Castrignano del Capo
Migranti soccorsi dalla Guardia di Finanza al largo di Leuca
In arrivo dalla Turchia con condizioni meteo avverse a bordo di una barca a vela. Sbarcati 79 migranti, tra afgani ed iraniani: intere famiglie con figli ed anche nipoti
Probabilmente partiti dalle coste della Turchia, dopo circa 5 giorni di viaggio, 79 migranti, la maggior parte dei quali afgani, sono sbarcati a Santa Maria di Leuca.
Sono arrivati nel corso della scorsa notte dopo aver affrontatao la traversata con condizioni meteorologiche tutt’altro che accoglienti.
L’avvistamento di una barca a vela, da parte di una motovedetta del Reparto operativo navale della Guardia di Finanza, è avvenuto sotto una fitta pioggia poco dopo la mezzanotte.
Sul molo, ad attendere i migranti i volontari del comitato di Lecce della Croce Rossa italiana, con l’ausilio dei servizi del comitato regionale, degli operatori del Reparto di sanità pubblica e del Servizio migrazioni per le attività di restoring family links, il cui compito è quello di far si che le famiglie riescano a riunirsi.
Erano infatti ben 17 i nuclei familiari a bordo dell’imbarcazione, anche gruppi con più figli e persino nipoti al seguito.
Tra gli sbaracato vi erano 16 iraniani (tredici uomini e 3 donne).
Gli altre, 63, invece, spono tutti provenienti dall’Afghanistan (22 uomini, 4ragazzi minorenni, 11fra bambini e adolescenti, 17 donne, 4 ragazze al di sotto dei 18 anni, 5con meno di 14).
Dopo lo sbarco ne porto di Leuca, tutti sono stati visitati e rifocillati prima del trasferimento al centro di prima accoglienza “Don Tonino Bello” di Otranto.
Alezio
Serravezza della Lilt: “Bisogna cambiare paradigma, tornate in campagna, coltivate sano”
Nonostante le cure, i passi da gigante fatti dalla ricerca, le morti sono in leggera crescita rispetto a 40 anni fa. E parliamo dei tumori al seno, perché se tocchiamo altre neoplasie, come quelle allo stomaco, al pancreas, ed altre è un’ira di Dio: sono tutte in aumento!
intervista esclusiva
Giuseppe Serravezza della LILT: “Qui si muore più che altrove”
«Sono stanco di ripetere sempre le stesse cose, diciamoci la verità, fuori dai denti: il mercato vuole i malati!».
Questa la risposta, laconica, ricevuta dal dott. Giuseppe Serravezza, 73 anni, a commento di una trasmissione televisiva, andata in onda la sera prima, che affrontava il tema delle dipendenze, della malattia e dei tumori e che la dice lunga sul pensiero critico dello stesso.
Sempre pronto, disponibile all’ascolto, gentile ma prone alla lotta contro il cancro, (battaglia che conduce da decenni con discreto successo), Serravezza, ci accoglie nella sede della Lilt di Casarano, pronto a difendere con vigore quella che, da 31 anni, è la sua creatura ed i suoi malati: l’associazione provinciale Lilt di Lecce.
«È uno sconforto vedere, sentire che l’OMS, il Ministero della Salute e tutti gli attori deputati sono pronti a denunciare, a parlare di questi scottanti temi. Il risultato finale qual è? Non se ne fa nulla».
Ci scatta una foto della situazione nel Salento?
«Siamo in controtendenza: nella nostra provincia, nel 2021, si sono registrati 2.482 decessi per tutti i tipi di tumore, contro i 2.360 dell’anno precedente; tradotto si ha un tasso ‘grezzo’, per 10mila abitanti, pari al 31,99%, nettamente superiore rispetto alla percentuale nazionale, che si attesta sul 29,43%, ed a quello pugliese del 27,36%».
È un triste ritornello: “Qui si muore più che altrove”.
«Gli ultimi dati Istat disponibili ci rivelano che la “strage silenziosa” continua. Allarmante è il dato del primato nazionale per mortalità del tumore del polmone in provincia. In salita anche i tumori della vescica (in entrambi i sessi), e del tumore al seno per le donne. Pensa, solo nel 2021 sono morte, per il cancro alla mammella, 162 donne».
Vogliamo parlare di politica?
«Parliamo delle scelte scellerate di certi politici. Proprio qualche sera fa ho avuto modo di parlare alla gente di Lequile, a proposito della costruenda centrale a biometano che sarebbe dovuta nascere nel territorio, sulla strada per Copertino, e dicevo loro: “È ora di aprire gli occhi, nulla si muove per caso, dietro ci sono sempre convenienze e accordi politici”.
Questi signori (le aziende), vengono a bussare dove sanno che qualcuno gli aprirà. Vengono a raccontarci frottole, a proporre follie. Ci stanno prendendo per i fondelli: coltivare mais, colza, ecc. per poi bruciare e produrre biometano… ma di cosa stiamo parlando? Con la desertificazione in atto, non potrà mai funzionare.
Noi dobbiamo ritornare al passato, invertire la tendenza, praticare una agricoltura sana, quella dei nostri nonni, senza utilizzare concimi, fosfati e quant’altro!».
Anche nel Salento sono in aumento i casi di tumore tra i giovani?
«Certo, tutti i dati lo dimostrano: la generazione X (nati fra il 1965 ed il 1980) e i millennials (metà anni ottanta e i primi anni 2000), hanno un rischio maggiore di ammalarsi, rispetto alle generazioni precedenti, di 17 tipi di tumore.
Mi lasci precisare, dopo questi numeri da Cassandra, e dare speranza: oggi nel Salento l’80% delle donne che si ammalano al seno guarisce!
Tanto più guarisce se vi è una diagnosi precoce, che non è fare prevenzione: la prevenzione la possiamo fare ai bambini o a quelli ancora nel grembo materno, il nostro destino è già segnato.
Oggi su 60mila donne che si ammalano di cancro al seno in Italia, l’80% guarisce, mentre, 40 anni fa, su 20mila che si ammalavano, il 50% moriva».
Lo reputa un successo questo?
«Certo, per la scienza! Di fatto, però, è una sconfitta per noi medici. Perché, nonostante le cure, i passi da gigante fatti dalla ricerca, le morti sono in leggera crescita rispetto a 40 anni fa. E parliamo dei tumori al seno, perché se tocchiamo altre neoplasie, come quelle allo stomaco, al pancreas, ed altre è un’ira di Dio: sono tutte in aumento!
Bisogna cambiare la strategia, fare prevenzione seria, concreta, indire una battaglia alle cause, chiedersi: perché mi sono ammalato? Che tipo di vita conduco? Bandire il fumo, l’alcool, la cattiva alimentazione che provoca obesità, le diete ricche di grassi».
Ci spiega cosa è il Centro Ilma?
«È una sfida del Salento al cancro. Un Istituto polifunzionale per la ricerca e la prevenzione dei tumori (e si trova sulla provinciale Gallipoli-Alezio). È un progetto di iniziativa popolare, preciso, senza soldi pubblici, che costa all’incirca 10 milioni di euro. Si farà prevenzione e ricerca. è un ospedale per sani e, speriamo, sarà in funzione dal 2025 ».
Diceva del fattore ambientale.
«Il fattore ambientale è determinante, al di là della genetica. Sappiamo che un 3-4% dei tumori può essere ereditario, è provato, ma il continuo aumento della malattia coincide soprattutto con l’aggravamento dal contesto in cui viviamo.
Infatti, ciò che faremo in quella struttura, sarà anche cercare di capire le cause e monitorare, paese per paese, ogni tre anni con dei dati, lo stato di salute dei cittadini.
Vivo quotidianamente con pazienti che hanno il cancro al seno e sapete cosa mi dicono? Maledetto il giorno che sono guarita!».
Come mai, dottore?
«Perché e una vita di m… mi rispondono, non è più vivere! Noi siamo responsabili del destino dei nostri bambini, sappiatelo: è nelle nostre mani. Non fare nulla è un crimine! Stiamo offrendo loro un futuro malato.
L’epigenetica oggi ci dice che fattori come l’età, l’esposizione a contaminati ambientali chimici e fisici, la dieta, ecc., possono cambiare dei geni senza modificare la sequenza del DNA.
L’ambiente agisce sui nostri geni in diversi modi, attraverso ciò che mangiamo, che respiriamo, che viviamo. Il luogo in cui abitiamo, la qualità del cibo, le esperienze di vita, la qualità delle cure materne, il supporto sociale, le emozioni che proviamo, influenzano la nostra biologia».
Cosa fare per chi è in difficoltà?
«Informarsi. Oggi abbiamo tutti i mezzi. Possibilmente parlare con il contadino che abbiamo nelle vicinanze e assimilare le sue abitudini. Non entrare mai in nessun supermercato! Specialmente le mamme con i bambini, tenersi alla larga dalla grande distribuzione: li c’è tutto, cibi processati e confezionati con veleni, da paura!
La pizza surgelata, mai!
Tu mamma devi fare una pizza genuina ai tuoi figli! Non la sai fare?! Fatti aiutare dalla nonna, dalla zia, da chi ha conoscenze. Purtroppo, siamo diventati una società di edonisti ed egoisti, drogati di benessere e così stiamo uccidendo le generazioni future: ci preoccupiamo più della nostra salute (anche a 90 anni) di quella dei nostri nipoti!
Tornate in campagna, coltivate in modo sano, genuino, come si faceva una volta, praticate il buon senso ed informatevi, questo vuol dire ambiente e salute».
Quanti sono i Lilt Point nel Salento?
«Siamo presenti in 34 centri del Salento, oltre ad una pletora di medici che contribuiscono a diffondere il verbo. Trovate tutto sul sito www.legatumorilecce.org.
Ci vogliono politici illuminati, che abbiano il coraggio di cambiare. Ad esempio, nelle mense, negli asili, nelle scuole basta con questi pranzi precotti. Bisognerebbe tornare alla natura, comprare da chi produce biologicamente come si faceva una volta, anche se i risultati non sarebbero immediati ma li vedremmo fra 10-15 anni».
Un messaggio di speranza?
«Bisogna crescere culturalmente, fare una rivoluzione culturale, informarsi. Siamo noi che cambiamo il mondo. Come mai nei Paesi del nord, in Germania, nei Paesi Scandinavi, in Francia, ecc. non si possono vendere prodotti contenenti ciclammato, aspartame, ecc. mentre si vendono da noi, in Bulgaria, in Grecia? Questo grida vendetta a Dio. Bisogna conoscere ed informarsi, la conoscenza scientifica deve viaggiare di pari passo con il buon senso del contadino, solo così scorgo un futuro».
Castrignano del Capo
Arrestato ladro seriale di offerte in chiese del Capo di Leuca
Fermato 38enne di Gagliano del Capo. I suoi “colpi” tra Leuca, Miggiano, Salve, Tiggiano e Tricase
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I Carabinieri della Compagnia di Tricase hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di applicazione della misura cautelare personale degli arresti domiciliari, emessa dal GIP presso il Tribunale di Lecce, nei confronti di un trentottenne, originario di Gagliano del Capo, ritenuto l’autore di numerosi furti avvenuti in luoghi di culto del basso Salento.
Il provvedimento scaturisce da analoga richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Lecce che ha coordinato le indagini, a conclusione di un’accurata e minuziosa attività info-investigativa condotta dai Carabinieri di Tricase, già all’indomani del primo colpo portato a termine dal 38enne.
Indispensabile per l’individuazione dell’uomo è stata l’acquisizione e l’esame delle immagini di videosorveglianza delle telecamere presenti nelle zone interessate.
Secondo quanto ricostruito, l’uomo si sarebbe reso responsabile di ben otto furti, consumati tutti nel periodo compreso tra novembre 2023 e marzo 2024, in altrettante chiese ubicate tra Leuca, Miggiano, Salve, Tiggiano e Tricase.
L’uomo si è intrufolato nelle chiese da cui
ha asportato complessivamente circa un migliaio di euro dall’interno degli offertori e dai candelieri votivi.
In un’occasione, sarebbe riuscito addirittura a smantellare la cassetta di sicurezza per la raccolta delle offerte, incassata nella parete del santuario di Santa Maria di Leuca.
Un altro furto invece è stato consumato attraverso l’utilizzo di una chiave originale precedentemente rubata.
Una volta acquisite le immagini di videosorveglianza, anche con la collaborazione dei rappresentanti del culto e dei cittadini del posto, i militari sono riusciti ad individuare il 38enne, già noto agli investigatori che hanno condotto le indagini.
Infine, quindi, l’uomo è stato raggiunto dai carabinieri che, in ottemperanza a quanto disposto dal provvedimento in esame, lo hanno sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.
Castrignano del Capo
Non contenta del voto aggredisce l’insegnante di Storia. Condannata
Una 48enne del Capo di Leuca finisce davanti al giudice di pace di Lecce che la condanna a una multa di 600 euro e al risarcimento dei danni biologici e morali in favore della docente. Condanna confermata nei giorni scorsi
Durante un incontro scuola-famiglia, non contenta del voto dato al figlio, aggredì l’insegnante di Storia che finì in ospedale.
E così, dopo l’appello della sentenza del giudice di pace dove era stata condannata al risarcimento, è arrivata anche la condanna del tribunale penale ordinario.
A subirla una 48enne di Castrignano del Capo, che aveva sferrato alcuni pugni all’insegnante di Storia, dopo aver saputo del calo del rendimento del figlio e della reticenza anche durante le interrogazioni.
L’episodio successe nel 2019, in una scuola media di Castrignano del Capo, quando la prof. di Storia, aggredita, riportò una prognosi di cinque giorni per lievi contusioni alla spalla.
Fu così la madre dello studente finì davanti al giudice di pace di Lecce, che la condannò a una multa di 600 euro e al risarcimento dei danni biologici e morali in favore della docente.
Condanna confermata nei giorni scorsi anche dal giudice Malagnino, del Tribunale di Lecce.
L’insegnante, poi, era stata denunciata dai genitori del ragazzo per diffamazione, calunnia e maltrattamenti; gli stessi sostennero di essere stati vittime di insulti, e di vessazioni il figlio davanti al resto della classe.
Ma il procedimento è stato archiviato.
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