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Cronaca

Cortocircuito Poste, Inps sospende l’invalidità civile

A chi non sapeva neppure di essere stato invitato a visita medica. La denuncia dello Spi Cgil: «Numerose lamentele, l’Istituto prima di sospendere si accerti dei motivi che impediscono alle persone di rispondere alla convocazione»

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L’invito dell’Inps non arriva in tempo e l’Istituto sospende il trattamento. Una pioggia di lamentele si sta abbattendo in queste settimane sull’Inps: tante pensionate e pensionati si stanno rivolgendo al Sindacato Pensionati Italiani (Spi) di Lecce per denunciare disagi e ingiustizie. L’Istituto sta sospendendo l’erogazione di molte prestazioni soggette a revisione (fino ad avviare in alcuni casi la procedura di revoca), anche a chi avrebbe ancora diritto al beneficio e a chi non ha fatto nulla per meritarsi un provvedimento così penalizzante. Tutta colpa del corto-circuito tra Inps e Poste Italiane, probabilmente. A pagare le spese dei disservizi e della mancata organizzazione, però, sono i cittadini.


Cortocircuito


Lo Spi Cgil Lecce, attraverso il Patronato Inca, sta assistendo diverse pensionate e pensionati in una vicenda dai tratti grotteschi. Citiamo un caso emblematici. L’Inps ha invitato a visita medica un pensionato per accertare la permanenza dei requisiti sanitari per la pensione di invalidità. La data riportata sulla lettera è il 10 novembre scorso; la visita medica fissata per il 6 dicembre. Tutto lineare in apparenza. Peccato che la raccomandata sia stata presa in carico da Poste Italiane solo il 1° dicembre nel centro operativo di Fiumicino (Roma), passata in lavorazione prima nel centro di Bari (il 2 dicembre), poi nel centro di Casarano (il 4 dicembre). La lettera torna in lavorazione a Bari il 6 dicembre (fino al 14…), poi il 15 ancora in lavorazione nel centro del comune di residenza del pensionato ed infine “in consegna” il 29 dicembre, ossia un mese e mezzo dopo essere stata scritta e 23 giorni dopo la data della visita. Tutto tracciato sul sito delle Poste.


Sospensione


Ovviamente il 6 dicembre l’invalido civile non si è presentato a visita. Per cui è scattato immediatamente quanto previsto in queste fattispecie: in caso di assenza senza giustificato motivo, verrà avviata la revoca del beneficio. Con grande solerzia, in effetti, già il 7 dicembre, il direttore provinciale dell’Inps ha firmato la lettera di sospensione della prestazione (un assegno che oscilla tra circa 300 euro mensili e circa 650 euro mensili), con invito a giustificare entro 90 giorni i motivi dell’assenza, pena la revoca definitiva. La lettera, scritta il 7 dicembre, presa in carico il 21 a Fiumicino e il 27 a Bari, è giunta infine al destinatario proprio il 29 dicembre. Per cui il malcapitato pensionato ha ricevuto contemporaneamente due raccomandate dall’Inps: l’invito alla visita medica e pure la sospensione dell’assegno.

Denuncia


Lette le lettere, il pensionato si è subito rivolto allo Spi Cgil Lecce, che attraverso il Patronato Inca ha chiesto la revoca della sospensione ed una nuova data per la visita medica.


«Stiamo ricevendo moltissime lamentele. Tanti cittadini si ritrovano nella medesima condizione descritta prima. Bisogna tenere presente che sono sottoposti ad accertamento periodico non solo gli invalidi civili, ma anche i beneficiari della legge 104, alcuni beneficiari di assegni ordinari, chi gode dell’accompagnamento. A noi non interessa di chi sia la colpa della ritardata convocazione: di sicuro non possono essere pensionate e pensionati ad essere penalizzati. L’Inps potrebbe organizzare meglio il meccanismo delle convocazioni, inviando gli inviti con maggiore anticipo», spiega il segretario provinciale dello Spi Lecce, Gioacchino Marsano.


Secondo la segretaria generale dello Spi Lecce, Fernanda Cosi, «l’Inps deve avvisare pensionate e pensionati con un congruo anticipo e prima di sospendere o peggio revocare una prestazione deve assicurarsi che l’utente abbia ricevuto la comunicazione. Né è pensabile, davanti a una platea di persone fragili e spesso non in condizioni di utilizzare computer ed internet, nascondersi dietro l’alibi della tecnologia, rispondendo alle persone che si lamentano che “ormai è tutto telematico”. Ci sono famiglie intere che si mantengono anche grazie a questi sussidi: sospenderli significa complicare loro la vita. Ed è inaccettabile».


Attualità

Pista Porsche: le associazioni incontrano la Regione

La Sezione Sud Salento di Italia Nostra: «La sospensione dell’accordo di programma tra Regione Puglia e Nardò Tecnical Center provvedimento necessario per una serena valutazione del progetto di ammodernamento degli impianti della Porsche». Nei prossimi giorni in programma un incontro tra Regione Puglia e le associazioni Sezione Sud Salento di Italia Nostra, Comitato Custodi del Bosco dell’Arneo e Gruppo di Intervento Giuridico

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Dopo le proteste, il provvedimento adottato nella serata di ieri dal Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, con cui ha sospeso l’Accordo di programma, sottoscritto con la Porsche e che prevede la realizzazione di altre piste di collaudo ed una serie di altre opere e infrastrutture che comporterebbero la distruzione di 200 ettari di area boscata e macchia mediterranea, è accolta favorevolmente dalla Sezione Sud Salento di Italia Nostra che, sin dall’agosto scorso, si è attivata costantemente con una serie di azioni «al fine di evitare la devastazione di un habitat prioritario tutelato da specifica Direttiva Europea».

Tra l’altro era stata proprio la Sezione Sud Salento di Italia Nostra che, unitamente al Comitato Custodi del Bosco dell’Arneo e al Gruppo di Intervento Giuridico, aveva chiesto nelle scorse settimane al governatore Emiliano e ai componenti della giunta regionale pugliese la sospensione – in autotutela e in applicazione  dell’ Art. 28 del Codice dell’Ambiente, dei relativi provvedimenti in presenza di impatti ambientali negativi, imprevisti, ulteriori o diversi, l’interruzione dei lavori, anche al fine di evitare imminenti ed irreparabili pregiudizi ai beni ambientali, attraverso la sospensione dell’efficacia della Delibera della Giunta regionale pugliese  n.1096 del 31 luglio 2023 e del Decreto n. 537 del 20 novembre 2023,  emesso dallo stesso Emiliano, con i quali si approvava e si dava esecutività all’Accordo di programma con la Nardò Tecnical Center della Porsche.

Tale richiesta, conseguente al ricorso al TAR di Bari presentato dalle suddette associazioni, era motivata da una serie di ragioni tra cui, come ricordano il presidente della sezione Sud Salento di Italia Nostra Mario Fiorella ed il segretario di giunta Marcello Seclì, «la mancanza del preventivo dibattito pubblico, come previsto dalla L.R. n. 28/2017, che non aveva consentito un’adeguata conoscenza e valutazione da parte dei portatori di interessi diffusi, degli impatti ambientali dell’opera e che tale carenza aveva inciso nella valutazione dei presupposti per la procedura di deroga in presenza di valutazione di incidenza negativa sul sito, violando così l’Art. 6 della Direttiva “Habitat”, per la mancanza di una rigorosa valutazione delle soluzioni alternative, violazione che Italia Nostra aveva dettagliatamente segnalato alla Commissione europea, che poi si era attivata riservandosi di valutare la sussistenza dei presupposti della procedura di deroga».

Nel frattempo dall’assessorato all’ambiente della Regione è pervenuto l’invito alla Sezione Sud Salento di Italia Nostra, unitamente al Comitato Custodi del Bosco dell’Arneo e al Gruppo di Intervento Giuridico, ad un incontro da tenersi nei prossimi giorni per discutere proprio in merito all’Accordo di programma relativo al Progetto della N.T.C. della Porsche.

Per tale incontro le associazioni invitate si stanno attivando «per conoscere i termini del provvedimento adottato dal Presidente Emiliano e i relativi atti pervenuti alla Regione Puglia da parte della Commissione europea».

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Cronaca

Matino: addio al re dei jeans

Si è spento nella notte Cosimo Romano che creò la Melti’nPot brand capace di conquistare Europa, Usa ed anche Russia

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È morto Cosimo Romano, creò la Meltin’Pot marchio che ha fatto al storia dei jeans in Italia. Aveva 85 anni.

Quando molti emigravano alla ricerca di migliori opportunità in altre zone d’Italia o all’estero, Romano ha saputo creare un impero nel Salento, facendo di Matino la patria nostrana del jeans.

Negli anni d’oro Spa produceva oltre 13mila capi di abbigliamento al giorno.

Il suo brand fu capace di conquistare, oltre l’Italia, Europa ed anche Stati Uniti.

Tutto nacque negli anni Sessanta quando l’imprenditore salentino con un passato da contadino, autista e titolare di un autolavaggio

Fondò, insieme alla moglie, un piccolo laboratorio artigianale per la confezione di abiti da lavoro.

Ebbe l’intuizione, tra i primi in Italia, di importare dagli Usa i tessuti Denim.

Nel 1994 insieme ad Augusto, suo figlio, creò il marchio Meltin’Pot.

Melting’pot (tradotto in italiano come “crogiolo”,”calderone”) è l’espressione che si usa per indicare quel tipo di società cosmopolita che permette la commistione di individui di origini, religioni e culture diverse con il risultato di costruire un’identità condivisa, favorendo così la convivenza di gruppi etnici differenti.

Dopo l’acquisizione della tedesca Jeans Fritz Gmbh, diventò uno dei brand più importanti del continente.

Dopo lo scioglimento dell’Unione sovietica sbarcò anche in Ungheria (a Budapest) ed in Russia.

A Mosca in molti ricordano ancora il suo negozio annunciato dalla grande insegna Salentini” (foto in basso) che proponeva ai russi anche altre eccellenze della nostra terra.

All’inizio del nuovo secolo le prime crepe e l’inizio del declino dell’impero dei jeans made in Matino.

Dal 2005, complice la scelta di molti marchi di delocalizzare e di scegliere fornitori nei paesi dell’Est, il gruppo Romano, che ha sempre proseguito la propria attività di terze parti, risente di un periodo di crisi che impatta indirettamente sul marchio Meltin’ Pot e viene alleviata dal buon andamento dei negozi Fritz, la catena di 25 negozi in Germania, che continua a dare buoni profitti. Il rilancio è lento, mentre la produzione viene smistata fra Italia e Nord Africa.

Nel 2019 dopo il fallimento decretato dal Tribunale di Lecce viene ceduto all’asta il complesso aziendale Romano Srl che comprende impianti, macchinari, attrezzature, beni immobili, stock di magazzino (tessuti, filati e accessori vari, capi diversi e gli asset immateriali (marchio Meltin’Pot, domain name, ecc.) viene ceduto all’asta.

Nel 2022 il marchio è rilevato dalla Eligo Milano.

 

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Cronaca

Droga ed armi, arresto a Leverano

Aveva con sé cocaina, eroina, marjuana e hashish: Rinvenute anche una pistola, due scacciacani prive di tappo rosso e 43 cartucce a salve

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Durante un’attività di polizia giudiziaria, gli agenti del Commissariato di Polizia di Nardò hanno tratto in arresto un uomo di 33 anni di Leverano per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione di arma clandestina.

I poliziotti hanno proceduto alla perquisizione personale, estesa in seguito al veicolo ed alle abitazioni del 33enne, e hanno sequestrato circa 13 grammi di droga, tra cocaina, eroina, marjuana e hashish, un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento insieme alla somma di 120 euro.

In seguito, continuando il controllo, sono state rinvenute una pistola clandestina, due pistole scacciacani prive di tappo rosso e 43 cartucce a salve.

L’indagato verrà associato presso il suo domicilio in attesa della convalida dell’arresto.

 

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