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Attualità

Caro Presidente, la lettera dei lavoratori precari del CNR a Conte

1.300 persone, restano fuori dal processo di stabilizzazione, altri 1000 ricercatori, risultati peraltro idonei, non possono svolgere il loro lavoro

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Caro Presidente Conte,


quella riportata nel titolo sembra essere la paradossale contraddizione che viviamo in questi tempi. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche è il più importante Ente Pubblico di Ricerca del nostro Paese, da sempre un’indiscussa eccellenza in settori disciplinari strategici per lo sviluppo della società civile, sia a livello nazionale che internazionale, che spaziano dalla bio-medicina e agronomia, dagli studi giuridici internazionali e socio-economici, alla fisica dei materiali, alle nanotecnologie e i sistemi più avanzati di monitoraggio del territorio, ai beni culturali.


Questi ultimi dieci anni ci raccontano un pericoloso corto circuito tra la politica della ricerca e il sistema della ricerca. L’accelerazione del ricorso a bandi esterni per recuperare i finanziamenti ha provocato un significativo cambiamento paradigmatico nei meccanismi di collaborazione, fondamento della “comunità tra pari”, vedendoci sempre più travolti in una spirale competitiva al ribasso. L’attività di ricerca, al contrario, è un “commercio” di idee in un mercato davvero libero, privo di ostacoli finanziari e burocratici che impediscano la formazione di massa critica e la visione di medio – lungo periodo.


La politica, allora, deve avere la forza e soprattutto il coraggio di entrare in questi processi e non anestetizzarsi sui numeri, con una narrazione che in questi anni ha imposto una logica che appiattisce la ricerca relegandone la collocazione su indicatori di spesa per il bilancio pubblico.


È   necessario avere il coraggio di tornare a parlare di investimento pubblico in ricerca e sviluppo, parole ormai scomparse dal vocabolario della politica degli ultimi dieci anni e dal suo prossimo orizzonte. Tale investimento è la prospettiva più lungimirante per il rilancio del nostro Paese; ce lo ricordano le nazioni più industrializzate, con cui amiamo confrontarci, che sin dai primi segnali della crisi hanno potenziato i loro piani di investimento in ricerca, istruzione e conoscenza.


Le misure dedicate al superamento del precariato storico nella Pubblica Amministrazione (Dlgs.75/2017) e, quindi, negli Enti Pubblici di Ricerca, hanno rappresentato negli ultimi mesi una potenziale boccata di ossigeno per centinaia di lavoratori e per il nostro Ente. I fondi stanziati dal precedente governo ed incrementati e vincolati dall’attuale che Lei oggi rappresenta, hanno permesso il riconoscimento e l’indubbia utilità del lavoro che svolgiamo e la necessità di garantire la giusta dignità lavorativa a donne e uomini che hanno scelto di lavorare nel proprio Paese contribuendo a rendere, tale Paese, un luogo di elevato valore culturale e scientifico. Lo hanno permesso però sono a 1300 persone, restano fuori dal processo di stabilizzazione altri 1000 ricercatori risultati peraltro idonei a procedure concorsuali secondo Dlgs. 75/2017. Idonei. Idonei significa che sono uguali agli altri colleghi ma che non possono svolgere il loro lavoro perché mancano i fondi.

Il riconoscimento del lavoro svolto da tutto il personale coinvolto, oltre a rispettare i principi della “Carta europea dei Ricercatori”, è fondamentale per aumentare stabilità, efficienza e attrattività del CNR nelle sfide di competitività internazionale.


Siamo fermamente convinti, come lavoratori precari ma, soprattutto, come donne e uomini impegnati nel mondo della ricerca, che non esista alcun investimento migliore di quello riguardante le risorse umane e la necessità di garantire un lavoro stabile a centinaia di validi ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi.


Per dare compimento a tale processo sono necessarie ulteriori risorse economiche e, allo stesso tempo, è necessario che il nostro Ente utilizzi tutti i fondi dedicati alla stabilizzazione del personale. Interrompere questo cambiamento di prospettiva significherebbe perdere la partita a tavolino.


Rivolgiamo un appello a Lei, Presidente, certi che possa fare da tramite con gli altri Organi di Governo del Paese affinché ascoltino le nostre richieste di lavoratori e di precari e si adoperino, fattivamente, per l’individuazione di risorse adeguate e finalizzate alla salvaguardia della ricerca pubblica Italiana. Siamo certi che prenderà in carico questo compito perché oggi è qui, all’area della ricerca di Lecce a testimoniare quanto profonda, necessaria, utile e vantaggiosa sia la Ricerca pubblica in questo Paese.


I lavoratori precari del Consiglio Nazionale delle Ricerche- -Precari Uniti CNR


Attualità

Regione, Emiliano cambia tutto. Palese fuori

Rimpasto Emiliano: si dimettono Palese e Maraschio, all’assessorato alla legalità, Viviana Metrangolo, figlia di Renata Fonte

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Dopo il terremoto giudiziario che ha scosso gli scranni della giunta pugliese, Emiliano rivede la sua squadra, come richiesto anche dalla segretaria del Partito Democratico. È stato lo stesso governatore ad annunciare l’avvicendamento al suo staff e il “netto cambio di fase” voluto da Elly Schein.

Emiliano ha reso noto di aver chiesto ai due attuali assessori esterni alla Sanità (Palese) e all’Ambiente (Maraschio) di farsi da parte per favorire l’ingresso di due nuovi nomi. Per “ragioni esclusivamente politiche”, come ha dichiarato, i due assessori hanno rassegnato entrambi le dimissioni. “Considerata l’attuale situazione politica ho ritenuto opportuno formalizzare le mie dimissioni da assessore, anche nella speranza che questo possa favorire una più rapida soluzione che consenta al Governo regionale di riprendere e continuare a lavorare per il bene dei cittadini pugliesi”, afferma Rocco Palese. In serata è giunto dunque il rimpasto tanto preannunciato.

Tre erano dunque le caselle scoperte, oltre a quelle di Palese e Maraschio, quella di Maurodinoia, indagata per corruzione.
Emiliano punta a un mini rimpasto in realtà, annunciandolo in serata. Per l’assessorato alla legalità, confermata l’indiscrezione delle ore precedenti. A capo del nuovo assessorato sarà la dottoressa Viviana Metrangolo, figlia di Renata Fonte, uccisa dalla mafia nel 1984. Metrangolo avrà anche la delega a Cultura, tutela e sviluppo delle imprese culturali e Antimafia sociale.

A Serena Triggiani, invece, va la delega all’Ambiente, Ciclo rifiuti e bonifiche, Vigilanza Ambientale, Parchi, Rischio industriale, Politiche abitative, Crisi industriali e Politiche di genere; a Debora Ciliento la delega ai Trasporti e Mobilità sostenibile.

Giovanna Nuzzo

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Appuntamenti

Una cena per Daniela e Paola

Dopo il successo dello scorso anno domenica 28 aprile torna la cena di beneficenza di ApsRacaleCam per sostenere la fondazione casaranese che si occupa di alleviare lo stato di disagio e di emarginazione in cui si trovano numerosi bimbi sul nostro territorio. Nove chef pugliesi si ritrovano per una cena degustazione unica nel suo genere

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La buona cucina sposa la solidarietà per un momento conviviale volto alla sensibilizzazione su una giusta causa ed anche quest’anno ApsRacaleCam insieme a numerosi professionisti del settore ristorativo hanno deciso di scendere in campo per una nobile causa sostenere la Fondazione Onlus Daniela e Paola.

Domenica 28 aprile, a partire dalle ore 20,30, in un luogo segreto, che sarà svelato solo ai partecipanti della cena, si terrà la quarta edizione della cena di beneficenza a sostegno della fondazione casaranese che si occupa di alleviare lo stato di disagio e di emarginazione in cui si trovano numerosi bimbi sul nostro territorio.

Un gruppo di professionisti ma soprattutto amici che per l’occasione insieme realizzeranno un menù unico ed autentico per regalare piacevoli momenti conviviali a tavola e sostenere un progetto che da oltre quindici anni è presente nel nostro territorio.

Sono numerosi gli chef e professionisti del settore che hanno aderito all’iniziativa dove tra i fornelli della cucina ognuno preparerà un proprio piatto.

«I partecipanti avranno modo di gustare un menù unico nel suo genere preparato in esclusiva dagli chef», dice Valentino Interlandi, ideatore e vice presidente di APS RacaleCam, «ogni portata riflette l’estro e la personalità di ogni singolo chef che ha deciso di sostenere la causa. Una cucina che dialoga con la terra ed il mare, un menù semplice e creativo, che vede l’utilizzo di prodotti del territorio con il contributo di realtà locali che hanno deciso di fare rete per sostenere una bellissima realtà nel nostro territorio».

Tutto il ricavato della cena sarà devoluto a favore della Fondazione Daniela e Paola Onlus, impegnata nei progetti a favore dell’infanzia.

Durante la cena sarà proprio il presidente Claudio Bastianutti a raccontare la storia della fondazione, ad illustrare le attività già attivate e quelle in programma, da avviare grazie all’aiuto di tutti i volontari e i benefattori.

Ecco alcuni degli chef e ristoratori che hanno deciso di partecipare all’iniziativa: Samuele TomaSinodia Corigliano D’Otranto; Leonardo D’IngeoFran by Masseria Francescani Torre Chianca; Daniela MontinaroLe Macare Alezio; Antonella De VitisAntico Monastero Felline; Antonio De CarloMasseria Caronte Vernole; Roberto FersinoLe Stanzie Supersano; Rodolfo CaldarazzoVizio Melpignano; Antonio CamilliSantaVoglia Lecce.

«È davvero sorprendente vedere che anche quest’anno abbiamo raggiungo la quota prefissata di 50 commensali», ha dichiarato Robert D’Alessandro, presidente di ApsRacalecam, «il fatto che le prenotazioni siano giunte così rapidamente è un segno tangibile dell’impegno delle persone verso le cause benefiche locali e della loro volontà di fare la differenza».

La cena di beneficenza non è solo un’occasione per gustare prelibatezze culinarie ma anche un momento per riflettere sull’importanza della solidarietà e della condivisione.

Ogni piatto servito è un simbolo di speranza e di sostegno verso coloro che ne hanno bisogno.

L’evento è sold out e l’intero ricavato della cena verra interamente devoluto alla fondazione casaranese.

LA FONDAZIONE

La Fondazione O.N.L.U.S. Daniela e Paola nasce a seguito degli attentati terroristici accaduti in Egitto a Sharm el Sheik il 23 luglio 2005.

In quel tragico episodio hanno perso la vita 90 persone della popolazione civile.

Tra loro c’erano le sorelle Bastianutti, Daniela, 25 anni, e Paola, 22 anni (nella foto grande in alto). Si trovavano lì per un viaggio premio.

Da quel momento i genitori hanno deciso di incanalare le loro forze e le loro energie impegnandosi per i più deboli, per i bambini, futuro della società.

GLI OBIETTIVI

Lo scopo principale della Fondazione è quello di alleviare lo stato di disagio e di emarginazione in cui si trovano numerosi bimbi sul nostro territorio.

Per il perseguimento del proprio scopo, la Fondazione ha realizzato una Casa-famiglia, una comunità educativa, in cui accoglie i minori assicurando un clima domestico e di accoglienza.

L’impegno sociale non finisce qui.

Attraverso la Fondazione, infatti, i componenti si prefiggono di aiutare tutti i bambini, italiani, stranieri ed extracomunitari, che per un qualsiasi motivo si dovessero trovare sul territorio italiano e avessero bisogno di cure.

Si vuole, inoltre, attivare iniziative atte ad incentivare la cultura dell’affido e aiutare genitori e figli nel ritrovare e scoprire il giusto rapporto per la crescita della famiglia.

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Attualità

L’impegno di Colacem per la Sicurezza sul Lavoro

Colacem ha scelto il tema della sicurezza alla guida, sviluppando un opuscolo informativo che illustra le linee per una guida sicura su ogni mezzo, con l’obiettivo di ridurre i rischi e proteggere l’incolumità dei lavoratori. «La sicurezza non è solo una responsabilità individuale, ma un impegno collettivo. Colacem è determinata a garantire un ambiente di lavoro sicuro a un’organizzazione professionale e consapevole, per essere esempio di eccellenza in termini di sicurezza e benessere dei suoi lavoratori»

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La Giornata Mondiale della Sicurezza del 28 aprile è occasione per Colacem di «ribadire il suo costante impegno a rafforzare la cultura della sicurezza: un valore fondamentale per l’azienda, che promuove comportamenti consapevoli e sicuri tra i propri dipendenti».

Nella ricorrenza di quest’anno, Colacem ha scelto il tema della sicurezza alla guida, sviluppando un opuscolo informativo che illustra le linee per una guida sicura su ogni mezzo, con l’obiettivo di ridurre i rischi e proteggere l’incolumità dei lavoratori.

Uno strumento di comunicazione che sarà presto disponibile in diverse lingue oltre l’italiano, tra cui francese e spagnolo, per assicurare che il messaggio raggiunga tutti i dipendenti del Gruppo nei vari territori di operatività, ovviamente Salento e Galatina compresi.

Inoltre, per lunedì 29 aprile Colacem ha invitato i propri dipendenti a partecipare a incontri, sia in sede che nei reparti degli stabilimenti, per condividere il contenuto dell’opuscolo e sensibilizzare tutti ad adottare sempre comportamenti sicuri.

«Queste iniziative», fanno sapere dall’azienda, «sono parte di un più ampio sforzo quotidiano per costruire una cultura della sicurezza che permei ogni aspetto del lavoro e della vita. Nel corso degli ultimi anni sono state intraprese numerose attività volte al miglioramento continuo dei livelli di sicurezza degli impianti, all’acquisizione di una maggiore consapevolezza nell’attuare comportamenti sicuri e alla creazione di maggiori standard procedurali. La formazione rimane il principale strumento per la creazione di cultura della sicurezza, insieme alla partecipazione attiva dei lavoratori attraverso riunioni e analisi dei mancati infortuni. La sicurezza non è solo una responsabilità individuale, ma un impegno collettivo. Colacem è determinata a garantire un ambiente di lavoro sicuro a un’organizzazione professionale e consapevole, per essere esempio di eccellenza in termini di sicurezza e benessere dei suoi lavoratori».

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