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Cronaca

«Non giocate sulla nostra pelle»

Salve, Presicce – Acquarica e Morciano, mobilitazione continua. In occasione della Conferenza dei servizi, i cittadini del sud Salento andranno a Lecce in pulman per ribadire il “No” alla riapertura dell’impianto

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I cittadini del capo di Leuca ribadiscono il “No” ad Ecolio 2.


Sit in di protesta organizzato in occasione della Conferenza dei Servizi che si terrà in Provincia a Lecce.


In un primo momento la Conferenza era prevista per lo scorso 10 febbraio poi è stata rinviata a data da destinarsi.


Motivo della contestazione ancora Ecolio 2, l’impianto che tratta rifiuti liquidi pericolosi.


«Difendiamo il nostro territorio dalle pressioni ambientali inquinanti, a tutela della salute e dell’ambiente, del futuro dei nostri figli», dicono gli organizzatori, «non dobbiamo più tollerare impianti che rappresentano rischi aggiuntivi per la salute e l’ambiente».


L’IMPIANTO DI SPIGGIANO CANALE


Ecolio 2 è un impianto di trattamento di rifiuti liquidi speciali che si trova nel territorio di Presicce-Acquarica, in località Spiggiano Canale nella zona di Presicce, a ridosso di Salve e Morciano di Leuca. L’impianto è nato all’inizio degli anni ’90 per il trattamento dei reflui dei frantoi e successivamente è stato autorizzato da Provincia e Regione (con autorizzazione integrata ambientale del 2011) al trattamento di oltre 190 codici CER diversi, di cui oltre 40 classificati come pericolosi.


Stando alle stesse autorizzazioni l’impianto tratterebbe anche fanghi provenienti dalle raffinerie dell’ENI.


A fine estate-autunno 2018 i cittadini dei Comuni di Salve, Presicce, Acquarica e Morciano hanno cominciato ad avvertire miasmi nauseabondi, che rendevano l’aria irrespirabile e provocavano disturbi vari. Dopo le denunce e le sollecitazioni dei sindaci di Salve, Presicce, Acquarica e Morciano agli enti preposti si sono susseguiti tavoli tecnici in provincia e un’audizione in commissione ambiente in Regione. Da subito l’attenzione si è posata su Ecolio 2. È stata disposta un’ispezione straordinaria da parte dell’ARPA e ne è venuto fuori un rapporto puntuale e drammatico: 60 pagine piene di criticità sulla gestione dell’impianto, di prescrizioni non rispettate, di sforamenti sulle emissioni, addirittura un’ipotesi di reato.


Si è deciso per il blocco dell’impianto termico fino a nuova autorizzazione.


È attualmente in corso, presso il settore tutela e valorizzazione ambiente della Provincia di Lecce, il procedimento di riesame dell’autorizzazione dell’impianto.


L’iter si concluderà con la conferenza dei servizi per la quale bisognerà attendere che venga decisa la data. I cittadini, che nel frattempo hanno dato vita a diverse forme di protesta, temono che «l’autorizzazione verrà rinnovata senza tener conto di tutte le criticità e preoccupazioni, dei dati epidemiologici raccolti, dei dati sull’inquinamento dei terreni, dei dati rilevati dalla stessa ARPA su come è stato gestito l’impianto fino a ieri».


Nel Salento da anni si registra un costante aumento delle patologie tumorali e, anche se fino ad oggi nessun Ente proposto ha messo nero su bianco che i miasmi provengano da Ecolio 2, i centri abitati vicini all’impianto sono tra quelli a più alta incidenza per alcune patologie tumorali correlate con l’inquinamento ambientale, come i tumori di polmone, vescica, sangue (leucemie, linfomi), tanto da rappresentare un’emergenza nell’emergenza del caso Salento.


UNA FIACCOLATA TRA LE VIE DI SALVE PER NON DIMENTICARE






Il progetto “Geneo” della LILT riporta dati allarmanti sulla presenza di inquinanti pericolosi e potenzialmente cancerogeni (in particolare i metalli pesanti arsenico, berillio e vanadio) nelle aree verdi dei paesi interessati.


le foto in questa pagina sono di Pierpaolo Luca AV


Già il 19 gennaio scorso a Salve si era tenuta una fiaccolata per dire “No” ad Ecolio 2. Una manifestazione imponente e rumorosa come non accadeva dai tempi della scoperta dei fusti di PCB sversati nella discarica Burgesi.


In testa al corteo un gruppo di donne le quali, con una mano reggevano lo striscione “Per Non Dimenticare”, e con l’altra una o più foto personali, tutte raffiguranti congiunti passati precocemente a miglior vita per colpa di un maledetto tumore.


Il corteo di oltre 2mila persone, partito da Piazza Dante, ha sfilato con le fiaccole lungo via Vittorio Veneto, la strada che nelle giornate di tramontana viene travolta dagli effluvi provenienti da Ecolio 2.


Un strada in cui, ricordava nell’occasione il consigliere all’ambiente di Salve Antonio Cavallo,  «c’è un malato di tumore ad ogni porta».


La fiaccolata è nata da un’idea del dottor Cosimo Negro, specialista in ecografia, spesso costretto a diagnosticare i tumori dei pazienti del basso Salento. È opinione unanime che «Ecolio 2 presenterà l’ennesima variante al progetto in riesame, in risposta alle numerose criticità e violazioni alla normativa ambientale riscontrate dall’Arpa, come la quantità fuori norma di mercurio trovata nei terreni o lo sforamento inusitato dei fumi della sezione termica, lì dove i “fanghi speciali e pericolosi” vengono distillati».


Il dr Negro, durante la mobilitazione del 19 gennaio, non l’ha certo mandata a dire: «Non ci interessa questa battaglia di carte», ha tuonato, «ci basta l’inquietante report di Arpa per dire che Ecolio 2 deve chiudere. Lo dice il progetto Genoma, il Capo di Leuca è un’eccezione nell’eccezione per presenza di tumori, in questa nostra terra che non ha industrie, ma che è contaminata da ogni tipo di metalli pesanti di origine industriale. La provincia di Lecce è divenuto un caso nazionale e il dossier basso Salento è sui tavoli del Ministero della Salute».


Sul palco quella sera  sono saliti molti sindaci del Capo di Leuca, che avevano partecipato alla fiaccolata con i gonfaloni di Salve, Castrignano del Capo, Morciano, Patù (presente anche l’ex sindaco di Presicce). Con loro anche i rappresentanti delle associazioni che hanno organizzato la fiaccolata: Fabrizio Rizzo, portavoce del Comitato Intercomunale per la salute del Territorio (21 associazioni), Giovanni Ponzetta di Legambiente Sez. “Giglio delle Dune” di Salve e Marcello Seclì per Italia Nostra “Sez. Sud Salento”.


Il coro è stato unanime: «Ecolio 2 deve chiudere». Significativo l’intervento del sindaco di Salve Francesco Villanova: «Nessuno sapeva che a meno di un chilometro dalle prime case del paese si bruciano rifiuti, anche pericolosi. Ci hanno preso in giro, e continuano a farlo con le varie Conferenze di Servizio. Io e la mia amministrazione non crediamo più a questi tavoli tecnici. Abbiamo chiesto una Valutazione di Impatto Ambientale basata sui dati raccolti dal 2011 ad oggi», ha detto il primo cittadino, «ma non c’è stata nessuna risposta».


Giuseppe Cerfeda


Cronaca

Avvocato ed evasore per 1,5 milioni di euro

Evasione fiscale: la Guardia di Finanza ha sequestrato il denaro contante nella disponibilità di un legale salentino

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I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Lecce, a seguito di complessa analisi di rischio, hanno individuato un avvocato, con studio legale in provincia di Lecce, che risulta aver dichiarato soltanto una parte degli ingenti compensi che avrebbe percepito dai propri clienti. Al termine dei riscontri contabili-fiscali e dei conseguenti controlli incrociati, si è accertato che il professionista, per gli anni d’imposta dal 2018 al 2023, si è indebitamente avvalso del regime forfettario, destinato ai contribuenti minori, omettendo tutti gli adempimenti I.V.A. previsti dal “regime ordinario” e indicando, nelle dichiarazioni obbligatorie ai fini delle imposte dirette, compensi notevolmente più bassi rispetto a quelli effettivamente percepiti per l’attività professionale svolta.

Nel corso dell’attività ispettiva i finanzieri hanno rinvenuto, nella disponibilità del professionista, una somma di denaro contante pari a circa un milione e 500mila euro, ritenuto il provento dell’illecito occultato al fisco.

Per questa ragione la somma è stata sottoposta a sequestro d’iniziativa (già convalidato dal G.I.P. presso il Tribunale di Lecce) e l’avvocato è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Lecce, per dichiarazione infedele ed autoriciclaggio, e alla Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Lecce per il recupero delle imposte evase.

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Cronaca

Porto Rubino: «Tutto meraviglioso. O quasi…»

Un sogno rovinato, così ci scrive una donna nella mail spedita in redazione con la quale racconta il caotico dopo serata. Per tutta la serata tutto è stato davvero bello e l’organizzazione è apparsa inappuntabile. Alla fine, però, qualcosa non è andata per il verso giusto ed è giusto prenderne atto, per non farsi cogliere impreparati la prossima volta e correre ai ripari. La nostra letttrice ha partecipato alla magnifica serata al Porto e, seguendo le indicazioni, ha raggiunto la marina in navetta, lasciando l’auto a Tricase. Al ritorno, al posto designato per prendere l’autobus, ha trovato una grande «quantità di persone in attesa che si riversavano in strada, impedendo manovre che avvenivano ugualmente, con il rischio che qualcuno rimanesse schiacciato tra asfalto, gomme e gente, soprattutto nel momento in cui è anche andata via l’elettricità lasciandoci nel buio. Inutile dire la quantità di spinte, di grida, di piedi pestati e capelli tirati che si possa aver ricevuto…»

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RICEVIAMO & PUBBLICHIAMO

È il primo anno che riesco, finalmente, a ottenere le ferie per arrivare a Tricase in tempo per Porto Rubino.

Dopo una partenza non ottimale (un volo cancellato a causa del problema informatico e un altro, il giorno successivo, atterrato con due ore di ritardo), mi illudo di potermi finalmente godere il weekend. Eccomi a Tricase Porto: una gioia davvero difficilmente esprimibile per me che ci tenevo tanto.

Purtroppo, durata poco.

Subito dopo il concerto, magicamente accompagnato dal sorgere di una luna che così bella non avevo mai visto, mentre raggiungo il luogo designato a riaccompagnare gli spettatori a Tricase, dove avevo posteggiato l’auto, mi rendo conto che qualcosa non va.

Nonostante mi avessero assicurato che le navette avrebbero fatto la spola per tutta la serata e nonostante io mi sia spostata un’ora prima della conclusione, immaginando possibili ingorghi al termine, la quantità di persone che trovo al di là delle transenne supera le mie aspettative, oltre ad essere visibilmente nervosi.

Mi aspetto che ci sia più attesa del dovuto, non ideale, ma gestibile, penso.

Mi sbaglio proprio su quel “gestibile”.

Da quando arrivo a quando riesco, finalmente, ad accaparrarmi un posto, passa più di un’ora, ma non si tratta di navette mancanti o in ritardo, anzi, di pullman ce n’erano.

Quello che mancava era, appunto, l’organizzazione.

Chiunque, spaventato dalla quantità di persone in attesa, si riversava nella strada, impedendo manovre che avvenivano ugualmente, con il rischio che qualcuno rimanesse schiacciato tra asfalto, gomme e gente, soprattutto nel momento in cui è anche andata via l’elettricità lasciandoci nel buio. Inutile dire la quantità di spinte, di grida, di piedi pestati e capelli tirati che si possa aver ricevuto.

Quando ho, finalmente, visto arrivare l’auto della Polizia Locale mi sono sentita sollevata (prima, alquanto stupita che non ci fossero proprio forze dell’ordine nei paraggi) e, molto di più, sciocca e illusa quando ho visto l’auto sfilare incurante di quanto stesse succedendo.

C’è voluta più di un’ora, ma è andata bene perché non è successo niente. Davvero bisogna accontentarsi di questo? Davvero, con un biglietto pagato trenta euro, il volo, la notte in hotel, l’auto a noleggio, l’attesa piena di aspettative, mi devo accontentare di non essere stata investita o peggio?

Ci ho pensato molto se scrivere o meno questa lettera, poi, ho deciso di sì. Perché finché va tutto bene a tutti difficile che cambi qualcosa. Perché le cose belle non vanno rovinate nemmeno per sbaglio. Perché, amaramente, so già che non tornerò.

Lettera firmata

 

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Cronaca

Sperona auto polizia locale, fermato dopo lungo inseguimento

Protagonista un 40enne campano a bordo di un mezzo privo di assicurazione e revisione

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Fermato per un controllo, sperona l’auto di servizio della Polizia Locale e fugge, ma viene fermato dopo un lungo inseguimento.

È accaduto lungo le arterie stradali della costa di Nardò, dove un 40enne campano a bordo di un’auto sportiva si è reso protagonista di un gesto tanto sconsiderato quanto pericoloso per l’incolumità degli agenti e di numerosi automobilisti che ne hanno intrecciato la corsa.

La pattuglia, in servizio a Santa Maria al Bagno per attività di polizia stradale, ha fermato il mezzo per sottoporlo a un normale accertamento di carattere amministrativo.

Dalle verifiche è emerso che l’uomo guidava la propria auto sprovvista di assicurazione Rca e di revisione, nonché già sottoposta a sequestro.

All’improvviso, è risalito a bordo e con una manovra molto pericolosa ha speronato l’auto di servizio ed è ripartito a velocità sostenuta lungo il lungomare, in direzione Santa Caterina.

Gli agenti si sono messi immediatamente sulle tracce dell’auto di grossa cilindrata, che ha azzardato sorpassi e rischiato più volte l’impatto con altre vetture in transito.

Peraltro, in un momento della giornata con notevole flusso di traffico e presenza diffusa di pedoni sui marciapiedi. Dopo un lungo inseguimento la pattuglia è riuscita a deviare la corsa in una zona meno affollata e a spingere il mezzo in un vicolo cieco in via Vincenzo Vergari (parte alta di Santa Caterina), bloccandolo in sicurezza.

Dopo gli espletamenti di rito, il conducente, al quale è stata ritirata la patente di guida, è stato deferito alla Procura della Repubblica.

Il mezzo, come detto, è risultato sprovvisto di assicurazione Rca e di revisione e già sottoposto a sequestro. È emerso, infine, che l’uomo era già noto alle forze dell’ordine per reati della stessa natura.

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