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Attualità

Nuovo call center di Supersano: “Qui il fulcro del nostro futuro”

Intervista all’amministratore di System House, l’azienda leader di settore che in Salento ha appena aperto la sua 13esima sede in Italia, per oltre 400 posti di lavoro

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di Lorenzo Zito


Occhi, orecchi, telecamere e riflettori puntati su Supersano lo scorso venerdì 12 maggio, per un evento che ha visto la presenza di importanti personalità istituzionali, civili e religiose.


È l’inaugurazione del nuovo call center di System House, gruppo con sedi in tutta Italia che di recente ha rilevato un’importante commessa Enel, in precedenza gestita dalla Covisian di Casarano.


Una commessa in verità già nota alle cronache: lo scorso autunno ha tenuto col fiato sospeso quasi 400 persone, gli impiegati della suddetta Covisian i quali, in assenza dell’incarico Enel, rischiavano di perdere il posto.


La vicenda, diventata un vero e proprio caso dibattuto anche in sede politica e sindacale, è presto sfociata in un nuovo percorso, nel solco di quanto già sul finire del 2022 aveva anticipato il segretario generale della Slc Cgil di Lecce, Tommaso Moscara: “Il territorio manterrà tutti i posti di lavoro: la System House, che subentra nella commessa in questione, assorbirà tutti gli operatori coinvolti e dovrà avere sede a non più di 15 chilometri da quella precedente di Covisian”.


Ed eccoci, pochi chilometri più ad est di Casarano, nella vicina Supersano. Qui System House ha preso casa, in dei locali battezzati proprio lo scorso venerdì 12 (foto a fine articolo), in presenza dell’amministrazione di Supersano, dell’assessore regionale allo sviluppo economico Alessandro Delli Noci, del senatore Roberto Marti, di alcuni delegati nazionali dei sindacati e dei rappresentati di Enel e Poste Italiane.


Ci parla di questa nuova esperienza l’amministratore unico di System House, l’ingegner Agostino Nicola Silipo, anima dell’azienda, da lui fondata in Calabria oltre 40 anni fa ed oggi titolare di sedi in ben 13 città d’Italia, con call center che impiegano oltre 2mila persone.


L’intervista


L’ingegner Silipo


Ingegnere, partirei dall’inaugurazione. Che evento è stato?


È stato un evento importante perché ci ha permesso di manifestare tutto l’entusiasmo con cui siamo arrivati in Salento e di ringraziare tutti coloro che ci hanno dato grande accoglienza. Avevamo tempi stretti per l’avvio dell’attività: il committente chiedeva di andare, per quanto possibile, in immediata continuità con il lavoro precedentemente svolto da Covisian. Grazie al supporto degli amministratori locali, abbiamo individuato in breve un locale idoneo e lo abbiamo completamente trasformato per le nostre esigenze: una delle prerogative dettate dal nostro DNA aziendale è infatti quella di avere strutture confortevoli, per mettere i collaboratori in condizioni di lavorare in un ambiente che sia il più possibile familiare.


Il Salento era già nei vostri piani o avete semplicemente colto l’attimo?


Conoscevamo da tempo Covisian e Call&Call quali realtà d’eccellenza, note ed ambite in tutta Italia. La nostra azienda monitora sempre il mercato con attenzione: l’opportunità di cogliere la commessa Enel ha fatto il resto. Oggi riteniamo il Salento un’aggiunta importante per il nostro gruppo e lavoriamo certi di poter essere un volano di crescita occupazionale per il territorio.

Siete già operativi?


Sì, la nostra sede a Supersano è operativa e stiamo già avendo ottimi riscontri.


Su Supersano, lavorate anche ad altre commesse?


Al momento no, solo per Enel. Ma il nostro obiettivo è portar qui presto anche altre delle attività che svolgiamo, come ad esempio il recupero crediti, l’help desk, il customer service o la formazione professionale. Inoltre, stiamo lavorando anche a dei progetti che ci permettano di entrare direttamente nel mercato con prodotti nostri, senza la necessità di aggiudicarci gare. In azienda abbiamo un nostro centro di sviluppo software che sta realizzando degli applicativi che verranno alimentati direttamente dai nostri operatori. Supersano (con la vicina sede di Taranto) diventerà un polo importante per questo macro-progetto che sarà il fulcro del futuro della System House.


Avete riassorbito tutto il personale precedentemente impiegato in Covisian?


Anche di più, siamo oltre le 420 unità di cui si parla in questi giorni. Con le necessità logistiche che richiede una sede di queste dimensioni, abbiamo già impiegato un’altra decina di risorse, anche diverse dagli operatori telefonici.


Le giro una provocazione arrivata online da alcuni nostri lettori: son tutti co.co.co. o anche contratti subordinati?


Il 90% dei nostri lavoratori è dipendente subordinato. Al momento, uno dei nostri obiettivi primari è quello di stabilizzare anche tutti i contratti determinati. Il caso di Taranto ne è un esempio: quando siamo subentrati, quattro anni fa, abbiam trovato 40 collaboratori che da lungo tempo erano interinali e li abbiamo stabilizzati. Personalmente sono convinto che il profitto sia un mezzo, non un fine. Per questo, da sempre, l’etica è alla base delle scelte della nostra azienda. In nome di questo credo abbiamo spesso bandito delle attività che ci non avrebbero permesso di rispettare determinati canoni. In un certo senso, siamo stati anche pionieri della meritocrazia: per primi, nel nostro settore, abbiamo inserito dei contratti di lavoro che rendono compartecipi agli utili i dipendenti.


Il sindaco: “Giorno speciale”


Per il sindaco di Supersano, Bruno Corrado, quello dell’inaugurazione è stato “un giorno speciale e di grande orgoglio, per la nascita sul territorio comunale di una grande realtà industriale. Come amministratori siamo orgogliosi di essere stati capaci di rispondere ad ogni esigenza burocratica e amministrativa di questa società, così come di ogni nostra realtà economica presente sul nostro territorio. Il nostro compito è quello di servire il nostro paese e oggi lo abbiamo fatto al meglio delle nostre capacità. Auguri a System house, benvenuta a Supersano e buon cammino a tutte le attività presenti a Supersano”.



Appuntamenti

#TAURISANOSVAPO, nuova apertura dopo Maglie e Tricase

“Abbiamo sempre lavorato per fornire il miglior servizio possibile, anche esponendoci di persona per cercare di diventare trend setter in questo settore”…

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Nuova apertura a Taurisano per Svapo già presente a Tricase e Maglie.

«Già presenti sul territorio leccese con due negozi», spiega Dario Surano, «abbiamo deciso di arricchire il sud Salento con un terzo punto vendita. Lo scopo cardine è di espandere la nostra rete di negozi per avvicinare sempre più persone alla nostra visione».

Infatti, prosegue, «operando nel settore svapo dal 2015, abbiamo affinato esperienza e coltivato la clientela con un rapporto che va oltre il mero aspetto lavorativo. Vogliamo mettere a disposizione, tutta l’esperienza maturata in questo tempo per creare luoghi dove passione e professionalità incontrano il meglio che il mercato della sigaretta elettronica possa offrire. Al centro dell’attenzione mettiamo sempre le esigenze e le richieste di tutti coloro che negli anni si sono approcciati o che si vogliono avvicinare alla sigaretta elettronica».

Come si è arrivati alla nuova apertura?

«Insieme a tutti i nostri collaboratori», premette Surano, «abbiamo sempre lavorato per fornire il miglior servizio possibile, anche esponendoci di persona per cercare di diventare trend setter in questo settore che amiamo e in cui mettiamo tutti noi stessi. Con l’apertura di #TAURISANOSVAPO ci rimettiamo in gioco ma siamo sicuri che riusciremo a vincere anche questa una sfida con l’aiuto e anche l’apprezzamento di tutti i consumatori che si affidano a noi con fiducia».

«Vogliamo che ogni cliente di senta parte del nostro progetto», insiste, «offrire il meglio nel mondo dello svapo, con prodotti di qualità e un servizio che faccia sentire ogni persona importante grazie alla professionalità dei nostri collaboratori.

Tutti insieme ci divertiamo, certamente, ma non dobbiamo mai dimenticare che lo svapo è prima di tutto salute, ovvero uno strumento per abbandonare il vizio del fumo. Se riusciremo a trasmettere questo messaggio in allegria e con il sorriso sulle labbra, secondo me, avremo ancora più successo».

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Attualità

Maria Antonietta I di Puglia

È in primo luogo necessario elaborare una strategia di massima che riguarda, per così dire, una più profonda capacità di comprendere, anticipare e soddisfare le attese e le potenzialità del territorio e un aumento del numero dei corsi di laurea e dei dipartimenti, ossia di quelle che una volta (sino al 2010) si chiamavano facoltà….

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Unisalento, ecco la prima rettrice

Maria Antonietta Aiello: «Per me motivo di orgoglio diventare la prima rettrice: non ho dubbi che altre ce ne saranno, perché non c’è alternativa a un futuro di reali pari opportunità»

La professoressa sarà rettrice per il sessennio 2025-2031.

Al primo turno il voto pesato per ciascuno dei tre candidati ammessi alla procedura elettorale era stato: Maria Antonietta Aiello, 338,269; Luigi Melica, 278,944; Salvatore Rizzello, 138,239.

Dopo il ritiro degli altri due candidati, ovvero il direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche Luigi Melica e il direttore della Scuola superiore ISUFI Salvatore Rizzello, i voti della comunità accademica si sono indirizzati in blocco, infatti, sull’attuale prorettrice vicaria e ordinaria di Tecnica delle Costruzioni al Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione. Di Marzi (Cosenza), sarà dal prossimo 1° novembre, a prendere il testimone dal rettore Fabio Pollice.

La vera sfida del futuro

di Hervé Cavallera

di Hervé Cavallera

Il 2025 è un anno importante per l’Università del Salento. Da non molto sono trascorsi i festeggiamenti per il suo 70° anno di vita ed è stato appena eletto, nella persona della prof.ssa Maria Antonietta Aiello, il suo 11° rettore, anzi la prima Rettrice di Unisalento.

Il primo rettore, e inoltre fondatore dell’Università, fu Giuseppe-Codacci-Pisanelli (nel 1955 rettore del Consorzio Universitario Salentino, dal 1956 al 1976 rettore dell’Università di Lecce), quindi Saverio Mongelli (1976-1979), Mario Marti (1979-1981), Alberto Sobrero (1981-1983), Donato Valli (1983-1992), Angelo Rizzo (1992-2001), Oronzo Limone (2001-2007) che mutò (2007) il nome da Università di Lecce in Università del Salento, Domenico Laforgia (2007-2013), Vincenzo Zara (2013-2019), Fabio Pollice (2019-2025).

In 70 anni, ovviamente, non solo è cresciuta l’offerta formativa dell’Università salentina (sorta con la Facoltà di Magistero a cui seguì quella di Lettere e Filosofia), ma è cambiato l’intero panorama nazionale.

L’Università di Lecce fu la terza ad esistere, dopo Napoli e Bari, nell’Italia meridionale continentale.

Oggi numerose sono le università statali nelle diverse regioni del Sud, a cui devono aggiungersi quelle non statali legalmente riconosciute e quelle telematiche. Il che, si capisce, comporta una serie di problemi di natura economica, che crescono ulteriormente pensando al numero consistente di studenti del Sud che preferiscono recarsi in università del Centro-Nord e, non ultimo, alla denatalità che riduce il numero dei giovani.

Mantenere al meglio l’esistente è ciò che diventa immediatamente evidente per chi assurge alla carica rettorale.

Ma “mantenere”, in una realtà sempre più complessa, concorrenziale e globalizzata, non è invero sufficiente. Nel mondo della flessibilità, non si mantiene: si sviluppa. Occorre crescere ulteriormente e divenire sempre più concorrenziali.

Sotto tale profilo il compito che attende la Rettrice, non è affatto facile.

È in primo luogo necessario elaborare una strategia di massima che riguarda, per così dire, una più profonda capacità di comprendere, anticipare e soddisfare le attese e le potenzialità del territorio e un aumento del numero dei corsi di laurea e dei dipartimenti, ossia di quelle che una volta (sino al 2010) si chiamavano facoltà.

Al tempo stesso è opportuno migliorare la qualità dell’assistenza studentesca, dei servizi che si offrono.

Basti pensare agli alloggi, ai collegamenti, alla viabilità, alle mense universitarie.

Si tratta di una serie di obiettivi che – una volta raggiunti – farebbero risaltare l’immagine di una università dinamica, accorta ai bisogni del presente e del territorio, volta all’innovazione.

E’ opportuno che per raggiungere tutto questo la Rettrice sia coadiuvata da uno staff efficiente e coeso.

Certo, quello che si è indicato pare necessario e tuttavia non facile da conseguire in quanto comporta in primo luogo una serie di interazioni con il mondo politico ed economico abbastanza complesse. Soprattutto non sono trascurabili, ad avviso di chi scrive, i dati già rilevati connessi alla denatalità e alla volontà giovanile di spostarsi altrove, anche fuori d’Italia, in vista di una più proficua occupazione dopo aver conseguito la laurea.

Alla luce di quanto sopra il problema diventa allora quello di rendere appetibile – mi si passi il termine – Unisalento.

Affinché questo sia, bisogna tornare ad essere quello che l’università ha voluto essere nel suo significato pieno, come del resto è attestato dalla storia.

Certo, è il luogo ove studiare le discipline che consentono di acquisire le conoscenze e le competenze di base della propria professione per il bene personale e del prossimo, ma in primo luogo è un centro di ricerca di alta cultura.

Solo puntando alla realizzazione di uno stimolante centro di ricerca è possibile dare veramente vita ad una università.

Si tratta, insomma, di mettere totalmente da parte sia l’idea di un mero titolificio sia quella di un’azienda che offre pure velleitarie illusioni.

Un centro di ricerca, con docenti scientificamente qualificati, sarebbe certamente in grado di diventare punto di riferimento dell’utenza studentesca e quindi motore di crescita territoriale proprio perché in sé garante della serietà e della qualità degli studi.

In un momento storico in cui prevale l’innovazione è evidente che solo un serio approfondimento nei diversi campi dello scibile umano può diventare forza attrattiva e positivamente propulsiva.

Come scrive Dante nel Canto VI del Paradiso, grande merito dell’imperatore Giustiniano fu quello di aver tolto dalle leggi, nel suo Corpus iuris, «il troppo e ‘l vano».

Ecco: il compito della Rettrice Maria Antonietta Aiello (e ciò in realtà vale per ogni università) è di snellire le lungaggini burocratiche e di puntare sull’essenziale, ossia sull’apporto di docenti veramente all’altezza del presente, che siano in grado di contribuire, ognuno per il proprio settore scientifico-disciplinare, allo sviluppo della ricerca nazionale e internazionale. Infatti, solamente rendendo ancor di più l’Università del Salento un polo di eccellenza scientifica non soltanto i giovani sarebbero indotti ad iscriversi, ma essa diventerebbe un notevole centro di promozione dell’intero territorio.

Tutto questo, si comprende bene, non si realizza in un batter d’ali e richiede lungimiranza e capacità di costituire un corpo docente di rilievo. È ciò che si augura alla Rettrice neoeletta in un momento storico in cui l’Occidente sembra scivolare nei vaniloqui e nell’asservimento alla tecnologia.

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Attualità

Albaservice: Risanamento e tutela dell’occupazione le parole d’ordine

Il percorso di rilancio è stato reso possibile grazie all’impegno del Consiglio Provinciale e alla piena collaborazione dei dirigenti e funzionari dell’Ente….

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Dopo oltre un decennio segnato da difficoltà economiche, ammortizzatori sociali e incertezza occupazionale, Albaservice spa, società interamente partecipata dalla Provincia di Lecce, volta finalmente pagina.

Grazie a un lavoro sinergico e determinato, guidato dal presidente della Provincia Stefano Minerva e dall’amministratore unico Marco Miceli, è stato raggiunto un risultato straordinario: dal 2025 nessun lavoratore sarà lasciato indietro. Tutti i dipendenti torneranno all’orario pieno di 40 ore settimanali, senza più ricorso alla cassa integrazione o altri strumenti di sostegno al reddito.

Un traguardo impensabile fino a pochi mesi fa, ottenuto attraverso un’azione politica e amministrativa forte, che ha visto la rimodulazione delle convenzioni quadro tra Provincia e partecipata, relative alla gestione degli edifici scolastici e alla manutenzione della rete viaria, e l’affidamento di nuovi servizi strategici per garantire la sostenibilità dell’azienda.

Il percorso di rilancio è stato reso possibile grazie all’impegno del Consiglio Provinciale e alla piena collaborazione dei dirigenti e funzionari dell’EnteIn soli sei mesi, la nuova amministrazione ha saputo imprimere una svolta concreta, restituendo ad Albaservice un’identità operativa, una prospettiva industriale e una dignità occupazionale.

Non parliamo solo di un risultato economico, ma di un atto di responsabilità istituzionale e di giustizia sociale. Albaservice torna a essere una risorsa per il territorio, per le scuole, per le strade, per i cittadini, e questo è stato possibile anche grazie alla disponibilità dei lavoratori e al lavoro infaticabile dei sindacati, che ringrazio per il proficuo confronto e la piena convergenza per il raggiungimento di questo importante traguardo”, ha dichiarato il presidente Minerva.

Albaservice rappresenta oggi un modello di servizio pubblico efficiente e vicino alle comunità, con operatori che garantiscono quotidianamente la sicurezza e il decoro del patrimonio scolastico e stradale provinciale. Un ruolo che torna a essere valorizzato, anche grazie alla stabilità lavorativa finalmente restituita a tutte le maestranze.

Anche l’amministratore unico Marco Miceli ha espresso la propria soddisfazione: “Abbiamo lavorato con rigore, visione e rispetto per ogni lavoratore. Questo risultato è la dimostrazione che le partecipate pubbliche, se ben governate, possono essere centri di eccellenza e coesione sociale.”

Il futuro di Albaservice riparte dunque da basi solide: un piano industriale sostenibile, una squadra di lavoro motivata e un ente pubblico che ha saputo credere e investire nel cambiamento.

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