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Attualità

Finchè Reddito di Cittadinanza non ci separi

Anche il Salento pullula di furbetti dell’RdC: gli escamotage più gettonati nella testimonianza di un legale

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di Lorenzo Zito


L’imperituro proverbio “fatta la legge, trovato l’inganno” si addice anche alle misure che regolano erogazione e fruizione del Reddito di Cittadinanza.


In tv si parla spesso dei furbetti dell’RdC: dai percettori non aventi diritto fino a coloro che trovano il modo per aggirare paletti, gonfiare l’importo o convertirlo totalmente in contanti. Il fenomeno è radicato capillarmente su tutto il territorio nazionale: non interessa solo le città di cui sovente si parla sul piccolo schermo.


Abbiamo sondato il terreno dalle nostre parti, seguendo le mosse dei furbetti del Reddito di Cittadinanza salentini.


Prima però, per cogliere appieno la questione, è importante ricordare che la misura nasce con una serie di vincoli per far sì che non si trasformi in uno strumento distorto di sostegno al reddito. In altre parole, è stato normato non solo affinché ne fruisca chi ne ha reale bisogno socio-economico, ma anche in modo che non diventi sfogo a necessità di non primaria importanza o, peggio, sostegno a ludopatie e finanziamento di attività illecite.


Da qui, l’impossibilità di spendere il Reddito di Cittadinanza in armi, giochi che prevedono vincite in denaro, gioielli, transazioni online su siti di e-commerce, spese all’estero ed altre voci assibilabili. Ed anche la conseguente necessità di tener traccia del flusso di denaro speso, ponendo un limite al prelievo in contanti, concesso solo per una parte del totale.


In tanti tuttavia riescono ancora ancora a beffare lo Stato, anche in provincia di Lecce. Abbiamo raccolto la testimonianza di un libero professionista, un avvocato di Tricase che per ovvi motivi manterrà l’anonimato e che, nell’esercizio della sua professione, è venuto a contatto con buona parte di queste dinamiche.


Le separazioni di comodo

Non più matrimoni di comodo, ma finte separazioni.  La nuova moda del momento che capovolge la classica formula matrimoniale del “finchè morte non ci separi”. “Un fenomeno alimentato dal Reddito di Cittadinanza, ed ormai radicato ormai anche in provincia di Lecce, è quello delle separazioni solo sulla carta, allo scopo di percepire un sussidio più alto”, spiega l’avvocato.Sempre più coppie sposate salentine mettono in atto una finta separazione per percepire dei contributi cui altrimenti non avrebbero diritto. Continuano a vivere insieme nel loro rapporto coniugale ma simulano l’avvio di una procedura di divorzio, con relativo cambio di residenza di uno dei due, al fine di presentare due Isee separati. In questo modo, fanno scendere uno (o entrambi) al di sotto della soglia che consente di percepire il sussidio o di gonfiarne l’importo. In tanti si presentano anche presso il nostro studio legale palesando questa intenzione. Ovviamente, ci vediamo costretti a respingerli: simulare una separazione al fine di conseguire un vantaggio economico è un reato. Agevolato oggi da due elementi: innanzitutto dalla legge che da qualche anno prevede la possibilità di separarsi o divorziare senza passare da un avvocato, mediante una domanda semplice, corredata da marca da bollo, da presentare in municipio. In secondo luogo dalle tempistiche: non è previsto un lasso di tempo minimo che trascorra tra la variazione dello status familiare e l’aggiornamento sull’importo da ricevere”.


“Buongiorno, cambia il RdC in contanti?”


Il fenomeno mediaticamente più noto, sul tema, è quello del prelievo cash oltre il limite imposto mediante un escamotage messo in atto con l’ausilio delle attività commerciali. Come spiega l’avvocato: “Anche nei nostri centri, in tanti convertono il sussidio in contanti con la complicità di negozianti del posto. Accade in attività di vario genere, a Tricase e dintorni: dai supermercati ai negozi di generi al dettaglio. Con un finto acquisto, il cliente effettua una transazione con la scheda ricaricabile del Reddito di Cittadinanza. A casa però non porterà alcun prodotto (come invece indicato nella ricevuta) ma un importo in contanti che corrisponde al valore di quel bene non acquistato, meno una commissione. Ossia un importo che il commerciante trattiene per il servizio offerto in violazione della legge. A differenza di quanto visto in tv, però, nei piccoli centri è più difficile trovare negozi che si prestino allo scambio nei confronti di tutti. Nella maggior parte dei casi si tratta di esercenti che hanno già un rapporto di fiducia col cliente o che quantomeno lo conoscono, per abbassare il rischio di essere colti in fallo”.


“Lavoro, ma percepisco il RdC”


C’è poi anche chi non disdegna il lavoro ma, per non farsi mancare nulla, arrotonda con il Reddito di Cittadinanza. Stavolta il proverbio a tema è prettamente salentino, ma è reinventato: non è più detto che “a ci fatica na sarda e a ci no fatica na sarda e menza”. C’è anche chi la “sarda e mezza” se la porta a casa pur non lavorando solo sulla carta. “Tra tutti quelli citati, il fenomeno più diffuso sul nostro territorio è forse proprio quello del lavoro nero di alcuni percettori di Reddito di Cittadinanza. Una richiesta, quella di lavorare senza contratto, che incontra il favore dei già tanti datori di lavoro a caccia di manodopera a nero. L’uno risparmia sulla tassazione, l’altro può richiedere il Reddito di Cittadinanza, in quanto iscritto a registro come disoccupato. Qui entra in gioco anche la responsabilità dei centri per l’impiego: sarebbe bello sapere quante offerte lavorative arrivano a chi percepisce il RdC. Se manca l’incentivo ad entrare nel mondo del lavoro, è difficile sperare in una decisione prettamente etica per chi deve abbandonare il nero”.


Fame o furbizia?


Al passo col grande valzer del Reddito di Cittadinanza c’è quindi anche il Salento. Resta però un interrogativo cui dar risposta: fame o furbizia? Bisogno che spinge oltre la legge, o la legge del più scaltro che conduce oltre il bisogno? Sarà il tempo a fugare ogni dubbio. Intanto, una certezza resta: condotte come quelle qui raccontate fan male a chi ha requisiti e pieno diritto a ricevere il sussidio prima ancora che a coloro che, lavorando, non ne percepiscono. Se il Reddito di Cittadinanza oggi è misura vituperata, prima ancora che dibattuta, è grazie anche a tutto ciò, e non solo alle sue storture.


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Scuola Smart al Comprensivo “Pascoli” di Tricase: “Più dinamici e inclusivi”

Grazie ad una donazione dalla Fondazione Pietro De Francesco, l’Istituto Comprensivo Pascoli di Tricase ha allestito un innovativo ambiente collaborativo plurifunzionale.

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Grazie ad una donazione dalla Fondazione Pietro De Francesco, l’Istituto Comprensivo Pascoli di Tricase ha allestito un innovativo ambiente collaborativo plurifunzionale. Questo nuovo spazio, già a disposizione di tutte le classi, è stato progettato per trasformare la didattica quotidiana in un’esperienza sempre più dinamica e inclusiva.
L’ambiente è stato dotato di strumenti all’avanguardia:
• Arredi modulari: 24 banchi trapezoidali, un tavolo collaborativo e 25 sedie, pensati per favorire il lavoro di gruppo.
• Tecnologia di ultima generazione: 25 Chromebook con relativo carrello caricatore e un monitor touch interattivo da 65 pollici.
• Formazione: Nei prossimi mesi i nostri docenti parteciperanno a corsi specifici sull’uso dei nuovi dispositivi e sulle metodologie didattiche collaborative digitali.
La Dirigente Annamaria Turco spiega: “La Fondazione con questo dono ha voluto fornire ai nostri alunni gli strumenti necessari per lo sviluppo di competenze digitali, di problem solving e di comunicazione, competenze ormai essenziali per i futuri cittadini europei, come indicato dal quadro di riferimento europeo Digicomp 2.3.
Gli arredi e i dispositivi sono pensati nell’ottica della Classe 4.0, promossa dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), e che rappresenta un nuovo modello di ambiente di apprendimento che si discosta dalla tradizionale impostazione trasmissiva per una didattica innovativa, attiva e centrata sullo studente.
I ringraziamenti ufficiali sono stati espressi con profonda gratitudine il 16 dicembre 2025 durante il nostro Recital di Natale alla Dott.ssa Tina De Francesco e alla Dott.ssa Mariangela Martella, rappresentanti della Fondazione, per il loro concreto sostegno alla crescita dei nostri ragazzi. Il nostro plauso va anche alla Prof.ssa Laura Accoto, progettista dell’ambiente collaborativo“.
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Dal Salento spicca il volo “Il sogno di Flip”

Un albo illustrato per parlare ai bambini di inclusività e fiducia in sé, toccando il tema del bullismo

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“Il sogno di Flip” è l’albo illustrato, con testi e disegni di Alessia Urso, illustratrice e grafica di Marittima, pubblicato da Curcio Editore.

Ambientata al Polo Nord, la storia racconta di Flip, un piccolo elfo con una disabilità che sogna di lavorare nella fabbrica di Babbo Natale.
Dopo un episodio di bullismo, grazie alla creatività e all’incontro con un’amica speciale, Flip trova la forza di non arrendersi e costruisce un braccio artificiale che diventa simbolo di riscatto e fiducia in sé. Un racconto dolce e luminoso che parla ai bambini di coraggio, amicizia e inclusione. Disponibile su Amazon

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Presentato il calendario della Polizia locale contro la violenza di genere

Ogni mese, attraverso gli scatti di Giacomo Fracella, racconta un valore, un gesto, un simbolo di rispetto e di tutela…

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Lo speciale calendario della Polizia Locale di Nardò per il 2026 è dedicato al tema del contrasto alla violenza di genere.

Ogni mese, attraverso gli scatti di Giacomo Fracella, racconta un valore, un gesto, un simbolo di rispetto e di tutela. Ci sono, tra le altre cose, un paio di scarpette rosse sul suolo di piazza Salandra, una foto di gruppo delle agenti del Comando di via Crispi, la panchina rossa.

Dietro queste immagini c’è il lavoro quotidiano della Polizia Locale, che con dedizione e sensibilità opera per garantire sicurezza e dignità ai cittadini e ovviamente anche a tutte le donne.

Questa mattina il comandante Cosimo Tarantino ha presentato il calendario nella sede di via Crispi, consegnando una copia al consigliere delegato alla Polizia Locale Gabriele Mangione e all’assessora con delega alle Pari Opportunità Sara D’Ostuni. Presenti anche la consigliera Daniela Bove e la vice comandante Simona Bonsegna.

“Questo calendario – ha detto il comandante Cosimo Tarantino – è un messaggio di coraggio e speranza. Pensiamo che ognuno di noi debba fare la propria parte nel contrasto alla violenza di genere, la Polizia Locale ha ritenuto quest’anno di utilizzare il calendario come importante veicolo divulgativo per sensibilizzare tutti. È importante non abbassare mai la guardia”.

“Questo è un tema che interessa singoli, famiglie e istituzioni – ha aggiunto il consigliere delegato alla Polizia Locale Gabriele Mangione – e ognuno deve affrontarlo nei limiti del proprio ruolo e delle proprie possibilità. Questo calendario è uno strumento istituzionale, ma stavolta anche un segno tangibile di vicinanza nei confronti dei cittadini e di tutte le donne”.

“Ringrazio il Corpo di Polizia Locale – ha detto ancora l’assessora alle Pari Opportunità Sara D’Ostuni – per questa iniziativa di estrema sensibilità e responsabilità. Avere a casa questo calendario ci ricorda ogni giorno che il contrasto alla violenza di genere non può e non deve essere una battaglia episodica, ma costante e generalizzata”.

Dalla prima edizione del calendario della Polizia Locale di Nardò sono passati ormai 24 anni, dedicata all’epoca alla sicurezza stradale e arricchita dai disegni sul tema degli studenti delle scuole primarie. Questa edizione, invece, arriva nell’anno (il 2026) che celebra i 160 anni della Polizia Locale italiana.

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