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Andrano

Notte Verde dedicata a Pasolini

Da oggi e fino al 31 agosto, a Castiglione d’Otranto, torna il più grande evento pugliese dedicato alla terra e all’ambiente

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Necessaria. Dissidente. Di lotta e poesia. Torna la Notte Verde di Castiglione d’Otranto e, dopo due anni di format necessariamente rivisitato per via della pandemia, questa undicesima edizione ritrova lo stile e il luogo originari, quelli della più grande festa pugliese legata ai temi rurali e ambientali. Nel centro storico della frazione di Andrano, oggi e domani si terranno i “Preludi”, puntellati da incontri, approfondimenti, concerti, laboratori e spettacoli.


Si chiuderà mercoledì 31 agosto – data fissa ormai dal 2012 – con l’intero paese allestito con strade tematiche e animato da dialoghi, musica, mercatini, mostre, presidi del cibo. Durante tutte e tre le giornate sono previste anche attività e spettacoli gratuiti dedicati ai più piccoli, una festa nella festa chiamata “La Notte Verde delle bambine e dei bambini”. Attese, come ogni anno, migliaia di persone (qui il programma completo).


La tre giorni, quest’anno, è dedicata a Pier Paolo Pasolini nel centenario della sua nascita.


A lui, già dagli anni ’60, si deve il più lucido sguardo critico sulla “fine di un mondo”, l’Italia contadina spazzata via dalla Storia e da quel processo di industrializzazione selvaggia manovrato, secondo l’intellettuale, da una sacca di potere occulta che interessa(va) dirigenti d’azienda, organizzazioni criminali, gruppi terroristici e parti deviate dell’apparato statale, spalleggiata da una classe dirigente senza scrupoli e inchinata  alla logica del profitto. Pasolini è stato anche tra i primi a denunciare il disastro ambientale e paesaggistico in corso, eredità consegnata dal nuovo modello produttivo. A lui sono dedicati la lectio magistralis di apertura del prof. Eugenio Imbriani, letture teatralizzate e interventi artistici.


La Notte Verde, considerata una sorta di “capodanno contadino” del Salento, è a cura di Casa delle Agriculture Tullia e Gino Odv e Casa delle Agriculture coop. agricola, con il patrocinio del Comune di Andrano e con la collaborazione di Parco regionale costa Otranto-S. M. Leuca-Bosco di Tricase, Gus-Gruppo Umana Solidarietà, Cooperativa Girolomoni, COSPE Onlus, Riabitare l’Italia, Messapia Style, Ecoversities Alliance e tante altre realtà sociali e istituzionali.


Rientra nei progetti “È fatto giorno”, vincitore del bando “Bellezza e legalità per una Puglia libera dalle mafie” della Regione Puglia, e “Confederacy of Villages“, Creative Europe Culture, che unisce Castiglione a realtà artistiche di Armenia, Inghilterra, Spagna e Svezia, presenti con loro delegati.


Questa nuova edizione si caratterizza per un maggior respiro internazionale, grazie ad ospiti che giungono da varie parti del mondo, e affronta temi di interesse transnazionale: il grano usato come arma geopolitica nella guerra in Ucraina, l’accaparramento delle terre come chiave per il potere, la schiavitù del cibo imposta dalle multinazionali, l’esistenza di un movimento ecologista mondiale emerso durante la COP26 di Glasgow (saranno presenti a Castiglione diverse realtà internazionali che si sono date appuntamento per la “Convocatoria ecologista Taranto”).


Poi i temi di massima urgenza per il Salento: la riforestazione del territorio, affrontata in chiave tecnica durante i “Parlamenti rurali” dei preludi, e lo spopolamento dei paesi, problema che continua a restare irrisolto a fronte della narrazione edulcorata sui “borghi”.


“La Notte Verde – spiegano gli attivisti di Casa delle Agriculture – sgorga da una visione: far emergere il piccolo, il bello, il giusto che continua a resistere in questo territorio sempre più piegato a logiche di potere e ad economie che abusano della terra e delle comunità. Farlo emergere e dargli luce, metterlo in connessione, renderlo fruibile a tutti. Perché un altro mondo esiste, un altro Salento esiste e tutti – nessuno escluso – devono prendere coscienza di ciò che accade qui e altrove e comprendere la fatica e la bellezza necessari per costruire percorsi nuovi, inediti, di resistenza”. La presidenza onoraria di questa edizione è stata riconosciuta agli anziani dell’Auser Ponte Andrano-Castiglione, straordinari attivatori di comunità durante tutto l’anno.


UN’ECOFESTA INCLUSIVA E ACCESSIBILE


Nata nel 2012 come alternativa al proliferare di “notti bianche”, che lasciavano dietro di sé solo tappeti di rifiuti e nessun messaggio, la Notte Verde continua ad essere un evento a marchio Ecofesta e a basso impatto ambientale. Non solo, è anche festa inclusiva e accessibile, con servizi e accorgimenti dedicati a persone con disabilità, a bambini, anziani, mamme e donne incinte. In particolare, Casa delle Agriculture provvede all’abbattimento temporaneo delle barriere architettoniche presenti in paese, promuove il decalogo “Notte Verde amica dell’autismo” (leggilo qui!) e garantisce parcheggi riservati in prossimità dei luoghi dell’evento, servizi igienici dedicati, stanza nursery e fasciatoio, mappe accessibili, menù per celiaci oltre che per vegani e vegetariani, menù braille e per ipovedenti, servizio “zero coda” presso i ristoratori, noleggio gratuito sedia a rotelle (per richiedere i servizi e prenotare i parcheggi: 348/5649772).


I PRELUDI: “PIANTIAMO BOSCHI”, SPETTACOLI PER BAMBINI, EVENTI SERALI


I preludi cominciano al mattino con la Scuola dei beni comuni/New Village Common Laboratories con le realtà internazionali del progetto Confederacy of Villages. Per promuovere la fruizione lenta del territorio, sono organizzate escursioni in kayak a Marina di Andrano e passeggiate di scoperta nel centro storico di Castiglione d’Otranto.


Ricco e variegato il programma per i bambini (qui i dettagli, info e prenotazioni: 329/4066530): ai laboratori pomeridiani “Fuoco e fiamme!” sul problema degli incendi e “Api, miele, biodiversità” con apicoltori, seguiranno gli appuntamenti, alle 19.30, nel giardino storico di palazzo De Matteis: oggi, “Mio nonno e il mulo”, spettacolo teatrale di Giuseppe Semeraro su un bambino e il suo amato mulo spediti al fronte, adatto ad adulti e bambini; domani, Il principe infarinato”, spettacolo di burattini di “Il piccolo teatro di pane”, basato sul tema dell’inclusione sociale e della ricchezza delle diversità.


Dalle 21, sul sagrato della chiesa, si potrà camminare su “Il grande ponte in Bambù”, ponte di 12 metri costruito da “Progettare e costruire sostenibile officina ing. Tarantino”.


Oggi e domani, dalle 17,45 alle 20, è la volta dei Parlamenti rurali, quest’anno sotto forma di sessioni gratuite di approfondimento e confronto sul tema “Piantiamo boschi”, coordinate scientificamente dal Parco Otranto-Leuca per fornire ai cittadini strumenti e informazioni per creare ex novo un bosco e mantenerlo, anche tenendo conto del clima sempre più siccitoso e della sostenibilità economica futura, costruendo un argine ad incendi e desertificazione ma anche all’utilizzo di crediti carbonio per riforestare (clicca qui per info e iscrizioni: 348/5649772).


Previsti oggi gli interventi di: Fabio Ippolito, DISTEBA-Università del Salento, su “Esperienze di rinaturalizzazione nel Salento”; di Antonio Longo, consulente Arif, su “Dai vivai forestali alla terra, le specie per gli imboschimenti”; Gabriele Stasi, fondatore di “Stasì”; Alberto Fachechi, responsabile del progetto “Le officinali del Salento”, su “Nuove filiere economiche alimentari ed erboristiche dall’agroforestazione”.


Domani: Leonardo Beccarisi, ecologo vegetale, affronta il tema “La gestione del patrimonio forestale antico e recente”; Giuseppe Colangelo, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, “Ragioni e prospettive per la gestione del verde in ambito urbano”; Cosimo Rolli, Le Fattizze (Nardò), e Ezio Del Gottardo, coordinatore scientifico di AgriBimbi, parleranno delle nuove filiere economiche multifunzionali dai boschi.


Dalle 20,30, Piazza della Libertà ospita gli eventi serali.


Questa sera si apre con Pasolini alla fine del viaggio: la riflessione sul volgar’eloquio”, lectio magistralis di Eugenio Imbriani, docente di Antropologia culturale Università del Salento. Segue “Grano: arma di guerra, strumento di pace”, dialogo con Angelo Belliggiano, docente di Economia e gestione delle imprese alimentari Università del Molise; Giorgio Menchini, presidente COSPE Onlus; Giovanni Girolomoni, pres. cooperativa Girolomoni (Marche). Modera Luana Prontera, giornalista. In chiusura, Desert Song- Paesaggi sonori mediorientali, concerto live di Almoraima.


Domani, alle 20,30, un altro omaggio a Pasolini con Petrolio”, lettura teatralizzata a cura di Lorenzo Bertolino. Poi, Le mani sulla terra: l’anatomia del potere”, con il prologo di Ayreen Anastas e René Gabri, artisti e fondatori di 16 Beaver (Palestina/Armenia), e il dialogo con Agit Ozdemir, attivista del “Mesopotamian Ecology Movement” (Kurdistan turco), Yara Dowani, co-fondatrice di Om Sleiman Farm in Bil’in (Palestina); Chiara Idrusa Scrimieri, portavoce di “Salviamo gli ulivi del Salento”. Alle 22, Lontano, concerto live di Massimo Donno, che presenta il suo ultimo disco.


OLTRE LA NOTTE – MOSTRE, FILM, LABORATORI ARTISTICI


Come ogni anno, la Notte Verde si fa grembo delle espressioni artistiche più variegate che restituiscono la necessità dei messaggi della manifestazione (leggi i dettagli).


Oggi e domani, l’artista russo Nikolay Oleynikov (Chto Delat School of Engaged art) terrà il laboratorio ‘P P x P- Piatti Pronti per Pasolini’, collage d’immagini e parole su piatti dismessi: le opere realizzate con i partecipanti al workshop saranno messe all’asta il 31 agosto per raccogliere fondi per la campagna Pasti Solidali. Dello stesso artista è anche il ritratto di Pasolini su tessuto, realizzato insieme a Imma Longo.


Diverse le mostre da poter visitare, alcune già da lunedì: “Patriarchi della biodiversità”, mostra fotografica tratta dai libri “Registro regionale risorse genetiche autoctone”, “Biopatriarchi di Puglia” e “Atlante dei prodotti agroalimentari pugliesi”; “Biodiversità e paesaggi accessibili” con i leggii che raccontano, in braille e in bassorilievo, flora e fauna del Parco regionale costa Otranto-Leuca; “Plurale Mediterraneo-Mare bianco di mezzo”, mappe del Mediterraneo reinterpretate in maniera del tutto svincolata dalla visione eurocentrica, a cura di Federica Ferri, Gus-Gruppo Umana Solidarietà; “Dietro le porte di Lecce. Viaggio tra le comunità religiose della città”, reportage fotografico di Andrea Gabellone su cinque diverse comunità religiose presenti a Lecce;  “Sponte Plantis”, progetto fotografico di Rocco Casaluci sulla flora spontanea ai bordi delle strade rurali; “La Madonna dei cereali”, dipinto su tavola con tecnica bizantina del pittore Mimmo Camassa; “Senza tempo”, esposizione di giochi, strumenti musicali e arnesi sottratti al passato e riprodotti a mano con sapienza da Giacomo Panico; “Difese Naturali”, presso il Mulino di Comunità in tutte e tre le serate, film di Nico Angiuli, 2022 (durata 28’51’) su un “attentato agricolo” realizzato da un gruppo di preadolescenti per proteggere e ricostruire il paesaggio messo in pericolo (è stato finanziato dalla SIAE-Bando PerChiCrea, prodotto dall’I.C. Moro-Falcone di Adelfia e realizzato con l’APS Tipica Adelfia FermataKm11).






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Erogazione acqua: posibili disagi a Depressa e Andrano, compreso Marina e Castiglione

Lavori di risanamento della rete idrica, temporanea sospensione della normale erogazione idrica mercoledì 16 ottobre dalle 14 alle 20

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Acquedotto Pugliese sta effettuando interventi per il miglioramento del servizio negli abitati di Andrano e Tricase.

I lavori riguardano il risanamento della rete idrica.

Per consentire l’esecuzione dei lavori, sarà necessario sospendere temporaneamente la normale erogazione idrica mercoledì 16 ottobre nell’abitato di Andrano, delle frazioni Castiglione d’Otranto e Marina di Andrano e a Depressa, nella frazione di Tricase.

La sospensione avrà la durata di 6 ore, a partire dalle ore 14 e con ripristino alle ore 20.

Disagi saranno avvertiti esclusivamente negli stabili sprovvisti di autoclave e riserva idrica o con insufficiente capacità di accumulo.

Acquedotto Pugliese raccomanda i residenti dell’area interessata di razionalizzare i consumi, evitando gli usi non prioritari dell’acqua nelle ore interessate dall’interruzione idrica.

I consumi, infatti, costituiscono una variabile fondamentale per evitare eventuali disagi.

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Castiglione d’Otranto: spara a lupo e lo lascia morire agonizzante

LNDC Animal Protection denuncia e lancia un appello: “Chi sa parli”. L’associazione esprime «profonda indignazione e dolore per il terribile atto di violenza. L’animale, colpito da un’arma da fuoco e lasciato a morire tra atroci sofferenze, rappresenta l’ennesimo esempio di crudeltà gratuita e intollerabile verso creature innocenti»

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Secondo quanto riportato dalle fonti locali, un animale – che sembra essere un lupo – è stato visto in gravi condizioni, con ferite compatibili con un colpo di fucile, e purtroppo non è stato possibile salvarlo.

Quando i Carabinieri Forestali sono giunti sul posto, a seguito di una segnalazione, il corpo dell’animale era stato già rimosso, ma chi l’aveva visto aveva avuto la prontezza di fotografarlo e di fotografare anche il cacciatore che presumibilmente si è reso responsabile di questa atrocità.

LNDC Animal Protection, da sempre impegnata nella difesa dei diritti degli animali, annuncia di aver sporto denuncia presso le autorità competenti, chiedendo che si proceda con celerità nelle indagini e che il responsabile venga individuato e punito secondo quanto previsto dalla legge. «Non è accettabile che episodi del genere continuino a verificarsi nel nostro Paese», afferma Piera Rosati, presidente di LNDC Animal Protection, «la violenza contro gli animali è un sintomo di una società che ha perso il rispetto per il prossimo, umano o animale che sia. Continueremo a batterci perché ogni colpevole di tali atti paghi le conseguenze delle proprie azioni».

LNDC invita chiunque abbia informazioni utili a contribuire alle indagini, inviando una e-mail ad avvocato@lndcanimalprotection.org o collaborando con le forze dell’ordine per assicurare il responsabile alla giustizia.

L’associazione sottolinea, inoltre, l’urgenza di rafforzare le misure preventive e punitive per chi si macchia di tali crimini: «La legge italiana prevede pene troppo lievi per chi maltratta o uccide animali», aggiunge Rosati, «per questo torniamo a chiedere che il Parlamento riprenda quanto prima la discussione sulla proposta di legge per il loro inasprimento. Non possiamo più permettere che atti di questo tipo passino inosservati o rimangano impuniti.

LNDC Animal Protection ribadisce il proprio impegno nel promuovere una cultura di rispetto e amore verso tutti gli animali, continuando a operare su tutto il territorio nazionale attraverso campagne di sensibilizzazione, interventi di soccorso e azioni legali.

 

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Xylella: La morte dei giganti

L’autore, Stefano Martella: «La storia ci insegna che le monoculture hanno sempre esposto le civiltà a una fitopatia e, di conseguenza, alla distruzione paesaggistica, culturale, economica»

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Con “La morte dei GigantiStefano Martella, giornalista (Quotidiano di Puglia) di Andrano, ha ripercorso le fasi che hanno portato alla quasi desertificazione del Salento.

Dopo aver sondato le motivazioni che hanno spinto la magistratura a mettere sotto inchiesta gli stessi scienziati che hanno scoperto il microrganismo patogeno, il volume mostra come la popolazione si sia divisa in due fazioni contrapposte: chi era convinto che la pianta si potesse salvare e chi la reputava spacciata; chi credeva nelle tesi della scienza e chi invece che sia stato ordito un complotto diabolico.

È stato il primo libro dedicato all’argomento ad essere pubblicato. Nasce nel 2022 e, dal volume, è stato tratto un docufilm (“Il tempo dei giganti” diretto da Davide Barletti e Lorenzo Conte, prodotto da Dinamo Film e Fluid Produzioni con il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia. È stato girato tra Bari, Valle d’Itria, Alliste, Erchie, Lecce, Brindisi, Otranto e Castellana Grotte) che ha ricevuto il consenso unanime di critica e pubblico oltre che numerosi premi.

Come è nata l’idea di questo libro?

«In modo molto semplice: da salentino avevo la contezza di trovarmi al centro di uno dei cambiamenti più importanti della storia dell’homo sapiens. Il Salento ha, aveva, milioni di ulivi millenari, cioè risalenti all’epoca in cui Nerone si suicidò pugnalandosi alla gola o che il Vesuvio seppellì Pompei. Pensare che abbiano deciso di morire nella nostra epoca, è un evento di portata storica. Da giornalista, ritrovandomi nell’epicentro di quanto stava accadendo ho avuto la certezza di essere al centro di un cambiamento epocale. Così come per un cronista per il crollo del muro di Berlino o nel cuore del Vietnam durante la guerra con gli Stati Uniti. Mi sentivo testimone ed osservatore di un grande cambiamento della storia. Era necessario, a mio parere, mettere tutto in un libro provando a fare un’operazione di carotaggio».

In che senso?

«Distanziandomi dalle due grandi curve che si erano create, ovvero una che sosteneva che la Xylella è inguaribile, l’altra invece che si può debellare. Due tifoserie opposte che si urlavano contro senza dialogarsi».

Quali sono i temi centrali trattati? 

«Innanzitutto, la simbiosi tra un popolo ed una pianta, un albero. Gli alberi sono da sempre, a tutti gli effetti, pezzi fondamentali della cultura e dell’identità dei popoli. Quindi raffronto le radici antropologiche e spirituali, culturali, storiche di questa pianta con la popolazione salentina, analizzo le origini dell’arrivo del batterio sul territorio e le falle all’interno del sistema di controllo fitosanitario europeo. Faccio un excursus storico su quali siano state le malattie delle piante nella storia. La Xylella non è un fatto del tutto eccezionale ma una delle tante patologie che hanno sconvolto l’esistenza degli uomini. Analizzo la psicosi che si è instaurata all’interno delle persone, quasi fosse uno shock post traumatico, analizzo anche le reazioni più assurde, grottesche e traumatiche che le persone hanno iniziato a mostrare quando gli alberi hanno iniziato a morire. Analizzo le lotte sociali che le donne salentine, le raccoglitrici di olive hanno fatto per emanciparsi da un sistema schiavista, che era quello dell’economia dell’olio rampante. Va ricordato che il Salento era il più grande produttore di olio rampante d’Europa. Il primo anello di questo grandissimo comparto erano proprio le “schiave”, le donne salentine. Un altro capitolo è dedicato alla famosa teoria del complotto».

Hai parlato con tante persone per la tua ricerca, per il libro, ma anche dopo, nei diversi incontri a cui hai partecipato. Che idea ti sei fatto di tutta la vicenda? 

«Che da salentini ci siamo svegliati tardi e tardi ci siamo resi conto che questa pianta non era immortale. Avevamo dato per scontato che questa pianta, lì da millenni, potesse vivere per sempre. Sotto certi aspetti aveva sconfitto la più grande condanna per gli uomini, cioè il tempo. Mentre le persone nascevano, consumavano la loro vita fino alla fine dei loro giorni, gli ulivi rimanevano. Diventavano un grande lascito, da generazione in generazione, creando una grande memoria collettiva e divenendo un tratto identificativo del Salento. Tutto questo è originale sotto certi aspetti. Per la prima volta l’uomo si è scoperto a provare dei sentimenti nei confronti delle piante. Siamo sempre stati abituati, come specie a provare dei sentimenti per la morte di parenti, amici o comunque di appartenenti alla nostra specie. Da qualche tempo avevamo già sentimenti nei confronti degli animali di affezione. Le piante erano invece considerate un po’ come la carta da parati del mondo. Tale sentimentalismo nei confronti degli alberi ci fa comprendere come la nostra stessa esistenza sia in realtà legata al destino delle piante. Ritengo, poi, ci sia ancora molto da lavorare nell’ambito della comunicazione scientifica. Il mondo della scienza è una grande conquista della civiltà occidentale. I ricercatori, nostri scienziati sono una risorsa fondamentale nella nostra civiltà. Mai come in questo periodo c’è stata comunicazione scientifica. Allo stesso tempo, però, mai come in questo periodo aumentano le teorie antiscientifiche. Anche questa è una chiave da analizzare, perché l’epidemia è una cosa scientifica. Xyella è poco precedente, per esempio, all’arrivo del Covid ed anche in quel caso sono nate teorie del complotto. Teorie che, banalmente, rivedo anche nell’altra classica questione identitaria del Salento, il ritorno del lupo sul nostro territorio. Stanno nascendo teorie cospirative che vogliono il lupo non arrivato spontaneamente, ma portato da qualcuno che aveva non meglio precisati torbidi interessi».

Secondo te come andrà a finire tutta questa storia? Come si potrà chiudere il cerchio? 

«Partendo da un dato di fatto: la monocoltura, è stata un errore storico. Non potevamo certo prevedere quanto accaduto, ma la storia ci insegna che le monoculture hanno sempre esposto le civiltà a una fitopatia e di conseguenza alla distruzione paesaggistica, culturale, economica. Quindi il futuro dovrà passare da una diversificazione culturale e anche dalla riscoperta di antiche culture che la monocultura dell’olivo aveva castrato. Altro aspetto importante, a proposito di riforestazione, è il cambiamento climatico, di cui il Salento è hotspot, cioè un luogo, all’interno del Mediterraneo, dove le mutazioni climatiche sono più evidenti, accelerate e più forti. Quindi, qualsiasi ragionamento dovrà tenere conto che la nostra è una terra che sta andando verso un clima molto diverso rispetto a quello del passato».

Con annessi e connessi: emergenza incendi, disboscamento, inquinamento e chi più ne ha più ne metta. Siamo senza speranza?

«Come sempre accade dopo una crisi, dalla vicenda Xylella possiamo imparare tanto. Una cosa che dobbiamo imparare in fretta è che il paesaggio non è immutabile nel tempo ma si trasforma a seconda di decisioni nostre. Ad esempio, la monocultura dell’olivo prima non c’era e il paesaggio del Salento era composto da querce, lecci, frassini… Tutti abbattuti per darci all’economia dell’olio rampante e dell’olivo. Adesso l’olivo, almeno quello monumentale, ha ceduto il passo per mano di una fitopatia e, direttamente o indirettamente, degli uomini. Il paesaggio è sempre in evoluzione, fondamentale è provare a renderlo più resiliente possibile».

Giuseppe Cerfeda

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