Attualità
Tricase, via Pirandello: il sindaco ne ha per tutti
Dopo l’approfondimento dalle nostre colonne sui lavori in via Pirandello per un nuovo supermercato e l’assordante silenzio del sindaco sottolineato soprattutto dalle opposizioni, Antonio De Donno esce allo scoperto e risponde punto per punto in esclusiva per “il Gallo”
Antonio De Donno ritrova la parola e lo fa in esclusiva per “il Gallo”, rispondendo punto per punto a tutti i quesiti sul costruendo nuovo edificio di
via Pirandello, destinato ad ospitare un nuovo supermercato.
«Amministrare è responsabilità, non ricerca spasmodica dei like sui social»
«La vicenda Supermercato in Via Pirandello ha assunto i connotati che chi non ha l’esigenza di apparire mediaticamente a tutti i costi, spesso gettando fumo e fango continuo sulla Città, aveva già ampiamente previsto. Ed il nostro relativo silenzio è frutto di queste riflessioni.
Abbiamo scelto di attendere ad esporre giornalisticamente le nostre determinazioni per lasciare sfogo al circo mediatico e social-mente inutile e dannoso per la Città (perché l’arte del social-mentire-pontificare-accusare è di facile attuazione e non costa fatica, basta avere una buona faccia tosta e pelo sullo stomaco) e soprattutto attendere la chiusura della fase amministrativa per rispetto agli Uffici che stavano lavorando su una questione socialmente importante e mediaticamente attenzionata. Con centinaia di cittadini abbiamo parlato e condiviso la complessità di fare scelte o non poterle fare, sempre nel rispetto delle norme e delle contingenze storiche.
Andiamo con ordine. Senza dilungarmi molto sui passaggi amministrativi che in 20 anni hanno portato alla situazione odierna, frutto di una scelta o di trascuratezza delle passate Amministrazioni nel non esercitare un diritto di esproprio a causa delle condizioni idrogeologiche della zona (nell’Amministrazione Coppola del tempo Giovanni Carità era presente e avrebbe potuto spendersi per questo…), passaggi già ben descritti nei vostri precedenti articoli, dai ricorsi al Tar del proprietario alla nomina del Commissario ad acta che ritipizza tutta l’area, rendendola edificabile, con prescrizioni regionali che nel 2015 ne attenuano l’impatto edificatorio, con le scelte locali di dare alla stessa l’assetto attuale. prima con l’Amministrazione Coppola con la Delibera del 2017 e poi con quella Chiuri e la Delibera numero 34/2019, che chiudono il cerchio, mi chiedo: quando si esprimono valutazioni su argomenti così seri, sui quali già è difficile districarsi per un amministratore ed immaginiamo quanto lo sia per un semplice cittadino che non ha l’obbligo di informarsi nel dettaglio, si ha l’onestà intellettuale di semplificarne la comprensione e di fare proposte serie e fattibili per lasciare ai lettori la possibilità di farsi un’idea compiuta e di esprimerla con cognizione di causa? O piuttosto l’interesse è sempre lo stesso, accendere fuochi di continuo, creare guerriglia urbana sui social, offendere e lanciare accuse gravi ma in realtà mai dimostrate e dimostrabili, ed attendere i like degli ignari e fuorviati cittadini e dei leoni da tastiera? Tutto a spese dell’immagine della Città e dei cittadini? Perché quello che era un dubbio ormai è certezza.
Riassumiamo prima la nostra posizione, poi quella degli attori non-protagonisti.
In tanti de visu mi avete chiesto cosa ne pensassi della nascita di un supermercato in Via Pirandello, se avessi preferito altrimenti un parco più esteso che raggiungesse via Vittorio Emanuele. A tutti ho detto ciò che qualsiasi cittadino o bambino del mondo avrebbe risposto: avrei preferito un polmone verde con un bel laghetto e le paperelle, che qualche amico (?) buontempone continua a proporre! Ma la domanda è fuorviante, e gli attori intervenuti mediaticamente lo sanno bene».
Tricase che fare? A Giovanni Carità dico…
“La politica può essere subita o agita”, premette il consigliere di opposizione, “l’attuale maggioranza che siede a Palazzo Gallone sta dimostrando con i fatti di subirla, tanto che su questa vicenda, come su altre, ha preferito scomparire dalla scena. La colpa più grande di De Donno, a mio parere», affonda Carità, «è stata proprio questa: attendere gli eventi senza minimante cercare di anticiparli. Questo atteggiamento, figlio di una politica anni ’80, non paga più, si ritorce contro. Oggi c’è bisogno di dinamicità, di coraggio, di intraprendenza, di trasparenza politica… Purtroppo questo a Tricase manca e mancherà ancora”.
«Il consigliere Carità ha ormai imparato i trucchetti dei social, come qualche suo collega, e fece un post preparatorio all’ultimo Consiglio comunale al quale doveva poi legare il video in cui sbraitava contro il sindaco silente che a suo dire preferiva non dire nulla, contravvenendo a tutti gli obblighi politici ed amministrativi che ne contraddistinguono il ruolo. Peccato però che il dibattito da noi programmato in Consiglio prevedeva l’intervento del Presidente della seconda Commissione, Vito Zocco, che avrebbe introdotto l’argomento e specificato che la convenzione della strada da costruire (alle spalle del nascente supermercato e a spese del costruttore, solo questo decideva il Consiglio, non la nascita del supermercato legittimamente approvata dagli uffici in base alla situazione di fatto esistente) aveva avuto il parere positivo di tutti i gruppi consiliari ad eccezione di Carità, poi ci sarebbe stato l’intervento dell’ing. Vito Ferramosca che sarebbe entrato nei dettagli tecnici ed infine il dibattito consiliare al quale io, ovviamente, avrei partecipato e detto la mia. Ma il consigliere-regista aveva bisogno del videoclip subito perché i tempi dello show erano stringenti e quindi ha fatto tutto da solo e subito, nell’eventualità in cui il dibattito non si fosse tenuto come poi è accaduto, ed ha utilizzato la tecnica aggressiva copiata dalle Iene per lasciare poi i suoi followers a bocca aperta.
Non ha capito che io alle provocazioni non rispondo, ho altre visioni ed altri obiettivi da raggiungere per cambiare volto al paese.
Rispondo alle sue interrogazioni in Consiglio ovviamente, non avendo altre occasioni per confrontarmi con lui sulla visione della Città, perché dalla fine del 2020 lui rifugge il confronto con me in Comune.
Ma sopravvivrò’! Cosa avrebbe fatto Carità da sindaco nella situazione odierna? Avrebbe avuto due opzioni, ambedue a nostro parere (e presumo di tutti i consiglieri comunali d’Italia) impercorribili.
Ritipizzare l’area: andare in Consiglio comunale, trovare una maggioranza disposta a farlo, trovare 7-800mila euro euro per comprare l’area di circa 4mila mq su cui sta nascendo il supermercato e farne un prolungamento del parco, spendendo una media di 200 euro a mq per fare un giardino (stessa opzione che avrebbero potuto esercitare oggi gli imprenditori privati che non vogliono la nascita di un M2).
A proposito del costo del Parco, sempre per dovere di cronaca, la realizzazione dell’area a destra di via Pirandello, andando verso via Apulia dove insistono i giochi, è costata 200mila euro (e non 600mila come si sostiene sui social). Quindi 9mila mq / 200mila euro = 22 euro a mq. I restanti 400mila sono stati impegnati nell’area adiacente ad Acait, dove i circa 7mila mq di parco avevano difficoltà e caratteristiche diverse.
NdA: un amministratore, o chi lo è stato, ha sempre il dovere di fornire dati.
Le considerazioni sulle scelte fatte da altre amministrazioni sono fondamentali per guidare le scelte future, ma va sempre chiarito quali siano i costi reali quando si ribaltano scelte del passato, ove sia possibile farlo.
Decidere in consiglio comunale la ritipizzazione dell’area come previsto nel 2015 significherebbe attirarsi in tempo reale i contenziosi ad esito scontato di cui sopra. Perché, cari concittadini, su quelle aree ci sono oramai diritti acquisiti da terzi ed esercitati, come per le villette del Complesso On Park verso via Apulia, e qualsiasi azione oggi contraria ai diritti acquisiti comporterebbe cause milionarie contro il Comune ad esito scontato sfavorevole allo stesso. A voi ogni considerazione».
Cantiere civico, a Carmine Zocco dico…
Per Cantiere Civico (in Consiglio comunale con Carmine Zocco, Gianluca Errico e Giacomo Elia) “il tema non è che si sia favorevoli o contrari a una nuova costruzione commerciale. Ognuno ha la sua idea ma non è un’opera su cui poter discutere. È suolo privato, iniziativa di un privato. E non è sul tema della costruzione del supermercato che il consiglio comunale è stato chiamato a decidere, bensì su quello della viabilità”.
Sul sindaco De Donno, il capogruppo in consiglio comunale, Carmine Zocco, attacca: “È anche assessore all’urbanistica, ha scelto di non decidere, condannando la città ad una spesa di 215mila euro per costruire una strada che il privato si era offerto di finanziare per la quota di 188mila euro. Quei 215mila euro sono soldi di tutti, ma per il Sindaco tutto ciò è irrilevante. Decide in autonomia di non accettare soldi per un’opera primaria e destina piuttosto fondi pubblici a incarichi professionali personali. Per l’interesse di tutta la comunità si rivela debole, stordito, incapace… in balìa degli eventi e delle iniziative private, senza dare alla nostra Tricase la linea politica per il bene comune che merita”.
«Carmine Zocco continua a seminare falsità con una nonchalance filosofica unica: ha iniziato in campagna elettorale, denunciando fatti, misfatti e indagini della magistratura, tutti rivelatasi falsi e inesistenti; ha continuato in Consiglio , denunciando le “capisci a me, consulenze occultate!” a proposito del Piano del Commercio ( ah… giusto! Se ci fosse stato ed avesse avuto valore cogente con scelte precise, forse in Via Pirandello non sarebbe nato il supermercato! Peccato così non sia stato. Noi vogliamo migliorarlo proprio perché così sia in futuro) e non si capisce a cosa e a chi si stia riferendo».
“Decide in autonomia di non accettare soldi per un’opera primaria e destina piuttosto fondi pubblici a incarichi professionali personali”.
«Cari concittadini, che dire? Non si è ancora rassegnato alla sconfitta elettorale evidentemente, ed il livore annebbia le idee e la penna, tenta invano di farsi querelare non accettando il fatto che noi vogliamo traghettare Tricase fuori dalle beghe giudiziarie consiliari in cui si era cacciato e dall’indifferenza politica in cui era finito! Chiedetegli cosa vuol dire che io abbia deciso in autonomia di non accettare soldi per un’opera primaria: questa maggioranza ha portato in Consiglio comunale la convenzione per la strada retrostante il nascente supermercato. Abbiamo atteso vari mesi prima di farlo, perché il dibattito è stato lungo ed articolato anche in maggioranza, ed io non sono e non sarò mai il sindaco che dà ordini di scuderia ai suoi consiglieri, ciascuno è libero di esprimere la propria idea e sensibilità su tutto ciò che ci siamo ritrovato a gestire e deciso da passate amministrazioni.
Abbiamo così calendarizzato in Consiglio comunale l’approvazione della Convenzione per la strada a carico dell’imprenditore, convenzione per la quale Cantiere civico in seconda commissione ha annunciato il proprio voto favorevole in Consiglio. Poiché il consigliere Carmine Zocco non perde occasione per tralasciare la sua esperienza di amministratore per tornare tra i banchi di scuola della protesta studentesca, ecco che ha più interesse a far rilevare che la maggioranza nel momento dell’approvazione non aveva i numeri per farlo facendo chiedere ai suoi il rinvio, che stare al suo posto e fare ciò che aveva dichiarato in seconda commissione, cioè votare a favore della convenzione. Se fosse stato responsabile, oggi avremmo approvato la strada posteriore al supermercato e non staremmo qui a discutere.
Come potete facilmente dedurre, è più importante il risultato mediatico dei like e del fumo che si vende dell’interesse generale che, anche a costo di votare accanto alla maggioranza in quel momento non al completo, avrebbe ottenuto.
Vedremo cosa accadrà… nel frattempo le polemiche “sull’avremmo voluto un parco verde” sono capziose e niente altro, mitigheremo l’impatto certamente agendo sul verde dell’ area interessata, ma questo mi sembra ovvio».
Io debole, stordito e incapace? Questa città cambierà volto in un paio di anni…
“Per l’interesse di tutta la comunità si rivela debole, stordito, incapace… in balìa degli eventi e delle iniziative private, senza dare alla nostra Tricase la linea politica per il bene comune che merita”.
«Caro consigliere Carmine Zocco, questa Città cambierà volto in un paio d’anni, tempi tecnici necessari per attuare le linee programmatiche. Tralascio le offese come sempre, ma ti ricordo e ricordo a tutti che abbiamo trovato una Città che aveva a febbraio 2020 una capacità occupazionale di 850mila euro, non esercitata dall’amministrazione precedente a tal punto che, al nostro arrivo, si era ridotta a poco più di 300mila. Ben 500mila euro persi, ringraziate chi non ha fatto le scelte!
In un Comune che aveva oltre 200 dipendenti ed oggi ne ha 40, di cui 10 vanno via in quota 100, e siamo a 30, al cui interno ci sono i vigili e i funzionari».
Come si fa a lavorare in queste condizioni?
Se foste politicamente onesti direste che la scelta di attingere alle graduatorie di altri Comuni e le assunzioni semestrali, hanno risolto il problema dei ritardi di 5 mesi in Ufficio Anagrafe, del Giudice di Pace che rischiava di scomparire, e dell’impoverimento degli uffici finanziari per i suddetti pensionamenti.
Se foste politicamente onesti direste che mentre fino ad oggi l’ing. Ferramosca era solo in Ufficio Tecnico a gestire tutto, Urbanistica, Lavori Pubblici, Ambiente e Cimiteri, oggi ha un nuovo ingegnere, un nuovo architetto, un nuovo geometra che già lavorano con lui e danno efficienza e dinamicità nuove.
Se foste politicamente onesti direste che abbiamo sbloccato il concorso per ingegneri ed a giorni arriverà un altro professionista in Ufficio Tecnico.
Se foste politicamente onesti direste che questa amministrazione separerà tutti i settori per dare dignità agli stessi, Lavori Pubblici, Urbanistica ed Ambiente avranno ciascuno il loro dirigente ed i loro operatori, che abbiamo trovato Servizi Sociali incardinato sotto Tributi (?) con un valido Dirigente fatto arrivare da Parma ed al quale noi abbiamo dato dignità affidandogli il Settore.
Ed il settore Cultura a voi tanto caro, consiglieri Carità e Carmine Zocco? Inesistente! E voi senza alzare nessuno scudo facebookkiano!
Anche al settore Cultura e Turismo daremo dignità assegnandolo ad una validissima Dirigente.
Se foste stati politicamente onesti avreste detto che stavano per partire tutti i concorsi, (il 29 settemre, NdR), prima categoria C e poi nel 2022 D, che daranno linfa vitale alla macchina amministrativa.
Se foste politicamente onesti direste che non c’erano graduatorie utili per i vigili e quelle aperte le abbiamo utilizzate.
Se foste politicamente onesti direste che stiamo per fare la più grande operazione culturale mai fatta in questo Comune, dare dignità culturale ai grandi palazzi comunali, portando l’arte all’interno di Palazzo Gallone e Convento dei Domenicani, trasferendo gran parte degli Uffici Pubblici in zona Acait (gara per i lavori per la costruzione del nuovo Ufficio Tecnico già assegnata nel secondo capannanone Acait parallelo all’area dedicata momentaneamente ai vaccini, destinata questa ad ospitare Ufficio Anagrafe e Tributi).
Se foste politicamente onesti lavorereste, con le vostre proposte concrete, a fianco dell’amministrazione nel pieno rispetto dei ruoli.
Se foste… già. Ma voi tutte queste cose non le sapete perché non dialogate con la maggioranza, preferite attaccare e vivere nella vostra trincea.
Chiedete ai cittadini se sono d’accordo.
Ad un anno dall’insediamento faremo il resoconto. Nessun risultato può essere raggiunto se non adeguando la macchina amministrativa, saremo puntuali e precisi nel descriverlo.
Io debole, stordito e incapace?
Dimenticavo la riflessione sulla consistenza politica di un Sindaco “debole, stordito, incapace” e silente secondo chi è “allergici al “non detto”, al “taciuto”, al “celato”. Noi siamo per la trasparenza!”: La dimensione politica di una classe dirigente non è una autocelebrazione, ma un riconoscimento dei cittadini, di altre autorevoli Istituzioni e classi politiche.
Tricase sta facendo il pieno di eccellenti considerazioni, in Puglia, in Italia e all’estero, nelle Istituzioni e fuori, per programmazione strategica, turistica, culturale, politica.
Ne daremo conto alla Città il prossimo mese, dovete pazientare un poco anche voi visto che preferite rifuggire da ogni momento costruttivo».
«Sono stato eletto per favorire l’interesse generale non quello particolare»
«In conclusione sul Supermercato: duole constatare come anche alcuni amici, o presunti tali da parte mia, oggi si facciano prendere la mano dal livore del legittimo interesse probabilmente intaccato, scadendo in accuse gravi e lanciando sulla Città anatemi ed ombre insieme ai gufi di turno: io sono stato eletto per favorire l’interesse generale, e non quello particolare tantomeno di chi mi ha votato o dice di averlo fatto.
Spero che il tempo riporti tutti alla serenità della ragione e dei sentimenti.
Nel frattempo noi continueremo a traghettare le scelte del passato nel miglior modo possibile ed a pianificare e realizzare la nuova Tricase dei prossimi anni».
Approfondimenti
Xylella, Cazzato agricoltore di Salve: “Sono fiducioso”
«In una campagna in località Schiafazzi “regnava” un albero di olivo che, secondo molti aveva più di 800 anni ed era talmente grande che, spesso, ci venivano gli sposini per fare una foto”…
speciale agricoltura
Cesare Cazzato di Salve, ingegnere e imprenditore agricolo per scelta, seguendo quella che è la sua passione di sempre per la campagna e tutto quello che ne consegue.
La sua azienda è una di quelle che ha tenuto botta alla devastazione causata dalla Xylella e, su oltre 50 ettari, continua a produrre olio e altri frutti della terra.
Eppure, anche i suoi alberi, tanti, di Ogliarola Salentina e Cellina di Nardò, hanno subìto le conseguenze del batterio assassino.
«Ripresomi dalla botta», si racconta, «ho ricominciato a lavorare grazie ad alcuni alberi che avevo piantato quando è nato mio figlio, nel 1984. Erano alberi di Leccino e, in quella circostanza, colleghi e amici mi prendevano un po’ in giro, perché non avevo puntato sulle solite nostre specie. Oggi posso dire che è grazie a quella decisione se non compro olio da altri».
Così, con l’avvento della Xylella, «mi sono attrezzato, prima con l’eradicazione e poi dissodando il terreno, con un costo anche elevato, perché le radici erano molto profonde, visto che quegli alberi erano lì da tanti anni. Dopo ho ripiantato, puntando su una varietà che si chiama FS 17, nota come “Favolosa”.
L’ho potuto fare anche perché ho la fortuna di possedere un pozzo artesiano e, quindi, ho disponibilità di acqua. La “Favolosa” ha costanza nella fruttificazione e vasi linfatici più grossi che le consentono di non subire le conseguenze del batterio della Xylella che, invece, ha ammazzato le altre specie un po’ come fa la trombosi col corpo umano, cioè creando dei glomeruli all’interno dei vasi linfatici che ne interrompono le funzioni vitali.
Il Leccino e la Favolosa non sono immuni alla Xylella, semplicemente hanno vasi linfatici più larghi, con un diametro maggiore, per cui, anche se i batteri nidificano, continuano comunque a vivere e fruttificare senza conseguenze».
Cazzato racconta del suo monumento alla memoria: «In una campagna in località Schiafazzi “regnava” un albero di olivo che, secondo molti aveva più di 800 anni ed era talmente grande che, spesso, ci venivano gli sposini per fare una foto nel suo tronco. Anch’io conservo delle foto con tutti gli operai dentro e vicino quel miracolo della natura.
Bene, quell’albero, o quel che ne resta dopo la Xylella, l’ho voluto conservare, non me la son sentita di eradicarlo. Resterà lì come una statua, un monumento alla memoria».
Anche se l’attività col passare degli anni gode del supporto delle macchine, Cazzato ha ancora dei dipendenti e si dice felice di godere della «collaborazione di molti giovani dediti alla campagna che mi fa piacere incoraggiare».
Aspetto fondamentale su cui si dovrà puntare, quello della diversificazione: «In uno dei miei terreni, tra Presicce e Lido Marini, che ho dissodato, in questo mese pianterò fichi. Si tratta di “Fiche Maranciane” (« praticamente, non hanno bisogno di acqua, sono resistentissime e danno frutti di grande pregio»), e del Fico Dottato (« il migliore d’Italia, quello bianco e con i semi, molto piccoli. Il suo frutto è particolarmente apprezzato»)».
Che futuro in campagna?
«Diversificando avremo ancora un futuro. Sono convinto che tra una decina d’anni il Salento sarà più verde di prima. L’unica eredità positiva che ci lascia la Xylella è la qualità dell’olio.
In passato tutti noi abbiamo piantato alberi molto vicini e per tanti motivi producevamo olio rampante. Dopo quanto accaduto, finalmente, siamo costretti a produrre olio di altissima qualità senza lasciare che le olive cadano a terra. Sono fiducioso.
Anche perché il Salento è un’isola tra i venti. Il vento è l’impollinatore dell’olivo che è una pianta anemofila, cioè ama il vento».
Quindi è già tempo di voltare pagina e smettere di piangersi addosso per la Xylella?
«Ho piantato mille alberi di Favolosa che già fruttifica. L’olio lo vendo, i numeri non sono ancora quelli del pre-Xylella ma si può andare avanti.
A suo tempo ho avuto la lungimiranza di non disfarmi dell’attrezzatura, come hanno fatto altri, ed ho conservato scuotitore, trattori e quant’altro, perché ero convinto che il Salento sarebbe ritornato verde».
Infine, Cazzato svela: «I nuovi alberi li piantiamo a due metri e mezzo di distanza l’uno dall’altro, perché esiste una macchina, una specie di vendemmiatrice, che passa per filare, scuote e raccoglie le olive e le trasferisce nel rimorchio che corre accanto come se fosse grano. Questo sarà il nostro futuro».
Approfondimenti
Xylella, un altro studio appena pubblicato
Lo studio del prof. Bruno propone il protocollo NuovOlivo® come strategia per consentire la coesistenza tra Xylella e la produzione di olive e olio extravergine di oliva della Cellina di Nardò e dell’Ogliarola Salentina
speciale agricoltura
Uno studio, pubblicato di recente, del prof. Giovanni Luigi Bruno (il secondo), ricercatore del Dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell’Università di Bari, sulla “Coesistenza tra Xylella fastidiosa Subsp. pauca e piante di olivo sensibili nella penisola salentina” (vedi a pagina 24), ci ha spinto ad approfondire ancora una volta da queste colonne quello che è stato un cambiamento epocale per il Salento, con la morte di quegli ulivi che per millenni hanno caratterizzato il nostro territorio e che per decenni sono stati al centro dell’economia della sua gente.
La sindrome del disseccamento rapido dell’olivo associata a Xylella fastidiosa è una delle malattie più distruttive degli olivi, in particolare sulle cultivar Cellina di Nardò e Ogliarola Salentina.
Lo studio del prof. Bruno propone il protocollo NuovOlivo® come strategia per consentire la coesistenza tra Xylella e la produzione di olive e olio extravergine di oliva della Cellina di Nardò e dell’Ogliarola Salentina: «Trentadue oliveti privati colpiti da OQDS e coltivati seguendo le tecniche agronomiche in uso nella zona sono stati esaminati durante le stagioni olivicole 2019-2023.
Sono state considerate le cultivar Cellina di Nardò, Ogliarola Salentina, Coratina, Ascolana Tenera, Nociara, Leccino e Bella di Cerignola. All’inizio dell’applicazione del protocollo, le piante sensibili mostravano una gravità dei sintomi OQDS del 40-80% e non producevano olive o olio, mentre le cultivar resistenti(?)/tolleranti mostravano una produzione di olive inferiore a 1-2 kg/pianta.
Dopo la rimozione dei rami secchi a gennaio-febbraio, le piante sono state irrorate due volte all’anno (preferibilmente a marzo e ottobre) con NuovOlivo®, una miscela di estratti botanici in acqua esterificati con oli vegetali in presenza di idrossido di sodio e attivati al momento dell’uso con bicarbonato di sodio. In tutti gli oliveti è stato distribuito un concime a lento rilascio e le erbe infestanti controllate mediante falciatura o triturazione.
Gli olivi trattati hanno prodotto nuova vegetazione, ricostruito la chioma, ridotto i sintomi di OQDS e prodotto infiorescenze e drupe. La produzione di olive è stata da 6,67 a 51,36 kg per pianta, con una resa media del 13,19% in olio extravergine di oliva (acidità libera 0,01–0,2%)».
Secondo il ricercatore, «anche il paesaggio e l’economia pugliese, basati sulla presenza e la produzione di olivi, potrebbero essere salvaguardati».
Approfondimenti
Un vivaista di Racale: «La prevenzione ammazza i vivai»
“Ci è stato imposto il divieto di piantumazione di lavanda, rosmarino, hibiscus, alloro, vinca e dimorfoteca. Piante molto richieste dalla nostra clientela…”…
speciale agricoltura
Pietro Caputo, di Salento Piante di Racale, ci racconta la sua prospettiva da titolare di vivaio che ha subìto le conseguenze indirette della Xylella, per via delle misure di contenimento della diffusione del batterio.
«Ci è stato imposto il divieto di piantumazione di lavanda, rosmarino, hibiscus, alloro, vinca e dimorfoteca. Piante molto richieste dalla nostra clientela e che per il nostro commercio sono vitali.
Lo stesso dicasi per i gerani. Possono essere commercializzati solo quelli da zone indenni e, paradossalmente, ci è stato detto anche che le piante devono essere vendute a stretto giro, come se le tempistiche di vendita dipendessero da noi.
Trovo, peraltro, assurdo che si imponga questa restrizione qui in provincia di Lecce, dove la diffusione del batterio ha già procurato danni ormai irreparabili.
In questo modo, non si fa che allargare a macchia d’olio il problema, colpendo anche il settore vivaistico.
Per giunta, il nostro è un commercio al dettaglio, prettamente locale: anche qualora ospitassero il batterio, che danno può arrecare la vendita di queste piante su un territorio già falcidiato dalla xylella e che si è ormai riorientato su piante resistenti al batterio?».
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