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Tiggiano

Tiggiano: festa di Sant’Ippazio e Sagra della Pestanaca

Appuntamento invernale con la festa di Sant’Ippazio a Tiggiano, cittadina che si onora di essere l’unica in Italia ad avere come Patrono “Santu Pati”, il protettore della virilità maschile e dell’ernia inguinale.

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Appuntamento invernale con la festa di Sant’Ippazio a Tiggiano, cittadina che si onora di essere l’unica in Italia ad avere come Patrono “Santu Pati”, il protettore della virilità maschile e dell’ernia inguinale. Di quest’ultima perché pare ne soffrì nella sua vita dopo un calcio alle “parti basse” ricevuto durante una discussione. Dopo la Novena di preparazione (10-16 gennaio, chiesa di Sant’Ippazio), giovedì 17 gennaio, si terrà la Veglia di preghiera per l’unità dei cristiani. Venerdì 18, alle 17,30 Santa Messa della Vigilia; e poi, ad aprire il programma dei festeggiamenti civili sarà il gustoso prologo in piazza Olivieri, a partire dalle 20, con l’undicesima edizione, a cura della Pro Loco e in collaborazione con la Parrocchia, della Sagra della “Pestanaca”, particolare carota tipica proprio del posto, che sarà servita ai visitatori in tutte le salse ed anche cruda. La “pestanaca” tiggianese lo ricordiamo, dal giugno 2009 fa parte, con Decreto del Ministero delle Politiche Agricole, dell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali. Alle 20,30, appuntamento con il cabaret dei MalfAttori. Il giorno dopo, sabato 19, in mattinata le Messe (7, 8,30 e 10,30), poi protagonista sarà la “Fera de Santu Pati”, altro evento caratterizzante la Festa. Nel pomeriggio, dalle 15,30, si snoderà la Processione per le vie del paese “scortata” dalla Banda Città di Specchia. Prima della partenza, però, il classico rito dell’innalzamento dello “starnaddhu”, bastone lungo sette metri, avvolto in un panno granata, che termina con una sfera in ghisa del peso di cinque chili. L’uomo incaricato dell’innalzamento è colui che ha vinto una sorta di asta, cioè che ha offerto la somma di denaro più alta in favore del Santo. Poi deve partire in corsa dal portone della Chiesa, percorrere il sagrato, scendere i tre scalini prospicienti e tenendo lo “starnaddhu” parallelo alla strada, sempre di corsa tra il rullo dei tamburi, arrivare all’altezza della Cappella della Madonna Assunta e innalzarlo con uno strappo deciso. Un tempo, se questo rito riusciva, si poteva auspicare un buon raccolto agricolo per l’anno.

Sempre sabato 19, dalle 16 alle 17,30 e dalle 18,30 alle 19,15, si esibiranno Sbandieratori e Musici del Rione Lama di Oria. Alle 21, spettacolo pirotecnico curato dalla Fire Works Salento di Corsano. Domenica 20, presso la Chiesa di sant’Ippazio, convegno su “Sant’Ippazio dalla tradizione bizantina al XXI secolo”.

Appuntamenti

Tiggiano Prima di Abitare

Arte e sperimentazione giovedì 31 luglio con l’anteprima del festival “Una Perdita di Tempo”, progetto culturale e artistico dall’approccio multidisciplinare e partecipato

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Lo storico palazzo Serafini Sauli di Tiggiano ospiterà Prima di Abitare.

L’evento, in programma il 31 luglio, che anticiperà la sesta edizione del festival.

Una Perdita di Tempo, progetto culturale e artistico che negli anni ha saputo ritagliarsi un ruolo di rilievo nella scena pugliese per il suo approccio multidisciplinare e partecipato.

La serata si aprirà alle 21 con una performance di slam poetry a cura di Angela Guidato, Flavia Papadia e Gionata Atzori, voci del collettivo Poetry Slam Puglia, che porteranno in scena uno slam show sul tema dell’abitare, esplorato attraverso linguaggi poetici diversi e complementari.

A seguire, il live set di Albisumbra accompagnerà il pubblico in un viaggio sonoro tra IDM, ambient e influenze folk, evocando un paesaggio sonoro sospeso tra il desolato e il magico, in dialogo con la dimensione mediterranea.

Spazio poi alla performance musicale firmata da Rosina Lesa e Francesca Pesce con il progetto “Memoria Madre: corpo rilievo del tempo”, una proposta sperimentale che intreccia gesto performativo, suono e memoria corporea.

La chiusura della serata sarà affidata al DJ set di P@ul, con Risonanza Arcana, una selezione musicale che attraversa groove partenopei, battiti mediterranei e tracce dell’italo elettronico dimenticato, in un set che vibrerà tra memoria e futuro.

Per l’intera durata dell’evento, il pubblico potrà inoltre visitare la mostra collettiva “Abitare”, che raccoglie le opere realizzate dal collettivo artistico del festival, offrendo un ulteriore spunto visivo sul processo creativo in atto.

Prima di Abitare” è organizzato dall’associazione “Una Perdita di Tempo” APS-ETS e dal Comune di Tiggiano, in collaborazione con Tua APS-ETS.

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Attualità

Ospedale di Tricase: via il 118, è caos

Muri di gomma. Tolta al “Panico” la gestione del presidio d’emergenza, nonostante i seri problemi dell’Asl LE nella conduzione delle sue postazioni. Nessuno però ne vuole parlare. Intanto si fanno i conti con un servizio di pronto intervento monco: ambulanze obsolete o guaste; mancano una cinquantina di medici, oltre a 100 infermieri e 30 autisti-soccorritori su vari territori. E si contano vuoti di personale in molte postazioni…

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di Lorenzo Zito

Cavallo vincente non si cambia.

Salvo cause di forza maggiore.

Quella del 118 non è una gara equestre, eppure potrebbe benissimo rispondere a questa regola.

Tuttavia, la Regione Puglia ha deciso di infrangerla.

Con una nota dello scorso 1° luglio, il Dipartimento Promozione della Salute ha disposto che l’Asl di Lecce dovrà con sollecitudine avocare interamente a sé la gestione della postazione 118 di Tricase, oggi nelle mani dell’ospedale Cardinale Panico.

Andando, di conseguenza, a risolvere la convenzione in essere dal 2012 con l’azienda ospedaliera.

«La gestione della postazione di Tricase dovrà uniformarsi al regime gestionale adottato per le altre postazioni 118 operanti nel territorio della provincia di Lecce», si legge nel documento dal quale si evince anche che «la postazione di Tricase è già stata inserita nel bando relativo alla pubblicazione degli incarichi vacanti di emergenza territoriale 118, che verrà pubblicato a stretto giro».

UNA SCELTA PRIVA DI SENSO

Nulla di strano nella necessità istituzionale di rendere organica la gestione di un servizio così importante, non fosse che il cavallo di razza di cui in apertura è il 118 di Tricase.

La differenza tra le due modalità di gestione è netta.

Sotto il controllo diretto dell’ASL di Lecce, il servizio 118 ha mostrato numerose criticità. Le ultime analisi hanno evidenziato serie carenze di personale: mancano 48 medici, oltre a 100 infermieri e 30 autisti-soccorritori su vari territori, e si contano vuoti significativi di personale in molte postazioni.

A questo si sommano problemi tecnici con ambulanze obsolete o guaste – alcune trasferite fino a 125 km per la riparazione a Brindisi, assenti dal servizio per tempi lunghi.

Le sigle sindacali hanno più volte denunciato l’utilizzo di automezzi del 118 usurati e vecchi, con centinaia di migliaia di chilometri percorsi, barelle e ammortizzatori logorati, con casi in cui si promuovono mezzi con solo autista-soccorritore in situazioni di emergenza.

Al contrario, la postazione di Tricase emerge come modello di eccellenza territoriale, in grado di registrare 42mila accessi di pronto soccorso in un anno.

Piuttosto, il tema portato più volte all’attenzione dei tavoli istituzionali, già in passato, è stato quello degli inadeguati fondi garantiti al Panico in risposta al servizio prestato (ne abbiamo parlato in passato anche sulle nostre colonne).

L’ASSESSORE REGIONALE NON RISPONDE

Insomma, a quali interessi guarda la Regione quando prende questa decisione?

La salute dei cittadini è la prima voce in capitolo?

Nessuno meglio dell’assessore regionale con delega alla Sanità può dare risposta alle nostre domande.

Raffaele Piemontese, tuttavia, sparisce dai radar dopo aver ricevuto le nostre domande.

Il primo contatto è tempestivo: bastano pochi minuti per concordare una intervista a mezzo mail.

Dopo, non sono sufficienti quattro giorni e l’ausilio del suo addetto stampa per fugare i nostri dubbi.

Queste alcune delle sollecitazioni che avevamo sottoposto all’assessore.

Quali sono gli elementi che hanno indotto la Regione a chiedere all’ASL di Lecce di acquisire la gestione della postazione 118 di Tricase?

Come valuta l’erogazione del servizio di 118 sostenuto, sino ad oggi, dalla Pia Fondazione Panico?

Condivide l’idea di chi, in queste ore, si è espresso paventando la creazione di un problema anziché di una soluzione?

Il silenzio dell’assessore fa il paio con la sua assenza al Tavolo convocato su richiesta della FP CGIL con oggetto Vertenza lavoratori, azienda ospedaliera Cardinale Panico.

Incontro in cui si è toccato anche il tema oggetto di questo articolo.

In quella seduta, le incalzanti domande di Andrea Rizzo, delegato sindacale FP CGIL presso l’ospedale di Tricase, sono ricadute sulla direttrice della Centrale operativa 118 di Lecce, la dirigente Giannoccaro, che si è difesa riportando la stringata necessità dell’Asl di «giungere ad una gestione omogenea del servizio che, al momento, riunisce tre soggetti differenti».

La dirigente non può rispondere delle scelte di natura politica dettate da Bari.

Motivo per cui, raggiungendola telefonicamente, le abbiamo chiesto dettagli operativi: a che punto è il passaggio della gestione del 118 tricasino, a distanza ormai di quasi un mese dalla prescrizione della Regione Puglia?

E dove avrà sede il presidio 118 a gestione diretta?

Definendo le operazioni ancora «in itinere», la dottoressa ci ha rimbalzati all’ufficio stampa dell’Asl.

Al momento di andare in stampa, siamo ancora in attesa di risposta.

BOCCHE CUCITE

Proviamo a stuzzicare quindi l’Ospedale Cardinale Panico, che tuttavia si unisce al gioco del silenzio.

La direttrice generale suor Margherita Bramato ci indirizza dal direttore sanitario, Pierangelo Errico, il quale preferisce non prendere posizione prima che quanto disposto dalla Regione divenga effettivo.

La domanda a questo punto è lecita: quali sono gli interessi dell’ospedale Panico?

C’è una vera intenzione di trattenere la gestione del servizio o conviene a tutte le parti in gioco lasciare che questo torni nelle mani dell’Asl?

L’atavica questione dei fondi destinati agli ospedali ecclesiastici potrebbe illuminarci: se l’azienda ospedaliera da tempo è costretta a lavorare con risorse inadeguate, che il più delle volte lasciano scoperte le spese per l’erogazione del servizio, questo potrebbe indurre l’ospedale a deporre le armi ancor prima di entrare in guerra.

Eppure, c’è qualcuno che questa guerra ha deciso di combatterla, perché la vicenda è molto più di un tecnicismo.

Se non si preserva un sistema che funziona, ma si sceglie di sacrificarlo per sostituirlo con un modello in evidente difficoltà, non si gioca solo coi numeri ma con la salute dei cittadini.

L’Asl avrebbe bisogno urgente di un adeguamento delle sue postazioni, piuttosto che di farsi carico di quelle a gestione esterna che fanno dormire sonni tranquilli ad un intero territorio.

Questo qualcuno lo vede chiaramente, al punto da far propria questa battaglia.

Da quest’altra parte della barricata si sono schierati i sindacati, con l’FP CGIL di Lecce (guidata dal Segretario Floriano Polimeno) in prima linea, ed alcune delle più riconoscibili voci del panorama politico locale.

SERGIO BLASI: «ACCANIMENTO CONTRO L’OSPEDALE DI TRICASE»

Il consigliere regionale Sergio Blasi, che ha preso parte alla seduta della terza Commissione precedentemente citata, ha sollecitato l’assente assessore Piemontese a presentare delle delucidazioni a riguardo.

Sergio Blasi

Queste le sue perplessità: «Ritengo del tutto inopportuna e sbagliata la scelta di avocare integralmente all’Asl LE la gestione della postazione di Tricase, svolta finora in maniera adeguata, tutta a vantaggio dei cittadini. Questo sembra essere un accanimento contro l’Ospedale “Cardinale Panico” di Tricase, l’unico presidio esistente per un territorio che si estende fino al Capo di Leuca, che con i suoi oltre 400 posti letto e i suoi reparti di eccellenza, è parte integrante del Servizio sanitario regionale ed è integrato nella rete delle prestazioni tempo-dipendenti (ictus, infarti e traumi), con ottimi risultati per la sanità salentina. Perché farsi del male, senza considerare invece che i problemi di difficoltà del servizio per la scarsità di medici, di scarsa remunerazione e di precarietà del personale sanitario in servizio presso i Pronto soccorso, sono tutti in capo all’ASL?».

Sino a qui solo muri di gomma.

Ma in fin dei conti la risposta potremmo averla già sotto gli occhi.

Ricordate quanto detto in apertura (estratto della nota indirizzata dalla Regione all’Asl di Lecce): «La postazione di Tricase è già stata inserita nel bando relativo alla pubblicazione degli incarichi vacanti di emergenza territoriale 118, che verrà pubblicato a stretto giro».

In assenza di spiegazioni, l’unica a riecheggiare è la vox populi: assunzioni pubbliche fanno rima con campagna elettorale.

In fin dei conti, il silenzio è una confessione e le elezioni sono sempre la risposta a tutto.

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Appuntamenti

Tiggiano: Je te cerco scusa

Il carcere oggi: domani a Lecce e Tiggiano i due eventi della giornata dedicata al mondo penitenziario promossa dalla Cpo della Provincia. Nel capoluogo il convegno “Il carcere oggi tra stigma, ritardi normativi e prospettive riparative”; nel Capo di Leuca la rappresentazione della Compagnia “Stabile Assai”, la più antica di teatro penitenziario in Italia

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Un incontro di approfondimento e confronto a Lecce, con esperti impegnati ogni giorno sul campo e uno spettacolo teatrale tematico a Tiggiano, a cura di Stabile Assai, la più antica compagnia di teatro penitenziario in Italia.

Sono i due eventi della giornata dedicata al mondo penitenziario, promossa dalla Commissione Pari opportunità provinciale, in collaborazione con la Provincia di Lecce e il Comitato provinciale di Lecce AICS (Associazione Italiana Cultura e Sport), in programma domani, giovedì 17 luglio.

«Due occasioni importanti che offriranno l’opportunità per informare e riflettere sulle condizioni di vita dei detenuti e sulle sfide che il sistema carcerario affronta, con l’obiettivo di creare un dialogo aperto e costruttivo sul tema, sensibilizzando le nostre comunità e promuovendo un approccio più umano e consapevole al sistema carcerario e ai suoi protagonisti», spiega Anna Toma, presidente della Cpo della Provincia di Lecce che, per il secondo anno consecutivo, dedica un focus alla tematica.

IL CONVEGNO A LECCE

Il primo appuntamento è il convegno dal titolo “A 50 anni dall’approvazione della legge sull’ordinamento penitenziario. Il carcere oggi tra stigma, ritardi normativi e prospettive riparative”, che si terrà a partire dalle ore 9.30 nell’Auditorium del Museo Castromediano, in viale Gallipoli, a Lecce.

L’iniziativa vuole offrire un’analisi sulla complessità della realtà penitenziaria e sulle difficoltà generate dall’etichettamento sociale, produttore di resistenze collettive nei confronti del reinserimento dei detenuti.

«A pochi giorni dall’anniversario dei 50 anni dall’approvazione della legge sull’ordinamento penitenziario in Italia, la n. 354 del 26 luglio 1975, è necessario evidenziare come, nonostante la legge mirasse a un trattamento più umano e rieducativo, il sistema carcerario italiano presenta diverse criticità e fallimenti. La realtà delle carceri italiane è caratterizzata da sovraffollamento, carenze strutturali, carenza di personale, difficoltà di reinserimento sociale dei detenuti e delle detenute e, spesso, violazioni dei diritti umani», evidenzia Anna Toma.

In apertura, sono previsti gli indirizzi di saluto di; Stefano Minerva, presidente della Provincia di Lecce; Anna Toma, presidente Cpo della Provincia di Lecce; Vito Pagano, presidente AICS Provincia di Lecce; Paola Pagano, consigliera dell’Ordine Psicologhe e Psicologi Regione Puglia; Antonio Tommaso De Mauro, presidente COA Lecce; Maria Luisa Serrano, presidente del Cpo Ordine Avvocati di Lecce; Alfonso Parente Stefanizzi della Commissione Diritto Sport COA Lecce.

I lavori saranno introdotti e moderati da Maria Mancarella, sociologa e garante delle persone private della libertà personale Comune di Lecce, che darà la parola ad alcune professionalità quotidianamente impegnate sui temi dibattuti: Giulio Bray, avvocato penalista del Foro di Lecce; Maria Pia Scarciglia, presidente dell’Associazione Antigone Puglia; Antonio Turco, coordinatore nazionale della Consulta “Persone private della libertà” del Forum del Terzo Settore; Alessandra Moscatello, psichiatra e già direttrice sanitaria del Carcere Borgo San Nicola di Lecce.

Il convegno ha ricevuto il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Lecce, del CPO dell’Ordine Avvocati di Lecce, della Fondazione Vittorio Aymone, del Forum Nazionale Terzo Settore, dell’Associazione Antigone Puglia e dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi di Puglia. L’evento, inoltre, è accreditato dall’Ordine degli Avvocati di Lecce.

«Il convegno, dedicato al cinquantesimo anniversario della riforma penitenziaria e alla attualità della condizione detentiva, sempre più esplosiva e che sempre meno tutela la dignità umana dei detenuti», spiega Antonio Turco, responsabile delle attività culturali presso la Casa di reclusione di Rebibbia, nonché consigliere nazionale del Forum Nazionale Terzo Settore, «vuole essere una specifica testimonianza della importanza del lavoro di rete tra gli Enti locali, quali Commissione pari opportunità della provincia di Lecce, Provincia di Lecce e Comune di Tiggiano, privato sociale, (il Forum del terzo settore e l’AICS nazionale e provinciale di Lecce) e il mondo delle Istituzioni (Ufficio del garante dei detenuti e delle persone private della libertà personale del Comune di Lecce), per affrontare il problema principale dei detenuti: il poter contare su una accoglienza solidale da parte della società nel momento della loro dimissione dl carcere».

TEATRO PENITENZIARIO A TIGGIANO

Il secondo appuntamento della giornata di domani si terrà dalle 21, a Tiggiano, nella storica piazza De Francesco: andrà in scena lo spettacolo teatrale “Je te cerco scusa”, a cura della Compagnia di Teatro Penitenziario Stabile Assai di Roma, scritto e diretto da Antonio Turco.

La Compagnia “Stabile Assai” è la più antica compagnia di teatro penitenziario in Italia, fondata dall’educatore Antonio Turco, all’interno della Carcere di Rebibbia.

Ancora oggi, a distanza di 40 anni il gruppo è diretto dal suo fondatore ed è composta soprattutto da ex detenuti, da personaggi del teatro e dell’ambito musicale romano.

Oltre ad essere il più antico gruppo di teatro penitenziario italiano, viene considerato come principale espressione del teatro dell’auto narrazione, con il diretto contributo dei detenuti alla stesura del testi.

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