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Attualità

Dimissioni a Specchia: polemica senza fine

Il vice sindaco dimissionario racconta i due episodi che hanno portato alla rottura definitiva e poi ribadisce alla sindaca Martinucci: ““Ho deciso di lasciare quando ho percepito che lei non aveva fiducia nei miei confronti, e soprattutto, per la sua incapacità, o mancata volontà, di ascoltare i miei disagi che le ho più volte rappresentato”

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Dopo le dimissioni e le conseguenti esternazioni degli “ex” assessore Luca Rizzo e vice sindaco Roberto Musio e la replica della sindaca Alessandra Martinucci la “serie” si arricchisce di una nuova puntata.


Attore protagonista Roberto Musio che non ha mandato giù alcune dichiarazioni della prima cittadina.


Vorrei evidenziare”, scrive rivolgendosi direttamente a Martinucci, “che lo scorso 11 maggio, ho rassegnato le mie dimissioni, da assessore e vicesindaco, con una lettera personale a mia firma esclusiva, adducendo motivazioni ben precise, che lei conosce molto bene, e che solo ed esclusivamente per le stesse intendo rispondere.  Per tale ragione la invito, insieme a tutti i cittadini, a rileggerla attentamente per verificare se la risposta data, in maniera alquanto promiscua, nel suo manifesto, possa rappresentare adeguato riscontro”.


La prego, inoltre”, insiste Musio, “di approfondire in quale parte, tale contenuto, risulti così censurabile al punto da avere leso la sua immagine e quella dell’intero paese fino a considerare l’ipotesi di interessare “Autorità competenti”. Oltre  ad  avere  indirizzato  questo  suo  messaggio  a  persona  che  non  l’aveva  offesa,  ha  contestualmente omesso di fare ricorso alla memoria circa il mio personale atteggiamento in questi undici mesi, periodo in cui ritengo di aver riservato, nei suoi riguardi, un esclusivo grande senso di dedizione. In tutte le occasioni in cui l’ho dovuta sostituire, ho sempre parlato di lei, puntualmente, come se fosse lei stessa a presenziare. Ritengo di averla sempre sostenuta, sia per le parole di elogio che ho sempre riservato alla sua persona, e per ogni volta che  i  cittadini  reclamavano  una  sua  maggiore  presenza  soprattutto  nei  maggiori  luoghi  di aggregazione, gli stessi in cui l’avevano sostenuta in campagna elettorale. Possono essere solo quelle le occasioni, per quanto mi riguarda, per le quali lei potrebbe interessare “Autorità competenti” che secondo me non possono che essere gli unici e veri testimoni: i Cittadini di Specchia”.


Poi Musio di aver utilizzato il “mezzucci” riferendosi “a due circostanze in cui proprio la sua mancanza di chiarezza, ha permesso che si parlasse in maniera errata di due episodi ben precisi”.


Poi l’ex vice approfondisce a partire dalla prima circostanza: “Come lei ben sa, sono stato tacciato, anche da diversi nostri amici comuni, di essere stato io a tenerla lontana dai sostenitori del movimento FARE. Per mallevarmi da tale responsabilità, sarebbe bastato un suo chiarimento. Avrebbe dovuto, semplicemente, riferire la sua personale e libera posizione, esprimendo la sua dichiarata contrarietà ad un tesseramento al direttivo FARE per le motivazioni, che lascio a lei esprimere, quando le verrà nuovamente riproposta la richiesta. “Mezzucci”  signor  sindaco,  riconducibili  in  questo  caso,  sono  alcuni  messaggi  circolati  sul  gruppo  dei sostenitori, dove si imputava proprio al sottoscritto la colpa di averla influenzata, ammesso che un sindaco si possa  fare  influenzare,  a  stare  lontana  dal  movimento  FARE,  senza  che  lei  intervenisse  o  smentisse”.


Secondo Musio a questa mancanza di chiarezza, “se ne sono aggiunte altre di situazioni, per le quali, anche se avvenute a mia insaputa, avevo ormai assunto, il ruolo di “responsabile unico”: tutta colpa del vice sindaco!”.


Ed ecco il racconto dell’altro episodio che avrebbe avuto un ruolo determinante nella decisione di Musio di lasciare e che riguarda una cena svoltasi Taviano, che avrebbe visto come avventori la sindaca, l’ex assessore Rizzo e gli esponenti dei gruppi consiliari di minoranza, “ad insaputa di tutti gli altri consiglieri comunali di cui lei era il sindaco. Quella sì, poteva essere una occasione da “dimissioni” o azione per essere sfiduciata. È vero che poi avete dato dei chiarimenti, a noi altri consiglieri, cercando di spiegare le ragioni per cui non avete ritenuto di avvisare, ma resta comunque un fatto grave perché tutto ciò si sarebbe potuto, anzi dovuto fare alla luce del sole”.

Proprio in riferimento a quell’episodio per Musio “mezzucci sono  quelli  utilizzati  da  chi,  pur  consapevole  della  mia  estraneità,  continua  a riportarmi tra i commensali di quella cena che, chiunque sia stato ad organizzarla, sarà stato sicuramente uno sprovveduto! Il mio rapporto con i consiglieri della minoranza è stato sempre chiaro e trasparente”, chiarisce, “con loro ho intrattenuto, e continuo a farlo, una relazione basata su un rapporto di reciproco rispetto e di correttezza, soprattutto in relazione a quelle che sono le diverse posizioni. Chiunque volesse individuare quello che è stato il mio atteggiamento con le minoranze fino alle dimissioni, non si affanni a ricercarla in nessuna osteria di Taviano vada, piuttosto, a rileggersi i diversi atti delle delibere di Consiglio comunale e si legga i miei interventi. Il resto sono solo parole”.


L’ex vice sindaco torna poi sulle sue dimissioni: “Ho lasciato perché ho ritenuto che non ci siano più i presupposti per un sereno cammino comune e ne  ho  avuto  la  prova  e  la  conferma  in  questi  giorni,  in  cui  lei  ha  voluto  alimentare,  segnando  un  solco insormontabile, ulteriormente questo divario”.


Il riferimento e alla nota a firma di Martinucci sulle dimissioni sue e di Rizzo in cui “ha voluto mischiare e rispondere a differenti posizioni, utilizzando quasi una risposta standard che andasse bene per tutte le occasioni, senza cercare invece di entrare in tutti i passaggi della mia lettera dell’11 maggio per ricercare ragioni di confronto”.


Poi ribadisce con estrema chiarezza: “Ho deciso di lasciare quando ho percepito, anche da piccole cose, che lei fondamentalmente non aveva fiducia nei miei confronti, e soprattutto, per la sua incapacità, o mancata volontà, di ascoltare i miei disagi che le ho più volte rappresentato”.


Riguardo alla carica di consigliere comunale, “è il frutto delle preferenze dei miei elettori quelli che hanno contribuito in maniera importante a farla diventare sindaco perché è, ragionevolmente, desumibile che lei sia diventata sindaco anche grazie a me e molto più difficilmente che io sia diventato consigliere comunale, grazie a lei. Perché vuole farmi dimettere per una carica che mi ha dato il popolo? Non posso credere, e non voglio credere, che lei supponga che un sindaco abbia questi poteri. Perciò, è importante che  lei rilegga  attentamente  il contenuto della  mia lettera  di  dimissioni dalle  cariche, perché forse le sarà sfuggito qualche passaggio tra i quali : “sosterrò senza riserve ogni azione che riterrò utile per i miei cittadini”; non faccia confusione. Praticamente”, la stoccata, “lei dovrà semplicemente promuovere azioni utili per i cittadini, sindaco, e io le sosterrò senza riserve”.


Infine Roberto Musio confessa che “oggi sono più sereno e ricevo solo messaggi di solidarietà e fiducia da parte di tanti amici. A loro, che me lo stanno chiedendo, ho promesso di continuare a svolgere il ruolo che mi hanno conferito con serietà, come ritengo di avere sempre fatto. Mi spiace per tutti quei cittadini che hanno creduto in tutti noi e che evidentemente avranno occasione nei modi, nelle sedi e nei tempi giusti, di valutare serenamente il perché di questo progetto interrotto, anche se, comunque, la mia non era una elezione a vice sindaco o assessore ma a consigliere comunale, quindi”, conclude, “tradirei i miei elettori se, senza valido motivo, rinunciassi a tale carica”.


Attualità

Forno crematorio a Caprarica di Lecce? «Si valutino benefici e costi»

Il consigliere regionale Basile (FdI), a margine della Commissione Ambiente: «Non esiste un’emergenza tumulazioni, quindi, non vedo benefici a fronte dei “costi” ambientali»

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Continua a far discutere la possibile realizzazione di un forno crematorio a Caprarica di Lecce.

Questa volta registriamo l’intervento del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Dino Basile, a margine della riunione della Commissione Ambiente

«La scelta della cremazione è una scelta personale, a volte dettata anche da motivi economici», premette Basile, «quindi non si può essere a favore o contro la pratica funeraria, ma è evidente che la costruzione di un forno crematorio a Caprarica di Lecce, una comunità di poco più di 2.200 persone, qualche riflessione su costi e benefici la impone».

Dino Basile (FdI)

«Oggi in Commissione Ambiente», racconta, «non è stato neppure possibile entrare nel merito del possibile inquinamento, perché l’ARPA ha sostenuto di non aver ancora visionato il progetto, ma ci siamo soffermati sugli aspetti legislativi esistenti, ma mai attuati».

Nel 2008, infatti, il Consiglio regionale approvò una legge in in materia di attività funeraria, cremazione e dispersione delle ceneri, che prevedeva l’adozione di un programma che definiva anche la localizzazione dei forni crematori, in assenza di questa, però, e nonostante siano passati 17 anni, la richiesta di costruire nuovi impianti è andata avanti in molti centri pugliesi, un po’ a macchia di leopardo.

«Difficile, nel caso di Caprarica», aggiunge il consigliere regionale, «limitarsi a sollecitare l’attuazione di una legge regionale, che pure è necessaria. In questo caso ci sarebbe da chiedersi: se i costi di dover sopportare nelle vicinanze del centro abitato i fumi (anche controllati) della cremazione siano giustificati a fronte di una situazione dove non vi è un’emergenza tumulazione, visto che mi risulta che vi siano loculi a sufficienza per ospitare nuovi decessi».

Insomma, peer dirla come Basile, sarebbero giustificati solo laddove vi è un’emergenza: «Faccio un esempio: io non sono favorevole (tout-court) ai dissalatori, perché andrebbe fatta una programmazione ma, di fronte a un’emergenza, per alleviare la sete degli agricoltori, sarei favorevole anche alla costruzione. In questo caso, però, chiediamocelo: vi è un’emergenza?».

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Seconda Giornata della Legalità a Marittima

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Riceviamo e pubblichiamo

🎗 2^ GIORNATA DELLA LEGALITÀ 🎗
📍 Presso il giardino della Bottega Equo-Solidale Marittima
📅 18 Luglio 2025
🕣 Ore 20:30

Ci ritroviamo insieme per ricordare la Strage di Via D’Amelio e per rinnovare il nostro impegno collettivo per la giustizia, la memoria e la legalità.

🌱 Interverranno: 🔹 Avv. Francesco Capezza – Responsabile presidio Libera di Casarano
🔹 Nadia Rizzello – Presidente Associazione Angelica Pirtoli

✨ Al termine della serata, condivideremo un piccolo rinfresco con prodotti provenienti dalle terre confiscate alla mafia – un gesto semplice, ma potente, che parla di riscatto e speranza.

Vi aspettiamo per fare memoria, costruire coscienza, e tessere insieme una comunità più libera.

📬 Info: esmarittima@libero.it
📞 338 7768095

Con il patrocinio della Pro Loco Acquaviva Marittima, del Comune di Diso e del Coordinamento Libera Lecce.

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Attualità

Terzo Settore, c’è la legge regionale

Ritenuta una delle più evolute d’Italia per principi e valori. Gli oltre 8.600 enti, 45mila operatori e 250mila volontari, hanno ottenuto il riconoscimento di attori primari nella programmazione e definizione di politiche, strategie e azioni

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Giornata storica quella di ieri per il Terzo Settore pugliese!

Con l’approvazione della Legge regionale, a detta di molti, una delle più evolute d’Italia per i principi e i valori che in essa sono inverati, il Terzo Settore, con i suoi oltre 8.600 enti, gli oltre 45mila operatori e 250mila volontari, ha ottenuto il riconoscimento di attore primario nella programmazione e definizione di politiche, strategie e azioni.

Si potranno, finalmente, superare approcci emergenziali e categorizzanti e restituire centralità alle persone, ai loro affetti, alle reti di riferimento, e soprattutto al diritto di progettare la vita di individui e comunità, secondo i propri tempi, desideri e condizioni.

Questa legge proietta il Terzo Settore dentro una più ampia dimensione del welfare.

Esso diventa principio attivo nel legare le relazioni tra cittadini, istituzioni, attori economici e territori in un’alleanza generativa, fondata sulla corresponsabilità e sull’amministrazione condivisa.

Il Forum del Terzo Settore Puglia esprime profonda soddisfazione per un traguardo che impegna i volontari a contribuire con ancora maggiore convinzione alla definizione delle linee guida sull’amministrazione condivisa, quale strumento fondamentale per rendere la legge pienamente attuativa e realmente trasformativa.

Perché, insomma, non resti solo una delle tante buone intenzioni o promessa non mantenuta.

Al Forum del Terzo Settore della Puglia aderiscono: ACLI, A.D.A., Adiconsum,  AGESCI, AICS, ANFFAS,  ANOLF, ANPAS, ANSPI, ANTEAS, ARCI, ASC, ASI, AUSER, AVO, CNCA, Comunità Emmanuel, Confcooperative Federsolidarietà, Consorzio Opus, CRI Croce Rossa Puglia, CSAIN, CSEN, CSI, ENDAS, Fidas, GRUPPI Vincenziano, Italia Nostra, Legacoop Sociali, Legambiente, MCL Movimento Cristiano Lavoratori, MODAVI, UISP, Uneba, UNPLI Pro Loco Puglia.

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