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Attualità

Da Maglie a Borgo San Nicola: “La scuola entra in carcere”

Sei classi quinte dell’IISS Cezzi De Castro Moro di Maglie in visita all’istituto penitenziario di Lecce

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Nell’ambito del progetto “La scuola entra in carcere” sei classi quinte dell’IISS Cezzi De Castro Moro di Maglie hanno effettuato un’uscita didattica presso il carcere “borgo San Nicola” di Lecce. Riceviamo e pubblichiamo il report della scuola a testimonianza dell’esperienza vissuta dagli studenti.


Il 27 Aprile e il 4 maggio scorsi le quinte del Tecnico, divise in due gruppi per data, accompagnate dai docenti Palmarini, Nuzzo, Giannachi, Gigante, Masciullo,  e con la presenza, nel secondo giorno, del Dirigente Scolastico Prof. Augusto Spicchiarelli, hanno potuto visitare l’Istituto Penitenziario.


Dopo il gradito saluto della Dott.ssa Susca Maria Teresa, Direttrice del carcere, è seguito l’incontro con il Vice comandante della Polizia Penitenziaria che ha esposto l’organizzazione della vita penitenziaria nella dicotomia delle funzioni del Corpo che deve garantire la sicurezza della struttura ma, nel contempo, partecipare all’opera di rieducazione della popolazione detenuta.


Un funzionario giuridico pedagogico ha successivamente esposto il delicato lavoro sostenuto dagli educatori, dai medici, dagli infermieri, dagli psicologi, dal cappellano, dai volontari del terzo settore e dalle tante altre figure che operano al fine di garantire il regolare svolgimento della quotidianità dell’Istituto.


Accompagnati da un funzionario (educatrice) e da un agente della Polizia Penitenziaria gli studenti hanno potuto visitare il carcere; i luoghi “oltre il muro”.


Hanno avuto modo di conoscere il reparto femminile, un carcere nel carcere; la presenza di uno spazio, rigorosamente circondato da alte inferriate, allestito con erbetta sintetica e vari giochi per bambini, ha attirato particolarmente l’attenzione dei giovani. E’ stato spiegato loro che è il luogo in cui le mamma detenute hanno la possibilità di incontrano i propri piccoli in un contesto meno “afflittivo”.


Si è visitato poi il laboratorio di cucito dove alcune signore recluse stavano realizzando costumi da bagno per la grande distribuzione con il marchio conosciutissimo del “Made in carcere”.


Successivamente si è visitato il laboratorio di falegnameria dove, insieme ad altre due strutture penitenziarie del territorio nazionale, vengono realizzati tutti i suppellettili in legno per gli Istituti italiani.

E’ stata quindi la volta di conoscere una nuova realtà: da alcuni anni è attivo, in collaborazione con la Linkem, un laboratorio in cui la manodopera detenuta rigenera vecchi modem di internet.


L’ultima visita ha riguardato il deposito delle stoffe utilizzate presso la sartoria visitata precedentemente; qui i giovani, dopo aver visto ed apprezzato la realizzazione di una serigrafia su stoffa, hanno ricevuto in dono un braccialetto rigorosamente marchiato “made in carcere”.


Al termine della giornata siamo stati accompagnati verso l’uscita e attraversando i viali caratterizzati, ai margini, da blocchi detentivi con le finestre delle celle e da ampi spazi aperti, rigorosamente circondati da alte inferriate, dentro i quali alcuni detenuti fruivano della c.d. “ora d’aria”;


Molto toccante è stato il grido, proveniente da una cella e rivolto agli alunni che diceva loro testualmente: “ragazzi, non sbagliate”.  Quest’ultimo episodio ha fatto da cassa di risonanza a quella miriade di sentimenti, pensieri, riflessioni e domande che, senza soluzione di continuità, si sono appropriati, spesso sovrapponendosi, del cuore e della mente dei nostri ragazzi.


Obiettivo del progetto è stato quello di sensibilizzare i giovani alla legalità e avvicinarli al “pianeta carcere” per conoscere una realtà in cui viaggiano insieme punizione e rieducazione.


Il tutto è divenuto occasione per riflettere su devianza e disagio, su fatica di vivere e conseguenze di scelte sbagliate, anche in vista delle prossime responsabilità che i giovani saranno chiamati ad assumersi con la fine della scuola superiore, pure queste frutto di scelte che comportano rischi e valutazioni da non affrontare con superficialità. Un caloroso ringraziamento va alla Direttrice, a tutto il personale dalla Polizia Penitenziaria, alle Educatrici e alle psicologhe che hanno permesso di vivere a tanti giovani un’esperienza molto forte ma, si spera, di grande insegnamento.


Attualità

“Ospedale di Galatina svuotato di risorse umane e strumentali”

Nota del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani

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“Uno svuotamento progressivo, un’emorragia inarrestabile di risorse umane, professionalità, competenze, strumentazione e servizi. Una situazione in cui è necessario arrangiarsi per assicurare l’assistenza sanitaria ai pazienti: è quella dell’ospedale Santa Caterina Novella di Galatina, che da gioiello della sanità pubblica leccese è stato via via depotenziato, spogliato e ridotto al lumicino. Una struttura da ripensare e riqualificare per colmarne tutte le carenze. Quel poco che è rimasto, funziona soprattutto grazie all’abnegazione del personale. Tutti i problemi emersi nella mia ispezione odierna – nuova tappa delle visite che sto effettuando in tutte le strutture sanitarie dell’Asl Lecce – saranno esposti nel report che presenterò in audizione in Commissione Sanità, come prassi di questa mia iniziativa che non punta il dito contro nessuno e non cerca colpevoli ma soluzioni. Mi auguro di ricevere risposte ed impegni da parte di chi gestisce la sanità pubblica regionale, perché ospedali così importanti come quello di Galatina, con una lunga storia di radicamento sul territorio, non possono essere relegati in condizioni di sopravvivenza, con reparti chiusi o a mezzo servizio, apparecchiature fatiscenti e spazi inadeguati o in abbandono.

Ancora una volta ho potuto riscontrare la cura e l’attaccamento alla struttura da parte del personale medico e infermieristico, la loro grande disponibilità ad essere al servizio degli utenti, anche in condizioni proibitive e senza gli strumenti per poter operare, in un clima di comprensibile frustrazione.

Il PRONTO SOCCORSO

Va riorganizzato per assicurare la privacy al momento inesistente: tende da accampamento separano i letti, in una situazione logistica indecorosa. Vi è un solo medico in turno, per cui il pronto soccorso resta sguarnito quando bisogna trasferire i pazienti in ambulanza. Mancano servizi igienici per le persone con disabilità, e ce un solo bagno promiscuo per uomini, donne e bambini. Serve un ecografo.

Nel reparto di RADIOLOGIA

Andrebbero sostituiti sia la tac che l’ecografo, lenti e vetusti, mentre manca l’apparecchio per la risonanza magnetica che sarebbe invece necessario. È stato presentato un progetto di tele radiologia che prevede una spesa di 48mila euro per garantire esami radiologici a domicilio per i pazienti fragili e anziani, ma non è stato dato seguito. Il mammografo manca da ormai dieci anni, ed anche i pc sono lenti e obsoleti.

CARDIOLOGIA

Manca il carrello delle emergenze ed alcuni elettrocardiografi non funzionano. L’ecografo è rotto e ne viene utilizzato uno vecchio e superato come muletto.

L’UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologica)

Non è operativa benché ci sia un reparto nuovo e attrezzato ma chiuso. Manca anche la RIANIMAZIONE.

A GINECOLOGIA e OSTETRICIA

Non viene praticata la parto analgesia e si teme la chiusura del punto nascita, benché qui vengano alla luce più di 600 bambini all’anno. Un’ipotesi da scongiurare, sulla quale chiediamo risposte certe. L’incubatrice portatile andrebbe attrezzata con cannule e naselli, materiale richiesto invano ripetutamente per il quale basterebbero appena 6mila euro.

l’AMBULATORIO DI ONCOLOGIA

A rischio chiusura, e vogliamo garanzie che ciò non rientri nei piani della Asl.

Anche il reparto di GASTROENTEROLGIA soffre di carenze strumentali: mancano pHmetro, manometro, calorimetro, breath test e bioimpedenziometro.

L’ambulatorio di UROLOGIA sembra condannato alla dismissione, perché l’unico medico e l’infermiere in servizio sono prossimi al pensionamento. Si eseguono solo flussometrie ma non ecografie, perché manca l’apparecchio.

Il servizio DIALISI avrebbe bisogno di un nuovo elettrocardiografo e c’è penuria di personale: servono infermieri specializzati e manca la caposala.

Nelle SALE OPERATORIE va sostituita tutta la ferristica attualmente in uso, ormai logora e antiquata, e vanno rinnovati anche carrelli e attrezzature, tutti molto datati. È necessario rifare la pavimentazione, sostituendo il linoleum alle vecchie piastrelle.

La FARMACIA è ben tenuta e organizzata, ma avrebbe bisogno di rinnovare computer, stampanti, sedie, poltrone, armadi. Tutto è vecchio e logoro.

Gli spazi per la RIABILITAZIONE sono inadeguati e insufficienti. La palestra manca da quando è stata trasferita dall’ospedale di San Cesario. Mancano gli standing per il sollevamento ed il trasporto in piedi dei pazienti e non si parla di robotica, che è la nuova frontiera della riabilitazione.

Dappertutto mancano letti bariatrici per persone obese, un’esigenza sempre più importante per garantire sicurezza anche agli operatori sanitari che si prendono cura di questi pazienti con bisogni speciali.

Il servizio MENSA, che come sempre ho voluto testare personalmente, assicura standard di buona qualità.
Un quadro dettagliato che porterò all’attenzione dei vertici della sanità regionale in terza Commissione, affinché venga analizzato ogni singolo reparto, ogni singola criticità, e si diano risposte precise e cronoprogrammi di intervento. Continuerò su questa strada, andando a constatare di persona tutto ciò che non funziona nelle strutture sanitarie dell’Asl Lecce, e tutto questo materiale confluirà in un libro bianco che fotograferà lo stato del sistema sanitario pubblico, con luci ed ombre. Una chiamata alla responsabilità per i decisori politici, per garantire il diritto alla salute e servizi di prossimità dignitosi”.

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Attualità

Tricase, la svolta: si dimettono tre assessori

Il sindaco annuncia: “La prossima settimana ricostituiremo l’organo di governo che guiderà Tricase fino alla fine del mandato”

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Rocco Piceci, Gabriele D’Amico e Serena Ruberto hanno consegnato al sindaco le loro dimissioni.

Nel ringraziare il sindaco Antonio De Donno per la fiducia accordata e la maggioranza dei consiglieri per il sostegno amministrativo ed umano concesso, certi di aver contribuito, nella qualità, a realizzare un segmento del programma amministrativo”, comunicano di aver rimesso nelle mani del sindaco, Antonio De Donno, il mandato a suo tempo conferito.

Tanto hanno ritenuto di fare “per agevolare un più proficuo e sereno confronto tra i gruppi consiliari, foriero, ne siamo convinti, di una più coesa, determinata ed incisiva azione amministrativa di cui la nostra Città ha bisogno. È superfluo evidenziare che in questo rinnovato e ritrovato entusiasmo non mancherà il nostro impegno, contributo e sostegno“.

Il riferimento, ovviamente, e al rimpasto in giunta chiesto dal locale circolo del Partito democratico.

Ora si spera che con questa mossa si possa sbloccare la situazione con il reintegro dei tre consiglieri di maggioranza e quindi il ritorno di una relativa maggiore tranquillità in seno all’amministrazione.

Ringrazio gli assessori ed i consiglieri per lo spirito di servizio, l’impegno ed il sostegno che hanno dimostrato a me ed alla Città in questa prima metà di mandato”, ha commentato il primo cittadino, “è arrivato il momento di fare un tagliando, al fine di ripartire con più vigore e determinazione”.

La Città”, ha proseguito De Donno, “merita da tutti il massimo dell’impegno e del rispetto, e ciascuno di noi deve adempiere al mandato ricevuto con serietà, costanza e dedizione”.

La prossima settimana”, ha annunciato infine il sindaco Antonio De Donno , “dopo i dovuti approfondimenti con i gruppi consiliari, ricostituiremo l’organo di governo che guiderà Tricase verso la fine di un mandato che, sono certo ed il lavoro svolto finora lo testimonia, ci consegnerà una Città migliore, rigenerata e più accogliente”.

Giuseppe Cerfeda

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Attualità

Lecce rimane in Serie A, “ora ristrutturiamo lo stadio”

Gli onorevoli salentini: “Saremo al fianco del Lecce calcio per sostenere da tifosi, e per quanto nelle nostre competenze, questa autentica eccellenza salentina…”

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Ristrutturazione dello stadio di “Via del Mare”, dopo aver ottenuto la salvezza in A, si può fare., ad asserirlo anche gli onorevoli e senatori salentini che fanno parte del Lecce Club Parlamento.

«Saremo al fianco del Lecce calcio per sostenere da tifosi, e per quanto nelle nostre competenze, questa autentica eccellenza salentina e, per entrare nel concreto, da subito sarà nostra cura adoperarci presso le Istituzioni coinvolte perché si proceda tempestivamente alla ristrutturazione dello stadio prevista nell’ambito degli interventi per i Giochi del Mediterraneo», le dichiarazioni dei parlamentari salentini fondatori del Lecce club, Andrea Caroppo, Saverio Congedo, Salvatore Di Mattina, Leonardo Donno, Roberto Marti, Claudio Stefanazzi, Antonio Trevisi.

Questa salvezza, chiosano, «ha davvero del miracoloso per una squadra del Sud, la più giovane del campionato, con il monte ingaggi più basso della seria A, appena 20 milioni lordi, praticamente quanto quello di un solo buon giocatore di una grande squadra. Un miracolo fatto di coraggio, passione, lungimiranza, sostenibilità di bilancio di una società, salentina, fortemente legata al territorio che ci ha sempre creduto nonostante scetticismi, diffidenze e pessimismi troppo frettolosi».

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