Appuntamenti
Louize & The Rickety Family, concerto a Maglie e Lecce
Sabato 28 e domenica 29 gennaio. L’Ensemble guidato dalla cantante, autrice e compositrice pugliese Luisa Tucciariello presenterà i brani dell’esordio discografico “In & Out The Wild Side”

Prosegue il tour di presentazione di “In & out the wild side”, esordio discografico del progetto “Louize & The Rickety Family”, prodotto dall’etichetta Dodicilune, distribuito in Italia e all’estero da IRD e nei migliori store on line da Believe.
Appuntamento sabato 28 gennaio nell’associazione culturale jazz Bud Powell di Maglie (ore 21) e domenica 29 (ore 20) al Fondo Verri di Lecce.

Louize & The Rickety Family, la copertina di In & Out the Wild Side
L’ensemble guidato dalla cantante, autrice e compositrice pugliese Luisa Tucciariello si esibirà in alcuni concerti in Italia e all’estero. Nei live Luisa Tucciariello sarà affiancata da Alessandro Corvaglia (sax alto, sax tenore), Nicolò Petrafesa (piano), Michele Ciccimarra (batteria) e Antonio Vantaggiato (contrabbasso). In scaletta i brani del disco (7 inediti) e altri standard.
«Che una band di giovani jazzisti italiani sappia esprimersi con tanta maturità stilistica, e con una simile personalità espressiva, è forse il segno di questo tempo fertile e ricco per il nostro stivale. Che una giovane e talentuosa personalità artistica come Luisa Tucciariello sia capace di pensare musica così speciale e nuova con ingredienti così nuovi e antichi al tempo stesso è, invece, una rarissima circostanza, in Italia e non solo», sottolinea il critico e storico musicale Vincenzo Martorella nelle note di copertina del cd dedicato alla memoria del compianto pianista e compositore Gianni Lenoci.
«Nella nostra lingua non abbiamo gli strumenti lessicali per poter tradurre in parole le emozioni che la musica suscita in chi l’ascolta; né per provare a descrivere un tipo di suono, una particolare sfumatura vocale, e così via», prosegue Martorella. «per questo, il critico musicale fa largo ricorso all’uso di aggettivi, il che può essere la classica arma a doppio taglio. Spesso, se ne usano di mirabolanti, di fantasiosi; nulla di male, se non fosse che spesso, a leggerli è difficile capire in che relazione siano con la musica cui si attaccano. Pensate all’aggettivo “scintillante”. Abbiamo letto di assoli di chitarra scintillanti miliardi di volte, ma cos’è che rende un assolo più o meno scintillante? Quando un assolo non lo è? Da dove viene la luce, lo scintillìo? Definire il disco che avete tra le mani, o la musica che in esso è contenuta, usando un solo aggettivo è impresa disperata. Molte le variabili in gioco, molto lo stupore che si prova attraversandolo, traccia dopo traccia. Potrebbe essere “sorprendente”, certo. Ma non solo, perché ogni piccola traiettoria apre paesaggi nuovi, ogni singolo pensiero (e ce ne sono migliaia) sembra nascere per germinazione spontanea dal precedente, creando così un sapere caleidoscopico, una brillantezza luminescente che si spande dietro (e davanti) ogni nota», continua il critico.
«Vuoi vedere, allora, che l’aggettivo adatto è proprio “scintillante”? Da dove viene, dunque, lo scintillìo? Innanzitutto, da un impianto sonoro dentro il quale far muovere le idee, i suoni e i ritmi come pedine di un risiko dell’anima, in cui gli spazi non si occupano ma si controllano, in cui la strategia non è vincere, ma abbandonarsi al piacere del canto, del gesto – timido o spavaldo che sia –, del rischio. Louize e la sua sgangherata famiglia (il cui strumentario, per l’occasione, ospita anche strumenti ad arco) sono un collettivo vero, rodato, che vive e respira musica all’unisono, e proprio per questo ha saputo forgiare un suono proprio, riconoscibile e fresco, che allude a tutto e a niente, dentro il quale si agitano influenze molteplici che però vengono filtrate alla luce di una irriducibile originalità. Se proprio si dovesse rintracciare una derivazione, una discendenza, soprattutto in termini di orizzonti e consapevolezza, non potrebbe che essere quella di Gianni Lenoci, una delle menti più geniali, e compiante, del nostro tempo».
«Proprio ragionando sugli spazi, sui tempi, sulle sonorità, questa musica esplora un versante diverso e pieno di promesse, sperimentando forme e vuoti, lavorando su ritmi e armonie, così come sulla loro assenza», va avanti nella sua disanima Martorelli. «Un affresco emozionale, nel quale il rischio, il gioco, l’alea e la poesia abitano con le stesse credenziali. Proprio questo intrecciarsi vorticoso dà sostanza e fascino a una scaletta frattale, a geometria variabile, fatta di brani intensi come diamanti, dall’iniziale, e bellissima, Esperame, a Two Little Children, una pagina di pura poesia. Per finire con In & Out The Wild Side, che nelle parole di Luisa Tucciariello si poggia, come l’intero progetto, “su quel limite delicato ed affascinante della contraddizione. E sulla voglia, mia ma anche dei miei compagni di viaggio, di contemplare tutto ciò che sta all’interno di determinati schemi, modelli, repertori e stili, ma con gli occhi di chi ha vissuto e sperimentato la zona selvaggia nella vita come nella musica”».

Luisa Tucciariello
Luisa Tucciariello, classe 1985, nata a San Giovanni Rotondo (Fg), ha studiato al Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli dove, nel corso degli anni, ha conseguito prima il Diploma Accademico di Primo Livello di Canto Jazz nel 2013, sotto la guida di Gianna Montecalvo e Gianni Lenoci, poi il Bienno di Musica jazz nel 2015 e nel 2021 il corso di Primo livello in Composizione jazz concluso, dopo la prematura scomparsa di Lenoci, con Bruno Luise e Vincenzo Martorella.
Dal 2012 lavora con Dionisia Cassiano al duo vocale “Black Fair Voices” con cui pubblica il loro primo disco di inediti, “Triks of Love”. Dal 2014 ha lavorato assieme al suo Maestro Gianni Lenoci ad un progetto di libera improvvisazione “Strictly Pink”. Tra il 2015 e il 2017 vive a Londra e lavora come insegnante di canto e pianoforte, collabora con il London International Gospel Choir come small group leader e con Solid Harmony Choir come vocal coach e Choral Conducting assitant.
Collabora con i musicisti della scena jazz londinese ed è attiva nella scena della Free Improvisation. Attualmente è attiva in Puglia con la sua attività concertistica, didattica e compositiva, fonda nel 2018 la “Rickety Family” con cui vince il premio “Migliore composizione originale” al Ladisa Jazz Contest, con il pezzo “Molly”, che rappresenta il punto di partenza del suo primo lavoro discografico per l’etichetta pugliese Dodicilune.
L’etichetta Dodicilune è attiva dal 1996 e dispone di un catalogo di quasi 350 produzioni di artisti italiani e stranieri. Distribuiti nei negozi in Italia e all’estero da IRD, i dischi Dodicilune possono essere acquistati anche online, ascoltati e scaricati sulle maggiori piattaforme del mondo grazie a Believe.
Appuntamenti
Il settimo pesce allo Yacht Club Leuca
Al Circolo della Vela l’autore Igor Agostini presenterà il libro e dialogherà con Mario Carparelli

Igor Agostini (Università del Salento) sarà a Santa Maria di Leuca, al Circolo della Vela, per presentare il suo libro “Il settimo pesce. Saggio di folkbiology in Salento”.
Appuntamento venerdì 5 settembre, dalle ore 20: dopo i saluti di Giovanni Arditi di Castelvetere (Presidente dello Yacht Club Leuca), Francesco Petracca (sindaco di Castrignano del Capo) e Valeria Ferraro (assessora alla Cultura di Castrignano del Capo), dialogherà con l’autore Mario Carparelli (Università del Salento).
IL LIBRO
Un pesce misterioso, un nome dialettale enigmatico, un sapore che diventa memoria. Da questa scintilla nasce “Il settimo pesce”, che intreccia autobiografia, indagine scientifica e racconto antropologico. Per oltre dieci anni l’autore ha percorso le coste del Salento, da Otranto a Santa Maria di Leuca, raccogliendo le testimonianze dei pescatori anziani sui nomi popolari delle cernie. La biologia ufficiale ne riconosce sei specie, ma i saperi locali raccontano una “settima cernia”: la Mozzàcanasse. La ricerca di Agostini mostra come questo nome indichi i giovani esemplari della Cernia canina, un tempo abbondanti e oggi quasi scomparsi.
Il libro è al tempo stesso un viaggio personale tra memorie e incontri; un saggio di folkbiology, che dimostra la ricchezza delle classificazioni popolari; una riflessione ecologica e culturale sulla perdita di biodiversità e di linguaggio.
Con uno stile limpido e coinvolgente, “Il settimo pesce” restituisce dignità al sapere dei pescatori, ricordando che la memoria del mare vive anche nelle parole che lo nominano.
L’AUTORE
Igor Agostini insegna Storia della filosofia presso l’Università del Salento, dove dirige il Centro Dipartimentale di Studi su Descartes e il Seicento – Ettore Lojacono e coordina Dottorato Internazionale in Filosofia: Forme e storia dei saperi filosofici (Università del Salento/Sorbonne Université/Universität zu Köln). Membro statutario del Centre d’études cartésiennes della Sorbonne Université, studia il pensiero metafisico di Descartes considerato nei suoi rapporti con la tradizione scolastica.
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Da Chicago a Leuca a suon di Jazz
Un fuoriclasse chiuderà la rassegna internazionale I concerti del Faro, promossa da Lampus di Paolo Insalata: il batterista americano Paul Wertico sarà ospite d’onore del Riccardo Arrighini Trio

Unica tappa in Salento per un appuntamento di Alta Musica con un progetto nuovo, raffinato ed elegante proposto dall’associazione culturale Lampus di Paolo Insalata, per la presentazione di 1989, l’album di composizioni originali firmate da Riccardo Arrighini, pianista e compositore tra i più talentuosi nel panorama jazzistico italiano.
Sabato 7 settembre, alle 21, ai piedi del faro di Leuca e al chiarore dell’ultima luna piena dell’estate 2025, Arrighini salirà sul palco con Gianmarco Scaglia al contrabbasso e Paul Wertico: una vera leggenda vivente, definito il poeta della batteria, vincitore di ben 7 Grammy Awards conquistati al fianco di Pat Metheny durante il loro ventennio di collaborazione.
Noto per le sue riletture jazz di Puccini, Morricone e Petrucciani, Arrighini, con questo album sublimato dal suono ritmico di Wertico, propone un album che racconta la nascita del suo universo musicale.
Un concerto-evento potente, lirico e vibrante che saprà unire sensibilità melodica, energia jazz e talento internazionale sotto un cielo infinito.
Con questo appuntamento Lampus chiude la Rassegna Internazionale I Concerti del Faro – Note di luna piena dopo i due entusiasmanti sold out ottenuti dai concerti di luglio e agosto.
Informazioni e biglietteria online: www.oooh.events; whatsapp 347 5169946
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Specchia: la Madonna del Passo restaurata
Presentazione del restauro dell’antichissima icona un manufatto di grande valore storico e devozionale

Questa sera, al termine della Santa Messa della Novena, presso la cripta della Madonna del Passo, nello spazio esterno adiacente, si svolgerà la presentazione della piccola antichissima tavola, raffigurante la Madonna del Passo, un manufatto di grande valore storico e devozionale.
All’incontro pubblico, previsto per le ore 20, interverranno: don Antonio Riva, parroco di Specchia, che ha ritrovato l’antica tavola, insieme a don Antonio Trande, all’interno della sacrestia della Chiesa Madre; il prof. Giovanni Perdicchia, studioso di storia locale, autore di diverse ricerche che hanno riscritto la storia e l’importante ruolo sul territorio di Specchia; Stefano Tanisi, storico dell’arte, profondo conoscitore della evoluzione della pittura e dei suoi autori nel Salento, nonché membro della Commissione Arte Sacra della Curia di Ugento – Santa Maria di Leuca; la restauratrice Alessandra Muci, con una video presentazione, illustrerà il restauro della piccola tavola.
La preziosa opera rappresenta la più antica immagine conosciuta della Madonna del Passo: di dimensioni contenute (25 x 20 cm), raffigura una Madonna con Bambino benedicente, che secondo l’iconografia bizantina dell’Odigitria, ha come significato “colei che indica la Via” (oof. Giovanni Perdicchia).
Secondo le ricostruzioni storiche, la tavola era originariamente collocata al centro della nicchia ovale dell’altare maggiore della cripta della Madonna del Passo, realizzata in pietra leccese nel tardo Cinquecento.
Nel corso dell’Ottocento, a seguito di interventi di ristrutturazione e decorazione, tra cui il rifacimento neoclassico del prospetto e la realizzazione delle scene del Calvario ad opera del pittore Giuseppe Buttazzo (1821-1890), l’icona fu rimossa e sostituita da un nuovo dipinto su tela, oggi purtroppo trafugato, che riprendeva la composizione originaria, ma con uno stile più aggiornato.
Dopo la rimozione, l’antica immagine lignea fu utilizzata durante le processioni dell’8 settembre, solenne festività della Madonna del Passo, e successivamente come immagine per la raccolta delle offerte, prima di essere accantonata per lungo tempo.
Come scrive Restauro in Opera Rio in un post su Facebook, «Si è trattato di un restauro tanto appassionante quanto impegnativo, che ha richiesto nelle fasi iniziali una serie di indagini diagnostiche, per inquadrare una situazione conservativa pessima, aggravata da pesanti rifacimenti, inoltre è stata effettuata anche l’analisi per la datazione al Carbonio 14, realizzata dal CEDAD di Brindisi, che ha confermato le intuizioni degli storici. Con il restauro si è potuto stabilire che il piccolo dipinto, ha una storia che segue le vicende ed i cambiamenti avvenuti nei secoli nella cripta, che ha origini bizantine. Ogni operazione effettuata sul dipinto è stata studiata per il caso specifico, questo è caratterizzato da una pellicola originale sottile e compromessa dai rifacimenti e dal lungo periodo di abbandono in un ambiente umido e polveroso. Tutte le soluzioni adottate nel restauro hanno mirato a mantenere quanto più possibile inalterato il delicato equilibrio dell’opera».
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