Cronaca
Antimafia: coinvolti anche amministratori locali
Tra i 78 indagati, 21 arrestati e 5 in fuga. E tra gli indagati, anche l’ex sindaco di Squinzano
L’operazione “Vortice – Deja vù”, che ha portato all’arresto all’alba di ieri di 21 persone da parte dei carabinieri del Ros, è l’ultimo passo di una inchiesta scattata nel 2008. Anni di indagini alle spalle degli esponenti della frangia leccese della Sacra Corona Unita, in particolare tra i comuni di Squinzano, Trepuzzi, Campi e dell’hinterland leccese.
Gli arrestati sono in realtà 21, e non 26 come detto nella giornata di ieri, perchè 5 tra i destinatari dell’ordinanza cautelare sono sfuggiti alla cattura. Si tratta dei tutt’ora ricercati fratelli Antonio e Patrizio Pellegrino, al momento in Germania, di Alessio Fortunato, Sergio Notaro e Cedric Cyril Savary, che si trova in Francia.
Tutti attori protagonisti nell’associazione a stampo mafioso che si occupa di usura, traffico di droga e spaccio internazionale. Una organizzazione che si estende anche nell’amministrazione pubblica arrivando addirittura in municipi e comandi dei vigili urbani.
Tra i 52 indagati nell’orbita delle inchieste (oltre agli arrestati), infatti, ci sono anche i nomi dell’ex assessore provinciale Fernanda Metrangolo (attuale presidente del consiglio comunale squinzanese), dell’ex sindaco di Squinzano, Gianni Marra e del Comandante della Polizia Municipale del medesimo comune, Roberto Schipa. Tutti in pieni rapporti con i già citati fratelli Pellegrino.
In particolare, a focalizzare l’attenzione sull’amministrazione squinzanese, l’assegnazione di qualche anno fa di una casa popolare proprio ad uno dei due fratelli, che richiedeva l’alloggio per la madre, dichiarata affetta da problemi psichici ma in realtà non in cura per alcun problema mentale.
Al momento l’ex primo cittadino di Squinzano è indagato a piede libero per abuso d’ufficio, così come lo sono per falso ideologico l’ex comandante dei Vigili Urbani e per corruzione Fernanda Metrangolo, peraltro madre di Carlo Marulli, uno degli arrestati nella giornata di ieri.
Marulli rappresenterebbe il ponte tra il clan mafioso e gli indagati rappresentanti del Comune di Squinzano. Un uomo presente nei consigli comunali, dove faceva sentire la sua voce con fare minaccioso, e impegnato anche in ambito sportivo, con fini ben precisi. Il 42enne, infatti, ha ricoperto il ruolo di presidente della squadra di calcio Real Squinzano, di proprietà dei fratelli Pellegrino, col preciso obiettivo di ottenere la benevolenza del paese e ripulirsi agli occhi dei cittadini.
Ma veniamo proprio alla lista dei 21 finiti in cella, tra cui il suddetto Marulli del ’72. Si tratta di Alessandro Bruni del ‘57, Saida Bruni detta “Margot” del ‘93, Gianluca Candita del ’72, Gianlcuca Caracciolo, detto “Frasola” del ’62; Fabio Caracciolo dell’82; Patrick Colavitto dell’80; Damiano De Blasi del ’90; Giovanni De Tommasi del ’60; Liliana De Tommasi dell’89; Gaetano Diodato del ’69; Angelo Di Pierro del ’91; Salvatore Elia dell’81; Annamaria Lamarina del ’73; Salvatore Milito del ’72; Luca Mita dell’86; Fathi Rahmani detto “Petit” dell’85; Alberto Russo dell’85; Ilde, detta “Gilda” Saponaro del ’66; Giovanni Tramacere del ’75; Luigi Vergine del ’74.
Arresti scattati in seguito alla documentazione delle attività illecite del clan Pellegrino, capeggiato dal cosiddetto “Zù Peppu”, Francesco Pellegrino, e tenuto in piedi da Sergio Notaro e dai soliti fratelli Patrizio e Antonio Pellegrino.
Gli investigatori hanno indagato anche sull’area d’influenza del boss della Scu Giovanni De Tommaso che avrebbe impartito direttive dal carcere tramite la moglie, incontrata nei colloqui.
Oltre a estorsioni, usura e gioco d’azzardo, dal sodalizio tra le famiglie della Scu sarebbe nata una fiorente rete di spaccio internazionale in grado di far arrivare cocaina, hashish e marijuana dalla Francia, tramite l’indagato Savary e i suoi contatti colombiani e spagnoli. Una rete che si sarebbe dovuta espandere verso la Danimarca, passando anche per la Germania.
Il tutto bloccato in tempo dal blitz di ieri carabinieri del Ros, frutto delle indagini condotte dal nucleo investigativo provinciale guidato dal capitano Biagio Marro e favorite dalla collaborazione di un pentito di Mesagne.
Cronaca
Disvelata l’epigrafe dedicata a Vittorio Aymone
Dopo il convegno, tenutosi sempre a Tricase, presso la Sala del Trono, di palazzo Gallone, dove sono intervenuti: il sindaco di Tricase, Antonio De Donno, a far gli onori di casa; il professor Hervè Cavallera…
È stata disvelata questa mattina, sabato 13 dicembre 2025, presso la dimora natale, sita in Largo Sant’Angelo, a Tricase, un’epigrafe dedicata all’avvocato Vittorio Aymone.
Dopo il convegno, tenutosi sempre a Tricase, presso la Sala del Trono, di palazzo Gallone, dove sono intervenuti: il sindaco di Tricase, Antonio De Donno, a far gli onori di casa; il professor Hervè Cavallera, docente dell’Università del Salento e presidente dell’erigenda epigrafe; Antonio De Mauro, presidente dell’ordine degli avvocati di Lecce; l’avvocata Viola Messa, vicepresidente del consiglio distrettuale di disciplina; e il magistrato Vittorio Raeli, di Tricase, presidente della Corte dei Conti in Emilia-Romagna.
Presenti anche, oltre ad stuolo di avvocati amici e parenti, il sindaco di Matino, Giorgio Salvatore Toma e il senatore Rosario Giorgio Costa, sempre di Matino.
Nell’epigrafe dedicata al compianto avvocato, si legge: “Maestro nella scienza del Diritto espresse nell’oratoria forense. Nell’impegno politico ed in quello accademico l’immagine classica del vir bonus acque dicendi peritus dando lustro a Tricase, al Salento, all’Italia”.
Cronaca
Presicce-Acquarica: droga, spari e morte
Un uomo è deceduto per un malore dopo aver aggredito i poliziotti durante la perquisizione. Nella stessa operazione arrestati un uomo del posto e la sua compagna. I controlli erano stati innescati da segnalazioni in merito a recenti sparatorie riconducibili a contrasti tra personaggi coinvolti nel traffico di droga
Gli agenti della Polizia di Stato hanno svolto un articolato servizio di controllo del territorio di Presicce-Acquarica, a seguito di informazioni che segnalavano recenti sparatorie riconducibili a contrasti tra persone coinvolte nel traffico di sostanze stupefacenti.
L’attività, condotta dal Commissariato di Pubblica Sicurezza di Taurisano con il supporto dei Reparti Prevenzione Crimine e della Squadra Mobile della Questura di Lecce, ha permesso di effettuare una serie di perquisizioni domiciliari.
Nel corso dell’intervento, all’atto dell’accesso in una delle abitazioni oggetto di controllo, Stefano Urso (risultato poi residente a Salve), presente all’interno ha aggredito gli operatori di polizia.
Durante le concitate fasi, l’individuo ha improvvisamente accusato un malore, perdendo conoscenza.
Gli agenti hanno prestato i primi soccorsi in attesa dell’arrivo del personale sanitario.
Nonostante i tentativi di rianimazione, l’uomo è deceduto. L’Autorità Giudiziaria ha disposto gli accertamenti medico-legali per chiarire le cause del decesso.
Le attività di perquisizione hanno intanto consentito di rinvenire crack per un totale di 36 grammi e oltre 800 euro probabile provento di spaccio, strumenti di pesatura di precisione, e di accertare un allaccio abusivo alla rete elettrica.
All’esterno dell’abitazione è stato sequestrato anche un veicolo che presentava fori e segni d’arma da fuoco, elemento coerente con le segnalazioni iniziali relative alle sparatorie.
Al termine delle operazioni, due persone sono state arrestate in flagranza per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e furto aggravato.
Si tratta di Antonio Viola e della sua compagna Alessia Potenza, entrambi del posto, condotti dagli agenti al carcere di Lecce.
Proseguono gli accertamenti investigativi per ricostruire il contesto di tutti gli accadimenti.
Cronaca
Poggiardo: «L’ultimo regalo»
Un manifesto a firma del Coordinamento Civico per la difesa di Ambiente e Salute di Poggiardo e Vaste, apparso in città, conferma il malcontento generale per la proroga decisa a Bari
Sull’impianto di trattamenti dei rifiuti recentemente oggetto di una (ulteriore) proroga interviene il Coordinamento Civico per la difesa di Ambiente e Salute di Poggiardo e Vaste.
Nelle ultime ore in città è apparso un manifesto sull’argomento (immagine in basso alla pagina)
«Non potevamo restare ancora silenti», aggiungono dal Coordinamento Civico, «dinanzi all’ultimo affronto subito dalla nostra comunità per mezzo dell’ultima delibera della giunta regionale con la quale – probabilmente confidando di passare inosservati essendo tutte le attenzioni dell’opinione pubblica rivolte alla tornata elettorale – presidente ed assessori regionali uscenti hanno ulteriormente prorogato fino al 31 dicembre 2026 le attività dell’impianto di Trattamento Meccanico Biologico di Poggiardo la cui chiusura era prevista per il 2 giugno 2025».
«Il fallimento della politica di gestione dei rifiuti, incapace dopo 15 anni di trovare soluzioni e alternative valide ed efficaci», proseguono, «non può ricadere sulla salute e sulle tasche dei nostri cittadini i quali, dopo aver subito quest’anno un aumento della tassazione, si apprestano a subire ulteriori rincari a causa dell’avvio del nuovo servizio di raccolta dei rifiuti i cui costi paradossalmente risultano cresciuti rispetto a prima così come appurato in Consiglio comunale».
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