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Attualità

Operazione Perseo: tutti i particolari

Sgominata associazione a delinquere dedita al traffico di stupefacenti tra Salice Salentino, Guagnano, Veglie, Carmiano, Novoli e Porto Cesareo

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Nel quadro del contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti è stata effettuata una complessa indagine su uno dei versanti più “a rischio” – l’area di confine con il basso Brindisino – onde disarticolare attività criminali che stavano evidenziando una pericolosa capacità di infiltrazione in quella zona.


Epicentro, l’abitato di Salice Salentino, mentre teatro delle operazioni illecite erano anche paesi limitrofi tra cui Guagnano, Veglie, Carmiano, Novoli e Porto Cesareo.


Tutto ha avuto origine il 20 maggio 2011 con l’arresto di Tiziana Leone, casalinga salicese incensurata, colta in possesso di cocaina per un peso complessivo di gr. 248 più ulteriori gr. 6 (suddiviso in  11 dosi) e la somma di € 785.


La donna, in sede di interrogatorio, si definì mera custode di quello stupefacente, il cui proprietario indicò in Giovambattista Nobile, giovane, ma già noto malavitoso di Salice Salentino.


A partire dall’ottobre 2011, perciò, il NORM – Aliquota Operativa ha avviato l’investigazione, conclusasi nel luglio 2012 (per quanto riguarda l’attività “sul campo”) e nell’aprile 2013 per la successiva fase di accertamenti e riscontri conclusivi.


A dirigere le indagini, la dott.ssa Paola Guglielmi, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce.


Intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti, accertamenti documentali, perquisizioni, denunce e arresti in flagranza hanno permesso di fare luce su un gruppo articolato e ben organizzato, incentrato su elementi salicesi che agivano in base a ben precise direttive impartite gerarchicamente.


L’esercizio del “core business” (lo spaccio di cocaina) si affiancava, in subordine, a quello di marijuana e hashish, oltre a una serie di fenomeni collaterali quali le estorsioni commesse ai danni di “clienti” debitori per l’acquisto di droga.


Il gruppo si rivolgeva a un mercato di insospettata ampiezza, in cui il cliente-tipo spaziava dal disoccupato, o dal soggetto originario di ambienti degradati, al normale lavoratore benestante o al professionista insospettabile, in un giro vorticoso di contatti di spaccio che potevano arrivare anche alle molte decine al giorno.


In taluni casi, le richieste di vendita si facevano talmente insistenti da renderne indispensabile lo “smistamento” a esponenti “secondari” della rete di spaccio.


L’attività si era talmente ramificata da permeare in profondità il tessuto sociale di quelle località, in primis Salice Salentino, con pesanti ripercussioni sul piano economico e della pubblica sicurezza.


Le indagini sono sfociate, infine, nel deferimento di 17 persone (14 di Salice Salentino, oltre a tre rispettivamente di Guagnano, Novoli e Veglie) con richiesta di emissione di ordinanze cautelari per responsabilità – a vario titolo attribuita – in ordine ai reati di Associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione (artt. 73 e 74 del DPR 309/90 e art. 629 c.p.).


La dott.ssa Antonia MARTALÒ, G.I.P. del Tribunale di Lecce, con Ordinanza nr. 6372/13 G.I.P. del 10.10.2013, ha accolto la richiesta in ordine all’Associazione per delinquere nei confronti di 12 persone.


Per 11 è stata disposta la custodia cautelare in carcere. E sono:



  • Antonio Capoccello nato a Campi Salentina il 13.06.1981, residente a Salice Salentino, celibe, nullafacente, censurato;

  • Dario De Pascalis nato a Campi Salentina il 28.01.1988, residente a Salice Salentino, celibe, operaio, censurato;

  • Gianluigi Guerrieri nato a San Pietro Vernotico il 19.06.1993, residente a Guagnano, di fatto attualmente domiciliato in Germania, celibe, operaio, censurato;

  • Francesco Leuzzi nato a Galatina il 03.10.1988, residente a Salice Salentino, celibe, operaio, censurato;

  • Tonio Mangiulli nato a Campi Salentina il 16.02.1977, residente a Salice Salentino, di fatto attualmente domiciliato in Spagna, celibe, operaio, censurato;

  • Andrea Marcellino nato a Campi Salentina il 29.04.1983, residente a Salice Salentino, convivente, autotrasportatore, censurato;

  • Antonio Mogavero nato a Campi Salentina l’11.12.1984, residente a Salice Salentino, celibe, nullafacente, censurato;

  • Giovanbattista Nobile nato a Lecce il 30.09.1985, residente a Salice Salentino, celibe, nullafacente, censurato;

  • Raffaele Schiavone nato a Campi Salentina il 10.09.1991, residente a Salice, celibe, nullafacente, censurato;

  • Armando Simone nato a Salice Salentino il 04.11.1971, ivi residente, coniugato, commerciante, censurato;

  • Gabriele Timo nato a San Pietro Vernotico il 25.09.1989, residente a Salice Salentino, di fatto domiciliato in Germania, celibe, cameriere, censurato.


Per Maura Tonia Daniela Spedicato nata a Campi Salentina il 27.02.1982, residente a Novoli, la restrizione agli arresti domiciliari.


Nell’ambito del citato provvedimento, Nobile, Mangiulli e Schiavone sono stati altresì ritenuti responsabili di due episodi di estorsione, in concorso..

Denuncia a piede libero, sempre per Associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, nei confronti di D.F.A., 31 anni, M.C., 31 anni, M.S., classe 26 anni, P.D., classe 21 anni, tutti di Salice Salentino, e di T.V., classe 1991, di Veglie. Costoro sono stati ritenuti aver avuto un ruolo più marginale nell’ambito dell’Associazione.


I Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Campi Salentina, coadiuvati dai colleghi del Reparto Operativo di Lecce, delle Compagnie Carabinieri di Lecce, Maglie, Gallipoli e Casarano, delle Stazioni dipendenti dalla Compagnia di Campi Salentina, con l’ausilio di una unità cinofila della Compagnia Carabinieri di Modugno (BA), due unità cinofile della Guardia di Finanza di Lecce, con i relativi conduttori, e una pattuglia del Nucleo di Polizia Tributaria di Lecce della Guardia di Finanza, supportati dall’alto da un elicottero e quattro militari del 6° Elinucleo Carabinieri di Bari, hanno eseguito la suddetta ordinanza nei confronti dei nove domiciliati in Italia. Come già riportato, tre di loro risultano attualmente emigrati all’estero, in Spagna e in Germania. Sul loro conto verrà chiesta alla competente A.G. l’emissione dei Mandati d’arresto europei.


In totale hanno partecipato alle attività 68 carabinieri, 4 finanzieri, 3 cani anti-droga. I mezzi impiegati sono stati 31 a terra e un elicottero in volo.


Al vertice del sodalizio criminoso è risultato essere, appunto, Giovambattista Nobile, capo indiscusso e temuto anche dai suoi stessi più stretti collaboratori: era lui a curare i contatti con ambienti malavitosi esterni, specie per l’approvvigionamento della droga da far spacciare.


Ancora, era Nobile a sovrintendere al buon funzionamento del sodalizio, ed era sempre lui a incarnare una sorta di “giudice di ultimo grado” interpellato perché intervenisse, con minacce anche pesanti, nei confronti di collaboratori infedeli o di debitori insolventi.


La pericolosità di Nobile emerge anche da un altro evento che lo ha visto protagonista.


Egli, infatti, che è stato arrestato in flagranza di reato il 15 maggio 2012 per porto illegale di una pistola cal. 7,65 completa di 12 proiettili; la successiva perquisizione domiciliare permise di rinvenire nella sua abitazione altri 100 proiettili dello stesso calibro.


L’attività di captazione aveva consentito di scoprire che, nelle ore precedenti, il soggetto aveva avuto un violento litigio con il proprio padre: estremamente probabile, perciò, è che Nobile stesse cercando proprio il suo genitore per una resa dei conti, e che il fatto che sia stato intercettato dai Carabinieri abbia evitato un’aggressione a mano armata con esiti imprevedibili.


Anello di congiunzione tra il “capo” e la rete di spaccio al minuto, Mangiulli era incaricato di gestire l’attività altrui – sia per la “cura” della clientela che per la riscossione dei proventi – ma conduceva egli stesso attività di spaccio insieme alla propria fidanzata Maura Tonia Daniela Spedicato, a sua volta attiva come autista e “segretaria” nei confronti di taluni acquirenti.


La vendita avveniva spesso con il metodo “porta a porta”: alla telefonata di richiesta del cliente seguiva l’arrivo a domicilio del Mangiulli (o dei suoi eventuali sostituti), di solito entro pochi minuti.


Ciò, con un duplice risultato: rafforzare la fidelizzazione degli acquirenti e moltiplicare in maniera esponenziale i punti di spaccio, complicando di pari passo qualsiasi eventuale pedinamento o osservazione da parte delle Forze dell’Ordine.


Luogo di smistamento pubblico, invece, era sovente il Bar Suite Cafè di Salice Salentino, il cui gestore Armando Simone, si metteva a disposizione degli spacciatori come intermediario per gli acquisti, fino addirittura a prestarsi a raccogliere il danaro o a cedere la sostanza stupefacente. Sul conto dell’impresa che gestisce il Bar partirà immediatamente una richiesta di sospensione dell’attività, al Questore di Lecce, ex art. 100 del T.U.L.P.S.


Principale custode dello stupefacente è risultato essere Antonio Mogavero, non a caso tratto in arresto dal N.O.R.M. il 24 marzo 2012: egli disponeva di un locale in cui conservava e confezionava la droga e nel quale, dopo una perquisizione, sono stati rinvenuti ben 240 gr. di cocaina e 120 gr. di marijuana, oltre a materiale per il confezionamento delle dosi di droga.


E ancora un anno dopo (il 03.04.2013), una perquisizione eseguita sempre dal N.O.R.M. ha consentito di rinvenire due pistole (rispettivamente cal. 6,35 e cal. 7,65) oltre a munizionamento in corpose quantità (110 proiettili cal. 6,35, oltre a 123 cal. 7,65). Per tale motivo Mogavero fu arrestato nuovamente e passò dagli arresti domiciliari al carcere.


Tutto era sotterrato in un giardino di pertinenza dello stabile di Mogavero.


Ulteriore “anello” era costituito da personaggi quali Andrea Marcellino e Dario De Pascalis.


Quest’ultimo è arrivato a svolgere i compiti che erano tipici di Mangiulli, sostituendo quest’ultimo e agendo perciò a stretto contatto il capo, Nobile.


Anche De Pascalis è finito in manette d per detenzione di 6 gr. di cocaina, 47 gr. di hashish e 4 gr. marijuana.


Lo ha prontamente sostituito Raffaele Schiavone, altro soggetto noto alle Forze dell’Ordine (è stato arrestato dalla Stazione CC Leverano mentre tentava di fuggire da un supermercato locale che aveva appena rapinato).


Schiavone, peraltro, aveva messo in piedi anche un’autonoma attività di spaccio, parallela a quella del gruppo di Nobile e all’insaputa di quest’ultimo, attivandosi con Gabriele Timo e Daniele Prato per lo smercio di marijuana e hashish. Anche quest’ultimo è stato arrestato in flagranza per detenzione ai fini di spaccio di 90 gr. di hashish.


Altri personaggi, come Vito Tondo,  hanno invece recitato un ruolo più marginale, più che altro rendendosi protagonisti di singoli episodi di spaccio. Anch’egli, però, è stato arrestato il 20 dicembre 2011, per detenzione ai fini di spaccio di 11 gr. di cocaina e 5 gr. marijuana.


I meccanismi di sostituzione hanno reso l’immagine di un’organizzazione dal funzionamento rodato, quasi “automatico”.


Il vincolo sodale è stato ulteriormente evidenziato dall’aiuto che – in primis – NOBILE Giovambattista Nobile e Tonio Mangiulli garantivano ai propri complici, specie ai più stretti: in loro favore veniva assicurato il pagamento delle spese legali dovute a arresti e denunce patiti dai Carabinieri, oltre al sostegno morale per l’eventuale stato di detenzione.


In più di una occasione sono state captate conversazioni tra loro e alcuni soggetti sottoposti appunto agli arresti domiciliari, peraltro vietate e perciò oggetto di ulteriore deferimento all’A.G..


Come detto, non sono mancati episodi di estorsione ai danni di acquirenti di stupefacente che finivano per accumulare rapidamente grossi debiti e subire, pertanto, minacce o costrizioni di vario genere.


Praticato, per esempio, era il “sequestro preventivo” di un bene, a garanzia di una rapida soddisfazione del credito.


In un caso, per esempio, esponenti del gruppo malavitoso hanno costretto il debitore di turno ad affidargli il proprio bancomat; in un’altra occasione, invece, a essere “sequestrata” è stata l’auto di un altro cliente, riconsegnata solo a pagamento effettuato.


L’indagine, che ha comportato migliaia di ore di intercettazione e di attività cui hanno concorso anche altri comandi dell’Arma dipendenti dalla Compagnia di Campi Salentina (soprattutto la Stazione di Salice), è stata battezzata “Perseo”, a sottolineare l’intenzione di incidere in maniera netta sul fenomeno criminale perseguito.


Appuntamenti

#TAURISANOSVAPO, nuova apertura dopo Maglie e Tricase

“Abbiamo sempre lavorato per fornire il miglior servizio possibile, anche esponendoci di persona per cercare di diventare trend setter in questo settore”…

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Nuova apertura a Taurisano per Svapo già presente a Tricase e Maglie.

«Già presenti sul territorio leccese con due negozi», spiega Dario Surano, «abbiamo deciso di arricchire il sud Salento con un terzo punto vendita. Lo scopo cardine è di espandere la nostra rete di negozi per avvicinare sempre più persone alla nostra visione».

Infatti, prosegue, «operando nel settore svapo dal 2015, abbiamo affinato esperienza e coltivato la clientela con un rapporto che va oltre il mero aspetto lavorativo. Vogliamo mettere a disposizione, tutta l’esperienza maturata in questo tempo per creare luoghi dove passione e professionalità incontrano il meglio che il mercato della sigaretta elettronica possa offrire. Al centro dell’attenzione mettiamo sempre le esigenze e le richieste di tutti coloro che negli anni si sono approcciati o che si vogliono avvicinare alla sigaretta elettronica».

Come si è arrivati alla nuova apertura?

«Insieme a tutti i nostri collaboratori», premette Surano, «abbiamo sempre lavorato per fornire il miglior servizio possibile, anche esponendoci di persona per cercare di diventare trend setter in questo settore che amiamo e in cui mettiamo tutti noi stessi. Con l’apertura di #TAURISANOSVAPO ci rimettiamo in gioco ma siamo sicuri che riusciremo a vincere anche questa una sfida con l’aiuto e anche l’apprezzamento di tutti i consumatori che si affidano a noi con fiducia».

«Vogliamo che ogni cliente di senta parte del nostro progetto», insiste, «offrire il meglio nel mondo dello svapo, con prodotti di qualità e un servizio che faccia sentire ogni persona importante grazie alla professionalità dei nostri collaboratori.

Tutti insieme ci divertiamo, certamente, ma non dobbiamo mai dimenticare che lo svapo è prima di tutto salute, ovvero uno strumento per abbandonare il vizio del fumo. Se riusciremo a trasmettere questo messaggio in allegria e con il sorriso sulle labbra, secondo me, avremo ancora più successo».

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Attualità

Maria Antonietta I di Puglia

È in primo luogo necessario elaborare una strategia di massima che riguarda, per così dire, una più profonda capacità di comprendere, anticipare e soddisfare le attese e le potenzialità del territorio e un aumento del numero dei corsi di laurea e dei dipartimenti, ossia di quelle che una volta (sino al 2010) si chiamavano facoltà….

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Unisalento, ecco la prima rettrice

Maria Antonietta Aiello: «Per me motivo di orgoglio diventare la prima rettrice: non ho dubbi che altre ce ne saranno, perché non c’è alternativa a un futuro di reali pari opportunità»

La professoressa sarà rettrice per il sessennio 2025-2031.

Al primo turno il voto pesato per ciascuno dei tre candidati ammessi alla procedura elettorale era stato: Maria Antonietta Aiello, 338,269; Luigi Melica, 278,944; Salvatore Rizzello, 138,239.

Dopo il ritiro degli altri due candidati, ovvero il direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche Luigi Melica e il direttore della Scuola superiore ISUFI Salvatore Rizzello, i voti della comunità accademica si sono indirizzati in blocco, infatti, sull’attuale prorettrice vicaria e ordinaria di Tecnica delle Costruzioni al Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione. Di Marzi (Cosenza), sarà dal prossimo 1° novembre, a prendere il testimone dal rettore Fabio Pollice.

La vera sfida del futuro

di Hervé Cavallera

di Hervé Cavallera

Il 2025 è un anno importante per l’Università del Salento. Da non molto sono trascorsi i festeggiamenti per il suo 70° anno di vita ed è stato appena eletto, nella persona della prof.ssa Maria Antonietta Aiello, il suo 11° rettore, anzi la prima Rettrice di Unisalento.

Il primo rettore, e inoltre fondatore dell’Università, fu Giuseppe-Codacci-Pisanelli (nel 1955 rettore del Consorzio Universitario Salentino, dal 1956 al 1976 rettore dell’Università di Lecce), quindi Saverio Mongelli (1976-1979), Mario Marti (1979-1981), Alberto Sobrero (1981-1983), Donato Valli (1983-1992), Angelo Rizzo (1992-2001), Oronzo Limone (2001-2007) che mutò (2007) il nome da Università di Lecce in Università del Salento, Domenico Laforgia (2007-2013), Vincenzo Zara (2013-2019), Fabio Pollice (2019-2025).

In 70 anni, ovviamente, non solo è cresciuta l’offerta formativa dell’Università salentina (sorta con la Facoltà di Magistero a cui seguì quella di Lettere e Filosofia), ma è cambiato l’intero panorama nazionale.

L’Università di Lecce fu la terza ad esistere, dopo Napoli e Bari, nell’Italia meridionale continentale.

Oggi numerose sono le università statali nelle diverse regioni del Sud, a cui devono aggiungersi quelle non statali legalmente riconosciute e quelle telematiche. Il che, si capisce, comporta una serie di problemi di natura economica, che crescono ulteriormente pensando al numero consistente di studenti del Sud che preferiscono recarsi in università del Centro-Nord e, non ultimo, alla denatalità che riduce il numero dei giovani.

Mantenere al meglio l’esistente è ciò che diventa immediatamente evidente per chi assurge alla carica rettorale.

Ma “mantenere”, in una realtà sempre più complessa, concorrenziale e globalizzata, non è invero sufficiente. Nel mondo della flessibilità, non si mantiene: si sviluppa. Occorre crescere ulteriormente e divenire sempre più concorrenziali.

Sotto tale profilo il compito che attende la Rettrice, non è affatto facile.

È in primo luogo necessario elaborare una strategia di massima che riguarda, per così dire, una più profonda capacità di comprendere, anticipare e soddisfare le attese e le potenzialità del territorio e un aumento del numero dei corsi di laurea e dei dipartimenti, ossia di quelle che una volta (sino al 2010) si chiamavano facoltà.

Al tempo stesso è opportuno migliorare la qualità dell’assistenza studentesca, dei servizi che si offrono.

Basti pensare agli alloggi, ai collegamenti, alla viabilità, alle mense universitarie.

Si tratta di una serie di obiettivi che – una volta raggiunti – farebbero risaltare l’immagine di una università dinamica, accorta ai bisogni del presente e del territorio, volta all’innovazione.

E’ opportuno che per raggiungere tutto questo la Rettrice sia coadiuvata da uno staff efficiente e coeso.

Certo, quello che si è indicato pare necessario e tuttavia non facile da conseguire in quanto comporta in primo luogo una serie di interazioni con il mondo politico ed economico abbastanza complesse. Soprattutto non sono trascurabili, ad avviso di chi scrive, i dati già rilevati connessi alla denatalità e alla volontà giovanile di spostarsi altrove, anche fuori d’Italia, in vista di una più proficua occupazione dopo aver conseguito la laurea.

Alla luce di quanto sopra il problema diventa allora quello di rendere appetibile – mi si passi il termine – Unisalento.

Affinché questo sia, bisogna tornare ad essere quello che l’università ha voluto essere nel suo significato pieno, come del resto è attestato dalla storia.

Certo, è il luogo ove studiare le discipline che consentono di acquisire le conoscenze e le competenze di base della propria professione per il bene personale e del prossimo, ma in primo luogo è un centro di ricerca di alta cultura.

Solo puntando alla realizzazione di uno stimolante centro di ricerca è possibile dare veramente vita ad una università.

Si tratta, insomma, di mettere totalmente da parte sia l’idea di un mero titolificio sia quella di un’azienda che offre pure velleitarie illusioni.

Un centro di ricerca, con docenti scientificamente qualificati, sarebbe certamente in grado di diventare punto di riferimento dell’utenza studentesca e quindi motore di crescita territoriale proprio perché in sé garante della serietà e della qualità degli studi.

In un momento storico in cui prevale l’innovazione è evidente che solo un serio approfondimento nei diversi campi dello scibile umano può diventare forza attrattiva e positivamente propulsiva.

Come scrive Dante nel Canto VI del Paradiso, grande merito dell’imperatore Giustiniano fu quello di aver tolto dalle leggi, nel suo Corpus iuris, «il troppo e ‘l vano».

Ecco: il compito della Rettrice Maria Antonietta Aiello (e ciò in realtà vale per ogni università) è di snellire le lungaggini burocratiche e di puntare sull’essenziale, ossia sull’apporto di docenti veramente all’altezza del presente, che siano in grado di contribuire, ognuno per il proprio settore scientifico-disciplinare, allo sviluppo della ricerca nazionale e internazionale. Infatti, solamente rendendo ancor di più l’Università del Salento un polo di eccellenza scientifica non soltanto i giovani sarebbero indotti ad iscriversi, ma essa diventerebbe un notevole centro di promozione dell’intero territorio.

Tutto questo, si comprende bene, non si realizza in un batter d’ali e richiede lungimiranza e capacità di costituire un corpo docente di rilievo. È ciò che si augura alla Rettrice neoeletta in un momento storico in cui l’Occidente sembra scivolare nei vaniloqui e nell’asservimento alla tecnologia.

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Attualità

Albaservice: Risanamento e tutela dell’occupazione le parole d’ordine

Il percorso di rilancio è stato reso possibile grazie all’impegno del Consiglio Provinciale e alla piena collaborazione dei dirigenti e funzionari dell’Ente….

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Dopo oltre un decennio segnato da difficoltà economiche, ammortizzatori sociali e incertezza occupazionale, Albaservice spa, società interamente partecipata dalla Provincia di Lecce, volta finalmente pagina.

Grazie a un lavoro sinergico e determinato, guidato dal presidente della Provincia Stefano Minerva e dall’amministratore unico Marco Miceli, è stato raggiunto un risultato straordinario: dal 2025 nessun lavoratore sarà lasciato indietro. Tutti i dipendenti torneranno all’orario pieno di 40 ore settimanali, senza più ricorso alla cassa integrazione o altri strumenti di sostegno al reddito.

Un traguardo impensabile fino a pochi mesi fa, ottenuto attraverso un’azione politica e amministrativa forte, che ha visto la rimodulazione delle convenzioni quadro tra Provincia e partecipata, relative alla gestione degli edifici scolastici e alla manutenzione della rete viaria, e l’affidamento di nuovi servizi strategici per garantire la sostenibilità dell’azienda.

Il percorso di rilancio è stato reso possibile grazie all’impegno del Consiglio Provinciale e alla piena collaborazione dei dirigenti e funzionari dell’EnteIn soli sei mesi, la nuova amministrazione ha saputo imprimere una svolta concreta, restituendo ad Albaservice un’identità operativa, una prospettiva industriale e una dignità occupazionale.

Non parliamo solo di un risultato economico, ma di un atto di responsabilità istituzionale e di giustizia sociale. Albaservice torna a essere una risorsa per il territorio, per le scuole, per le strade, per i cittadini, e questo è stato possibile anche grazie alla disponibilità dei lavoratori e al lavoro infaticabile dei sindacati, che ringrazio per il proficuo confronto e la piena convergenza per il raggiungimento di questo importante traguardo”, ha dichiarato il presidente Minerva.

Albaservice rappresenta oggi un modello di servizio pubblico efficiente e vicino alle comunità, con operatori che garantiscono quotidianamente la sicurezza e il decoro del patrimonio scolastico e stradale provinciale. Un ruolo che torna a essere valorizzato, anche grazie alla stabilità lavorativa finalmente restituita a tutte le maestranze.

Anche l’amministratore unico Marco Miceli ha espresso la propria soddisfazione: “Abbiamo lavorato con rigore, visione e rispetto per ogni lavoratore. Questo risultato è la dimostrazione che le partecipate pubbliche, se ben governate, possono essere centri di eccellenza e coesione sociale.”

Il futuro di Albaservice riparte dunque da basi solide: un piano industriale sostenibile, una squadra di lavoro motivata e un ente pubblico che ha saputo credere e investire nel cambiamento.

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