Attualità
Tricase: “Il porto lo vorremmo così…”
Magna Grecia Mare. Per evitare strumentalizzazioni in campagna elettorale, l’Associazione ribadisce la propria apoliticità e spiega la propria idea di sviluppo della struttura portuale

Magna Grecia Mare. Per evitare strumentalizzazioni in campagna elettorale, l’Associazione ribadisce la propria apoliticità e spiega la propria idea di sviluppo della struttura portuale
Alla luce dell’imminente avvio del progetto Interreg Grecia-Italia e considerato che il Porto e il suo sviluppo saranno tra gli argomenti più dibattuti in campagna elettorale, abbiamo chiesto all’Associazione Magna Grecia Mare qual è la sua idea di sviluppo del Porto di Tricase. Il progetto “Magna Gecia Mare” prevede “numerose attività finalizzate alla crescita economica delle marine, che parta dalla stessa comunità e coinvolga numerosi attori e micro-imprese. Non più deus ex-machina intervenuti dall’alto, avulsi dal contesto, ma sviluppo partecipato e condiviso da tutti”. Ecco quanto ci hanno risposto.
Come vorremmo fosse il porto della Città di Tricase
Crediamo in una crescita sociale ed economica basata sulla valorizzazione delle peculiarità del porto, che lo rendono unico nel panorama costiero nazionale, “patrimonio” da tutelare per la sua “piccolezza e storicità”.
Crediamo in un progetto che non alteri le tipicità culturali, paesaggistiche e storiche del territorio, basi di una evoluzione economica concreta, sostenibile e durevole.
Crediamo in un progetto, che vada oltre una semplice moltiplicazione degli ormeggi, alla creazione di un “parcheggio” per imbarcazioni che, peraltro, nessuno compra più e che molti tentano di vendere.
Crediamo in un progetto che mira a salvaguardare la specificità culturale e territoriale del porto, non omologandolo alle altre realtà portuali già presenti sulla circostante costa nazionale e frontaliera (Albania e Grecia) che, fra l’altro, risultano molto più competitive e, comunque, già in previsione di crisi.
Crediamo nella sfida di orientare la scelta verso una forma di crescita partecipata e multifunzionale, centrata sulle peculiarità ed unicità del porto, con una tangibile ricaduta economica nel medio-lungo periodo. Cosa ha più valore? Un porto unico nel suo genere o l’ennesimo dei tanti porti omologato negli “standard” costruttivi “moderni”?
Crediamo in un porto come parte integrante del borgo marinaro che, ricco di fascino (il Portus Veneris di epoca classica, il porto dedicato alla dea della bellezza) e pervaso di storia e tradizioni, sia aperto all’accoglienza di turisti e non, con offerte di prodotti legati al costume locale, all’artigianato salentino, all’eno-gastronomia tricasina, creando una identità precisa nel panorama mediterraneo, imprescindibile dalla tutela e valorizzazione del contesto attuale.
Crediamo nell’integrazione delle attività economiche, culturali, turistiche, delle iniziative enogastronomiche e degli eventi, in sinergia con altre realtà imprenditoriali ed associazionistiche del territorio e non, come unica possibilità di innescare un percorso di crescita economica e sociale, per garantire un benessere diffuso, con conseguente soluzione del problema occupazionale. Oggi, stiamo assistendo ad azioni tese a privare la comunità della fruizione di molte zone di pertinenza del porto, e l’obbligo di dotarsi di pass e permessi. Stiamo andando verso il concetto di privatizzazione della marina e del mare, il cui accesso è dato solo ed esclusivamente a chi possiede una barca, trasformando un luogo d’accoglienza, in un luogo di esclusione, un luogo della Città, in un luogo di UNA “società”. Dando valore e “riparando” il nostro territorio (recuperando il concetto latino di “modus”), riscoprendo, rivalutando e proponendo la storia, le tradizioni ed i prodotti tipici del nostro porto di pescatori, di mercanti, di acquirenti, e di militari, si possono invece creare ristoranti, posti letto, attività di trasformazione e conservazione, imprese per la valorizzazione dei prodotti locali, garantendo un’offerta unica e non omologata e, per questo, competitivamente valida, attenta a non ammalarsi di una distruttiva bulimia delle risorse, a rendere i cittadini protagonisti della propria crescita, e a non ridurre l’operosità dei tricasini, all’essere, solo, una spesso mortificata merce di scambio. Per noi, questo vuol dire crescita economica e sociale, sostenibile e duratura. Vuol dire offrire opportunità lavorative e di impresa, giovandosi, in maniera innovativa e competitiva, degli aspetti legati alla tradizione locale. Tricase ha richiamato l’attenzione dei Paesi Mediterranei grazie all’integrità del suo porto “piccolo e storico”, ed alle potenzialità connesse alla valorizzazione della comunità locale e delle ricchezze storico – culturali – ambientali del territorio circostante. Molte Nazioni, con i loro Delegati – ministri, funzionari governativi, studiosi – riconoscono in Tricase Porto quel modello innovativo di sviluppo integrato del territorio costiero mediterraneo, tema attuale e molto sentito, a cui si rivolge l’attenzione di molti Governi. Tricase, grazie al suo porto ed alla suggerita strategia di crescita, si è posta come modello, il “modello Tricase” appunto, proposto per far crescere una comunità ed un territorio, partendo dai veri protagonisti dello sviluppo, ossia le persone e le loro capacità micro-imprenditoriali, che hanno consentito l’identificazione di iniziative pilota, legate alla presenza di una ricca tradizione di piccola pesca, cucina tipica, prodotti artigianali unici, realtà museali.
Ass. Magna Grecia Mare
Attualità
“Mastodontica e pericolosa”: nasce comitato contro antenna 5G a Castrignano del Capo
La petizione: “Vicino ad una scuola e ad un parco pubblico. Si paventa anche svalutazione immobiliare”

Una parte di Castrignano del Capo è in apprensione per la prossima installazione di un’antenna 5G non lontano dal centro abitato. In paese, un gruppo di cittadini si è riunito in un comitato spontaneo per opporsi all’opera e per segnalarne i presunti rischi.
In una nota diffusa dallo stesso comitato si legge: “Si tratta di un impianto mastodontico che prevede l’istallazione di un traliccio alto 28 metri (come un palazzo di 9 piani!), con 6 antenne ricetrasmittenti, da realizzare a 50 metri dal centro abitato e 150 metri da una scuola con annesso parco pubblico. Oltre all’impatto paesaggistico“, spiega il comitato, “preoccupano i potenziali rischi per la salute. Le radiazioni elettromagnetiche di un’antenna 5G sono state infatti classificate dall’Istituto Internazionale di Ricerca sul Cancro come “possibilmente cancerogene“. Senza trascurare che a poca distanza dal sito interessato esistono altre due infrastrutture analoghe. Si paventa anche una svalutazione degli immobili. Case e terreni ubicati nelle vicinanze subiranno un inevitabile deprezzamento“.
In queste ore il comitato spontaneo si è mobilitato anche per una raccolta firme per richiedere al Comune di bloccare l’autorizzazione all’installazione. Chi volesse unirsi alla petizione può contattare il 348 552 2243.
Appuntamenti
Mafia Agroalimentare
Business criminale: campagne, allevamenti e supermercati nelle mire della criminalità organizzata. Fenomeno diffuso anche nel Salento. Domani a Lecce convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Lecce e dalla Fondazione Osservatorio Agromafie

Dai campi, agli allevamenti fino ai supermercati, l’agroalimentare è diventato un settore prioritario di investimento della malavita con un business criminale che ha superato i 25,2 miliardi di euro.
Salato è anche il conto della criminalità spicciola che è diventata la porta d’ingresso principale nella vita degli imprenditori agricoli; significativo, inoltre, il livello dei reati di truffa e frode informatica.
L’agroalimentare è un settore strategico per l’economia e rappresenta un’opportunità di investimento per diverse tipologie di attori, compresi quelli criminali.
La presenza della malavita in questo settore può avere impatti negativi sulla concorrenza, sulla qualità dei prodotti e sulla salute pubblica.
La malavita può infiltrarsi nella filiera produttiva dell’agroalimentare attraverso l’acquisto di aziende agricole o di trasformazione, o attraverso il controllo dei canali di distribuzione.
Sempre più diffusa la malsana abitudine di usare manodopera irregolare per ridurre i costi di produzione e aumentare i profitti.
Da non sottovalutare, inoltre, la possibilità che la criminalità organizza possa essere coinvolta in frodi alimentari, come la contraffazione di prodotti o la vendita di prodotti scaduti o pericolosi per la salute pubblica.
Ovviamente tutto ciò danneggia l’economia locale e nazionale, attraverso la perdita di entrate fiscali e la distorsione della concorrenza; compromette la sicurezza alimentare e la salute pubblica attraverso la vendita di prodotti pericolosi o contraffatti.
In ultima fase, la presenza della malavita nell’agroalimentare può erodere ulteriormente la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nella capacità dello Stato di garantire la sicurezza e la legalità.
Al fine di approfondire i fenomeni che si stanno sviluppando e diffondendo a macchia d’olio anche nel Salento e consentire agli stakeholder l’adozione di scelte consapevoli, promuovendo la cultura della legalità, domani, venerdì 18 luglio, dalle 10, nella sala conferenze dell’Hotel Torre del Parco a Lecce (Viale Torre del Parco 1), si terrà un convegno dal titolo: “L’economia leccese tra cultura della legalità e lotta alle infiltrazioni malavitose“, organizzato dalla Camera di Commercio di Lecce e dalla Fondazione Osservatorio Agromafie.
Nella locandina in basso, programma e interventi
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Attualità
State guidando? Lasciate perdere il telefonino!
Basta un attimo e rischiate di rovinare la vita di qualcuno e la vostra. Lasciate il telefonino per quando arriverete a casa o in ufficio, se proprio è urgente parcheggiate fate quello che dovete fare e poi ripartite

di Giuseppe Cerfeda
Ci permettiamo di rivolgere una preghiera a chi ci leggerà.
Per favore lasciate perdere lo smartphone quando siete in auto!
Sulle strade del Salento, ad ogni latitudine, sta diventando sempre più una consuetudine, nonostante sia severamente vietato (e punito) dalla legge, guidare e consultare contemporaneamente il proprio telefonino.
Messaggistica o cosa non importa: non si fa!
Basta un attimo e rischiate di rovinare la vita di qualcuno e la vostra.
Anche se siete in un centro abitato e andate piano.
Del resto, una moto, uno scooter, basta urtarlo per rischiare conseguenze anche gravi.
Guardare il telefono, leggere messaggi o controllare le notifiche porta a distogliere lo sguardo dalla strada.
Usare il telefono, anche con vivavoce o auricolari, richiede l’uso delle mani, togliendole dal volante.
L’attenzione del conducente viene deviata dal compito principale, cioè, guidare, causando una riduzione della consapevolezza della situazione stradale.
Del resto, circa il 24% degli incidenti stradali in Italia (uno su 4!) sono causati dall’uso improprio del cellulare alla guida, provocando migliaia di incidenti e vittime ogni anno.
Già l’alta velocità, la fretta che ci perseguita e distrazioni varie, provocano disastri a non finire in strada.
Non è proprio il caso di peggiorare la situazione.
Lasciate il telefonino per quando arriverete a casa o in ufficio; se proprio è urgente, parcheggiate, sistemate le vostre cose e poi ripartite.
È una questione di rispetto per gli altri e per voi stessi.
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