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Attualità

Totu ‘Ncalienu e le macàre

Antico racconto tricasino: “…circondato da una dozzina di macàre che, illuminate dalla luna piena giravano freneticamente in tondo, intorno all’albero ai cui piedi vi era lo spaventato giovane…”

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Questo racconto, o apologo o leggenda (in dialetto potrei anche dire cuntu o culacchiu) mi è stato fatto dalla nonna paterna, Ester Sperti (Tricase, 1881-1959). Ricordo che lei mi raccontava anche le storie “du municeddu”, ovvero lo spirito inquieto di un bambino non battezzato, un po’ dispettoso ma benevolo verso chi prendeva a genio: storie, queste, circolanti anche in altri paesi del Capo di Leuca o di altre aree della stessa cultura popolare diffusa nella Terra d’Otranto. Il racconto “du Totu ‘Ncalienu” è forse prettamente tricasino e quindi degno di essere conservato nella nostra memoria popolare. Totu ‘Nacalienu era un giovane contadino di Tricase, vissuto in un’epoca un po’ lontana ma indefinita; quando io ero ragazzo questa “nciùrita” (che non è corretto tradurre con soprannome) circolava ancora a Tricase, ma non ricordo a quale famiglia-cognome corrispondeva.


Oggi è molto raro, se non tra le persone molto anziane, sentire qualcuno che, per far riconoscere un altro, lo appella con la “nciùrita”. Giuseppe Pisanelli, Gerardo Longo, e forse altri, hanno raccolto e pubblicato le storiche “nciurite” tricasine con i rispettivi significati.

Ebbene il giovane Totu dormiva nel suo letto quando lo colse un impellente bisogno di defecare. In quel tempo i maschi, adolescenti o giovani, dovevano uscire di casa per fare all’esterno il “bisogno” sia grande che piccolo, perché il cesso in casa era riservato alle donne e ai genitori e doveva essere usato con parsimonia perché, una volta riempito, doveva essere svuotato, a mano, immaginiamo con quale fatica e in quali condizioni!


A Tricase vi erano diversi luoghi pubblici dove i maschi, ragazzi o giovani, delle famiglie meno abbienti, contadine o artigiane, andavano a fare i loro bisogni all’aperto; e ciò è durato fino alla prima metà del ‘900. Di due luoghi sono sicuro perché me lo hanno raccontato persone anziane che, da adolescenti o giovani, avevano fatto lì, fuori casa, il bisogno che terminava con la ricerca (al buio, meno che nelle serate di luna piena) di una pietra o qualcosa altro che doveva servire per pulire il deretano: uno era il “macello vecchio”, ora via Fenoglio, e l’altro sul largo dei cappuccini, a est, verso il muro dove ora sono le costruzioni degli eredi Panico.


Era una serata di luna piena e il giovane Totu ‘Ncalienu si alzò dal lettuccio e corse fuori casa per fare i bisogni. Si abbassò i pantaloni e si accovacciò sotto le fronde di un grande albero poco lontano.


Aveva appena iniziato a sgomberare l’intestino quando improvvisamente si vide circondato da una dozzina di “macàre”, streghe che dir si voglia, che illuminate dalla luna piena giravano freneticamente in tondo, intorno all’albero ai cui piedi vi era lo spaventato giovane con i pantaloni abbassati. Egli le guardava con lo sguardo nel contempo terrorizzato e implorante, mentre le macàre, danzando, cantavano: «Totu ‘Ncalienu/ zzumpa e balla forte,/ ca se scappi de stu cacchiu/ nunci cachi cchiù de notte».

Il povero Totu dovette alzarsi e, tenendosi con le mani i pantaloni pendenti, ballare con le macàre intorno all’albero. Quando divenne esausto e sul punto di venir meno, tutto cessò come d’incanto.


Era stato un sogno? Una suggestione? La morale del racconto è chiara: se esci sano e salvo da una terribile esperienza (se sfuggi da questo cappio), ti sia di lezione e cerca di non ripeterla in futuro per non avere la peggio.


La nonna Ester ricordava che quando era ragazza le dicevano che le streghe esistevano per davvero e quelle più malvagie erano “le macare de Sulìtu”.


Non so se ci credesse davvero, ma ricordo che i suoi racconti stimolavano la mia fantasia di bambino, arricchendo la mia bellissima infanzia tricasina, vissuta a contatto con la cultura popolare dell’epoca. E di questo le sono grato.


Ercole Morciano


Attualità

Anche Otranto boccia il progetto eolico off-shore

Il Comune ha presentato le osservazioni relative alla valutazione dell’impatto ambientale. Obiezioni soprattutto sulla realizzazione di una stazione elettrica collocata a margine della strada provinciale n.358 Porto Badisco – Uggiano

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Il Comune di Otranto ha presentato le osservazioni relative alla valutazione dell’impatto ambientale del progetto di parco eolico off-shore proposto da Odra.

In particolare, le considerazioni negative dell’amministrazione comunale si sono incentrate sulla realizzazione di una stazione elettrica collocata a margine della strada provinciale n.358 Porto Badisco – Uggiano, su un terreno ai piedi del versante su cui sorge la Masseria Consalvi.

Nelle osservazioni si è evidenziato il notevole impatto paesaggistico degli edifici progettati che occuperebbero una superficie di oltre tre ettari con la realizzazione di volumetria per oltre 12.500 mc.

La stazione sarebbe collocata, dunque, in un sito particolarmente delicato, posto ai confini del parco naturale regionale Otranto-S. Maria di Leuca-Bosco di Tricase, con grave pregiudizio per i valori ambientali e paesaggistici di quei luoghi.

«Per queste ragioni», hanno fatto sapere il sindaco Francesco Bruni e l’assessore ai lavori pubblici e urbanistica Serena Luisa Rosati, «l’amministrazione comunale di Otranto, pur ribadendo, il proprio favore per impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, ha espresso le proprie osservazioni negative».

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Il nuovo codice della strada

Via libera dalla Camera. In attesa dell’ok definitivo del Senato tutte le novità previste

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La Camera ha dato il via libera al disegno di legge sulla riforma del Codice della strada.

STATO DI ALTERAZIONE

Tra le novità più rilevanti l’abolizione del requisito dello “stato di alterazione” per configurare il reato di guida sotto l’effetto di droghe: in pratica basterà essere positivi al test. Chi viene trovato alla guida drogato o dopo aver bevuto, quindi, non dovrà più necessariamente essere in uno stato di alterazione psico-fisica, ma basterà che risulti positivo ai test perché scatti la revoca della patente e la sospensione di tre anni.

Chi è già stato condannato e viene trovato di nuovo con un tasso alcolemico tra 0,5 e 1,5 dovrà rispettare lo 0 come nuovo limite per 2 o 3 anni e dovrà rinnovare la patente con una nuova visita medica.

Le pene per guida in stato di ebbrezza aumentano di un terzo e a chi sarà stato punito sarà proibito circolare senza aver installato sulla sua macchia e a sue spese l’alcolock, un dispositivo che impedisce l’avvio del motore in caso di rilevamento di un tasso alcolemico superiore a zero.

SOSPENSIONE TEMPORANEA DELLA PATENTE

Cambia anche la normativa sulla sospensione della patente: potrà essere di pochi giorni, molto probabilmente dovrebbero sette, per chi avrà meno di 20 punti; oppure 15 per chi avrà meno di 10 punti e commetterà alcune infrazioni come, ad esempio, l’uso del cellulare alla guida o la mancanza della cintura.

NEOPATENTATI

I neopatentati potranno guidare auto di media cilindrata; il divieto per mettersi alla guida delle auto di grossa cilindrata si allungherà da uno a tre anni.

ACCERTAMENTI DA REMOTO

Ampliati i casi in cui si potranno usare accertamenti da remoto, con apparecchi non presidiati da agenti e senza contestazione immediata, per sanzionare gli automobilisti indisciplinati: varrà ad esempio per chi non darà precedenza a pedoni e ciclisti o parcheggerà in stalli riservati. Previsto anche un maggiore valore sanzionatorio per l’utilizzo delle telecamere di videosorveglianza per gravi infrazioni in autostrada o strade extraurbane principali.

LASCIATE IL TELEFONINO

La multa per chi sarà beccato alla guida con lo smartphone andrà da 250 a mille euro e in caso di recidiva lievita fino a 1.400 euro; la sospensione della patente potrà arrivare a tre mesi e si aggiunge la decurtazione da 8 a 10 punti. Inserita la mini sospensione automatica (senza l’intervento del Prefetto) della patente: sospesa per una settimana se ci sono almeno 10 punti, se però i punti sono di meno la sospensione sarà di 15 giorni. I tempi, raddoppieranno se l’uso del telefonino causa un incidente o manda fuori strada un altro veicolo.

MOTOVEICOLI

Novità anche per i motoveicoli nel nuovo Codice della strada: il limite di cilindrata per il loro accesso e circolazione su autostrade e strade extraurbane principali si abbassa a 120 cc. Via libera, invece, ai rimorchi trainati da moto.

ZTL

Il disegno di legge introduce anche maggiori specifiche sulle aree Ztl. Le sanzioni per la circolazione abusiva in una Zona a traffico limitato non potranno essere più di una al giorno (con l’aggiunta dell’eventuale tariffa d’ingresso). Ci sarà anche maggiore tolleranza sul tempo di permanenza, soprattutto quando ci sono rallentamenti dovuti al traffico o eventi straordinari. Potranno poi essere istituite per ragioni ambientali delle Ztl territoriali al di fuori dei centri urbani.

OCCHIO ALLE BICI

Oltre all’aumento delle piste ciclabili, è previsto l’obbligo per gli automobilisti di mantenere un metro e mezzo di distanza quando sorpassano una bici («ove le condizioni della strada lo consentano»).

Per i monopattini diventano obbligatori targa, casco e assicurazione. Per chi circola senza i documenti necessari la multa sarà tra 100 e 400 euro. Obbligatori anche gli indicatori luminosi di svolta e freno, con sanzione tra 200 e 800 euro. I monopattini in sharing dovranno bloccarsi automaticamente quando escono dall’area consentita.

SANZIONI PIÙ PESANTI PER CHI ABBANDONA ANIMALI IN STRADA

Rafforzate le sanzioni per chi abbandona gli animali sulla strada: sospensione della patente da sei mesi a un anno e pene simili a quelle previste per l’omicidio stradale e le lesioni personali gravi o gravissime, qualora l’abbandono causi incidenti con morti o feriti.

GLI AUTOVELOX

Per gli autovelox un decreto regolerà le nuove modalità di posizionamento. Il testo rientra nella riforma del Codice della strada. L’apparecchio dovrà avere omologazione anti-truffa, essere riconoscibile e preceduto da un segnale, non posizionato in punti strategici solo “per fare cassa. Sarà utilizzabile solo se il massimo della velocità concessa su quel tratto è inferiore di non oltre 20 km/h rispetto a quanto previsto dal Codice per quel tipo di strada.

Inoltre, tra due dispositivi ci dovrà essere una distanza di almeno 3 km sulle strade extraurbane principali e di 1 km su quelle secondarie. Il nuovo Codice prevede anche l’aumento delle sanzioni per eccesso di velocità: da 173 a 694 euro a chiunque superi di oltre 10 km/h e di non oltre 40 km/h i limiti massimi. Se la violazione è compiuta all’interno di un centro abitato e per almeno due volte nell’arco di un anno, la sanzione è innalzata fra 220 e 880 euro con sospensione della patente da quindici a trenta giorni

LE ALTRE NOVITÀ

Prevista la confisca dell’auto per guida contromano in curva o in corrispondenza di dossi e incroci. Introdotta la responsabilità diretta del proprietario del veicolo per mancata assicurazione Rc quando lascia la vettura ad altri. Previste norme per la sicurezza dei passaggi a livello e regole più severe per la sosta vietata nei parcheggi per i disabili (multe da 330 fino a 990 euro) e nelle corsie o fermate degli autobus (multa da 165 a 660 euro). I minorenni trovati alla guida ubriachi o drogati non potranno prendere la patente fino a 24 anni.

Ora, per l’approvazione definitiva del nuovo codice della strada, la palla passa al Senato.

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Ampliamento Pista Porsche, Regione sospende accordo

Il governatore Michele Emiliano: “Abbiamo preso una decisione in linea con il ministero, al fine di riconsiderare alcuni aspetti del procedimento a seguito delle specifiche indicazioni fornite dalla Commissione europea”

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ll presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha deciso di sospendere l’accordo di programma Nardò technical center.

Lo ha comunicato la Regione.

Il progetto fortemente contestato dal Comitato Custodi del Bosco d’Arneo causa la perdita di una foresta secolare di oltre 200 ettari di enorme valenza naturalistica, il Bosco e la macchia d’Arneo.

“La Regione, ancora una volta – afferma Emiliano – dimostra di voler coniugare l’interesse pubblico sotteso alla realizzazione dell’intervento con la tutela dell’ambiente. Abbiamo preso una decisione in linea con il ministero, al fine di riconsiderare alcuni aspetti del procedimento a seguito delle specifiche indicazioni fornite dalla Commissione europea”.

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