Attualità
Da Pechino al Salento: lo shopping da noi è sempre più cinese
Osservatorio Economico: sono 261 (il 6,23%) le imprese individuali cinesi nella penisola salentina, impegnate principalmente nel settore del commercio (223). Nell’ultimo decennio tante aziende italiane hanno chiuso o lottano borderline per sopravvivere; quelle cinesi, invece, sono floride e, continuamente, ne spuntano di nuove

Da queste colonne abbiamo già altre volte affrontato la questione degli investimenti cinesi nel Salento e della loro espansione a macchia d’olio per quel che riguarda le attività commerciali, dai piccoli punti vendita ai grandi magazzini.
Da anni Surano, giusto per fare un esempio, pare China Town, così come tutti i nostri paesi, (quasi) nessuno escluso, hanno almeno un negozio di matrice cinese. In effetti il metodo pare quello più volte raccontato: dividersi cioè le zone della regione interessata (in questo caso il Salento come già avvenuto per ampie aree di Lombardia, Toscana, Campania, Veneto ed altre regioni di Italia) in modo da non farsi concorrenza tra loro.
Cosicché troveremo più attività commerciali del Paese Orientale solo nei centri più grossi e ben distanziati (e differenziati) l’uno dall’altro.
Notorio anche che gli imprenditori, piccoli e grandi, provenienti dalla Repubblica orientale ricevono aiuti dallo Stato cinese e dalle Province (l’equivalente delle nostre Regioni) per delocalizzare.
Questo, unito alla possibilità di accedere a costi più convenienti alla merce, ovviamente, mette i cinesi in una posizione di vantaggio rispetto ai loro corrispettivi locali e questa resta fonte inestricata di perenne polemica.
Di certo c’è, numeri alla mano, che mentre tante aziende italiane nell’ultimo decennio hanno chiuso o hanno lottato e lottano borderline per sopravvivere, quelle cinesi sono floride e, continuamente, ne spuntano di nuove.
Qual è, però, la reale incidenza sul territorio salentino degli insediamenti commerciali cinesi?
Per comprendere meglio la situazione abbiamo chiesto l’aiuto di Davide Stasi, direttore dell’Osservatorio Economico che ci ha fornito i dati (gli ultimi disponibili sono riferiti al 30 settembre 2019).
Le aziende gestite da extracomunitari in provincia di Lecce sono in totale 4.189.
L’imprenditoria cinese è dietro per presenze soltanto a quelle senegalese, marocchina e pakistana.
Le comunità marocchina e cinese, sono distribuite in modo diffuso su tutto il territorio, mentre per altre nazionalità si assiste a veri e propri fenomeni di clusterizzazione territoriale.
Senegalesi, nigeriani, filippini, ad esempio sono concentrati soprattutto a Lecce città.
Si parla cinese
Sono 261 (il 6,23%) le imprese individuali cinesi nella penisola salentina, impegnate principalmente nel commercio (223).
Se, per le imprese provenienti dagli altri Paesi, però, per la quasi totalità di casi si tratta di piccole attività, spesso venditori ambulanti, quando si parla di imprese cinesi il volume d’affari è nettamente più alto ed ha un effetto decisamente diverso anche nelle sue conseguenze economiche sul territorio.
Dai dati fornitici dall’Osservatorio Economico di Davide Stasi si evince che gli stranieri sono soprattutto commercianti.
Su 4.189 imprese individuali quelle di commercio all’ingrosso o dettaglio sono 3.821, pari al 91,22%.
Di queste ultime, come detto, 223 sono cinesi, suddivise a loro volta in 218 di commercio al dettaglio e 5 di commercio all’ingrosso.
17 imprese del Dragone, invece, sono attive nel campo della ristorazione, 5 confezionano articoli di abbigliamento e tre sono industrie tessili.
Due imprese cinesi sono attive nel campo dei servizi per la persona, una nella riparazione di computer e di beni per uso personale ed un’altra si occupa di alloggi.
Nove aziende, infine non classificate.
Il boom dal 2010
Il boom degli insediamenti extracomunitari in provincia di Lecce si è avuto all’inizio di questo secolo. Fino ad allora soprattutto albanesi e nordafricani, poi il boom dall’Oriente: dal 2010 al 2019 infatti si sono insediate 3.063 aziende, il 73,12% del totale di quelle oggi gestite da extracomunitari in provincia di Lecce.
la bilancia commerciale
Sottolineato che tanti salentini hanno trovato lavoro presso le attività commerciali cinesi, l’ultima nota, sempre basata sullo studio dell’Osservatorio Economico di Davide Stasi, è relativa alla bilancia commerciale. Nel 2018, da gennaio a settembre, abbiamo importato dalla Cina per un valore di quasi 28 milioni ed esportato per poco più di 4 milioni, denunciando un disavanzo di oltre 23 milioni e 500mila euro.
Disavanzo incrementatosi a 29 milioni e 470mila nel 2019, quando, nei primi 9 mesi, abbiamo importato per quasi 35 milioni ed esportato per poco più di 5 milioni di euro.
Giuseppe Cerfeda
Attualità
“Mastodontica e pericolosa”: nasce comitato contro antenna 5G a Castrignano del Capo
La petizione: “Vicino ad una scuola e ad un parco pubblico. Si paventa anche svalutazione immobiliare”

Una parte di Castrignano del Capo è in apprensione per la prossima installazione di un’antenna 5G non lontano dal centro abitato. In paese, un gruppo di cittadini si è riunito in un comitato spontaneo per opporsi all’opera e per segnalarne i presunti rischi.
In una nota diffusa dallo stesso comitato si legge: “Si tratta di un impianto mastodontico che prevede l’istallazione di un traliccio alto 28 metri (come un palazzo di 9 piani!), con 6 antenne ricetrasmittenti, da realizzare a 50 metri dal centro abitato e 150 metri da una scuola con annesso parco pubblico. Oltre all’impatto paesaggistico“, spiega il comitato, “preoccupano i potenziali rischi per la salute. Le radiazioni elettromagnetiche di un’antenna 5G sono state infatti classificate dall’Istituto Internazionale di Ricerca sul Cancro come “possibilmente cancerogene“. Senza trascurare che a poca distanza dal sito interessato esistono altre due infrastrutture analoghe. Si paventa anche una svalutazione degli immobili. Case e terreni ubicati nelle vicinanze subiranno un inevitabile deprezzamento“.
In queste ore il comitato spontaneo si è mobilitato anche per una raccolta firme per richiedere al Comune di bloccare l’autorizzazione all’installazione. Chi volesse unirsi alla petizione può contattare il 348 552 2243.
Appuntamenti
Mafia Agroalimentare
Business criminale: campagne, allevamenti e supermercati nelle mire della criminalità organizzata. Fenomeno diffuso anche nel Salento. Domani a Lecce convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Lecce e dalla Fondazione Osservatorio Agromafie

Dai campi, agli allevamenti fino ai supermercati, l’agroalimentare è diventato un settore prioritario di investimento della malavita con un business criminale che ha superato i 25,2 miliardi di euro.
Salato è anche il conto della criminalità spicciola che è diventata la porta d’ingresso principale nella vita degli imprenditori agricoli; significativo, inoltre, il livello dei reati di truffa e frode informatica.
L’agroalimentare è un settore strategico per l’economia e rappresenta un’opportunità di investimento per diverse tipologie di attori, compresi quelli criminali.
La presenza della malavita in questo settore può avere impatti negativi sulla concorrenza, sulla qualità dei prodotti e sulla salute pubblica.
La malavita può infiltrarsi nella filiera produttiva dell’agroalimentare attraverso l’acquisto di aziende agricole o di trasformazione, o attraverso il controllo dei canali di distribuzione.
Sempre più diffusa la malsana abitudine di usare manodopera irregolare per ridurre i costi di produzione e aumentare i profitti.
Da non sottovalutare, inoltre, la possibilità che la criminalità organizza possa essere coinvolta in frodi alimentari, come la contraffazione di prodotti o la vendita di prodotti scaduti o pericolosi per la salute pubblica.
Ovviamente tutto ciò danneggia l’economia locale e nazionale, attraverso la perdita di entrate fiscali e la distorsione della concorrenza; compromette la sicurezza alimentare e la salute pubblica attraverso la vendita di prodotti pericolosi o contraffatti.
In ultima fase, la presenza della malavita nell’agroalimentare può erodere ulteriormente la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nella capacità dello Stato di garantire la sicurezza e la legalità.
Al fine di approfondire i fenomeni che si stanno sviluppando e diffondendo a macchia d’olio anche nel Salento e consentire agli stakeholder l’adozione di scelte consapevoli, promuovendo la cultura della legalità, domani, venerdì 18 luglio, dalle 10, nella sala conferenze dell’Hotel Torre del Parco a Lecce (Viale Torre del Parco 1), si terrà un convegno dal titolo: “L’economia leccese tra cultura della legalità e lotta alle infiltrazioni malavitose“, organizzato dalla Camera di Commercio di Lecce e dalla Fondazione Osservatorio Agromafie.
Nella locandina in basso, programma e interventi
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Attualità
State guidando? Lasciate perdere il telefonino!
Basta un attimo e rischiate di rovinare la vita di qualcuno e la vostra. Lasciate il telefonino per quando arriverete a casa o in ufficio, se proprio è urgente parcheggiate fate quello che dovete fare e poi ripartite

di Giuseppe Cerfeda
Ci permettiamo di rivolgere una preghiera a chi ci leggerà.
Per favore lasciate perdere lo smartphone quando siete in auto!
Sulle strade del Salento, ad ogni latitudine, sta diventando sempre più una consuetudine, nonostante sia severamente vietato (e punito) dalla legge, guidare e consultare contemporaneamente il proprio telefonino.
Messaggistica o cosa non importa: non si fa!
Basta un attimo e rischiate di rovinare la vita di qualcuno e la vostra.
Anche se siete in un centro abitato e andate piano.
Del resto, una moto, uno scooter, basta urtarlo per rischiare conseguenze anche gravi.
Guardare il telefono, leggere messaggi o controllare le notifiche porta a distogliere lo sguardo dalla strada.
Usare il telefono, anche con vivavoce o auricolari, richiede l’uso delle mani, togliendole dal volante.
L’attenzione del conducente viene deviata dal compito principale, cioè, guidare, causando una riduzione della consapevolezza della situazione stradale.
Del resto, circa il 24% degli incidenti stradali in Italia (uno su 4!) sono causati dall’uso improprio del cellulare alla guida, provocando migliaia di incidenti e vittime ogni anno.
Già l’alta velocità, la fretta che ci perseguita e distrazioni varie, provocano disastri a non finire in strada.
Non è proprio il caso di peggiorare la situazione.
Lasciate il telefonino per quando arriverete a casa o in ufficio; se proprio è urgente, parcheggiate, sistemate le vostre cose e poi ripartite.
È una questione di rispetto per gli altri e per voi stessi.
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