Approfondimenti
Master Slow Food nel Salento
Aperte le iscrizioni al percorso accademico. A Melpignano via al master universitario in “Gastronomie Territoriali Sostenibili e Food Policies”. Per il primo anno sarà gratuito. Per iscriversi c’è tempo fino ad ottobre

A febbraio il fondatore del movimento Slow Food Carlo Petrini è stato ospite a Melpignano per una Lectio magistralis dal titolo “Gastronomie territoriali sostenibili e politiche territoriali del cibo”. In quell’occasione era stata annunciata una prestigiosa novità per l’intero territorio: la nascita del primo Master universitario in “Gastronomie territoriali sostenibili e food policies”, nato da un’idea dell’amministrazione comunale di Melpignano e costruito grazie a una collaborazione tra l’Università del Salento e l’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, in Piemonte.
Ora quel percorso, che rientra nell’offerta formativa di Unisalento per l’anno accademico 2023-2024, prende ufficialmente forma. C’è ancora tempo per iscriversi, fino al prossimo ottobre. Previsto a partire dal prossimo novembre e fino a ottobre dell’anno venturo, il master durerà 296 ore, per un totale di 60 crediti. Spazierà in moduli didattici che riguarderanno la storia, la cultura, i paesaggi dell’identità gastronomica italiana; passando dalla progettazione e dalle politiche del cibo e puntando anche sulle competenze relative ai prodotti e alle filiere agroalimentari di qualità. Sono dunque aperte le iscrizioni al percorso formativo, di primo livello, estese a 25 laureati e laureate di qualsiasi facoltà.
Un innovativo cammino formativo che sarà gratuito per il primo anno e che, avvicinando le eccellenze del Nordovest a quelle del Sudest, si pone l’obiettivo comune di nuove economie del territorio, fornendo competenze, contatti e nuove modalità di approccio all’agricoltura biologica, alla trasformazione dei prodotti della terra e alla loro distribuzione, al mondo del vino, a quello del turismo e più in generale al senso del “buono, pulito e giusto”.
Questa dunque la direzione intrapresa dal Comune di Melpignano che, davanti alle numerose potenzialità del territorio, si è posto anche l’interrogativo di come contrastare fenomeni come lo spopolamento, la desertificazione, la salinizzazione delle falde. E ancora, pensare a un’azione di contrasto alla monocoltura, puntando invece a variegare il mondo agricolo, ripristinando la biodiversità.
«Il master partirà anche con l’obiettivo di rivitalizzare i borghi. In ogni parte del Paese, in questo senso, stiamo assistendo a una desertificazione. Anche nelle Langhe, la mia terra, stanno aumentando i paesi che non hanno più un negozio “alimentari”, un panettiere o delle osterie. Questo determina che anche la socialità del borgo venga meno e non va bene: un turismo che entri in una dimensione dove non c’è qualità della vita degli abitanti a lungo andare diventa sterile. Il primo compito di una filiera turistica efficace è quello di mantenere alti i livelli di felicità delle comunità locali. Se perdiamo la socialità dei luoghi, la “monocoltura” del turismo può diventare estremamente negativa e poco lungimirante», ha dichiarato Carlo Petrini, rimarcando le parole espresse della sua visita a Melpignano.
«La valorizzazione del patrimonio enogastronomico dei nostri territori, così come l’adozione di politiche del cibo in grado di promuovere un’alimentazione sostenibile, costituiscono obiettivi che divengono realmente realizzabili solo se si dispone di specifiche professionalità», ha evidenziato Fabio Pollice, Rettore dell’Università del Salento, «ed è proprio con questo intento che si è creato questo percorso di alta formazione a Melpignano, nel cuore della Grecìa Salentina: un territorio che proprio nelle sue risorse enogastronomiche ha uno dei suoi più importanti asset strategici, come peraltro ampiamente documentato dal Piano di sviluppo turistico della Grecìa Salentina realizzato dall’Università del Salento. Il master è anche l’occasione per valorizzare le competenze acquisite dal nostro ateneo nel campo delle Food Policies e delle Food narratives con la Scuola di Placetelling».
«Abbiamo progettato il Master in Gastronomie Territoriali e Food Policies pensando a un territorio che ha bisogno di una conoscenza profonda di tutta la filiera alimentare: dalla produzione, alla trasformazione, al consumo, alla ristorazione. Il Salento ha una straordinaria quantità di risorse lungo tutta la filiera: una produzione agricola d’eccellenza, ma in sofferenza; un’industria e un artigianato della trasformazione alimentare, che certamente possono crescere in quantità e qualità; una varietà di forme di consumo, da quello quotidiano delle famiglie a quello della fruizione turistica, tutte alla ricerca di nuove proposte legate alla tipicità, alla salubrità, alla sostenibilità. Una parte importante del Master è dedicata anche alle politiche del cibo, perché oggi il ruolo delle istituzioni, su questo fronte, torna a essere decisivo», ha aggiunto Angelo Salento, docente e direttore del master in partenza. Che poi ha evidenziato:
“L’offerta didattica è di altissimo livello, anche perché il Master è a doppio titolo, essendo sviluppato in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (massima autorità culturale su questi temi, in Europa) e con Slow Food. E il corso si svolge nello splendido Palazzo Marchesale di Melpignano, nel contesto del nuovo Melpignano Food Lab. È certamente un’occasione da non perdere, per chi vuole maturare una specializzazione di alto profilo in questo settore, anche perché questa prima edizione è completamente gratuita».
«Ci siamo guardati attorno, rendendoci conto delle enormi potenzialità del patrimonio del nostro territorio. È necessario, in questa fase storica, costruire un sistema di agricoltura multifunzionale: che sia cioè in grado di puntare a una filiera del cibo sano, orientata alla sostenibilità, un sistema di trasformazione e semilavorati di eccellenza. Allo stesso tempo, ideando questo master, abbiamo pensato a un sistema ricettivo (come quello degli agriturismi) da collegare alle filiere logistiche della distribuzione delle materie prime. In modo da creare reti tra borghi, ripopolandoli. E non soltanto in ambito agricolo, ma pensiamo anche alle piccole botteghe artigiane. È infatti necessario spingere sui contatti diretti coi consumatori oltre confine, per poter promuovere i prodotti di questa terra. Inoltre, l’idea di master che abbiamo in mente ha inevitabilmente a che vedere col welfare di un luogo che punti – uno degli esempi- ai percorsi riabilitativi per mezzo di pratiche agricole. Preoccuparsi, infine, della rigenerazione dei terreni significa automaticamente porsi il problema della salute dei cittadini e delle cittadine. Ripartire dalle numerose ricchezze già presenti nel nostro sconfinato patrimonio e ampliarlo, in uno scambio continuo e simbiotico col territorio delle Langhe», ha sottolineato la sindaca di Melpignano, Valentina Avantaggiato.
L’INIZIATIVA “PROMUOVE CULTURA”
L’amministrazione comunale di Melpignano ha avviato un percorso per la rigenerazione culturale, sociale ed economica del proprio piccolo borgo storico, all’interno di un ampio piano di investimenti, finanziato con i fondi PNRR “Avviso attrattività dei borghi storici – Linea B”. Un vasto progetto, onnicomprensivo e multidisciplinare, che punta a contrastare in maniera concreta l’abbandono, con investimenti sul patrimonio culturale, materiale e immateriale. Ricostruire un’attrattività turistica che cammini accanto al benessere degli abitanti dei luoghi. Non è dunque un “semplice” master, bensì un progetto di più ampio respiro che punta alla connessione dei due territori, quello delle Langhe e il Salento. Una modalità concreta di consentire ai due centri di fare rete, partendo dalle reciproche eccellenze e dalle strategie attivate per tutelarle e valorizzarle. Il lavoro innovativo svolto da Petrini e dal movimento Slow Food ha riqualificato l’agricoltura di quel luogo, aprendo a un ragionamento sul cibo in senso lato. Un modello replicabile nel territorio dell’estremo lembo di Puglia dove già esistono forme di agricoltura “autogestite”, portate avanti da molti giovani che hanno a cuore l’ambiente e la qualità, così come la sostenibilità e il paesaggio. Quello della produzione alimentare agroecologica, come dimostrano le varie edizioni del “Mercato del Giusto”, è uno degli aspetti sul quale il Comune di Melpignano ha recentemente voluto scommettere. Un settore che rientra tra i 12 interventi integrati previsti da Melpignano promuove cultura. Un’iniziativa che conta tre principali assi di intervento. Il Melpignano Food Lab, per esempio, sarà un laboratorio dedicato a innovare la cultura e la produzione agroalimentare. L’obiettivo è quello di sviluppare attorno al “cibo” nuove produzioni e forme occupazionali, con un’offerta formativa d’eccellenza per pubblici diversi, corredata di itinerari turistico-culturali, una rete collaborativa tra attori pubblici e privati per l’innovazione e la promozione della produzione alimentare agroecologica.
Approfondimenti
Lucia Villani, di Specchia: “Rinascere partendo dai propri capelli”
AruaM. Il progetto da 28 anni dona il sorriso restituendo i capelli a chi li ha perduti: «Con noi, chiunque può permettersi una rinascita e ricominciare a vivere»

Dalle donne, per le donne: AruaM-Lucia Villani è una realtà di Specchia che si propone di offrire (alle donne, ma non solo) la possibilità di vivere una rinascita partendo dai capelli!
Lucia Villani ci racconta il suo progetto, da ciò che lo ha animato sin dai primi passi.
“AruaM-Lucia Villani nasce ormai più di 28 anni fa, dal mio grande desiderio di fare del bene, facendo della mia più grande passione il mio lavoro. La mia motivazione maggiore è sempre stata quella di vedere le clienti soddisfatte, con quella luce negli occhi che solo una donna che si piace tanto ha. I grandi sorrisi e le loro soddisfazioni sono sempre stati il carburante che mi ha spinto a dare di più, a fare sempre meglio”.
Cosa rappresenta ad oggi AruaM, a quasi tre decenni dalla sua nascita?
“Senz’altro il lavoro, la dedizione e la forza di continuare a dare il massimo, nonostante le avversità.
Ma anche le grandi soddisfazioni che posso vantare grazie ad alcune collaborazioni con grandi brand quali Nashi, Medavita, Ghd e tanti altri, che permettono a me ad al mio staff di mettere in atto le nostre conoscenze con una marcia e un aiuto in più.
Tra queste, la collaborazione che più mi rende orgogliosa è sicuramente quella con l’azienda «Capelli for You» che ci permette di offrire una nuova vita a tante donne e tanti uomini colpiti dalle problematiche di perdita dei capelli.
Che sia a causa di malattie come alopecia, semplice diradamento oppure caduta dei capelli in seguito a trattamenti chemioterapici, abbiamo la giusta soluzione per ognuno, garantendo la massima riservatezza e il pieno rispetto della privacy”.
Quali sono le soluzioni che siete in grado di offrire?
“Sono varie. Molto rilevante è sicuramente la «protesi capillare» realizzata con capelli veri provenienti dall’Europa la quale, attraverso una sottile ed impercettibile membrana, si posa sul cuoio capelluto, donando nuovamente la folta chioma che tanto si desidera. La nostra protesi capillare non è affatto invasiva, ti permette di vivere la tua vita senza alcun limite ed è l’unica ad essere riconosciuta dal ministero come dispositivo medico di primo livello”.
Per chi cercasse, invece, delle soluzioni temporanee?
“In tal caso è sicuramente consigliabile l’acquisto di una buona parrucca. Le nostre parrucche sono varie, si ha possibilità di scelta fra diverse colorazioni e differenti qualità del capello. Quasi sempre l’acquisto di una parrucca è correlato ad un periodo in cui ci si sottopone a delle cure chemioterapiche che causano la temporanea perdita dei capelli, ed è per questo che vi è un contributo ASL (fino a €300) per aiutare tutte quelle donne che affrontano una battaglia di questo tipo ogni giorno”.
Come è possibile aver ulteriori informazioni, per valutare magari il proprio caso specifico?
“Chiunque avesse necessità di saperne di più può fissare un appuntamento per una consulenza personalizzata, completamente gratuita e senza impegno. Cerchiamo sempre di venire in contro ad ogni esigenza del cliente, ascoltandolo e valutando le varie possibili soluzioni.
La mia maggiore premura è quella di restituire il sorriso a persone che non lo ritrovano più in seguito alla perdita dei capelli.
Con noi, chiunque si può permettere di avere una rinascita, di ricominciare a vivere. Io ed il mio team siamo qui per renderlo possibile. E da anni lo facciamo grazie alla fiducia delle nostre clienti e di tutti coloro che continuano a credere in noi”. Lucia Villani
Approfondimenti
Turismo, che estate è stata? “Un mezzo flop, lo dicono i dati”
«Sono product manager per un tour operator internazionale nel turismo delle dimore di pregio. Affittiamo dalle ville agli alloggi storici di lusso ad un’utenza di fascia medio-alta e di provenienza internazionale….

INTERVISTA ESCLUSIVA
di Lorenzo Zito
Che estate è stata? L’immancabile quesito settembrino, quest’anno, ha trovato fin troppe risposte già all’ombra delle stelle cadenti di San Lorenzo. Flop.
Quattro lettere, una parola sola che balena nella testa di tutti. L’impressione è comune e diffusa. E negli occhi di ognuno il ricordo è ancora nitido: l’invivibile traffico delle precedenti estati; le spiagge stracolme; le auto in strada per far spazio alle orde di ragazzini disposti a dormire nei garage, pur di taggare Gallipoli nelle loro stories.
Ma un assioma sopravvive al tempo: non ci andava bene prima, ma non ci va bene nemmeno adesso.
Una parola (da sola) però non può essere compendio di una baraonda di sensazioni e polemiche che, a suon di scontrini e lezioni di vita, ci hanno accompagnato lungo questa vituperata estate, ergendo ciascuno di noi ad esperto del settore.
Più d’una, di parola, l’abbiamo allora chiesta a chi nel settore ci lavora da anni. Domandandoci se il sovrapprezzo per il pasticciotto tagliato in due, più che causa dello spopolamento, possa essere conseguenza dell’incapacità di fare analisi e di dare risposte valide ai bisogni del territorio.
La preziosa testimonianza è quella della salentina Saveria Carparelli. La sua è una prospettiva per certi versi insolita, sulla quale non si fa poi così spesso un gran vociare. È quella del turismo di fascia alta che, in Salento come in altri paradisi terrestri, cerca nei luoghi e nelle comunità quel surplus da riservare al cliente, con l’obiettivo di costruire in chi viaggia ricordi pregni dell’anima del posto.
Saveria, qual è il tuo mestiere?
«Sono product manager per un tour operator internazionale nel turismo delle dimore di pregio. Affittiamo dalle ville agli alloggi storici di lusso ad un’utenza di fascia medio-alta e di provenienza internazionale».
Che estate ha riservato il Salento al vostro settore?
«Per certi versi anomala. Di certo non è stata un’annata top, ai livelli di quella del 2019 (la migliore pre-Covid) o di quella del 2022 (la più intensa post pandemia). Noi abbiamo avuto il polso della situazione già diversi mesi prima della bella stagione. Il nostro tour operator apre il calendario di prenotazioni sin dall’anno prima ed il turista organizza per tempo il suo viaggio, talvolta anche a dodici mesi dalla partenza (sia per garantirsi un posto sui voli disponibili che per l’abitudine, diversa dalla nostra, di fissare la vacanza con largo anticipo).
Il trend è apparso subito non all’altezza del recente passato, in particolar modo nell’alta stagione. Le prenotazioni, poi, sono arrivate con tempistiche diverse: talvolta già a marzo i calendari dei nostri alloggi sono già completi, mentre quest’anno in quel periodo eravamo fermi al 40%. Abbiamo anche registrato molti last minute (che per noi sono una novità) ed una serie di buchi a ridosso dell’alta stagione, ad esempio a luglio. Al tramonto dell’estate, l’impressione è quella di aver perso una fetta di utenza medio-alta, mentre ha continuato a rispondere agli standard il turista di fascia elevata»
È andata meglio ad altre mete?
«Trovo che il dato sia generalizzato. Non solo guardando la Puglia, ma anche altre destinazioni nazionali, come ad esempio la Sicilia che ha registrato lo stesso calo. E lo scenario non è del tutto diverso all’estero, come ci raccontano Corsica o Grecia».
Quali le cause? Pesano rincari e nuove destinazioni meno dispendiose (come l’Albania, di cui si fa un gran parlare)?
«Non ho i dati per fornire una risposta adeguata sull’Albania (che tuttavia ritengo sia indietro sulla preparazione turistica rispetto alla Puglia, così come diremmo di noi se ci dovessimo paragonare a chi fa questo mestiere da più tempo, tipo la Toscana). È l’Europa tutta ad aver perso appeal quest’anno.
La causa principale è il conflitto russo-ucraino, che da un lato ha ridotto la percezione di sicurezza del viaggiatore e dall’altro ha portato a rincari generalizzati. A questo si uniscono una serie di altri elementi: pesano anche fattori esogeni, e non solo gli aspetti legati al luogo d’arrivo.
Un esempio è il caso dell’Inghilterra, rilevato sulla stagione 2023. La nostra utenza, che talvolta è arrivata ad essere per il 70% inglese, quest’anno ha registrato un calo fortissimo sul mercato britannico. Un dato probabilmente legato al momento storico che si vive oltremanica (dove le dichiarazioni dello stesso Premier, che affermato “non so se gli inglesi riusciranno a permettersi una vacanza quest’anno”, hanno seminato sfiducia). Poi a tutto ciò si sommano anche paure legate ad alcune notizie che varcano i confini del nostro Paese».
L’eco delle disgrazie ha un peso?
«Mi vengono in mente la Xylella o la piaga degli incendi. Il cliente spesso ci chiama per essere rassicurato. Vuole sapere se i posti che andrà a visitare o dove andrà ad alloggiare sono ancora come li ha visto in foto. Il turismo è un settore sensibile a molte variabili: basti pensare che oggi alcuni tour operator riservano all’utente la possibilità di rivedere la propria permanenza in caso di cattive previsioni meteo. Va da sé che il forte risalto dato a determinati temi dalla stampa faccia assumere proporzioni smisurate ad alcune questioni, se viste da lontano: qualche anno fa qualcuno mi chiese anche se la Xylella poteva essere pericolosa per l’uomo…».
Che prospettive vedi all’orizzonte?
«In questi giorni stanno arrivando le prime prenotazioni per la prossima stagione e spero siano di buon auspicio. Mi auguro che si possa andare verso un ritorno alla normalità, anche se ci sono degli aspetti su cui il Salento è ancora indietro nel confronto con altre destinazioni».
Cosa andrebbe migliorato?
«Delle infrastrutture se ne parla da anni: collegamenti e distanza dagli aeroporti pesano. A ciò si stanno aggiungendo delle politiche sui voli che fanno calare le presenze. La riduzione dei collegamenti per l’aeroporto di Brindisi (e la centralizzazione di quello di Bari), ad esempio, ci penalizza molto. Spesso il turista che vorrebbe trascorrere una settimana in Terra d’Otranto è costretto ad andar via prima per poter trovare un volo per tornare casa. O, peggio, non si spinge a sud per non dover percorrere ore di macchina dopo aver preso l’aereo che lo ha portato a Bari».
Alessano
Imma, la mamma di Noemi: “Vergogna, dopo sei anni dalla morte di mia figlia il suo assassino è già libero”
«Questa è in-giustizia. È come se a mia figlia venisse tolta la vita per una seconda volta. Lucio Marzo è un assassino e se è stato condannato deve scontare la sua pena in carcere. Non ci può essere pietà per chi ha tolto la vita in quel modo…”

INTERVISTA ESCLUSIVA
LA RABBIA DI MAMMA IMMA
Ricorre il sesto anniversario dalla scomparsa di Noemi Durini, la sedicenne di Specchia barbaramente assassinata da colui che era il suo fidanzato ed avrebbe invece dovuto amarla.
Da quel giorno (3 settembre 2017), la serenità è uno status alieno ai familiari di Noemi per i quali, ovviamente, nulla è stato, è e sarà, più come prima.
Sofferenza, rabbia, alimentate ancora una volta da chi è stato la causa di tutto: quel Lucio Marzo di Montesardo che, sei anni fa, si macchiò di un crimine così orrendo.
Fomentate da lui e, forse, anche da una legislazione carente e dall’approssimazione di chi quelle leggi deve fare rispettare. In piena canicola agostana, l’ormai 24enne omicida, condannato in via definitiva a 18 anni e otto mesi di carcere, ha tentato di fuggire dalla polizia stradale a Cagliari, che l’ha fermato nel corso di un normale controllo, prima con l’auto e poi a piedi.
Era in permesso premio per svolgere un’attività lavorativa in un esercizio commerciale a Sarroch, a 20 chilometri dal capoluogo sardo.
A richiamare l’attenzione degli agenti, sarebbe stato l’eccessivo rumore della macchina che il 24enne guidava.
Dopo un rocambolesco inseguimento in auto e un tentativo di fuga a piedi, il fermo.
Non poteva guidare perché il giudice non gliel’aveva concesso. Sottoposto all’alcoltest, è risultato positivo. Così la sua già corposa fedina penale si è arricchita di una denuncia a piede libero per guida in stato di ebbrezza.
Trasuda rabbia Imma Rizzo, la mamma di Noemi, che non riesce a credere a quanto ha appreso: «È una vergogna», tuona, «non sono nemmeno trascorsi sei anni dalla morte di mia figlia e il suo assassino è già libero. Gli hanno concesso un permesso premio! Ma come è possibile?», si chiede senza attendere una risposta. Anzi è lei stessa che incalza: «Vorrei sapere chi ha compilato la relazione psicologica prevista in questi casi e, soprattutto, mi piacerebbe leggerne il contenuto…».
Imma non si dà pace: «Lui ha la possibilità di lavorare, di uscire dal carcere, scorrazzare libero, addirittura ubriaco in auto, mentre Noemi ha perso tutto proprio per mano sua. Chi ha tolto la vita ad un altro essere umano non dovrebbe poter beneficiare di nulla, invece…».
Integrazione, recupero? La mamma di Noemi non ne vuole neanche sentire parlare, eventualmente siano «processi da portare a compimento in carcere non certo con permessi premio ad appena sei anni dalla condanna per siffatto crimine».
Imma è ancora più chiara e non lascia spazio a repliche: «Questa è in-giustizia. È come se a mia figlia venisse tolta la vita per una seconda volta. Lucio Marzo è un assassino e se è stato condannato deve scontare la sua pena in carcere. Non ci può essere pietà per chi ha tolto la vita in quel modo ad una ragazzina. Hanno rimesso in libertà una persona che si è macchiata del crimine peggiore, un uomo pericoloso per l’intera società che, invece, è composta per la maggior parte da persone per bene».
A riguardo anche le dichiarazioni dell’avvocato Valentina Presicce, uno degli avvocati della famiglia di Noemi: «Il brutale omicidio della giovane Noemi Durini, commesso con lucida premeditazione da Lucio Marzo, costituisce manifestazione estrema di una personalità orientata all’uso della violenza concepita, da questo assassino, quale usuale metodo di soluzione dei conflitti. In ragione dell’estrema gravità dei fatti commessi, si è venuta a creare una frattura con la società il cui superamento richiede un lungo tempo di detenzione non sicuramente compatibile con il decorso di neanche 6 anni di detenzione. Oggi pretendiamo che qualcuno ci dica chi ha valutato la pericolosità sociale di Lucio Marzo, pretendiamo che qualcuno ci dica a chi era intestata l’autovettura che guidava ubriaco».
Per tali motivi l’avv. Presicce ha «trasmesso al Ministro della Giustizia una richiesta di accertamenti urgenti sui fatti gravissimi accaduti in Sardegna per capire come mai un assassino ancora pericoloso per la società, era ubriaco alla guida di una autovettura e se ci sono responsabilità da imputare a terzi».
Il 5 settembre sarà, come sempre dal 2017, il giorno del silenzio, della messa in suffragio e delle preghiere. Poi l’indomita Imma ricomincerà quella che è diventata la sua missione, ciò che le dà la forza di andare avanti: incontrare i più giovani, sensibilizzare sui temi della violenza di genere, del femminicidio, che sono l’esatto opposto dell’amore: «Quando parlo alle giovani ragazze, sottolineo sempre che, quando si trovano di fronte a giovani uomini difficili, violenti, con problematiche e disagi, non possono pensare di aiutarlili con l’amore. Non si lascino affascinare dai bulli, dai manipolatori, da coloro che alzano la voce e le mani».
Imma continua a portare la sua testimonianza nelle scuole, negli oratori, a convegni ed in ogni altra occasione utile. Come accaduto a fine luglio con il 7° torneo estivo «Un calcio alla violenza», tenutosi a Scorrano. Nell’occasione tutte le associazioni di Scorrano (tra cui anche l’Associazione Astrea di cui fa parte proprio l’avv. Valentina Presicce) e tutti i ragazzi scesi in campo, con dedizione e correttezza hanno portato avanti lo scopo benefico del torneo in ricordo di Noemi e di tutte le donne uccise per mano di chi diceva di amarle.
Anche in questa occasione, relegando per un attimo in un angolino rabbia e dolore ridestati dalle contingenze Imma lancia il suo “solito” appello: «L’amore non è violenza. Alle ragazze dico: Denunciate sempre! È l’unico modo per salvarvi».
LA STORIA
Noemi Durini, 16 anni, di Specchia, il 3 settembre 2017 non tornò a casa. Era domenica proprio come quest’anno…
I genitori denunciarono la scomparsa alla polizia sperando fino all’ultimo potesse non essere qualcosa di grave.
I genitori avevano sollecitato più volte Noemi a non frequentarlo: la madre aveva addirittura denunciato il ragazzo a causa del suo carattere violento.
Ne erano nati due procedimenti: uno penale per violenza privata, l’altro civile per verificare il contesto familiare in cui vive il giovane.
Procedimenti che non portarono ad alcun provvedimento cautelare.
Il 13 settembre 2017 Lucio Marzo confessò l’omicidio di Noemi ed indicò ai carabinieri il luogo in cui aveva nascosto il cadavere: sotto un cumulo di pietre in una campagna in località “San Giuseppe” a Castrignano del Capo. Ammise di averla uccisa con una pietra e di averne sepolto il corpo tra i sassi.
L’autopsia disposta dalla Procura rilevò come Noemi fosse stata prima picchiata a mani nude e poi accoltellata alla nuca e seppellita mentre era ancora viva: sarebbe dunque morta per asfissia. Fu indagato anche il padre di Lucio, Biagio, per occultamento di cadavere ma venne poi scagionato.
Il 2 ottobre 2018 il pm Anna Carbonara chiese per il ragazzo una condanna a 18 anni di carcere. Chiesto un altro anno e mezzo per reati collaterali, confluiti nel procedimento. Il 4 ottobre il Tribunale dei Minorenni di Lecce condannò il reo confesso a 18 anni e 8 mesi di reclusione.
-
Cronaca4 settimane fa
Fallito attentato contro Don Antonio Coluccia
-
Appuntamenti4 settimane fa
Ugento: Il filosofo, l’empio, il rogo
-
Approfondimenti4 settimane fa
Leuca e la ‘nuova’ Colonia Scarciglia che mette tutti d’accordo
-
Approfondimenti4 settimane fa
Caregiver Familiari: «I disabili non siamo noi»
-
Attualità4 settimane fa
Casarano, Opel Sancar vince causa milionaria col fisco, ma nel frattempo fallisce
-
Attualità2 settimane fa
Anche nel Salento lo Zaino sospeso
-
Appuntamenti4 settimane fa
Li Ucci Festival a Cutrofiano
-
Andrano4 settimane fa
Montesano, clamorosa grandinata nella notte. La conta dei danni