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Attualità

Tricase, il sindaco De Donno: “Così ti trasformerò la Città”

Una serie di interventi già finanziati e da finanziare. “Cambieremo così l’Acait, Piazza Pisanelli, Caprarica; Marina Serra, Tricase Porto, la Vallonea…”

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ESCLUSIVA


di Giuseppe Cerfeda


Le giornate di Primavera del Fai, sabato 26 e domenica 27 marzo, ci metteranno… “Sulle vie del Tabacco”: a Lecce, dove si potranno visitare il Magazzino Concentramento Tabacchi e l’Istituto Presta Columella e Borgo Cardigliano a Specchia.


Di fronte al recupero della storia messo in azione dal Fai, stride la situazione che vive l’ex Acait a Tricase, ancora mezzo diroccato dopo il tornado del novembre 2018 che ha ridotto in macerie parte del complesso. Un capannone è stato recuperato ed anche utilizzato come hub per le vaccinazioni anti covid. Ospiterà gli uffici anagrafe, servizi sociali e tributi. Quello dietro presto sarà pronto per ospitare l’Ufficio Tecnico.


Abbiamo fatto il punto della situazione con il sindaco Antonio De Donno.


«Alle spalle c’era già un grosso lavoro messo in atto dal Ciheam (Centre International de Hautes Etudes Agronomiques Méditerranéennes)», la premessa del primo cittadino, «con cui abbiamo aperto un tavolo di aggiornamento insieme alla Regione, ragionando sullo Human Pole su alimentazione, nutrizione e benessere e altre possibilità da integrare. Avremmo anche potuto limitarci alla sola ristrutturazione con l’hub dedicato alla nutriceutica ma avremmo perso la grande occasione di migliorare la fruibilità del luogo e innestare contemporaneamente la ripartenza turistico-lavorativa e commerciale della città. Vogliamo creare un sistema partendo da una base solida.


Tricase è vista fuori come un modello da seguire anche grazie al grande lavoro del Ciheam tanto che hanno riproposto questo microcosmo in un nuovo Interreg finanziato per esportare a Tiro (Libano), uno dei luoghi storici che si studiano sui libri di scuola, il modello Tricase. La Regione ci ha preso come esempio perché già alle spalle c’era un lavoro fatto con una serie di Nazioni che con i loro ambasciatori ed altri rappresentanti erano stati qui per studiare il nostro modello di sviluppo.


Forse in città non c’è la giusta percezione ma l’immagine di Tricase, che è uscita fuori dal guscio e si è data una dimensione diversa, fuori viaggia veloce. Ora dobbiamo rendere i servizi all’altezza. E questa sarà la parte più complicata.


Durante il lockdown abbiamo creato una rete e un tavolo partecipato sull’Agenda 2030, scegliendo gli obiettivi e creando tavoli tematici. Il frutto del lavoro è stato oggetto di studio da parte della Regione che ci ha invitato al suo Forum su Agenda 2030, riconoscendo la validità della nostra visione e presentando insieme al modello Città Metropolitana di Bari quello di Tricase».


È un periodo storico che offre diverse opportunità di finanziamento. Come è messa Tricase?


“La premessa è che viviamo una difficoltà storica dovuta all’esiguità del personale a disposizione. Purtroppo in passato non vi è stata una visione illuminata e nessuno ha valutato che entro poco tempo, chi occupava ruoli chiave nella macchina amministrativa, sarebbe andato in pensione.


Sarebbe bastato assumere e affiancare le nuove figure a chi da lì a poco si sarebbe messo a riposo per non subire danni. Invece, quando ve n’era la possibilità, non sono state esercitate nuove assunzioni. Si tenga conto che, non appena insediati, avevamo a disposizione appena 42 dipendenti e, nel frattempo, 15 di loro sono andati in pensione. Tolti vigili urbani e funzionari chi resta per progettare e programmare?


L’urgenza è diventata quella di rimettere in moto la macchina degli uffici. Oggi l’unica possibilità che abbiamo è quella di attingere alle graduatorie degli altri Comuni, così come fatto per l’Ufficio Anagrafe che oggi funziona a pieno regime. Anche grazie all’arrivo del nuovo segretario comunale (Marcella De Carlo, NdA) abbiamo cambiato marcia. Il suo arrivo al posto del vecchio titolare è stato un cambio epocale e occasioni come quelle perse in passato non saranno più lasciate cadere».


Tornando all’Acait?


«Resteremo fedeli alla nostra filosofia: ogni euro speso dovrà dare i suoi frutti. Restaureremo il complesso che, però, non dovrà restare un contenitore vuoto e infruttuoso ma avere vita propria. Ecco perché, come Ente proponente, insieme al Ciheam, abbiamo avviato un partenariato con Univesità di Bari, l’Azienda Ospedaliera Pia Fondazione “Panico”di Tricase, CNR e Fondazione Enel e coinvolto aziende locali e nazionali (Start Up Italia di Cagliari, Dpixel/Sella Lab di Lecce, MareVivo di Castro, Giovanni Putignano di Noci – Ba -, Tiamac Agro Italia di Barletta e Greenbl, Hotel & Resort di Noci – Ba)».


Allo scopo di correre per un finanziamento di 12 milioni di euro per il progetto “Ecomed hub – Alimentazione, Nutrizione e Benessere”.


L’obiettivo è rigenerare l’ex manifattura di tabacchi e, al contempo, «creare un ecosistema internazionale di innovazione, orientato a favorire l’occupazione giovanile e lo sviluppo economico del Mediterraneo, attraverso la ricerca, l’innovazione nelle imprese, la creazione di startup, la collaborazione tra ricerca e impresa, l’educazione nei settori alimentazione, nutrizione e benessere.


L’hub di Tricase vuole essere un luogo di contaminazione tra pubblico e privato per l’implementazione di un nuovo modello di innovazione economica e sociale, mirato alla creazione di un polo innovativo interdisciplinare che contribuisca al miglioramento dei modelli e sistemi alimentari sostenibili che incidono sulla salute e gli stili di vita.


L’ecosistema di Tricase, infatti, vuole guardare alla salute delle popolazioni e rappresentare un hub internazionale, strumento di cooperazione e di dialogo tra i centri di ricerca, università e le eccellenze imprenditoriali e produttive che accettano di investire sulla salubrità sistemica del contesto di riferimento attraverso la formazione, la ricerca, l’open innovation, il supporto delle startup e l’internazionalizzazione sui temi della salute, alimentazione e benessere delle popolazioni».


Rientra nell’ecosistema, specifica il sindaco, anche «la partnership con l’azienda ospedaliera e il reparto di malattie neurodegenerative del dott. Michele Logroscino per un lavoro di ricerca e prevenzione».


Qualità della vita, curarsi mangiando bene, invecchiare meglio e servizi adeguati: per tutto questo, spiega De Donno, «da una richiesta di finanziamento iniziale di 4,5 milioni siamo passati a chiedere 12 milioni attraverso il bando “Ecosistemi delle Innovazioni” a cui abbiamo partecipato superando la prima fase.


A fine maggio ci sarà una nuova scrematura delle richieste. Siamo fiduciosi di poter andare avanti».


E lo spostamento degli uffici comunali all’Acait?


«Già deciso che anagrafe, servizi sociali e tributi andranno nel capannone già utilizzato come hub vaccinale; l’ufficio tecnico nel capannone a fianco, oggi in fase di ultimazione. Palazzo Gallone e il Convento dei Domenicani diventeranno Museo, un contenitore culturale fruibile. Per poter ospitare le opere da esporre abbiamo bisogno di illuminazione e sistema di allarme adeguati; sono già stati finanziati 40 mila euro per l’illuminazione della Sala del Trono ed altri 40 mila per l’impianto di allarme. Finita questa operazione, sicuramente dopo l’estate, inizierà il trasferimento di tutti gli uffici”.


De Donno poi anticipa che «la stanza in alto del palazzo, quella che affaccia su piazzetta Codacci Pisanelli, sarà arredata con lo studio romano originale di Giuseppe Codacci Pisanelli, i suoi libri, la corrispondenza con Kennedy e tutto ciò che la famiglia ci ha concesso nonostante avesse già ricevuto richiesta dal Senato”.


Riguardo al tanto gettonato PNRR?


“Sono già in corso progettazioni da 329 milioni su 200 disponibili in totale… Intanto, ho organizzato un gruppo di progettazione esterno di supporto perché con le nostre sole forze non saremmo stati in grado di far partire le opere già programmate e finanziate e, contemporaneamente, progettare per il PNRR”.

Rischio crolli al porto e alla serra!


I tre assi del CIS: erosione costiera, cultura e turismo.


«A differenza di molti altri Enti, abbiamo presentato progetti essenziali e chiesto le cifre giuste. Potremo contare sulle cosiddette premialità che nascono dalle opere già finanziate e completate o dai lavori avviati. Nel nostro caso via Duca degli Abruzzi, Borgo Pescatori e l’area del parcheggio nella cosiddetta ‘Zona Archi’ dietro Punta Cannone».


Area che, però, non sarà più utilizzabile per la sosta delle auto…


«Quel parcheggio è a serio rischio frana e non sarà più disponibile. La zona, adeguatamente protetta, diventerà un “belvedere” vietato alle autovetture».


Le brutte notizie non finiscono qui: è a rischio anche il tratto di strada lungo la litoranea fino al “belvedere” di fronte a via Santa Marcellina: «C’è un “ingrottamento” serio con il mare che sta erodendo la roccia sottostante, lasciando la strada sempre più sospesa sul vuoto. Una situazione meno urgente rispetto al parcheggio degli Archi ma da non sottovalutare. Per questo motivo abbiamo già previsto di trasformare quel tratto di via in senso unico e deviare il traffico proprio su via Santa Marcellina per alleggerire il carico.


Allo stesso modo monitoriamo a vista la situazione del ponticello dell’Arco della Piscina di Marina Serra, anch’esso a rischio crollo. Ci avevano proposto per entrambe le emergenze di ingabbiare tutto con le reti, come se ci fosse caduta massi. Ovviamente non abbiamo accettato una soluzione così impattante. A distanza di mesi, grazie ai buoni uffici dell’amministrazione comunale, Assett (Agenzia Strategica della Regione Puglia, NdA) ha presentato per noi un progetto che prevede, sia a Tricase Porto che a Marina Serra, l’iniezione di una resina speciale che rafforzi le rocce di sostegno. Purtroppo è un processo irreversibile e quella esposta, ad oggi, è l’unica soluzione praticabile».


Resterà irrisolta se non peggiorata la questione parcheggi…


«Abbiamo già previsto delle soluzioni, recuperando alcuni terreni e spazio lungo via Andrea Doria che ricongiunge la marina con Borgo Pescatori prima e via Duca degli Abruzzi poi. Allo stesso modo sistemeremo i parcheggi di fronte alla Rotonda e quello un po’ più su, nei pressi del Quadrano».


CIS: progetti per 11,5 milioni


Nel complesso, riguardo i Contratti Istituzionali di Sviluppo (CIS) ammonta a 11 milioni e 566mila euro la richiesta di finanziamento avanzata da Tricase; richiesto un milione e 340 mila per la riqualificazione paesaggistica di Tricase Porto; 2 milioni e 256mila euro per la riqualificazione paesaggistica del tratto costiero di Marina Serra, il recupero e la valorizzazione di Torre Palane.


«Sempre a Marina Serra», rimarca il sindaco, «abbiamo evidenziato come siano necessari lavori di messa in sicurezza e mitigazione del rischio geomorfologico della piscina per un importo di 1,5 milioni».


Greenways: presentati i progetti per la realizzazione di due cicloreti: una che colleghi il porto alla Stazione di Tricase (1milione e 470mila euro) e l’altro che congiunga Marina Serra al Rione di Caprarica, attraverso il recupero di Contrada Palane (un milione 200mila euro).


«Puntiamo ad unire i 5 Castelli (Depressa, Tutino, Tricase, Caprarica e Lucugnano) non solo culturalmente», precisa il primo cittadino, «ma anche attraverso la mobilità lenta».

Turismo e sostenibilità ambientale rientrano nel progetto di valorizzazione del biotopo e della Quercia dei 100 Cavalieri (un milione e100mila euro).

Per recupero, risanamento conservativo e riuso funzionale di Palazzo Gallone e dell’ex Convento dei Domenicani, di cui abbiamo abbondantemente parlato sopra, richiesti 2 milioni e 700mila euro.


«Una sorta di convitto culturale», evidenzia De Donno, «l’idea è quella offrire al visitatore la bellezza e la storia di Palazzo Gallone e poi dargli la possibilità di dormire nelle meravogliose stanze dell’ex convento».


Vale la pena evidenziare come la valutazione dei progetti CIS e quindi la loro finanziabilità avverrà entro pochi mesi perché tutte le opere finanziate dovranno essere completate al massimo entro il 2026.


5milioni per la rigenerazione urbana


«In parallelo», aggiunge il sindaco, «abbiamo presentato la richiesta di completamento della rete fognaria e dell’acquedotto su tutto il territorio comunale. Abbiamo scoperto che ci mancano 43 km tra acqua e fogna, non solo nelle marine ma anche in zone centrali del paese».


Oggetto di progettazione anche il cimitero vecchio: «Abbiamo intenzione di partecipare ad un bando (2 milioni di euro) per giardini monumentali e per questo abbiamo aperto la procedura affinchè venisse riconosciuto il requisito di monumentalità. Il Ministero ci ha già dato, in tempo reale, il riconoscimento su cimitero, chiesa di Sant’Antonio ed ex carcere».


Piazza Pisanelli: «Previsti lavori di sistemazione con la ripavimentazione della Piazza, così come avverrà in via San Demetrio».


Già finanziati i 5 milioni della rigenerazione urbana «con i quali rifaremo il territorio a partire da Piazza Sant’Andrea a Caprarica, per poi scendere su via Vittorio Emanuele dove sarà realizzato il marciapiede; in zona Acait lavori per un milione e mezzo per il capannone che funge da corpo centrale; amplieremo il centro storico con la sistemazione delle strade partendo dal Monumento dei Caduti, per passare su via Fratelli Allatini; allo stesso modo rivisiteremo piazza Principessa e via Thaon De Revel».


Tempistica? «Via Thaon de Revel subito. Gli altri cantieri subito dopo l’estate».


In Zona Draghi sono più volte stati annunciati i lavori ma ancora nulla. Quando? «Contiamo di aprire il cantiere a giugno, nel frattempo convocheremo i residenti per partecipare il progetto».


Attualità

Quando l’amore per lo sport fa cento

La cifra tonda di Franco Margarito nelle maratone: un atlante mondiale di sfide lungo 24 anni

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di Lorenzo Zito

Cento maratone alle spalle. Una vita di corsa da sportivo non professionista, senza vedere ancora il traguardo. Franco Margarito, 63 anni, già felicemente nonno, di professione geometra e direttore tecnico specializzato in opere pubbliche, di Ruffano, conta la vita in chilometri. La mattina li macina in auto, per lavoro. La sera nei suoi scarpini, che quotidianamente allaccia per “avvicinarsi” alla sua prossima maratona, ai prossimi 42km (e rotti) da correre in qualche angolo del globo, vicino o lontano da casa.

Oggi non appende la casacca al chiodo, ma stappa una bottiglia per festeggiare la cifra tonda. Sportivo da sempre, Franco ha iniziato da ragazzino. Dalla corsa campestre ed il calcio è passato alla corsa su pista, col gruppo sportivo Fiamma Maglie. Poi, l’amore e la corsa lo hanno reso (anche) cittadino tavianese d’adozione: la moglie, Angela Rita Bruno, originaria di Taviano e già assessora del Comune di Ruffano, è anche la ragione per cui lui, 24 anni fa, ha conosciuto l’Atletica Taviano 97. “È diventata la mia seconda famiglia”. Oggi lui ne è una colonna portante.

Con loro, lo scorso 16 novembre, in terra amica, alla 6ª edizione della Maratona della Grecia Salentina, ha segnato il suo traguardo speciale: la sua centesima.

I primi 42km e 195 metri sono stati i più famosi al mondo, quelli della Maratona di New York: era il 6 novembre 2005. Da allora, il mondo si è aperto attraverso lo sport, in un susseguirsi di luoghi, strade e emozioni: Parigi, Milano, Lisbona, Valencia, Barcellona, Roma. E poi Amsterdam, Bruxelles, Firenze, Oslo, Stoccolma, Venezia.

L’elenco è un vero atlante personale. Per citarne solo alcune: Tirana, Budapest, la Collemarathon nelle Marche, il Lago di Garda, Sabaudia. In Puglia il Gargano, Sannicandro, Putignano, Barletta. E ancora le ultra: la 100 km del Passatore, la Pistoia–Abetone, il Gran Sasso, la 50 km del Vesuvio, Rapone, e le 6/8 ore di Lavello, fino al Parco Nord di Milano e alla 6 ore di Roma.

Una geografia fatta di fatica, amicizia e passi lunghi, che trova nella Maratona della Grecia Salentina un simbolo: “È bellissima. Attraversa 9 Comuni. Speriamo che la passione (di chi la pratica e di chi la organizza, come Cristian Bergamo) la preservi a lungo perché, oggi, è un piccolo patrimonio culturale sportivo nostrano”.

Accanto a lui, lungo il percorso, non sono mancati compagni di viaggio: gli amici runner Eliseo Stefano e Marco Marino, e naturalmente l’Atletica Taviano97, con il presidente Sergio Perchia “che da 24 lunghi anni mi vede associato”, ci racconta.

4 ore, 21 minuti e 38 secondi il tempo per chiudere la centesima. Non serve far calcoli per capire che per un maratoneta lo sport non è un optional o un passatempo. È parte integrante della propria vita.

Chi può spiegare meglio, allora, ad un bambino cosa significhi praticare sport? “Fare sport è vita. È al contempo sacrificio e libertà. E, pur essendo la corsa una pratica individuale, è grande opportunità di confronto”.

A casa, nel frattempo, c’è una stanza invasa da cimeli, gadget e medaglie: ogni oggetto racconta un frammento di questa sua storia. Non sono in ordine. “Adesso è ancora il momento di collezionarli. Per catalogarli ci sarà spazio, più avanti”. In agenda c’è già la prossima: la prima edizione della Due Mari a Taranto. Nel cuore le parole di Eugenio Montale: “Amo l’atletica perché è poesia. Se la notte sogno, sogno di essere un maratoneta”.

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Uno contro uno e uno contro zero

Rifiuti elettrici ed elettronici. Quando ne acquistiamo un nuovo elettrodomestico, ogni negozio (anche online) è obbligato a ritirare quello vecchio; i negozi con una superficie di vendita superiore ai 400 mq devono ritirare senza obbligo di acquisto i piccoli rifiuti elettrici ed elettronici come telefoni, tablet, frullatori, asciugacapelli…

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Non tutti lo sanno ma quando acquistiamo un nuovo apparecchio elettronico, ogni negozio (anche online) è obbligato a ritirare quello vecchio.

E, se il negozio è grande e gli apparecchi sono piccoli, questo obbligo vige anche fuori dal momento di acquisto: i rivenditori diventano raccoglitori, e sono tenuti ad avviare il corretto smaltimento dei dispositivi.

La gestione del fine vita dei prodotti tecnologici è semplice, ma, a quanto pare, in pochi lo sanno.

E anche questo rende difficile al nostro Paese raggiungere il target europeo di raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici: rispetto all’obiettivo del 65%, infatti, siamo circa al 30% e l’Italia, per chi non lo sapesse è sotto procedura di infrazione.

Come ha riportato il Corriere della Sera, il 91% dei consumatori italiani ha comprato almeno un elettrodomestico nell’ultimo anno, con una media di 5 prodotti ciascuno, e di questi più della metà sono piccoli apparecchi, elettronica da consumo come cavi o adattatori per prese elettriche e prodotti da computer.

Vale quindi la pena ricordare che i negozi di elettronica sono obbligati a ritirare gratuitamente gli elettrodomestici usati secondo la normativa “uno contro uno”, cioè al momento dell’acquisto di un apparecchio nuovo equivalente.

Inoltre, i negozi con una superficie di vendita superiore ai 400 mq devono offrire anche il ritiro “uno contro zero” per i piccoli rifiuti elettrici ed elettronici (con dimensioni inferiori a 25 cm come (come telefoni, tablet, frullatori, asciugacapelli), senza obbligo di acquisto.

 

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Tricase si fa arancione contro la violenza di genere

Manifestazione organizzata dall’Inner Wheel Club di Tricase – S. M. di Leuca e dal Rotary Club Tricase- Capo di Leuca con la partecipazione delle scuole del territorio per promuovere la cultura del rispetto, della parità e della non violenza

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In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si è svolta per le vie del centro di Tricase una partecipata marcia di sensibilizzazione volta a promuovere la cultura del rispetto e del contrasto alla violenza di genere.

L’iniziativa, che rientra nella campagna internazionale “Orange The World” di UN Woman, è stata organizzata dall’Inner Wheel Club di Tricase – S. M. di Leuca e dal Rotary Club Tricase- Capo di Leuca, realtà impegnate nella diffusione di valori di solidarietà, tutela dei diritti e sostegno alla comunità.

Evento particolarmente significativo anche per la presenza attiva delle scuole del territorio, che hanno aderito con entusiasmo e spirito di partecipazione: gli istituti comprensiviTricase – Via Apulia” e “Pascoli”, il Liceo Comi”, e il LiceoStampacchia”.

Gli studenti, accompagnati dai loro insegnanti, hanno contribuito con cartelloni, slogan, riflessioni attestanti profonda sensibilità e momenti di condivisione, dimostrando consapevolezza e attenzione verso un tema che riguarda profondamente il presente e il futuro della società.

Il loro coinvolgimento ha rappresentato un messaggio forte: educare al rispetto fin da giovani è il primo passo per costruire comunità più giuste e sicure.

Alla marcia hanno preso parte anche diverse associazioni locali, che hanno voluto testimoniare la propria vicinanza alle donne vittime di violenza e ribadire l’importanza di fare rete tra istituzioni, scuola e terzo settore.

La presenza congiunta di enti, studenti e cittadini ha trasformato l’iniziativa in un momento di forte impatto emotivo e civile.

In chiusura, Pasquale Santoro in rappresentanza de “Le lanterne di Diogene”, ha reso partecipi tutti i presenti di riflessioni tratte dal libro “Cara Giulia” di G. Cecchettin, rivolte espressamente al mondo maschile.

Un appello condiviso con tutti i presenti: continuare a lavorare insieme per promuovere la cultura del rispetto, della parità e della non violenza, affinché giornate come questa non restino episodi isolati ma diventino parte di un percorso quotidiano di consapevolezza e impegno comune.

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