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Nardò

Il Carnevale di Nardò cambia itinerario

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Cambia itinerario la tradizionale sfilata che caratterizza, anno dopo anno, il “Carnevale Neretino”, organizzato dal Centro Turistico Giovanile “Osanna”, in collaborazione con il Comune di Nardò (Assessorati alla Cultura e al Turismo) e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio della Regione Puglia e della Provincia di Lecce. Carri allegorici, gruppi mascherati e maschere singole sfileranno per le strada cittadine lunedì 15 febbraio partendo, come di consueto, alle 14,30, da via Due Aie (Largo San Gerardo) ma snodandosi, poi, lungo via Madonna di Costantinopoli e via Roma per terminare su via XXV Luglio, dove si svolgerà la premiazione. Un cambio di itinerario causato dalla concomitanza con i festeggiamenti per San Gregorio Armeno, patrono di Nardò, in calendario il 20 febbraio. Come succede da quando sono iniziati i lavori di ribasolatura del centro storico, la festa si sposterà anche quest’anno su via Duca degli Abruzzi, Piazza Osanna e via Grassi, che, insieme a Corso Galliano, costituivano l’abituale tragitto della sfilata carnascialesca. La presenza delle luminarie, che verranno allestite per l’occasione, avrebbero costituito un serio ostacolo per i carri che, negli anni scorsi, hanno anche raggiunto, aperti, i sette metri di altezza. Da qui, la decisione di modificare “solo per questa volta”, ci tiene a sottolineare Aldo Lega, presidente del CTG, l’itinerario consueto. Anche nel 2009 si presentò lo stesso problema, ma, essendo la sfilata in programma il 21 febbraio, si smontarono le luminarie della festa davvero a tempo di record. Ci si può iscriversi alla sfilata, concorrendo ai premi messi in palio, fino alle 19 di domenica 14 febbraio versando una quota di partecipazione che varia dai 10,00 euro dei costumi semplici ai 50,00 euro per i gruppi mascherati e i carri. Il momento conclusivo, quello della premiazione, verrà animato dalla musica della Banda “La cittadella” di Santa Caterina e dalle coreografiche esibizioni degli Sbandieratori di Carovigno. Come d’abitudine, poi, ci sarà l’appendice dedicata ai bambini: carretti, coppie e mascherine verranno, infatti, premiati domenica 21, durante un veglioncino che si terrà nel Mercato Coperto, adiacente al Chiostro dei Carmelitani, alle 16, nel corso del quale si ripristinerà la tradizione della Pentolaccia, la grande pentola piena di dolci di ogni genere rotta da un volontario bendato, per la gioia dei più piccoli. In chiusura l’accorato appello del presidente Lega e del consigliere comunale Antonio Potenza: “Ci rivolgiamo alla città perché partecipi sempre più numerosa. Il Carnevale è uno dei pochi momenti di autentica condivisione che possiamo vivere come comunità nel segno del sano divertimento. Più siamo, quindi, più tutti i nostri sforzi per organizzare anno dopo anno la sfilata saranno premiati. Vi aspettiamo, allora, in tantissimi!”.


Ilaria Marinaci

Alezio

Sette auto in fiamme in provincia nella notte

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Notte movimentata quella tra il 3 e il 4 maggio per i Vigili del Fuoco del Comando provinciale di Lecce, intervenuti in diverse località per spegnere incendi che hanno coinvolto complessivamente sette autovetture.

Le prime fiamme sono divampate poco dopo l’una di notte a Nardò, sulla Strada Provinciale 359, dove due auto parcheggiate all’interno di un autosalone sono state avvolte dal fuoco. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco del distaccamento di Gallipoli insieme ai Carabinieri, che hanno avviato le prime indagini.

Il secondo intervento è stato effettuato alle 03:10 a Lizzanello, in via Trento, dove una BMW è stata completamente danneggiata da un incendio. Anche in questo caso sono intervenuti i Carabinieri per le verifiche del caso.

Poco dopo, alle 03:51, le squadre dei Vigili del Fuoco sono state chiamate ad Alezio, in via Sandro Pertini, dove le fiamme hanno colpito una Fiat Punto.

Infine, alle 05:06, un nuovo allarme è scattato a Casarano, in Piazza Taro: due le vetture coinvolte, una Lancia Y e un’Alfa Romeo Giulia.

Grazie al tempestivo intervento delle squadre antincendio, è stato possibile contenere le fiamme e impedire che si propagassero ulteriormente, evitando danni più gravi o conseguenze per le persone. Fortunatamente, in nessuno dei casi si registrano feriti.

Restano ancora da chiarire le cause dei roghi, sulle quali sono in corso accertamenti da parte delle forze dell’ordine. Non si esclude al momento alcuna ipotesi, inclusa quella del dolo.

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Cronaca

Sigilli agli immobili dei narcotrafficanti

Sequestrate ville, macchine, attività e terreni per oltre un milione e mezzo di euro. I beni fanno capo a Gianluca Calabrese e Cristian Roi, affiliati alla Sacra Corona Unita e sono ritenuti frutto del narcotraffico con copcaina ed erina distribuita sia nel sud Salento che nella parte più a nord della provincia

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La Polizia di Stato ha eseguito due decreti di sequestro di prevenzione patrimoniale di beni ritenuti riconducibili direttamente o indirettamente a due uomini Gianluca Calabrese (37 anni di Copertino) e Cristian Roi (42 anni di Nardò),  arrestati durante il 20 novembre scorso, e attualmente detenuti.

I due, personaggi di spicco del narcotraffico legati alla SCU, sono ritenuti i principali referenti dello spaccio: rifornivano di ingenti quantitativi di cocaina ed eroina sia le piazze del nord Salento che quelle del sud Salento.

Il sequestro, finalizzato alla successiva confisca, ha interessato beni immobili situati tra Nardò, Copertino e Sant’Isidoro.

In particolare: tre ville, di cui due adibite ad abitazione ed una a casa vacanze in una località balneare; un vivaio; una stazione di servizio per carburanti; due autovetture di grossa cilindrata; numerosi terreni nell’agro di Nardò; diversi depositi bancari e postali per un totale di circa un milione e mezzo di di euro.

A questo si aggiunga anche il sequestro di quote sociali e compendio aziendale di una società operante nel settore delle costruzioni edili ed infissi, la quale risulta avere ultimo fatturato di circa 6 milioni e 700mila euro, con una sede distaccata nel Nord Italia, per un totale complessivo di oltre 8 milioni Euro.

I provvedimenti, finalizzati all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati dalle organizzazioni criminali operanti in ambito provinciale, sono stati emessi dal Tribunale di Lecce – Sezione Riesame e Misure di Prevenzione – su proposta congiunta del Questore della Provincia di Lecce e del Procuratore della Repubblica di Lecce.

L’esecuzione è stata curata da personale della Sezione misure patrimoniali della Divisione Anticrimine, coadiuvato dalla Squadra Mobile e personale dei Commissariati distaccati di Nardò e Galatina della locale Questura, con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine, Polizia Stradale e Reparto volo di Bari.

Le accurate e minuziose indagini patrimoniali, condotte dalla Sezione Misure di Prevenzione Patrimoniale della Divisione Anticrimine della Questura di Lecce, sono state incentrate sulla ricostruzione del profilo criminale temporale e sull’analisi delle posizioni economico-patrimoniali dei proposti e del loro nucleo familiare, accertando come i soggetti in questione, pur non avendo formalmente dichiarato redditi sufficienti a giustificare le rilevanti disponibilità economiche, avrebbero  accresciuto il proprio patrimonio personale ed imprenditoriale, ricorrendo anche all’intestazione di beni a congiunti.

Il risultato operativo rappresenta la continuità delle attività istituzionali finalizzate all’aggressione delle illecite ricchezze acquisite e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali, agendo così a tutela e salvaguardia dell’interesse economico nazionale in ossequio alle direttive Ministeriali.

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Attualità

La storia del Teatro di Nardò nei ricordi di un ultracentenario

«Una lira per il loggione, la manovella di Aurelio, Chabernot, il veglione». In una lettera il quasi 103enne Arturo Presta ripercorre la vita del “comunale”

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«Tanti saluti dai miei 103 anni. Arturo».

Uno dei neretini più longevi e conosciuti, fisicamente lontano dalla sua città natale, ma ad essa legato in eterno, scrive su una vecchia macchina da scrivere una lettera sul Teatro comunale e sulla sua storia e la rende pubblica per il tramite dell’amico di famiglia Enrico Ciarfera.

Arturo Presta, 102 anni (compirà 103 ad agosto), milanese d’adozione, firma di fatto una dichiarazione d’amore al suo luogo del cuore, attraverso righe colme di ricordi e di nostalgia, che inevitabilmente scuoteranno la memoria dei più anziani.

La scintilla è il volume 150 anni di storia del Teatro a Nardò, scritto da Marcello Gaballo e Andrea Barone, che raccontano il lungo cammino del Teatro comunale e dell’attività di questo luogo, il cui punto di partenza è individuato dagli autori nel giorno 3 febbraio 1872, quando il sindaco Giovan Battista De Michele propose per primo la costruzione di un teatro (che in realtà vedrà la luce qualche anno più tardi e fu inaugurato nel 1909).

«In verità», esordisce Arturo Presta, «la notizia è di quelle che meritano tanto di… “cappello”. Il nostro Teatro Comunale compie 150 anni. Per noi neritini è motivo di legittimo orgoglio festeggiare la nobile costruzione concepita e realizzata (mi pare) dall’architetto Quintino Tarantino. Personalmente, la notizia ha suscitato in me, repentinamente, un’ondata di ricordi, di fierezza, di gratitudine, di affetto, per questo “palazzone” che un tempo mi vide ragazzino in sandali tutto teso in curiosità cinematografiche. Con una lira si “saliva” in loggione. Ma, a volte, i risicati 70 centesimi di cui si disponeva non bastavano. Ecco, quindi, entrava in scena il buon Giordano Buja (bigliettaio serale) che, con la rituale “scòppula”, faceva entrare ugualmente. Un giorno mi bloccò e mi disse: “Senti un po’…mi hanno detto che tu sei bravo a disegnare, ce la faresti a usare un pennello per dipingere, alla buona, su fogli di carta le “facce” di Charlot, Stanlio e Ollio, Ridolini etc…, ne dovremmo fare manifesti da affiggere nelle vie cittadine. Accettai subito. Mi promise, come compenso, l’accesso “gratis” al cinema in qualsiasi serata. Quella volta me la cavai bene».

Dai ricordi più personali a quelli collettivi, relativi alle rappresentazioni che il Teatro ospitò nel secolo scorso.

«Mio padre, spesso, accennava a una lodevole attività del Teatro Comunale, che non era stata soltanto “cinematografica” ma anche teatrale. Il suo palcoscenico aveva ospitato delle Compagnie di “Varietà”, di Operette, come il “Paese dei Campanelli”, “Cin-ci-là”, “Madama di Tebe”, “la vedova allegra”, molto gradite dalla popolazione. Ricordo la Compagnia “ZA-BUM” e le mirabolanti performances del noto illusionista Chabernot, che si esibì per varie settimane di seguito. Imperversarono anche i film di Cow Boys con Tom Mix e soci. Andavamo in delirio quando, verso il finale, scoppiava il famoso “Arrivano i nostri!».

Poi, ancora, qualche episodio della sua vita, che inevitabilmente si intreccia con la vita del Teatro.

«Nel 1940, a 18 anni, la Regia Marina mi arruolò assegnandomi compiti infermieristici, che svolsi con umana dedizione. Il congedo (1946) mi restituì alla mia amata Nardò, ai miei familiari. Ritrovai con commozione una certa atmosfera a me cara. Le strette vie, gli odori, i “pittàci”, le comari vicine di casa. Riabbracciai, con lo sguardo, l’imponente “palazzo” del Teatro Comunale. Mi ricordai del solerte Aurelio, quello che ogni sera, “proiettava” a “manovella” le pellicole (come chiamavano le bobine dei film). Nel Febbraio del 1947, una circostanza mi consentì di “riallacciare” il mio rapporto col Teatro Comunale. Un incaricato del Comune mi contattò, proponendomi la realizzazione di un “addobbo” artistico-carnevalesco del Teatro, per l’organizzando “Veglione”. Operazione scaramantica per dimenticare la recente dolorosa parentesi bellica. Fui lieto di accettare dando uno “scrollone” alla mia fantasia. Comprai grandi fogli di carta da imballaggio, colori in polvere (non erano ancora in tubetto), colla di pesce, barattoli vari … e iniziai ad abbozzare un qualcosa di orientale, di esotico, un paesaggio cinese su carta a fondo giallo. Da quell’insieme di segni, di pennellate, ne venne fuori tutto un luminoso mondo di fiori di pesco, di uccelli e zampilli di fontane. Quella decorazione in carta ebbe, la sera del Veglione, un notevole successo. D’allora sono trascorsi 78 anni (anno 1947) e oggi siamo qui, per augurare affettuosamente lunga vita al Teatro Comunale di Nardò, che tocca la meta dei 150 anni. Congratulazioni e un sincero elogio all’Amministrazione cittadina che, nel tempo, ha tenuto il Teatro Comunale in dignitose condizioni, sotto ogni aspetto, ogni funzione. Tanti saluti dai miei 103 anni. Arturo».

Arturo Presta, lucidissimo e prodigo di citazioni di fatti e persone, regala dunque a Nardò e ai neretini un piccolo ed emozionante diario sulla vita del Teatro comunale, uno dei luoghi più belli e amati da generazioni di concittadini.

Artuto nasce a Nardò nel 1922 in una famiglia di artigiani, studia solfeggio e clarinetto e sin da giovanissimo manifesta una certa inclinazione per il disegno e l’arte figurativa.

A diciotto anni si arruola nella Marina come infermiere e viene spedito al fronte per la Seconda guerra mondiale.

Al ritorno a Nardò fa il dattilografo, ma nel 1948 entra nella Pubblica Sicurezza prestando servizio in Questura a Milano (qui, tra le altre cose, redige identikit nella scientifica). Dopo 24 anni, si congeda dalla Polizia e viene assunto nell’ufficio “propaganda” di un’azienda farmaceutica.

Nel frattempo, consegue il diploma di “Disegnatore di figurini di moda”.

Va in pensione nel 1985, dedicandosi alla musica, alla poesia, alle letture e anche a… matite e pennarelli.

Qualche anno fa ha raccolto in un volume i suoi disegni che riproducono alcuni storici personaggi di Nardò.

Pur avendo a lungo vissuto a Milano, trascorre tutte le estati a Santa Maria al Bagno.

Ad agosto 2022 ha compiuto 100 anni e l’amministrazione comunale gli ha donato una targa ricordo consegnata dalla vicesindaco Maria Grazia Sodero (foto in alto).

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