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Cronaca

Accusato di violenza sessuale: assolto

Otranto, presunta aggressione ad una donna mentre faceva jogging: dissolta l’accusa a carico di un 40enne di Giurdignano

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Il locale Commissariato di Pubblica Sicurezza, la mattina di sabato 26 novembre 2011, dopo essere stato allertato da una telefonata d’emergenza su un caso di violenza sessuale, aveva fermato un quarantenne di Giurdignano, che, provenendo da Otranto, faceva rientro a casa a bordo della sua vespa 50. Accompagnatolo nei propri Uffici, fu invitato a declinare le proprie generalità e quant’altro valesse ad identificarlo, perché sospettato di essere l’autore della violenza sessuale subita da una donna di Otranto mentre era intenta a fare footing in una strada di campagna fra Otranto e Giurdignano.


L'avvocato Sergio Santese

L’avvocato Sergio Santese


Nella circostanza, mentre si svolgevano le formalità di rito all’interno del Commissariato, il 40enne, incrociando la vittima, fu riconosciuto dalla stessa come l’autore di quell’aggressione. Inevitabile, dunque, la conseguente accusa a sua carico di violenza sessuale, da parte del Pubblico Ministero della Repubblica presso il Tribunale di Lecce, dott.ssa Paola Guglielmi.


La vittima denunciò che quel sabato mattina stava facendo jogging allorquando fu all’improvviso aggredita da una persona a lei sconosciuta che la raggiunse di spalle, cingendole il collo con il braccio e al contempo strofinandole il viso contro il collo. La donna, allora 32enne, riferì che pur essendo stata immobilizzata dal suo aggressore, riuscì a divincolarsi dalla presa sferrandogli una gomitata e allontanandosi immediatamente correndo verso la propria auto.


Mentre fuggiva incontrò un contadino che lavorava sui fondi limitrofi, al quale raccontò l’accaduto descrivendogli le fattezze dell’uomo e allertò la polizia poi intervenuta sul posto. La vittima riferì ai poliziotti che in conseguenza dell’aggressione subita, poiché indossava una collanina, aveva riportato un graffio sul collo e contusioni al piede destro.


Sulla base delle indicazioni fornite dalla parte offesa e dal contadino, fu identificato e fermato il 40enne di Giurdignano nei pressi del cimitero a bordo di una Vespa 50. Tratto a giudizio con la grave accusa di violenza sessuale, il 40enne, rimasto contumace, difeso dall’avvocato Sergio Santese, nei giorni scorsi, è stato assolto dalla seconda sezione penale del Tribunale di Lecce (Presidente Roberto Tanisi) per non aver commesso il fatto.

Il Tribunale, infatti, condividendo pienamente l’articolata linea difensiva dell’imputato, ha ritenuto che le risultanze istruttorie emerse nel corso del dibattimento non consentivano di ritenere provata la penale responsabilità del 40enne in ordine al delitto ascrittogli.


Ed invero, nel corso dell’istruttoria dibattimentale, le dichiarazioni rese dalla vittima non hanno permesso di appurare con certezza l’identità dell’aggressore, in quanto la donna ha riferito di essere stata aggredita da persona a lei sconosciuta, precisando di non aver visto bene il viso di colui che le aveva usato violenza. La stessa vittima nell’immediatezza dei fatti, chiedendo aiuto al contadino gli chiese se conoscesse un soggetto dalla corporatura robusta con una Vespa 50 nera. Le indagini, sulla scorta di quanto ritenuto dall’agricoltore, si concentrarono subito sul 40enne di Giurdignano.


Il Tribunale, invece, accogliendo la tesi difensiva, ha statuito che il successivo riconoscimento della vittima all’interno del Commissariato era del tutto insufficiente, in quanto si trattava di una deduzione effettuata dal contadino sulla base di una descrizione giuntagli indirettamente dalla vittima non supportata da immediati riscontri visivi, atteso che il bracciante agricolo quel giorno non vide né il volto dell’aggressore, essendo distante dal luogo del fatto, né incontrò prima o dopo la vicenda il 40enne nelle vicinanze delle campagne dove avvenne l’episodio narrato dalla parte offesa.


Inoltre, al riguardo della circostanza che la vittima avesse incontrato il 40enne nei locali del Commissariato di Otranto, riconoscendolo come l’autore dell’aggressione, ha motivato che non poteva essere considerata decisiva ai fini dell’affermazione della responsabilità penale dell’imputato. Ciò in quanto il riconoscimento del 40enne, avvenuto in quel modo, non poteva considerarsi “ricognizione di persona” perché non eseguito a norma di legge, che prevede specifiche formalità e procedure da osservare, ma che nella circostanza non furono rispettate, divenendo così inutilizzabile nel processo.


Il Tribunale ha rigettato così la condanna a tre anni di reclusione che il pubblico ministero in udienza, dott.ssa Stefania Mininni, aveva invocato nei confronti dell’imputato.


Cronaca

Taglio del nastro: bentornato Ponte Ciolo

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Come avevamo anticipato sulle colonne del nostro ultimo numero cartaceo, oggi è stato il grande giorno del Ponte Ciolo. Il giorno in cui ha riaperto al traffico, sotto “una nuova luce”.

Il taglio del nastro questo pomeriggio per lo storico ponte in località Gagliano del Capo (Lecce), il ponte iconico del Salento lungo la strada provinciale 358, la litoranea della costa adriatica, che si staglia per una lunghezza di 60 metri a picco sul mare in corrispondenza di un’insenatura rocciosa profonda circa 30 metri.
    Simbolo, negli anni ’60, di un filone di ingegneria strutturale altamente innovativa, il ponte è tornato da oggi a nuova vita, riaperto alla percorrenza dopo essere stato chiuso per un anno per i lavori di risanamento, consolidamento e adeguamento sismico e funzionale finanziati dalla Provincia di Lecce con risorse del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
    Alla cerimonia di riapertura del ponte, con la l’accensione dell’illuminazione, alla presenza del presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, hanno partecipato autorità civili e religiose per salutare il passaggio della prima vettura.
    La struttura originaria, ad arco sagomato, è stata progettata dall’ingegnere leccese Antonio La Tegola e realizzata dalla Provincia di Lecce tra il 1962 e il 1967.

Era stata già sottoposta, negli anni, ad altri interventi di manutenzione.

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Specchia, movimenti turistici: partono i controlli della Polizia Locale

Avviata una serie di verifiche riguardanti la comunicazione da parte degli operatori del settore ricettivo. Per le omissioni o ritardi sanzioni fino a 600 euro

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La stagione turistica è alle porte e con essa arrivano anche i controlli per garantire il rispetto delle normative vigenti.

A Specchia, la Polizia Locale ha avviato una serie di verifiche riguardanti la comunicazione dei movimenti turistici da parte degli operatori del settore ricettivo.

Questa iniziativa è volta ad assicurare il rispetto delle leggi regionali che regolamentano il settore turistico e puniscono le violazioni con sanzioni amministrative.

Il Comandante della Polizia Locale di Specchia Andrea Zacà ha sottolineato l’importanza del rispetto delle norme, richiamando l’attenzione sull’articolo 10 quinquies della Legge Regionale 52/2019.

Questo articolo assegna ai comuni le funzioni di vigilanza e controllo in materia turistica, con l’obiettivo di contrastare forme illegali di ospitalità e garantire il rispetto degli obblighi di comunicazione dei movimenti turistici.

La normativa regionale, nello specifico l’articolo 10 della Legge Regionale 57/2018, prevede sanzioni per le violazioni relative alla mancata trasmissione dei dati sui movimenti turistici.

Sanzioni che possono variare a seconda della gravità della violazione, includendo multe che vanno da euro 100 a euro 600.

Ad esempio, l’omessa trasmissione mensile dei dati comporta una sanzione che può arrivare fino a euro 600, mentre un ritardo nella trasmissione può essere sanzionato con multe che vanno da euro 100 a euro 300.

In conclusione, i controlli della Polizia Locale di Specchia riguardanti la mancata o tardiva comunicazione dei movimenti turistici mirano a garantire il rispetto delle normative regionali e a contrastare le pratiche irregolari nell’ospitalità.

È essenziale per gli operatori nel settore ricettivo adempiere ai requisiti di comunicazione dei dati al fine di evitare sanzioni amministrative e promuovere una gestione trasparente e conforme alle regole del turismo nella regione.

 

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Cronaca

Volontariato o lucro? Associazione nei guai

Indagine della Guardia di Finanza. Corrispettivi non dichiarati al fisco per un milione e 300mila euro. Il rappresentante legale e l’amministratore di fatto della onlus sono stati denunciati

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I militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Lecce hanno verificato la posizione di un’associazione culturale di formazione e promozione, risultata essere evasore totale negli anni d’imposta 2019 e 2020.

In particolare, la citata associazione, con sede in Lecce, negli anni oggetto del controllo, avrebbe perseguito scopi di lucro in contrasto alle finalità previste da statuto.

Diochiarata come associazione culturale i formazione e promozione era, invece, protagonista di un notevole giro d’affari, con master post laurea al prezzo di 7mila e 500 euro.

L’ammontare dei corrispettivi non dichiarati al fisco è stato determinato in un milione e 300mila euro. Il rappresentante legale e l’amministratore di fatto dell’asserita onlus sono stati denunciati alla competente Autorità Giudiziaria per le ipotesi di reato di omessa dichiarazione, atteso che l’imposta evasa è stata quantificata dai Finanzieri in oltre 300mila euro, ammontare superiore alla soglia di punibilità stabilita dalla normativa penaltributaria.

Vale la pena ricordare ancora una volta che l’evasione fiscale costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico perché distorce la concorrenza e l’allocazione delle risorse, mina il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato e penalizza l’equità, sottraendo spazi di intervento a favore delle fasce sociali più deboli.

  • foto in alto di repertorio
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