Cronaca
Inchiesta Re Artù: “Cad di Gagliano fu chiuso per favorire ospedale di Tricase”
Il Comune di Gagliano, in una nota, commenta gli sviluppi dell’inchiesta sulle scelte dell’Asl in merito alla rete nefrologica provinciale

Il Comune di Gagliano del Capo commenta gli sviluppi dell’inchiesta Re Artù sta scavando sugli intrecci tra politica e sanità in Salento. In particolar modo, il Comune di Gagliano ha diffuso una nota in cui con dovizia di particolari osserva le risultanze emerse dalle indagini rispetto a quanto riguarda la struttura ospedaliera di Gagliano. Nel documento, che pubblichiamo di seguito integralmente, si sottolinea come le scelte dell’Asl di Lecce in merito alla rete nefrologica della provincia non solo sarebbero andate a svantaggio del “Daniele-Romasi”, ma sarebbero state dettate dall’intento di favorire economicamente l’ospedale “Panico” di Tricase.
La nota del Comune di Gagliano
Le cronache giudiziarie su politica e sanità di questi ultimi giorni hanno messo in luce ipotesi di accordi corruttivi tra gli indagati che, purtroppo, avrebbero riguardato direttamente anche il nostro Ospedale “Daniele-Romasi” di Gagliano del Capo.
Da ciò che si apprende dagli organi di informazione la Guardia di Finanza avrebbe focalizzato l’attenzione sulla posizione dell’Ospedale “Panico” di Tricase e sulle iniziative della Regione in merito alla rete nefrologica e dialitica della Provincia di Lecce.
Gli inquirenti hanno accertato che l’Ente Ecclesiastico “Pia Fondazione Card. G. Panico” era dotato di 26 posti letto dislocati presso il Centro Dialisi a Santa Maria di Leuca e che nel triennio 2015/2017 la struttura aveva superato il plafond di spesa assegnato dalla Regione Puglia registrando cospicue prestazioni c.d. “extra-tetto” per 15 milioni circa di euro.
L’accordo di partenariato tra ASL Lecce e l’Ospedale “Panico” prevedeva tre diverse percentuali di rimborso per le prestazioni erogate, che vanno dal rimborso integrale al 100% per le prestazioni erogate dal Centro Dialisi di Leuca, a quella del 91% per quelle erogate presso la struttura pubblica di Ugento ed infine del 50% per quelle erogale presso la struttura di CAD di Gagliano.
I militari hanno constatato che l’Ente Ecclesiastico “Panico” ha erogato prestazioni dialitiche esclusivamente tramite il CAD privato di Leuca (tipologia A con rimborso al 100%) e non tramite il CAD pubblico di Gagliano del Capo (Tipologia B).
Si legge nello specifico che «la cessazione del CAD di Gagliano del Capo derivava, di fatto, non dalla mancanza di dotazioni e strutture tecnologiche, ma dalla mancata attuazione dell’accordo da parte dell’ente privato che ne avrebbe dovuto assicurare il funzionamento. E il direttivo ASL, piuttosto che sollecitare l’ente privato al rispetto delle pattuizioni, optava per la discutibile scelta di chiudere una struttura pubblica dotata di macchinari certamente costosi, pagati con denaro pubblico. Per altro verso, la dismissione del CAD pubblico costituiva un indubbio vantaggio per il Panico, definitivamente affrancato dalla previsione contrattuale meno remunerativa e consolidava il trasferimento di ingenti risorse finanziarie assegnate all’ASL Lecce in favore dell’Ente Ecclesiastico».
Per la verità, lo smantellamento e la dismissione di tutte le apparecchiature del Centro Dialisi dell’Ospedale di Gagliano (avvenuti il 18 dicembre 2020 e costati somme cospicue di denaro pubblico) ci avevano sin da subito notevolmente preoccupato, infatti il 21 dicembre 2020 abbiamo inviato ai vertici della Asl Lecce una Pec chiedendo le ragioni poste alla base di tale decisione e ci veniva risposto che il trasferimento dei posti letto/rene ubicati presso il distretto Socio Sanitario di Gagliano rientrava da tempo nei piani dialitici regionali e della Asl.
Abbiamo l’obbligo e il dovere morale, prima che giuridico, di seguire con la massima attenzione e con tutti gli strumenti e le facoltà che l’ordinamento ci riconosce l’evolversi di tale vicenda giudiziaria.
Speriamo che saranno smentite le ipotesi corruttive descritte dagli inquirenti e confermate dal Giudice delle Indagini Preliminari nell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari, perché se dovessero essere definitivamente accertate sarebbe gravissimo il danno causato all’Ospedale di Gagliano e a tutta la popolazione del Capo di Leuca.
Oggi non possiamo fare altro che attendere la conclusione delle indagini e le successive risultanze processuali, tuttavia possiamo assicurare che continueremo a non lesinare né tempo né energie perché si faccia chiarezza sulla vicenda e sia riconosciuto all’Ospedale di Gagliano ciò che gli spetta.
Cronaca
Tricase: incendio a ridosso del rione di Caprarica
In fiamme macchia mediterranea e sterpaglie alle spalle del Castello, pericolosamente vicino ad alcune abitazioni

Altro giro altro incendio. A Tricase come in tanti luoghi del Salento.
Per i poveri (nel senso di sfiancati) vigili del fuoco la media, a Tricase, è di un incendio al giorno da domare.
Ieri erano impegnati a spegnere le fiamme nei pressi del nuovo cimitero, vicino al Cosimina, e a lungo una vasta cappa di funo aveva dominato la zona.
Questo pomeriggio le fiamme stanno divorando (proprio in queste ore) macchia mediterranea e sterpaglie proprio vicino al rione di Caprarica, alle spalle del Castello, pericolosamente vicino ad alcune abitazioni.
Tanto per cambiare caschi rossi (del locale distaccamento) in azione.
La situazione sembra progressivamente peggiorare, almeno a giudicare dalla frequenza degli incendi, e il caldo torrido non promette certo di migliorare le cose.
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Cronaca
Droga e soldi facili, arrestato 19enne
Già noto sin da minorenne alle forze dell’ordine, era tenuto sotto osservazione perché ritenuto artefice del giro di droga che circola sulla piazza dello spaccio di Melendugno e dintorni

L’ultima indagine antidroga portata a termine dai carabinieri di Lecce si è conclusa con l’arresto di un ragazzo di 19 anni, attratto dall’illusione dei soldi facili.
Il giovane è una… vecchia conoscenza delle Forze dell’Ordine, perché implicato già da minorenne in vicende legate agli stupefacenti.
Per questo motivo i militari dell’Arma erano convinti che negli ultimi tempi fosse di nuovo entrato a far parte del giro di droga che circola sulla piazza di spaccio di Melendugno e dintorni.
I carabinieri hanno quindi avviato un’indagine e per qualche giorno sono stati alle costole del ragazzo per controllare le sue abitudini, comprese le frequentazioni.
Alla fine, gli uomini della caserma di Melendugno, insieme ai colleghi del Nucleo Operativo e Radiomobile di Lecce, si sono presentati alla porta dell’abitazione dove il ragazzo vive insieme ai genitori.
Quindi, dopo avergli spiegato i motivi della visita, hanno controllato da cima a fondo tutte le stanze.
Arrivati a perquisire il garage, i carabinieri hanno trovato, sopra uno scaffale, un involucro di cellophane con dentro cento grammi di cocaina e più di duemila euro in contanti, ritenuti provento di precedenti vendite di droga.
Ai militari dell’Arma però, non aveva affatto convinto il ritrovamento di una chiave di autovettura nascosta nell’imbottitura di un cuscino nella sua camera da letto, che, secondo la versione del 19enne, non serviva a nulla in quanto quell’auto si trovava parcheggiata in un altro paese che non voleva rivelare.
Con quella chiave in mano, gli investigatori hanno cominciato a setacciare tutti i parcheggi e le strade nei dintorni dell’abitazione del ragazzo, alla ricerca di autovettura della corrispondente marca e modello.
Dopo aver schiacciato per l’ennesima volta il pulsante per disinserire l’antifurto, un’auto si è illuminata e si è aperta.
Nell’abitacolo sono stati trovati tutti i documenti del giovane, compresa la patente di guida e, soprattutto, sono stati sequestrati altri seicento euro in contanti, trovati nascosti in un borsello, dentro un portaocchiali e perfino sotto un’alettae parasole.
Il 19enne è stato quindi arrestato con l’accusa di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio.
La droga sequestrata sarà analizzata in laboratorio per appurarne il principio attivo.
I dettagli dell’operazione sono stati illustrati al Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Lecce, che ha disposto gli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida.
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Casarano
Ferisce compagna e madre di lei con le forbici poi si butta da una finestra
L’uomo, dimesso dall’ospedale, ha trovato i carabinieri pronti a portarlo in carcere. Questo, infatti, sarebbe solo l’ultimo episodio di una fila lunghissima di maltrattamenti

I carabinieri della Stazione di Casarano, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 24enne del luogo, il quale si trovava ricoverato presso l’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce.
L’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Lecce, giunge a conclusione di una complessa attività d’indagine, avviata in seguito a un grave episodio verificatosi nella notte del 13 giugno proprio a Casarano.
Alle ore 1,30 circa, presso la propria abitazione in centro, durante una violenta lite conviviale, l’uomo ha colpito con delle forbici la convivente e la madre di lei, procurando loro lesioni al capo, al dorso e agli arti superiori.
Successivamente lo stesso si sarebbe lanciato da una finestra, riportando traumi e una frattura a un arto inferiore.
I Carabinieri del Nucleo Radiomobile e della locale Stazione sono intervenuti prontamente sul posto.
Le due donne sono state trasportate all’Ospedale di Casarano ed entrambe sono state dimesse con una prognosi di 10 giorni mentre il giovane, cosciente e non in pericolo di vita, è stato inizialmente portato all’Ospedale di Gallipoli, poi trasferito al “Vito Fazzi” di Lecce per le lesioni riportate.
Le indagini condotte dai Carabinieri, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Lecce, hanno rivelato che quanto avvenuto non era un episodio isolato ma parte di una serie di maltrattamenti protrattisi sin da gennaio 2025, come documentato dalle denunce presentate dalle vittime.
In seguito alla dimissione dall’ospedale, avvenuta ieri mattina, l’arrestato è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Lecce, dove resta a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che valuterà l’evolversi della posizione dell’uomo.
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