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Tricase

Tricase, ballottaggio: accordo Dell’Abate-Panico?

Il 25 giugno la sfida finale Chiuri – Dell’Abate. Prove d’alleanza nel centrosinistra. Intanto dopo i 5 Stelle anche Fracasso dice “no” ad un eventuale accordo col Pd: “Preferiscono i numeri ai valori, noi non ci stiamo”. Il nuovo Consiglio comunale: gli scenari possibili

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In vista del ballottaggio prove d’accordo nel centrosinistra tricasino. Si cerca di raggiungere quell’unità di intenti a cui nel periodo pre-elettorale non si è mai giunti neanche vicino.


Ma ora c’è poco da fare i preziosi, i numeri del primo turno sono fin troppo chiari e se il centrosinistra vuole essere competitivo deve per forza percorrere una strada comune: Fernando Dell’Abate con il 20,26% non può sperare di farcela da solo; la vice sindaco Maria Assunta Panico se vuole continuare a far parte dei giochi non può che stringere un accordo con il suo (ex) rivale.


Fermo restando che al ballottaggio ognuno a prescindere dalle indicazioni dei partiti potrà scegliere secondo coscienza, facendo rapidamente due conti tenendo come riferimento il primo turno e considerando che il Movimento 5 Stelle si è chiamato fuori da ogni accordo con chicchessia (clicca qui), così come la Sinistra Italiana di Sergio Fracasso (come riportiamo in seguito),  il centrosinistra partirebbe da una base del 36,78% contro il 43,66% raccolto da Carlo Chiuri e le sue liste.


Machiavellica ma comprensibile la posizione della Panico: “No ai trasformismi. Il dialogo nell’area di centrosinistra è la cosa più naturale oltre che doverosa e sarà incentrato esclusivamente sui programmi”. Pensiamo di poter dare per scontato che si vada verso un accordo, se non altro perché le parti non hanno scelta.


Fracasso: “Crisi profonda dei valori del centrosinistra”


Diversa la posizione di Sergio Fracasso che, al primo turno, con l’unica lista della Sinistra Italiana, ha registrato 570 voti pari al 5,41%, il miglior risultato in Puglia per il partito. Risultato però che non gli basta per avere uno scranno a Palazzo Gallone. Ciò non sembra comunque preoccupare l’assessore alla cultura uscente. Basta leggere quanto pubblicato sui social dalla Sinistra Italiana di Tricase: “In questa tornata elettorale abbiamo dato un messaggio di semplicità e di umiltà. Abbiamo scorrazzato in tutti i quartieri di Tricase, in tutte le frazioni e spesso anche semplici incroci stradali con la nostra Ape, simbolo del lavoro e del sacrificio dei nostri padri da cui abbiamo ereditato questa terra, della quale ci sentiamo responsabili, per la quale saremo un incrollabile presidio di salvaguardia, lo dobbiamo ai nostri figli! Il nostro partito ci sarà e lavorerà per il nostro territorio come abbiamo fatto sempre, con impegno e dedizione. Di questo vogliamo rassicurare chi ci ha dato fiducia, il suo voto è collocato nel forziere del nostro cuore, il posto più sicuro al mondo. Il nostro circolo non chiude ma rilancia, non è un comitato elettorale che non ci sarà più il 26 giugno, come sarà per la maggior parte dei candidati che hanno partecipato a queste elezioni. (…) Certo una presenza in consiglio sarebbe stata preziosa per noi, ma questo non inficia il nostro impegno futuro, come del resto facciamo già da 15 anni. Una nota dolente riscontrata è la crisi profonda del centrosinistra, non nei numeri, ma negli ideali propri del centrosinistra. Abbiamo intrapreso una strada difficile, quella del ritorno ai valori, ai fondamenti della sinistra. La stessa che in questi anni abbiamo sdoganato dai soliti discorsi qualunquisti e dispregiativi, dimostrando che abbiamo capacità di governare senza compromettere i nostri principi politici. (…) Per tutto questo, quindi, per noi è molto difficile pensare ad un accordo politico al ballottaggio con il Pd, perché ha deciso da qualche tempo di intraprendere una strada diversa dalla nostra, preferendo i numeri ai valori, compromettendo il pensiero del centrosinistra con principi che non gli appartengono, confondendo ancora di più l’elettore che ormai non riesce a distinguere alcuna differenza tra centrosinistra e centrodestra, entrambi composti sempre dalle stesse persone che cambiano coalizione da una tornata elettorale all’altra e questo è inconfutabile dai primi eletti della compagine del PD. Auguriamo ai due contendenti dunque buona fortuna, sperando che tengano a mente solo il bene del paese e di tutti i cittadini”.


Il nuovo Consiglio comunale*


Intanto per comprendere come sarà composto il Consiglio comunale abbiamo realizzato una proiezione con gli eletti sia nel caso in cui le urne confermino i risultato del primo turno con la vittoria di Carlo Chiuri sia nel caso ci fosse un ribaltone con il sorpasso di Fernando Dell’Abate.


Carlo Chiuri


Se vince Chiuri


MAGGIORANZA


Cambiamenti: Dario Martina (453 voti), Antonio Luigi Baglivo (333), Francesca Longo (214), Sonia Sabato (155);


Udc: Antonella Piccinni (258), Pasquale De Marco (258), Federica Esposito (208);


Noi per Tricase: Lino Peluso (170), Maurizio Ruberto (132);


Tricase Punto e a Capo: Mario Turco (167)


OPPOSIZIONE

Pd: Fernando Dell’Abate (Cand. Sindaco), Vito Zocco (308), Nunzio Dell’Abate (259);


Tricase sei tu: M. Assunta Panico (cand. sindaco), Alessandro Eremita (227);


Movimento 5 Stelle: Francesca Sodero (Cand. sindaco)


Fernando Dell’Abate


Se vince Dell’Abate


MAGGIORANZA


Pd : Vito Zocco (308), Nunzio Dell’Abate (259), A. Rocco Ciardo (189),  Gianluigi Forte (181), Guerino Alfarano (151), Laura Mura (149), Mary Nesca (112);


Insieme per Tricase: Rocco Piceci (171), Antonio Frisullo (88), Maria Lucia Cazzato (87)


OPPOSIZIONE


Cambiamenti: Carlo Chiuri (Cand. Sindaco), Dario Martina (453), Antonio Luigi Baglivo (333);


Udc: Antonella Piccinni (258);


Tricase sei tu: M. Assunta Panico (cand. sindaco),  Alessandro Eremita  (227);


Movimento 5 Stelle: Francesca Sodero (Cand. Sindaco)


*  al netto di apparentamenti e/o accordi pre-ballottaggio


Giuseppe Cerfeda


Appuntamenti

«Salviamo Torre Palane»

Sabato 14 dicembre alle ore 18, presso l’aula consiliare di Ruffano, Voce alle donne odv presenterà il Libro “Torri costiere della provincia di Lecce” di Francesco Pio Fersini

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Torri costiere da salvare.

Di loro si parlerà sabato 14, a Ruffano, nella Sala Consiliare a partire dalle 18, traendo spunto dal libro di Pio Francesco Fersini, Torri costiere della provincia di Lecce”.

La serata offrirà l’occasione per raccontare le condizioni di degrado in cui versano talvolta queste sentinelle di storia e autentici gioielli architettonici.

In particolare ci si focalizzerà  sulla condizione di abbandono di una di loro, ossia Torre Palane a Marina Serra di Tricase.

Sull’argomento interverrà Geri De Giuseppe, presidente del Comitato per il recupero di Torre Palane, che si pone l’obiettivo di salvare la torre dal degrado del tempo e dall’uso improprio da parte dei privati negli ultimi anni.

L’autore dialogherà con la Presidente dell’Associazione Voce alle donne, Angela Maria Alfarano.

Nel corso della serata sarà attivata una raccolta firme, promossa dal nascente Comitato per raggiungere il quorum indispensabile per consentire l’accesso ai finanziamenti del FAI.

Interverrà, infine, Rosella Mele, capogruppo FAI Finibus Terrae.

Imperterrite e austere, arroccate sull’aspra roccia dinanzi all’immutabile orizzonte, le torri costiere da secoli vegliano sulle nostre genti. Oggi, provate dai segni del tempo, sono loro a chiederci di custodirle.

Conoscerle, è il primo passo da compiere se si ha a cuore la salvaguardia di un patrimonio storico, culturale, architettonico e paesaggistico che caratterizza e arricchisce con estremo fascino la nostra meravigliosa costa.

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Castro

“No” al parco eolico offshore

Sit-in ed incontro tra amministratori. Paolo Pagliaro: «A Castro il grido del Salento, per difendere bellezza e identità. Pensare che un turista al tramonto possa vedere turbine anziché le montagne d’Albania è un pugno nello stomaco»

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Il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia Domani, dopo la mobilitazione contro il mega impianto Otranto – Leuca: «Il Salento non si arrende, e Castro è stato il cuore pulsante di una terra che lotta per difendere bellezza e identità. Il sit-in contro il mega impianto eolico offshore di Odra Energia è stato molto più di una protesta: un grido d’amore per un territorio unico al mondo, un inno alla unicità e alla storia di questa litoranea. Nessuno qui dice no al futuro, all’innovazione o all’energia pulita, ma questo progetto che minaccia le coste tra Otranto, Santa Cesarea Terme, Castro, Tricase e Leuca, con le sue 73 (invece di 90) turbine alte quasi 300 metri, rischia di essere come uno sfregio su un’opera d’arte. Non si tratta solo di pale eoliche, si tratta di una ferita che il Salento non può consentire».

Ridurre il numero di turbine o spostarle di qualche chilometro, secondo il fondatore di Regione Salento, «è come cercare di nascondere un elefante dietro un cespuglio: non cambia nulla. Rimarrebbero le opere invasive a terra, gli scavi, l’impatto sui fondali marini e sul fragile ecosistema. Rimarrebbe soprattutto l’oltraggio al paesaggio che racconta la storia e l’identità di un popolo. Pensare che un turista al tramonto possa vedere turbine anziché le montagne d’Albania è un pugno nello stomaco».

Il Ministero dell’Ambiente ha concesso solo quindici giorni di tempo, fino all’11 dicembre, per presentare osservazioni.

Così ancora Pagliaro: «È una corsa contro il tempo per impedire che venga sacrificato il valore paesaggistico, storico e culturale di un’area che non ha eguali. Non si può trattare un territorio così prezioso anteponendo le speculazioni alle persone. E non dimentichiamo che la Puglia ha già dato. Con circa 4.500 ettari di superficie destinati all’eolico industriale, rappresenta oltre un quarto del totale nazionale. Per l’eolico offshore, le richieste lungo le sue coste raggiungono una potenza complessiva di 27,5 GW, oltre dieci volte l’obiettivo nazionale. Questi numeri raccontano una realtà schiacciante: il nostro territorio è già stato sfruttato al limite».

Pagliaro poi pone l’accento sui «danni collaterali: distruzione dei fondali marini, stress per la fauna, impatti devastanti su pesca e navigazione, inquinamento acustico e visivo che trasformerebbero il nostro panorama in un incubo metallico. Non è progresso, è un sacrificio inutile di un patrimonio unico al mondo. La nostra terra è come un’antica poesia scolpita nella pietra e nel mare. E noi, tutti insieme, la difendiamo con il cuore e la voce. Diciamo sì all’energia pulita, ma con intelligenza, indicando spazi lontani dalla costa, aree già industrializzate o in alto mare, dove non possano calpestare la bellezza che ci rende unici. Perché il progresso non deve essere una cicatrice, ma un seme piantato nel rispetto della natura e della nostra storia».

Al termine della manifestazione si è tenuto un incontro informativo nell’aula consiliare del comune di Castro, al quale hanno partecipato, oltre a Paolo Pagliaro: il sindaco e il vicesindaco di Castro, Luigi Fersini e Alberto Antonio Capraro;  il sindaco di Muro Leccese, Antonio Lorenzo Donno; il sindaco di Salve, Francesco Villanova; il sindaco di Otranto, Francesco Bruni; Serena Gigante vicesindaco di Giuggianello; Edoardo De Luca, sindaco di Ortelle; Andrea De Paola, sindaco di Uggiano La Chiesa; Vincenzo Perrone, presidente del consiglio comunale di Caprarica Di Lecce; Raffaella Persano assessora di Castro; Elisa Rizzello vicesindaca di San Cesario di Lecce; Francesco Monteduro, presidente del consiglio comunale  di San Cassiano; Massimo Martella consigliere comunale di Nociglia; il professor Francesco D’Andria e i rappresentanti delle associazioni Italia Nostra (Marcello Seclì), la Pro Loco Porto Badisco, l’associazione Belvedere di Santa Cesarea Terme e rappresentanti del Movimento Regione Salento, tra cui Domenico Serrone e Donato Pranzo del Dipartimento Ambiente e Energia.

Quest’ultimo ha sottolineato: «L’impianto andrebbe realizzato in aree idonee. Bisogna prestare molta attenzione alla trivellazione orizzontale. Interrare i cavi significa creare canali con all’interno elettrodotti, una pratica che non dovrebbe essere adottata».

Il professor D’Andria, durante il convegno, ha evidenziato come l’area in questione sia «uno dei punti più sensibili del Mediterraneo dal punto di vista storico, culturale e archeologico».

Marcello Seclì, ribadendo la contrarietà sua e dell’associazione Italia Nostra all’impianto, ha dichiarato di «non riuscire a comprendere come mai altre associazioni ambientaliste siano favorevoli o non prendano posizione.

Tutti i partecipanti si sono detti concordi nell’impegnarsi per continuare la battaglia contro questo scempio».

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Andrano

Tartufo nero del Salento: al via la nuova stagione della raccolta

L’iniziativa: mappare le aree per valorizzare la tartuficoltura nei terreni degradati dalla Xylella. Tenore: «Obiettivo è sensibilizzare le nuove generazioni, educandole alla responsabilità ambientale»

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Il Parco Naturale Regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase annuncia la riapertura dei termini per la presentazione delle richieste di autorizzazione alla raccolta dei tartufi per la stagione 2024-2025.

La decisione è stata presa con deliberazione del Comitato Esecutivo, con l’obiettivo di assegnare le ultime otto autorizzazioni disponibili, garantendo il rispetto delle normative nazionali e regionali.

Nel Parco si possono trovare due varietà dei pregiati tuberi: il tartufo nero, noto anche come scorzone (foto in alto), e il tartufo bianco, chiamato bianchetto o marzuolo (foto in fondo all’articolo).

AVVISO PUBBLICO

Le richieste possono essere inviate esclusivamente tramite mail pec all’indirizzo parcootrantoleuca@pec.it, entro e non oltre, le ore 12.00 del 12 dicembre 2024.

Le domande dovranno includere la documentazione completa, come dettagliato nell’avviso pubblico consultabile sul sito ufficiale del Parco.

Nel caso in cui le richieste superino il numero di autorizzazioni disponibili, si procederà con un sorteggio pubblico il giorno 12 dicembre, alle ore 17, presso la sede dell’Ente Parco.

TURISMO INTERNAZIONALE

«La rimodulazione del progetto di valorizzazione del Parco», spiega Michele Tenore, presidente dell’Ente, «mette al centro il ruolo strategico dei giovani, il turismo internazionale e la fruibilità del territorio durante i mesi estivi e oltre, consolidando il Parco come motore di sviluppo per l’economia locale. La raccolta dei tartufi non è solo una tradizione consolidata, ma rappresenta anche uno strumento potente di promozione territoriale, che intreccia economia, sostenibilità ambientale e gastronomia di eccellenza. Il tartufo, infatti, è non solo un prodotto gastronomico pregiato, ma anche un volano che sostiene le filiere agroalimentari locali, attrarre visitatori e valorizzare il patrimonio enogastronomico del nostro territorio».

RECUPERO TERRENI NEL POST XYLELLA

La riapertura dei termini per la gestione della raccolta ha l’obiettivo di regolamentare e tutelare tale risorsa preziosa, promuovendo una gestione sostenibile che preservi la biodiversità e gli ecosistemi.

«Il Parco», spiega ancora Tenore, «intende sviluppare specifiche attività per valorizzare il tartufo, non solo come prodotto di alta qualità gastronomica, ma anche come possibile fonte di reddito per le comunità locali. A tal fine, è in programma uno studio con il coinvolgimento di università ed esperti per individuare le aree più adatte alla tartuficoltura, utilizzando essenze micorrizzate, che, oltre a produrre i pregiati tuberi, possano contribuire al recupero di terreni ora degradati dalla Xylella, diventando un investimento paesaggistico e naturalistico di valore».

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Il tartufo bianchetto

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