Attualità
Economia salentina: la ripresa è ancora debole
Bilancio in chiaroscuro dell’economia salentina. Continua l’emorragia di posti di lavoro in provincia di Lecce

Il 2017 è stato un anno difficile che ci ha visto impegnati su più fronti, per cercare di arginare l’ormai continua emorragia di posti di lavoro nella nostra provincia. Il nostro primo pensiero va a tutti i lavoratori, che in questo momento vedono il loro futuro incerto e in modo particolare ai tanti lavoratori in mobilità, cassa integrazione e a tutti i precari, che stanno vivendo un momento delicato e difficile.
La disoccupazione giovanile nel nostro territorio sfiora il 55 per cento, quella femminile va oltre il 60. Parliamo, complessivamente, di oltre 180-190mila disoccupati di ogni età solo per la nostra provincia. Accanto a questa piaga, mi preme continuare a denunciare il dramma che vivono i tanti lavoratori salentini over 50 che hanno perso il posto di lavoro: troppo giovani per la pensione e troppo anziani per trovare un nuovo impiego. Anche per loro, non si intravede ancora una via di uscita.
Dopo questo lungo periodo di crisi, potremmo dire che assistiamo ad un generale assestamento verso il basso delle dinamiche economiche e sociali. Fino ad un decennio fa, l’economia leccese era focalizzata su pochi fronti e le facevano da corollario una serie di attività minori. Oggi il tessuto produttivo è molto articolato e non esistono più comparti prevalenti. Quindi la crisi ci lascia una serie di attività complesse e puntiformi, nonché più arretrate rispetto ad altre aree del Meridione e della stessa Puglia. L’indebolimento delle nostre strutture produttive è evidente.
Anche settori solidi, come l’industria e l’edilizia, registrano forti perdite in termini di Pil e occupazione. In otto anni, dicono i dati della Cassa Edile, i lavoratori salentini sono diminuiti del 44% e la mancata evoluzione di opere pubbliche già appaltate sta determinando il crollo di colossi del settore. Non ci sono segnali di ripresa nel manifatturiero, dove si continua a ragionare con la testa rivolta al passato. Mentre sempre più fiorente è il comparto turistico-balneare, dove tuttavia il lavoro nero è ancora molto radicato e i controlli insufficienti. Inoltre, lo sviluppo di una rete di infrastrutturale efficiente, fondamentale per questo settore, resta ancora ostaggio dell’inerzia istituzionale.
L’agroalimentare tiene, nonostante i tanti problemi che attanagliano il comparto, ma in un mondo sempre più globalizzato c’è il rischio che le realtà più piccole scompaiano, se non indirizzate e supportate in un percorso di crescita e innovazione. Anche qui, poi, è forte la presenza di lavoro irregolare, nero e sottopagato che spesso degenera in contesti di vero degrado umano e sociale nelle campagne.
Non confortano i dati sulla cassa integrazione, che hanno registrato un andamento altalenante nel corso del 2017, dovuto ai criteri restrittivi del Jobs Act: di fatto anche quest’anno supereremo i 2 milioni di ore autorizzate dall’Inps alle aziende salentine, a riprova del fatto che la ripresa, lì dove c’è, è sicuramente debole e sopravvivono solo le aziende che esportano.
Il bilancio non è positivo anche sul fronte dell’assistenza socio-sanitaria, che registra un generale arretramento: rimane carente l’assistenza ospedaliera con una rete pubblica in progressiva riduzione, che stenta a riqualificarsi e a spendere le disponibilità finanziarie offerte dai POR con i fondi Fers, a partire da Lecce.
Le sfide che ci attendono nel 2018 sono tante, a cominciare dalla risoluzione delle tante vertenze aperte sul territorio (dalla Ex Bat allo Scalo ferroviario di Surbo, solo per citarne alcune), dallo sblocco dei cantieri, dalla corretta programmazione e dall’uso ottimale dei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea e per i quali intendiamo lavorare fianco a fianco con le amministrazioni. Occorrono investimenti concreti nelle politiche attive del lavoro, pubblico e privato devono puntare sui settori a più alto tasso di innovazione, come meccatronica, nanotecnologie, agroindustria, turismo, servizi alla persona.
Sosteniamo da tempo che per rilanciare la crescita del Sud ed il suo sviluppo economico e sociale non occorrono politiche speciali. Le politiche sociosanitarie, il sostegno alle nuove imprese, l’accelerazione e la qualificazione della spesa dei fondi comunitari da parte della regione, il credito di imposta, il bonus assunzioni al Sud, le Zes (zone economiche speciali) ed i Contratti di sviluppo possono segnare una strada positiva di rinascita se sostenute da normative chiare e da una burocrazia adeguata allo straordinario sforzo necessario per rimettere il Paese al passo con l’Europa. Occorre, infine, una rinnovata attenzione a quelle misure di contrasto alla povertà utili a ridurre il divario sempre più grande che sta segnando la popolazione salentina.
La strada da percorre per uscire dalla crisi è ancora lunga. A novembre abbiamo avviato anche sul nostro territorio la raccolta firme a sostegno di due leggi di iniziativa popolare, promossa a livello nazionale da Uil e Uila, per ampliare Naspi e Ape sociale e per favorire l’occupazione femminile e la genitorialità. Iniziativa nella quale crediamo molto, perché affronta punti nevralgici della sfera dei bisogni, quali la natalità, il precariato e l’accompagnamento alla pensione. C’è ancora tanto da fare e come Uil provinciale continueremo a rispondere con rinnovato impegno, vicinanza e responsabilità alla fiducia che i lavoratori salentini ripongono in noi.
Attualità
Il Mezzogiorno inizia a Tricase
Presentato il nuovo libro di Uli Weber, fotografo internazionale che firma con questo volume un intenso omaggio al Sud Italia. Accompagnano le immagini, i testi della Premio Oscar e salentina d’adozione, Helen Mirren. e di Denis Curti, storico e critico della fotografia. Parte del ricavato del volume sarà destinato a sostenere le attività di Save the Olives

Un viaggio per immagini che si snoda dalla Sicilia alla Sardegna, dalla Puglia all’Abruzzo, restituendo la forza dei contrasti che rendono unico il Mezzogiorno.
Scorci di armonia assoluta convivono con segni di disarmonia e abbandono; paesaggi naturali incontaminati si alternano a tracce antropiche e urbane.
È in questo equilibrio precario e affascinante che Weber trova la sua cifra poetica, capace di trasformare il paesaggio in emozione e di rivelarne la dimensione simbolica.
La sua fotografia si muove al di là dei cliché turistici per restituire un Grand Tour contemporaneo, un racconto iconografico che invita a guardare oltre la superficie, a cogliere il legame profondo fra l’uomo e il suo ambiente. Protagonista assoluta è la luce, che ora incide la realtà con precisione chirurgica, ora avvolge i luoghi in atmosfere sognanti.
«Questo libro vuole essere il mio omaggio all’Italia, Paese che amo e in cui vivo per buona parte dell’anno, e in particolare a quel Mezzogiorno che mi ha fatto innamorare 20 anni fa quando ho comprato la mia casa pugliese dove tutt’ora risiedo nella stagione estiva», spiega Uli Weber, «un Sud al cui fascino concorrono egualmente “pregi e difetti”, l’armonia assoluta di alcuni scorci e altresì la totale disarmonia di altri, in un contrasto che a mio modo di vedere ne caratterizza l’Unicità. Attraverso le migliaia di chilometri percorse, ho cercato di cogliere con la mia macchina fotografica un Mezzogiorno inedito, e al contempo familiare, in cui ciascuno di noi ritrova tracce di esperienze personali, o visioni inconsuete di posti conosciuti».
Ad accompagnare le immagini, i testi di Helen Mirren, attrice Premio Oscar e impegnata con l’associazione Save the Olives, che in Puglia combatte la devastazione degli ulivi secolari causata dalla Xylella, e di Denis Curti, storico e critico della fotografia, che offre le chiavi di lettura di un’opera sospesa fra poesia e testimonianza.
Parte del ricavato del volume sarà destinato a sostenere proprio le attività di Save the Olives, contribuendo concretamente alla salvaguardia di un patrimonio naturale e culturale unico.
Queste le parole di Helen Mirren, presente al lancio del libro: «Credo che nessuno possa dimenticare il primo incontro con i monumentali alberi secolari della Puglia. La loro presenza è travolgente. La loro forza immobile nasce dal movimento costante di centinaia, a volte migliaia di anni. Le loro intricate forme scultoree, opera della terra, del vento, del sole, della pioggia e delle mani dell’uomo che si è preso cura di loro nel corso dei secoli, fanno di ciascuno di essi un individuo, una testimonianza del legame tra uomo e natura. E ora questi testimoni della nostra storia sono sotto una terribile minaccia. Un batterio chiamato Xylella si sta diffondendo da circa dieci anni: partito da un piccolo angolo della punta più meridionale della Puglia, prosegue la sua marcia distruggendo tutti gli ulivi sul suo cammino, giovani e antichi. Dobbiamo fare appello alla nostra grande immaginazione umana, alle nostre conoscenze e alla nostra esperienza per salvare questo patrimonio».
«Il mio sentito ringraziamento a Uli Weber», conclude The Queen, «il cui straordinario libro cattura il fascino dell’Italia meridionale attraverso le sue fotografie, portando ulteriore attenzione internazionale alla piaga degli ulivi del Salento».
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Attualità
Tartarughe curate e rimesse in mare
Erano state ripescate lungo la costa di Leuca con problemi di galleggiamento che le mettevano a serio rischio. La reimmissione in natura importante per la conservazione della biodiversità marina

Due tartarughe marine affette da gravi problemi di galleggiamento, curate presso il Centro di Recupero delle Tartarughe Marine del Museo di Storia Naturale del Salento, sono state liberate in località Rivabella, a Gallipoli.
I due esemplari erano stati recuperati lo scorso agosto lungo la costa di Leuca, da un’unità navale del Corpo impegnata in un ordinario servizio di vigilanza e controllo del litorale.
Entrambi gli animali presentavano anomalie nel galleggiamento, che li esponevano a un elevato rischio di collisione con le imbarcazioni in transito.
Il recupero e la gestione delle operazioni sono stati resi possibili anche grazie al prezioso supporto logistico e operativo fornito dalla Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Gallipoli, che ha messo a disposizione uomini e mezzi per facilitare le fasi di intervento in mare e garantire il trasporto in sicurezza degli esemplari fino al Centro di Recupero.
Dopo il soccorso, le tartarughe sono state sottoposte a esami diagnostici approfonditi presso il Centro, tra cui indagini radiologiche ed ecografiche, per escludere la presenza di corpi estranei e per valutare lo stato dell’apparato respiratorio.
La reimmissione in natura rappresenta un risultato significativo per la conservazione della biodiversità marina e testimonia l’efficacia della sinergia tra enti scientifici, forze dell’ordine e istituzioni pubbliche, impegnati in prima linea nella difesa dell’ambiente.
L’operazione conferma inoltre il ruolo attivo della Guardia di Finanza nella protezione degli ecosistemi marini, un impegno che si affianca ai compiti di polizia del mare, contribuendo in modo concreto alla tutela della fauna e della flora del nostro territorio costiero.
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Attualità
Consigliere supplente, Blasi non ci sta
Il consigliere regionale salentino: «Sono contrario all’introduzione. Non è in linea con il ridimensionamento dei costi e tentare di portare il numero degli eletti a 58 non sarebbe opportuno»

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Il Consigliere regionale del Partito Democratico Sergio Blasi si schiera contro l’introduzione nell’ordinamento regionale della figura del consigliere supplente:
«Non sosterrò alcuna ipotesi di introduzione del consigliere supplente. Abbiamo trascorso l’ultimo decennio a ridimensionare i costi di funzionamento degli organi politici, raggiungendo un equilibrio sostenibile. Andare ad alterare nuovamente questo equilibrio, con un aumento dei costi della politica non mi pare sia un’urgenza dei pugliesi», sottolinea il consigliere di Melpignano.
«Secondo la norma nazionale, modificata appena un mese fa», prosegue, «saremmo dovuti passare a 40 consiglieri. Restare a 50 è stata, a mio avviso, una scelta positiva, per ragioni di rappresentanza territoriale. Tentare però, oggi, di portare il numero degli eletti a 58 non è opportuno».
«Inoltre», insiste il consigliere regionale salentino, «il fatto che gli assessori regionali conservino le funzioni di consigliere garantisce la loro presenza in Aula e preserva un più solido collegamento tra Giunta, Consiglio e gruppi consiliari di maggioranza. Un distacco, in questo senso, non è auspicabile».
«Dunque», conclude Sergio Blasi, «se dovesse palesarsi in Consiglio un provvedimento per l’introduzione del Consigliere supplente, il mio voto sarà contrario».
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