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Attualità

Traumi stradali in aumento: trend allarmante in Salento

L’analisi dei dati sull’inizio del 2024, forniti dal 118 di Lecce in esclusiva a “Il Gallo”, con il contributo di un professionista del settore

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Il 2024 è iniziato da poco ma fa già registrare un trend sulla sicurezza stradale che preoccupa il Salento: gli interventi del 118 per incidenti nella nostra provincia sono in consistente aumento.


Grazie ai numeri forniti dalla centrale operativa del 118 di Lecce, abbiamo la possibilità di analizzare in esclusiva i dati completi sui traumi stradali nel periodo che va dal 1° gennaio al 15 febbraio 2024. Nel raffronto con lo stesso periodo dello scorso anno, evidenziano percentuali in salita per gli interventi su tutto lo spettro dei codici, da quello bianco a quello nero, con una seria crescita anche dei decessi.


Un dato che mette in allarme: se le premesse sono queste, cosa attendersi per la restante parte dell’anno? Ma soprattutto, perché gli incidenti aumentano? Colpa dello smodato uso del telefono alla guida? Di calo dell’attenzione dei conducenti? Della sicurezza della nostra rete stradale? Fatalità? O un mix di fattori?


Dai numeri non possiamo aspettarci una risposta chiara e diretta, ma il punto di vista di un professionista del settore sanitario può aiutarci a far luce sulla questione. Dopo lo snocciolamento dei dati, qui di seguito, pubblichiamo l’intervento di Gianluca Corvaglia, operatore del 118 dell’Ospedale Cardinale Panico di Tricase, che ci offre il suo punto di vista interno sul tema.


UN CODICE ROSSO OGNI DUE GIORNI


TOT INTERVENTI PER TRAUMI STRADALI +40,71%. Tra il 1° gennaio ed il 15 febbraio 2023 si registravano complessivamente 253 interventi in tutta la provincia di Lecce. Nello stesso periodo del 2024 il dato sale vertiginosamente a 356, spacchettati nei codici che seguono.


CODICE BIANCO +26,67%. Sono i “non urgenti”, quelli che non hanno necessità di essere espletati in tempi brevi. Erano 15 un anno fa, passano a 19.


CODICE VERDE +46,94%. Gli interventi per “urgenza minori”, anche detti differibili, salgono da 98 a 144.


CODICE GIALLO +34,71%. Il livello di urgenza sale: c’è la compromissione di almeno una funzione vitale. Parliamo già delle ambulanze a sirene spiegate cui facciamo largo nel traffico. Erano 121 un anno fa. Sono 163 quest’anno.


CODICE ROSSO +33,33%. Qui il sinistro è grave: il personale del 118 interviene per la compromissione di più di una funzione vitale in almeno uno dei coinvolti. Se ne contano già 24 nell’anno nuovo. Uno ogni due giorni. L’anno scorso il numero era inferiore: 18.


CODICE NERO: DA 0 A 3. Nessun morto per incidente stradale nel 2023 nel periodo di riferimento. Già tre invece i decessi quest’anno.


OSPEDALIZZAZIONI PER NR. DI INTERVENTI


Vito Fazzi di Lecce + 94%


Ospedale di Copertino +46%


Ospedale di Gallipoli +55%


Ospedale di Scorrano +61%


Ospedale di Tricase invariato


Ospedale di Casarano +4,7%


Lorenzo Zito


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Una responsabilità sociale condivisa

La sicurezza stradale è nelle mani di ciascun utente: accrescere la consapevolezza negli utenti aiuta ad arginare il fenomeno


A cura di Gianluca Corvaglia



Quando si parla di incidenti stradali molto spesso si tende a prendere in considerazione solo l’esito, tragico o meno, o la causa evidente che ha scatenato il trauma. Nella stragrande maggioranza dei casi, non viene presa in considerazione, se non dai sanitari, la dinamica dello stesso, che a seconda della sua variazione genera tragedie o semplici incidenti di percorso.


Alla base di ogni trauma della strada distinguiamo varie dinamiche come per esempio: sbandamento, scontro frontale, ribaltamento, tamponamento.


Tali dinamiche ci permettono di capire non solo come è avvenuto il trauma ma anche le probabili conseguenze cui il paziente va incontro. Diffondere informazione su questo tema aumenta la consapevolezza negli utenti della strada e quindi aiuta anche nella sensibilizzazione sul tema della sicurezza stradale.


La prima cosa da tenere in considerazione, in caso di incidenti stradali con feriti, è che, nella maggior parte dei casi, il ferito va incontro a politraumi. È raro infatti che, in un incidente di natura violenta, venga coinvolto uno solo dei distretti corporei (pelle, ossa, vasi sanguigni, organi interni ecc).


La dinamica, seppur come già detto importante, non è tuttavia settoriale. Ad esempio, un paziente che ha avuto un impatto frontale può patire gli stessi danni di un paziente che ha avuto un ribaltamento del veicolo. Ciò che accomuna invece tutte le dinamiche è la decelerazione, che porta a molteplici conseguenze: dalle fratture, anche esposte e scomposte, alle emorragie massive, alle amputazioni traumatiche, passando per tamponamento cardiaco o contusioni polmonari.


Il danno provocato dal trauma è sempre direttamente collegato alla velocità ed all’energia con cui l’impatto avviene. Maggiore la velocità, maggiore sarà la decelerazione all’impatto, maggiore il danno atteso e le conseguenze.


Esistono poi delle casistiche particolari che non presentano grandi evidenze all’esterno ma che potrebbero presentare conseguenze gravi non immediatamente riscontrabili. Si riconoscono grazie ai cosiddetti criteri di dinamica maggiore, che si riferiscono a casi quali l’impatto ad alta velocità, il paziente sbalzato fuori dal veicolo, una deformazione dell’abitacolo o una incarcerazione del paziente nell’abitacolo, una prolungata procedura di estricazione dal veicolo, o un incendio nell’abitacolo.


I dati analizzati in questo caso sugli incidenti nell’inizio del 2024 sul nostro territorio denotano un aumento quasi esponenziale degli interventi del 118 per traumi stradali. Possiamo provare ad approfondirne il significato. L’incremento dei casi non urgenti (codici bianchi) può essere ricondotto a molteplici ragioni, quali aspetti psicosociali territoriali (panico, agitazione post-traumatica dei malcapitati o dei testimoni, credenze relative ad eventuali procedure assicurative ed anche disinformazione sull’utilizzo dei servizi di emergenza) o eventi traumatici di bassa gravità e lieve entità, non riconducibili ad alcuna variante empirica.


Gli interventi del 118 per traumi stradali in regime di ugenza (codice giallo) sono aumentati del 34,71% rispetto al periodo preso in esame del 2024 . Tale aumento seppur significativo risulta inferiore in rapporto ai codici di urgenza minore o non urgenza per molteplici e deducibili ragioni quali per esempio un sovraccarico improprio del servizio per urgenze minori e non urgenze e/o un adeguamento al trend Istat per il 2023 che vede un netta, seppur non ancora significativa, decrescita degli eventi traumatici stradali del 5,4% nel primo semestre in Italia e dei feriti gravi del 9% rispetto al 2019 che è l’anno preso in esame per le politiche preventive del decennio 2020/2030.


Ad allarmare maggiormente sono quegli interventi la cui crescita è meno auspicabile: i codici rossi ed i codici neri. Con questi due ultimi codici, nella maggior parte dei casi le cause che portano al sinistro sono dovute ad un mancato rispetto delle regole della strada, che torna opportuno qui ricordare (in calce).


In merito ai decessi, infine, va detto che si aggiunge anche il numero non esaminabile, per questioni logistiche, di quelli avvenuti in seguito all’ospedalizzazione del 118 presso i centri di pronto soccorso.


Nel complesso, parliamo di numeri che fanno paura e inquietano, seppur riferendosi ad un breve periodo dell’anno e non permettendo ancora una globale e completa valutazione.


Diventa inevitabile quindi una riflessione sul tema, per sottolineare l’importanza di un comportamento adeguato al contesto stradale in cui ci troviamo. Fondamentale è quindi ricordare le regole per un corretto comportamento in strada.


Allacciare le cinture di sicurezza. Indossare il casco. Regolare bene i poggiatesta che devono trovarsi nella posizione corretta per essere efficaci, offrendo un supporto adeguato alla testa e al collo in caso di urto. Mantenere una velocità corretta rispettando tutti i limiti di velocità e sorpassando solo se è sicuro farlo. Rispettare la distanza di sicurezza. Effettuare controlli regolari del veicolo.


Rimanere sempre vigili e fare una pausa ogni 2 ore di guida, assicurandosi di riposare per un totale di almeno 11 ore in un periodo di 24 ore durante un lungo viaggio in macchina. Silenziare il telefono mentre si guida: è necessario attivare la modalità di guida sul cellulare per evitare distrazioni.


Prestare attenzione agli altri (non solo ai veicoli, ma anche alle persone in bicicletta, a cavallo e a piedi). Migliorare la propria visuale di guida. Essere lucidi alla guida, anche per brevi spostamenti, evitando di mettersi alla guida dopo aver bevuto alcool o abusato di sostanze che alterano i riflessi e la prontezza del conducente. Restare calmi durante la guida evitando di perdere il controllo e farsi cogliere di sorpresa da eventuali imprevisti.


Di base, potremmo definire la sicurezza stradale una responsabilità sociale condivisa, in quanto il buon comportamento degli utenti della strada, compresi pedoni e ciclisti, garantisce di gran lunga il miglior modo per aumentare la sicurezza. Bastano delle semplici regole, delle norme di buonsenso che tutti i conducenti possono applicare per contribuire a rendere le strade più sicure e le statistiche quasi nulle.


Attualità

Elezioni a Tricase, giochi fatti? Ancora no

Certe le candidature dell’uscente Antonio De Donno e di Vincenzo Errico (Tricase Insieme). Fratelli d’Italia insiste con Claudio Pispero. Situazione fluida nel centrosinistra. I possibili scenari

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di Giuseppe Cerfeda

In attesa della definizione delle candidature per le elezioni regionali, proseguono a Tricase incontri e trattative per l’appuntamento, cruciale, con le comunali della prossima primavera.

Premessa d’obbligo: le consultazioni regionali, sia la vittoria finale, quindi il nuovo governatore, che i risultati dei singoli candidati consiglieri, potrebbero in qualche modo influenzare le scelte per candidature e liste anche in sede cittadina.

Partiamo intanto dalle certezze, con le candidature già annunciate dai diretti interessati.

IL SINDACO USCENTE

Sarà sicuramente della partita il sindaco uscente Antonio De Donno.

Dopo le disavventure giudiziarie che hanno coinvolto l’ex assessore regionale Alessandro Delli Noci (e quindi l’impasse che ne è conseguita per il movimento politico CON), resta da verificare quale sarà lo schieramento che sosterrà la ricandidatura del primo cittadino uscente.

Detto che si tratterà comunque di liste civiche, tra le ipotesi in ballo c’è anche quella del sostegno di parte del centrodestra.

FRATELLI D’ITALIA

Non solo gli amministratori uscenti vicini a quell’area politica ma anche coloro che gravitano nel mondo di Forza Italia non escludono affatto taòepossibilità.

Non pare dello stesso parere Fratelli d’Italia che, invece, continua a lavorare, sempre con un occhio alle regionali, alla candidatura di Claudio Pispero.

Dal circolo del partito della Meloni, comunque, non pongono veti assoluti a eventuali evoluzioni e, quindi, a una coalizione di centrodestra che si presenti unita alle elezioni.

Danno, però, zero chance all’eventualità di sostenere il sindaco uscente.

CHE SUCCEDE NEL CENTROSINISTRA?

Situazione in evoluzione anche nel centrosinistra.

Gli ultimi sviluppi indicano come possibile candidato l’oncologo Vincenzo Chiuri (proposto dal Partito Democratico e scelto da una rosa che comprendeva anche Anna Maria Girasoli, proposta da Sinistra italiana, e Dario Martina dal Cantiere civico).

L’obiettivo Campo Largo è stato annunciato da mesi (soprattutto dai Dem), insieme alla volontà di presentarsi uniti ai nastri di partenza.

Sulla questione candidato e unità, al momento, però, le bocche restano cucite, anche perché gli equilibri sembrerebbero fragili.

Da quel che siamo riusciti a sapere, ci sarebbe già una bozza di accordo tra PD, Cantiere civico e Sinistra italiana.

Chi ancora, invece, appare perplesso (eufemismo) è “Tricase, che fare?”.

Il movimento fondato da Giovanni Carità è fermo sulla posizione che prevede le Primarie per la scelta del candidato.

Ma il PD, partito che le ha sdoganate, da quell’orecchio pare non sentirci.

Incontri e dialoghi continuano ma, soprattutto sul versante “Tricase, che fare?”, sono molto pessimisti sulla buona riuscita delle trattative.

Resta, invece, da capire cosa faranno coloro che da tempo sono stati indicati (e hanno dato la loro disponibilità) come candidati.

Cosa farà, ad esempio, Andrea Morciano?

Secondo i soliti bene informati l’ingegnere sarebbe sponsorizzato dall’ex segretario provinciale del PD Ippazio Morciano e dal gruppo che a Tricase ne fa riferimento.

All’interno della coalizione di centrosinistra, al momento, però, non non ci sarebbe una convergenza totale rispetto alla sua candidatura.

FANTAPOLITICA?

C’è anche chi, fedele al motto di andreottiana memoria («A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina»), ipotizza uno scenario (quasi) da fantapolitica.

Secondo tale ipotesi, potrebbe accadere che Chiuri, che ha dato la propria disponibilità solo nell’eventualità di Campo Largo, non confortato dall’auspicata unità di intenti, faccia un passo indietro.

E a quel punto? A quel punto, stretti nei tempi e nelle possibilità, Dem, Cantiere civico e Sinistra italiana potrebbero (dovrebbero?) sostenere Andrea Morciano. Solo fantapolitica? Chissà…

Da noi interpellato, Andrea Morciano ha confermato «la volontà di candidarmi».

Poi ha chiarito: «Non voglio essere fonte di divisione per chicchessia. Centrosinistra? Certo, è la mia comfort zone, l’area a cui appartengo. Vedremo… Di certo sarò contro l’attuale amministrazione».

TRICASE INSIEME

«Confermatissima» la candidatura di Vincenzo Errico a capo del movimento civico “Tricase Insieme”, mentre si sono perse le tracce di Fernando Dell’Abate che, come raccontano le solite gole profonde, in tempi non sospetti, avrebbe avanzato la propria candidatura, trovando la strada sbarrata nel centrosinistra, l’area a cui, da ex socialista, storicamente appartiene.

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Approfondimenti

“Per grazia ricevuta”: Piemontese, assessore sanità Puglia, crea d’emblée 2mila posti di lavoro

Nonostante cinque aziende sanitarie da 17 giorni siano senza direttore generale e non si veda alba, la Regione si prepara a lanciare tre concorsoni: due dei quali saranno gestiti proprio da Asl senza un manager…

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di Luigi Zito

Quello che non succede in 5 anni, a volte, si sa, può accadere a pochi giorni dalle elezioni: siano esse comunali (alzi la mano chi non si fatto dare “una liccata di asfalto”, davanti casa poco prima del voto); provinciali, quando Presidente o Assessori, come la Madonna, si appalesano in città e chiedono una “citazione” nelle urne: e giù a concedere, promettere, santificare e beatificare, tutta Grazia sprecata o mal riposta, perché sanno che non è deificata, ma solo vanagloria.

E fin qui siamo nell’ordine naturale delle elezioni.

Quello che supera il livello di indignazione e tracima nella vergogna assoluta, ai limiti della sconcezza, e chiede vendetta, è quanto sta accadendo per le nostre elezioni regionali.

Nonostante cinque aziende sanitarie da 17 giorni siano senza direttore generale e non si veda alba, la Regione si prepara a lanciare tre concorsoni: due dei quali saranno gestiti proprio da Asl senza un manager.

Mille posti ciascuno per infermieri e Oss, mentre la terza procedura darà il via alla mobilità intraregionale per permettere spostamenti tra le varie aziende.

Ricapitolando: 2mila posti di lavoro creati d’emblée, come infermieri e Oss, dei quali un terzo (circa 700) saranno su Foggia, città del Vicepresidente e assessore alla Sanità e Benessere animale, Sport per tutti, Raffaele Piemontese, prodigo di carità e col vizio delle buone azioni.

Questi concorsi erano attesi almeno da maggio, ora una circolare del dipartimento Salute conferma che la pubblicazione è «imminente», e dunque la scadenza delle domande potrebbe arrivare proprio a ridosso della tornata elettorale del 23 e 24 novembre prossimi, anche se le prove si svolgeranno non prima di aprile-maggio.

Quando si dice avere una “faccia di tolla”, ma qualcun altro asserirà che “in politica la menzogna è una componente imprescindibile”.

Come possiamo difenderci: quando nel segreto dell’urna dovremo apporre quella “citazione”, per non ricevere un’altra villania del genere, dobbiamo saper distinguere il “grano dalla pula”, il bianco dal nero, le “facce di tolla” da quelle linde, correte, sincere e leali.

Ricordiamocene.

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Approfondimenti

L’ambasciatore Cristina: “Ho conosciuto Putin e il Dalai Lama, che esperienze”

«Il Salento, è la terra di mia nonna, è la terra dove venivo d’estate a Tricase, per le vacanze, dove avevo dei carissimi amici che sfortunatamente non ci sono più è la terra dei miei antenati alla quale mi sento di appartenere”…

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di Ercole Morciano

Cristina Funes-Noppen è ambasciatore onorario del Belgio (lei stessa preferisce l’appellativo di ambasciatore a quello di ambasciatrice essendo quest’ultimo usato per indicare la moglie dell’ambasciatore, NdR), e da un po’ di tempo vive buona parte dell’anno in Salento, a Tricase, dove ha comprato un’antica dimora, quasi attaccata alla chiesa matrice, adattandola ai suoi bisogni,

Figlia di ambasciatore ha seguito le orme paterne e dopo gli studi accademici a carattere diplomatico ha percorso la sua carriera come ambasciatore del Belgio in numerosi Paesi nei vari continenti tra cui Zambia, Kenya, India, Tailandia, Marocco, Austria e Argentina, senza dimenticare che in tutte le sue destinazioni, come ambasciatore residente, copriva anche larghe giurisdizioni riguardanti altri vari Paesi.

È stata anche coordinatore di tre direzioni al ministero degli affari esteri: Diritti dell’Uomo, Nazioni Unite e Disarmo.

Ha ricoperto inoltre le funzioni di rappresentante permanente presso l’O.N.U e di commissario speciale per la cooperazione e lo sviluppo.

Dopo aver seguito le orme paterne in ambito professionale, l’ambasciatore segue ancora oggi le inclinazioni della madre, Maria Noppen De Matteis, pittrice e “star mondiale del surrealismo anche se poco conosciuta in Puglia” (bari.repubblica.it > cronaca 2022/12/19 news).

Nata nel 1921 nel castello baronale dei Sauli di Tiggiano, cui apparteneva la madre, dove le è stato allestito un museo permanente delle sue opere, Maria Noppen De Matteis, verso la fine degli anni ’50 e i primi ’60, d’estate villeggiava col marito e la figlia Cristina a Tricase-Porto, nella casa di Angelico Ferrarese, posta in una splendida posizione panoramica e vicina al villino di Gaetano Sauli, suo parente.

La giovanissima Cristina (Cri-Cri per le amiche e gli amici) era bionda, solare, molto bella, vivace, dal sorriso incantevole che “faceva girare la testa” ai giovanissimi rampolli delle famiglie-bene di Tricase-Porto in quel periodo caratterizzato dalla spensieratezza e dalla gioia di vivere.

La vena artistica di Cristina Funes-Noppen ne fa un personaggio veramente eclettico e sorprendente perché, oltre a dipingere, ella scrive con successo, in francese, romanzi e saggi storico-letterari dai quali traspare la sua speciale cultura maturata a diretto contatto con i popoli delle nazioni dove ha esercitato il ruolo diplomatico.

Gli ultimi suoi due romanzi, editi nel 2023 e nel 2025, si intitolano “Ils étaient six” e l’altro “Équivoques”. Il primo, narra la vicenda dei criminali nazisti che alla fine della II guerra mondiale si nascosero in Argentina.

La trama si svolge a sud delle Ande, in piena cultura “quechua” e consente al lettore, in filigrana, di seguire l’evoluzione politica dell’Argentina negli anni 1945-1983.

L’ultimo, contiene quattro romanzi gialli che danno informazioni su diversi Paesi, Kenia, India, Thailandia e un dialogo spiritoso sulla morte.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA

Perché il Salento e Tricase?

«Il Salento è la terra di mia nonna, è la terra dove venivo d’estate per le vacanze, dove avevo dei carissimi amici che sfortunatamente non ci sono più – ma ci sono i miei cugini, è la terra dei miei antenati alla quale mi sento di appartenere malgrado le mie molte peregrinazioni nel mondo, è infine la terra dove mi sento a casa. Nonostante la mia nazionalità belga sono rimasta profondamente salentina».

È soddisfatta della sua scelta? Ombre e luci?

«Se consideriamo il tipo di vita che si ha qui rispetto a quello di altri Paesi, occorre riconoscere che qui la qualità della vita è più umana. E poi, il patrimonio naturalistico, architettonico, storico, e culturale, nell’insieme, è di alta qualità e ampiamente godibile».

«HO CONOSCIUTO PUTIN»

Tra i diversi Capi di Stato o di governo da lei conosciuti, come racconta nel suo libro Chroniques impertinentes… ancora in carica tra gli altri vi è Vladimir Putin.

«Ho conosciuto Vladimir Putin nel 2001 quando è venuto in visita ufficiale in Belgio. Io ero all’epoca commissario speciale e pertanto fui invitata alla cena di gala. Non ci siamo parlati molto, però mi diede l’impressione che ci teneva ad avere buoni rapporti con l’Europa. Non mi sembrò nemmeno che terrorizzasse i suoi collaboratori.

Di fianco a me era seduto il suo consigliere per le questioni nucleari che aveva abusato della “divina bottiglia”, come dicono i francesi, e pertanto cantava in francese durante tutta la cena suscitando l’ilarità dei commensali, compreso Putin.

Cantando a squarciagola, non dava certo l’impressione di temere il suo presidente, il che non succede normalmente nelle cene ufficiali di gala e tanto meno di fronte a quello che è supposto essere un dittatore sanguinario.

Nella mia carriera ho incontrato vari dittatori e posso assicurare che davanti a loro nessuno dei collaboratori al seguito si sarebbe permesso di cantare».

GLI OSTAGGI

Due aneddoti, uno triste e l’altro lieto, nei suoi ricordi di ambasciatore.

«Il primo, andato a buon fine, riguarda due ostaggi di Medici senza Frontiere presi dall’armata di liberazione del Sud Sudan e liberati dopo una trattativa durata 20 giorni in cui i guerriglieri vollero trattare solo con me, al telefono, di notte.

Non ci chiesero nessun riscatto come invece per ripicca accadde dieci giorni dopo, con un altro ostaggio francese, la cui trattativa durò tre mesi e si chiuse con l’esborso di un’ingente somma di denaro. Questo mi fu precisato, ridendo, dal mio collega francese che pretese che era tutta colpa mia se la SPLA si era rifatta sul suo governo! L’aneddoto triste riguarda invece due belgi, un ragazzo che lavorava per le Nazioni Unite e sua moglie.

Erano spariti da 5 anni e i due miei predecessori non erano riusciti ad avere notizie certe.

I genitori speravano e le autorità pretendevano che fossero ancora vivi. È una storia romanzesca che si svolse in Thailandia e in Cambogia. Da quello che finalmente sono riuscita a scoprire seppi che erano stati uccisi dai Khmer Rossi, forse con la complicità dell’esercito thailandese e eventualmente con risvolti riguardanti il traffico di opere d’arte.

Testardamente impegnata, dopo molte peripezie, e dopo aver insistentemente discusso con i due re, Shianouk e Bhumipol, fui messa in contatto con il capo dell’esercito thailandese e con i Khmer Rossi che mi consegnarono le spoglie che io affidai alle famiglie, le quali ebbero almeno la consolazione di sapere cos’era successo ai loro figli e di potere seppellirne i corpi».

IL DALAI LAMA EMETTE UNA ENERGIA POSITIVA

La persona che più ha lasciato traccia nel suo animo durante la lunga carriera diplomatica?

«È stato di certo il Dalai Lama: una persona assolutamente fuori dal comune che emette un’energia positiva straordinaria e trasmette alle persone che incontra una carica di felicità. E ho il privilegio di avere ancora dei contatti sporadici con questo sant’ uomo, grazie al quale la cultura tibetana continua a sopravvivere malgrado l’occupazione della Cina che fa di tutto per eradicarla.

Perciò il Dalai Lama ha deciso che dopo la sua morte non si reincarnerà nel Tibet per evitare che i Cinesi arrestino la sua reincarnazione (che potrebbe essere anche una bambina) e la sostituiscano con una di loro scelta come fecero con il Panchen Lama (figura importante nel buddhismo tibetano).  Il Panchen Lama che si era reincarnato nel Tibet. fu arrestato quando aveva solo 6 anni nel 1995, rimpiazzato con un ragazzino che conveniva alle autorità cinesi e nessuno sa, da allora, dove si trovi il vero Panchen Lama».

Chroniques impertinentes

“…Un libro che si caratterizza per una libertà di spirito, un tono a volte mordace, esotico e cosmopolita. Un libro istruttivo, politicamente scorretto…ma così giusto! Un libro prezioso che deve essere letto da coloro che s’interessano alla diplomazia e agli affari di questo mondo”.

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