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Rapporto annuale sull’economia pugliese, il report di Aforisma
Il nuovo report annuale dell’Osservatorio economico. Una tavola rotonda con rappresentanti istituzionali, delle associazioni datoriali e sindacali, docenti universitari e giornalisti La pubblicazione viene gratuitamente distribuita per tracciare il bilancio del 2023 ed anticipare le linee di tendenza per l’anno nuovo Contiene gli studi sulla demografia, sulla natimortalità delle imprese, sui risparmi e non solo

È stato presentato questa mattina, nella sede di Aforisma School of Future, il nuovo report annuale dell’Osservatorio economico Aforisma. È il frutto di un lungo lavoro di analisi e di approfondimento sui dati della Puglia e dell’Italia.
La pubblicazione è stata illustrata da Andrea Salvati, direttore dell’Osservatorio e da Davide Stasi, responsabile degli studi dell’Osservatorio. Le analisi e gli approfondimenti dei dati socio-economici sono serviti da spunto per le riflessioni e i commenti della successiva tavola rotonda alla quale hanno preso parte la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, l’assessore regionale al Lavoro Sebastiano Leo, l’assessore regionale alla Sanità Rocco Palese, il presidente reggente di Confindustria Lecce Nicola Delle Donne, il segretario confederale di Cgil Lecce Tommaso Moscara, i docenti Unisalento Guglielmo Forges Davanzati e Marco Sponziello, i giornalisti Francesco Gioffredi e Tonio Tondo.
I lavori sono stati introdotti da Salvati che ha evidenziato i trend demografici. «Nel 1982 i minori erano il 32,50 per cento della popolazione pugliese, oggi sono il 15,64 per cento e in una proiezione che abbiamo elaborato fino al 2038 rappresenteranno appena il 10,82 per cento; mentre gli anziani nel 1982 erano il 9,89 per cento, oggi sono il 21,46 per cento e nella stessa proiezione saranno il 25,75 per cento della popolazione. Questo cambiamento non può che incidere sulle attuali e future scelte economiche».
«Nel 2023», ha poi spiegato Stasi, «l’economia pugliese è cresciuta in maniera più moderata rispetto al periodo post-Covid. Si è infatti esaurito l’effetto di rimbalzo. Nel primo semestre del 2023 il Pil è aumentato dell’1,2 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in linea con la media nazionale. Tale crescita si è indebolita nel terzo e nel quarto trimestre. Questa decelerazione è dovuta all’andamento dell’industria pugliese che ha risentito del peggioramento dello scenario congiunturale (in rallentamento anche l’economia nazionale e quella globale)».
Su base annuale, dal 30 novembre 2022 al 30 novembre 2023, le imprese pugliesi sono diminuite di 1.963 unità: da 332.997 a 331.034. La flessione è stata dello 0,6 per cento. La contrazione maggiore si registra nell’agricoltura: -2.233 unità (da 77.619 a 75.386), pari a un tasso negativo del 2,9 per cento. Il commercio passa da 95.635 a 93.933. Nonostante la crescita delle attività di e-commerce, il saldo negativo è principalmente dovuto alla chiusura dei negozi di vicinato: meno 1.702 unità pari a un calo dell’1,8 per cento. In contrazione anche le attività manifatturiere: da 23.723 a 23.276. Il saldo registra 447 imprese in meno pari a una decrescita dell’1,9 per cento.
«Il settore delle costruzioni», ha aggiunto Stasi, «continua a crescere grazie agli investimenti pubblici sostenuti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), mentre l’edilizia privata ha subìto gli effetti del blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura. Il comparto ha beneficiato di una forte spinta grazie alle agevolazioni fiscali introdotte e prorogate, di anno, in anno, con l’intenzione di favorire le ristrutturazioni e il recupero del patrimonio immobiliare, nonché le riqualificazioni finalizzate al risparmio energetico degli edifici. Il Superbonus, seppur con un quadro normativo sempre più complesso a causa delle continue modifiche alle detrazioni e agli incentivi, ha rappresentato un volàno per l’economia regionale, per via degli investimenti diretti e indiretti in condomini, unifamiliari ed unità funzionalmente indipendenti. Nell’attuale contesto caratterizzato dal peggioramento del ciclo economico, dopo la forte ripresa del biennio 2021 e 2022, le esportazioni pugliesi sono cresciute per valore ma non per quantità. Il valore delle vendite estere continua, infatti, ad essere influenzato in misura rilevante dall’inflazione. Valore delle esportazioni che, è bene ricordare, vale meno dell’1,6 per cento di quello nazionale che posiziona la Puglia al 14esimo posto in Italia».
Con l’impennata dell’inflazione, però, i pugliesi hanno deciso di investire i propri soldi in strumenti finanziari più remunerativi, seppur più rischiosi, rispetto ai conti correnti, al fine di proteggersi dal caro vita. Se prima i pugliesi avevano assunto un atteggiamento fortemente prudenziale con i propri risparmi, lasciando tutto o quasi sul conto corrente, ora si sono visti quasi costretti a comprare prodotti finanziari, con l’obiettivo di ottenere un rendimento maggiore. La conferma arriva dalla forte crescita della raccolta indiretta degli istituti bancari e degli intermediari, mentre un tempo si investiva meno, non tanto per mancanza di liquidità, quanto per non mettere a rischio i propri risparmi. Si guardava con maggiore apprensione alle oscillazioni del mercato e degli indici borsistici, temendo la perdita di valore degli strumenti finanziari, a causa dei rendimenti talvolta negativi o semplicemente insufficienti a coprire almeno le relative commissioni di collocamento, amministrazione e gestione.
OUTLOOK 2024
L’inflazione si ridurrà ancora per effetto della discesa dei prezzi dei beni energetici e delle conseguenze delle politiche monetarie restrittive attuate dalla Banca centrale europea.
La dinamica dei prezzi dei beni alimentari è progressivamente decelerata nel corso dell’anno, dal 12,8 per cento di dicembre 2022 al 6,1 per cento di novembre 2023, come risultato di un deciso calo per gli alimentari lavorati (dal 14,9 per cento al 6,3 per cento) e più moderato per quelli non lavorati (dal 9,5 per cento al 5,8 per cento).
L’inflazione del “carrello della spesa”, ovvero dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, è scesa dal 12,6 per cento di dicembre 2022 a 5,8 per cento a novembre. In controtendenza i prezzi dei servizi, i quali hanno registrato nei primi undici mesi del 2023 un andamento pressoché costante intorno ad una media del 4,2 per cento, oltre un punto sopra la media 2022 (3,1 per cento).
Il Pil italiano è atteso in crescita dello 0,7 per cento sia nel 2023 sia nel 2024, in rallentamento rispetto al 2022 (+3,7 per cento) e al 2021 (+8,3 per cento, per effetto del rimbalzo post-Covid).
I RAPPRESENTANTI ISTITUZIONALI
«La lettura del report sulla Puglia», ha dichiarato Loredana Capone, «offre spunti interessanti di riflessione che devono essere importanti indicatori per l’azione politica. A partire dal dato demografico che impatta sulla vita di tutti i giorni: dai piccoli paesi che invecchiano inesorabilmente alle scelte pubbliche conseguenti in tema di immigrazione, di sostegno alle famiglie e alla genitorialità, di cura delle fasce anziane della popolazione, di scelte edilizie che non prevedano più il consumo del suolo. Il dato dell’inflazione, che sembrerebbe non avere una netta battuta d’arresto nel 2024, richiama le nostre coscienze e ci obbliga a pensare alle fasce sociali più deboli, che sono quelle che la subiscono maggiormente. L’aumento dei prezzi», ha aggiunto».non ha un impatto uniforme sulla popolazione, a causa della diversa dinamica dei redditi familiari e della differente composizione dei consumi: ha un maggior impatto sulle famiglie con bassi redditi, contribuendo in questo modo anche ad aumentare i divari territoriali e le disuguaglianze sociali esistenti. I dati non sono incoraggianti, perché la povertà aumenta proprio nel momento in cui diminuisce il sostegno pubblico alle fasce più indigenti, con la cancellazione da parte del governo delle misure di sostegno e la loro sostituzione con misure meno efficaci perché raggiungono una platea di beneficiari ormai sempre più ristretta. Il quadro è complesso e avrebbe bisogno di una strategia di ampio respiro di prevenzione e contrasto della povertà. Occorre favorire iniziative a tutela del potere d’acquisto dei consumatori, con particolare attenzione ai nuclei familiari con figli. Anche il tema del turismo», ha proseguito la presidente, «sollecita particolare interesse. La Regione Puglia, in questi anni ha tanto investito, considerandolo un settore strategico per lo sviluppo socio-economico: sono aumentate le imprese e gli occupati nel settore, con ricadute positive per tutto il territorio regionale. Ora è il tempo che queste condizioni favorevoli, faticosamente e caparbiamente ottenute, divengano il viatico per l’azione di imprese ed enti pubblici. Bisogna investire nelle professionalità e nella crescita di un’offerta che deve essere sempre al passo con le nuove tendenze di un turista sempre più attento alle proprie esperienze. Purtroppo», – chiosa Capone, «si è ancora davanti a stipendi troppo bassi con contratti precari che non permettono di consolidare il settore. Per quanto riguarda l’energia, invece, evidente è la necessità di perseguire la transizione green, in particolare gli investimenti, per elevare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili in modo da abbandonare la dipendenza dalle fonti fossili e dalle oscillazioni dei prezzi».
L’assessore Sebastiano Leo ha ribadito, invece, l’impegno finanziario della Regione Puglia soprattutto nell’ambito dell’istruzione e della formazione: «Siamo certi che le misure volte alla presa in carico dei giovani nella formazione finalizzata all’inserimento nel mondo del lavoro, costituiscano in questo momento uno strumento fondamentale per aiutare tanti giovani a superare la condizione di Neet (cioè i giovani che non studiano e non lavorano), contribuendo a qualificare le competenze più utili per trovare un valido ed efficace inserimento nel mondo del lavoro».
Per l’assessore Rocco Palese, «la sanità non può improvvisarsi, ma deve essere il frutto di una programmazione basata sui dati che sono importantissimi per poter erogare i servizi a favore di una popolazione in progressivo e costante invecchiamento».
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Squarci Expo, dalle ferite all’apertura verso il mondo
Al Circolo cittadino la mostra di Sara Sgrò per ricordare la forza delle donne

Intitolata emblematicamente Squarci, la mostra dell’artista Sara Sgrò, promossa e organizzata dalla consigliera di Parità Antonella Pappadà, con il patrocinio e la collaborazione della Provincia di Lecce, in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle donne.
L’esposizione artistica sarà inaugurata sabato 22 marzo alle ore 19, presso il Circolo Cittadino, in via Rubichi a Lecce e resterà aperta al pubblico, con ingresso gratuito, fino a sabato 29 marzo (dalle 10 alle 13; dalle 16 alle 19).
“Ho voluto ricordare l’8 marzo promuovendo e organizzando questa mostra di Sara Sgrò, per rendere omaggio alle donne che vivono intensamente e che, quando cadono, sono capaci di trovare dentro di sé la forza di ricomporsi, di far uscire fuori tutta l’angoscia e ricominciare ad amarsi. Si rimane catturati dalla bellezza e dal messaggio delle donne rappresentate di questa bravissima artista. Invito tutte e tutti a venire a vedere le sue emozionanti opere”, dichiara Antonella Pappadà, consigliera di Parità della Provincia di Lecce.
PERCHÉ SQUARCI?
Nel dizionario della lingua italiana, questo termine significa letteralmente «larga e profonda fenditura, provocata da un urto o da una recisione, o prodotta sì per separazione o per moto divergente di parti», oppure, in senso figurato, «brano o passo particolarmente interessante di un’opera letteraria o musicale; breve spazio o intervallo di tempo in mezzo ad altre occupazioni».
“Spiegare come nascono i gesti artistici è praticamente impossibile. Meno male. Sia perché questa impossibilità mantiene la magia, o l’illusione di una magia che ti attraversa, sia perché è una buona scusa per non spifferare i propri segreti agli altri. E per mille altre ragioni che non dirò”, afferma Sara Sgrò, pittrice e disegnatrice di origini toscane e calabresi.
“Squarci è venuto un giorno che ero in strada. Si è fatto strada, a sua volta, entrando nel mio foglio, sorgendo dalla mia matita, spuntando dai disegni che componevo. È saltato fuori come una sorpresa. Di cosa parli, squarci, però posso dirlo, o accennarlo. Di quelle fessure dove sono entrate e uscite presenze e mancanze, luoghi, disfunzioni, patologie, ossessioni, pensieri. Delle aperture per mostrarsi e liberarsi. Delle ferite che gettano fuori tutto, per richiudersi in pace. Degli affacci sul nuovo. Dei solchi che restano. Dei varchi nel chissà. Dello stare né dentro né fuori, o dentro e fuori, ma sempre insieme. Di aria che circola, di vento e di fresco, di luce che gioca con l’ombra, della forza a cui cedi ma a cui regali la forma”, aggiunge ancora l’artista.
“Sbucano gli uccelli, dai miei squarci, scodinzolano pesci, si innalzano piantine, si arrampicano fiori, si elevano canti e urla, si avvertono i sussurri degli amanti, si imbiancano pareti, si infilano foglietti e con un colpo sono di là, brulicano vite, avanzano nugoli di foglie e farfalle, grappoli di coriandoli, schiere di bolle evanescenti, soffiano musiche tiepide, i sorrisi lanciano l’assedio, si sgretolano muri, i colori si raccolgono; si fa la conta dei danni per ripartire”, conclude Sara Sgrò che, fin da piccola, ha sviluppato la passione per il disegno, in forma privata, come una sorta di mondo dove rifugiarsi.
L’ARTISTA
Nata nel 1983, Sara Sgrò si è diplomata in grafica pubblicitaria e ha seguito poi una formazione in illustrazione e fumetto.
Nel 2013 decide di trasferirsi in Francia dove rimarrà 6 anni: qui lavora come fotografa di palco per alcuni concerti e segue corsi di pittura dal vivo presso l’accademia della Grande Chaumiere di Parigi.
Comincia a organizzare diverse mostre personali tra la Francia e l’Italia.
LE OPERE
Il primo progetto è Tratti & Tratte, pensieri emigrati a nord, fotografie e disegni che parlano della giovane emigrazione dal Sud Italia, esposto a Parigi nel 2015.
Seguito poi da La MaDonna oggi, dal sacro al mondano, che vuole riportare l’immagine della Madonna in chiave moderna; lo presenta tra Parigi e l’Italia nel 2017.
Un anno dopo nasce Malincromia, una collezione di opere che, come suggerisce il titolo, rappresentano i colori e gli strascichi della malinconia.
A fine 2018 decide di trasferirsi a Napoli, dove lavora come artista di strada.
Sviluppa qui il progetto Orgasmicosmo, trasferendo con l’acquerello le sensazioni, i bisogni e gli stati che l’essere umano ha a contatto con la natura.
Nel 2023 espone a Roma Anni d’amore alla follia, una mostra di acquerelli.
Dopo #statodamore, diventato un hashtag, un lavoro sulle sensazioni, dall’euforia ai silenzi, dell’innamoramento, il suo ultimo progetto è Squarci, sulle lacerazioni in ogni risvolto del termine, dalle ferite all’apertura verso il mondo.
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Continua la rassegna Eventi 2025 organizzata dall’Associazione Culturale Jazz Bud Powell di Maglie, con un ricco calendario di concerti e spettacoli teatrali che porteranno sul palco artisti straordinari e proposte culturali di altissimo livello.
Dal 16 febbraio al 27 aprile, Maglie diventerà il centro della cultura e della musica dal vivo, grazie a un programma che intreccia le atmosfere del jazz contemporaneo con narrazioni teatrali suggestive.
La rassegna si svolgerà presso la sede dell’Associazione Jazz Bud Powell, situata in Largo Stazione 5, una location che da anni si distingue come punto di riferimento per gli amanti della musica e delle arti performative.
Prossimo appuntamento della sezione Teatro sarà domenica 23 marzo, con sipario alle ore 19, con spettacolo BLUE STORIES Storie di Fumo e Sogni Bugiardi con Salvatore Della Villa, voce Serena Serra, chitarre Franco Chirivì, pianoforte Francesco Negro, contrabasso Mattia Marchello.
“Viaggiare deve comportare il sacrificio di un programma ordinario a favore del caso, la rinuncia del quotidiano per lo straordinario“, scriveva Hermann Hesse; quindi, non ci sarà un luogo preciso dal quale salpare, né tantomeno un itinerario prestabilito o una meta.
Spettacoli per abbandonarsi allo straordinario, dimenticare lo spazio ed il tempo, e per magia ritrovarsi al Blue Note, al Cotton Club, forse per qualche istante anche a Woodstock, e ascoltare delle storie molto, molto insolite.
Insetti di kafkiana memoria che si interrogano sulla vita, chitarre con una loro morale ben precisa, musicisti tenaci e coraggiosi, anche di fronte alle minacce dei gangster.
Nel programma della rassegna, i prossimi appuntamenti prevedono: due concerti per domenica 13 aprile, con Gabriele di Franco, Francesco Negro feat. Vanesa Diaz Gil, un trio che fonde voce, piano e chitarra per un viaggio emozionale unico, e per domenica 11 maggio, con Diario di un viaggiatore solitario, un progetto che intreccia sax, loops e voce narrante con Marcello Allulli e Salvatore Della Villa; uno spettacolo di teatro per domenica 27 aprile con Uno, Nessuno e Pirandello, un viaggio tra teatro e novelle di Luigi Pirandello.
Info e prenotazioni: 3780825277 | 3899768558
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- Salvatore Della Villa
- Francesco Negro
- Franco Chirivi
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Cattedrali, opere di Gino De Rinaldis
La mostra, una selezione di una quarantina di opere, è curata da Massimo Guastella al Castello Aragonese di Otranto, visitabile da sabato 22 marzo

Il Castello Aragonese di Otranto ospiterà la mostra Cattedrali di Gino De Rinaldis, curata da Massimo Guastalla.
L’allestimento, che comprende un’accurata selezione di una quarantina di opere, sarà visitabile fino a tutto il mese di aprile, a seguito dell’inaugurazione prevista per sabato 22 marzo alle 17,30.
Fonte di prima ispirazione per l’artista è la Cattedrale di Otranto, da dove è partito tutto.
La scorsa estate la mostra è stata esposta alla Off Gallery del MUST, Museo Storico della Città di Lecce.
Le Cattedrali sono identificabili attraverso le forme costituite dai fili verticali svettanti verso il cielo nella ricerca di avvicinarsi al Divino.
Altre forme sono riconducibili a particolari architettonici delle stesse, come le aperture verticali quali le finestre a bifora o trifora, o anche ai rosoni, ossia le finestre circolari poste solitamente nella facciata principale delle chiese.
A colpire l’attenzione è la tecnica di realizzazione: il colore appare materico, privo di lucentezza, quasi secco e la trama della tela è sapientemente privata di alcune porzioni dei fili posti in orizzontale, che danno forma e forza all’immagine caratterizzata solo da quelli posti in verticale e dal contrasto ottenuto dalla sistemazione di un tessuto nero dietro la tela.
Gino De Rinaldis è nato a Lecce nel 1954 dove attualmente vive e lavora.
Parallelamente alla professione di medico, sua prima attività, coltiva da oltre quarant’anni la propria indole artistica in modo autodidatta.
La prima produzione segue, seppur per un tempo limitato, la via tradizionale della figurazione.
“Dipingo sul retro, con un lavoro che richiede molta energia”, dice Gino De Rinaldis. “Il ritmo della pennellata dipende molto dal mio stato d’animo, dal livello di concentrazione, che deve essere molto intenso. Devo essere rapidissimo. Non dipingo mai sul fronte della tela, sempre da dietro”.
Gli anni Ottanta sono scanditi da sperimentazioni atte a ricercare un linguaggio tanto originale quanto autentico, dalle “essudazioni”, opere generate dall’interazione dello stesso artista con il colore e il supporto ora di carta ora di tela, e sino alle “carte fossili” degli anni Novanta.
Gino De Rinaldis conduce una doppia carriera e, come ricorda Massimo Guastella nel suo contributo critico, “sin dagli inizi espone gli esiti delle sue indagini estetiche alla Galleria Osanna prima e al Telamone poi, gli accreditati spazi salentini diretti da Riccardo Leuzzi”.
Agli inizi del Nuovo Millennio fa proprio il procedimento essudativo, che assume valore semantico, e approda alle “sfilature”.
Con minuzia quasi chirurgica, che rende evidente ai più la sua propensione alla continua ricerca, detesse il supporto, perdendo così la consistenza originaria della tela.
Ottiene lavori che risentono dell’ormai storicizzato legame arti e medicina, opere “che non somigliano ad altre ricerche coeve, come sovente accade ai neofiti”.
Inedito è il trattamento che De Rinaldis riserva al colore, raccontato nel volume Cattedrali edito da Mario Congedo di Galatina.
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