogno di un nuovo elettrocardiografo e c’è penuria di personale: servono infermieri specializzati e manca la caposala.

Nelle SALE OPERATORIE va sostituita tutta la ferristica attualmente in uso, ormai logora e antiquata, e vanno rinnovati anche carrelli e attrezzature, tutti molto datati. È necessario rifare la pavimentazione, sostituendo il linoleum alle vecchie piastrelle.

La FARMACIA è ben tenuta e organizzata, ma avrebbe bisogno di rinnovare computer, stampanti, sedie, poltrone, armadi. Tutto è vecchio e logoro.

Gli spazi per la RIABILITAZIONE sono inadeguati e insufficienti. La palestra manca da quando è stata trasferita dall’ospedale di San Cesario. Mancano gli standing per il sollevamento ed il trasporto in piedi dei pazienti e non si parla di robotica, che è la nuova frontiera della riabilitazione.

Dappertutto mancano letti bariatrici per persone obese, un’esigenza sempre più importante per garantire sicurezza anche agli operatori sanitari che si prendono cura di questi pazienti con bisogni speciali.

Il servizio MENSA, che come sempre ho voluto testare personalmente, assicura standard di buona qualità.
Un quadro dettagliato che porterò all’attenzione dei vertici della sanità regionale in terza Commissione, affinché venga analizzato ogni singolo reparto, ogni singola criticità, e si diano risposte precise e cronoprogrammi di intervento. Continuerò su questa strada, andando a constatare di persona tutto ciò che non funziona nelle strutture sanitarie dell’Asl Lecce, e tutto questo materiale confluirà in un libro bianco che fotograferà lo stato del sistema sanitario pubblico, con luci ed ombre. Una chiamata alla responsabilità per i decisori politici, per garantire il diritto alla salute e servizi di prossimità dignitosi”.

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Tricase, la svolta: si dimettono tre assessori

Il sindaco annuncia: “La prossima settimana ricostituiremo l’organo di governo che guiderà Tricase fino alla fine del mandato”

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Rocco Piceci, Gabriele D’Amico e Serena Ruberto hanno consegnato al sindaco le loro dimissioni.

Nel ringraziare il sindaco Antonio De Donno per la fiducia accordata e la maggioranza dei consiglieri per il sostegno amministrativo ed umano concesso, certi di aver contribuito, nella qualità, a realizzare un segmento del programma amministrativo”, comunicano di aver rimesso nelle mani del sindaco, Antonio De Donno, il mandato a suo tempo conferito.

Tanto hanno ritenuto di fare “per agevolare un più proficuo e sereno confronto tra i gruppi consiliari, foriero, ne siamo convinti, di una più coesa, determinata ed incisiva azione amministrativa di cui la nostra Città ha bisogno. È superfluo evidenziare che in questo rinnovato e ritrovato entusiasmo non mancherà il nostro impegno, contributo e sostegno“.

Il riferimento, ovviamente, e al rimpasto in giunta chiesto dal locale circolo del Partito democratico.

Ora si spera che con questa mossa si possa sbloccare la situazione con il reintegro dei tre consiglieri di maggioranza e quindi il ritorno di una relativa maggiore tranquillità in seno all’amministrazione.

Ringrazio gli assessori ed i consiglieri per lo spirito di servizio, l’impegno ed il sostegno che hanno dimostrato a me ed alla Città in questa prima metà di mandato”, ha commentato il primo cittadino, “è arrivato il momento di fare un tagliando, al fine di ripartire con più vigore e determinazione”.

La Città”, ha proseguito De Donno, “merita da tutti il massimo dell’impegno e del rispetto, e ciascuno di noi deve adempiere al mandato ricevuto con serietà, costanza e dedizione”.

La prossima settimana”, ha annunciato infine il sindaco Antonio De Donno , “dopo i dovuti approfondimenti con i gruppi consiliari, ricostituiremo l’organo di governo che guiderà Tricase verso la fine di un mandato che, sono certo ed il lavoro svolto finora lo testimonia, ci consegnerà una Città migliore, rigenerata e più accogliente”.

Giuseppe Cerfeda

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Attualità

Lecce rimane in Serie A, “ora ristrutturiamo lo stadio”

Gli onorevoli salentini: “Saremo al fianco del Lecce calcio per sostenere da tifosi, e per quanto nelle nostre competenze, questa autentica eccellenza salentina…”

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Ristrutturazione dello stadio di “Via del Mare”, dopo aver ottenuto la salvezza in A, si può fare., ad asserirlo anche gli onorevoli e senatori salentini che fanno parte del Lecce Club Parlamento.

«Saremo al fianco del Lecce calcio per sostenere da tifosi, e per quanto nelle nostre competenze, questa autentica eccellenza salentina e, per entrare nel concreto, da subito sarà nostra cura adoperarci presso le Istituzioni coinvolte perché si proceda tempestivamente alla ristrutturazione dello stadio prevista nell’ambito degli interventi per i Giochi del Mediterraneo», le dichiarazioni dei parlamentari salentini fondatori del Lecce club, Andrea Caroppo, Saverio Congedo, Salvatore Di Mattina, Leonardo Donno, Roberto Marti, Claudio Stefanazzi, Antonio Trevisi.

Questa salvezza, chiosano, «ha davvero del miracoloso per una squadra del Sud, la più giovane del campionato, con il monte ingaggi più basso della seria A, appena 20 milioni lordi, praticamente quanto quello di un solo buon giocatore di una grande squadra. Un miracolo fatto di coraggio, passione, lungimiranza, sostenibilità di bilancio di una società, salentina, fortemente legata al territorio che ci ha sempre creduto nonostante scetticismi, diffidenze e pessimismi troppo frettolosi».

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