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Cronaca

Opere d’arte sul cantiere: protesta pacifica contro la stazione per idrovolanti a Nardò

Installazione nella notte per attirare l’attenzione su un’opera dal rilevante impatto ambientale e che andrà ad erodere parte del Giardino della Memoria della Shoah

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Una protesta pacifica, a Nardò, ha “presidiato” il cantiere per la realizzazione di una stazione per idrovolanti la notte scorsa. L’arte è stata scelta quale “arma” contro la decisione di circoscrivere un territorio che, tra gli altri, include anche parte del Giardino della Memoria dedicato alla Shoah.





Su Change.org, il Comitato per la difesa della costa ha lanciato una petizione per rimarcare “la necessità che il “Giardino della memoria e dell’accoglienza”, collocato in Lungomare La Marmora in S. Maria al Bagno, tra il ristorante Ginetto e il distributore di benzina ENI con tutto il tratto di costa prospicente, venga tutelato e adeguatamente valorizzato per il suo alto valore simbolico che esso rappresenta, sia come sito dedicato al ricordo del Campo Profughi dell’UNRRA n. 34 per l’accoglienza dei rifugiati ebrei sopravvissuti alla Shoah e rifugiati jugoslavi del periodo 1943-1947, sia come area verde a servizio della popolazione e turisti delle marine di Nardò. A tal fine“, si legge ancora nella petizione, “si chiede che non sia realizzata la Stazione per idrovolanti, prevista sul tratto della costa suddetta, in quanto andrebbe a determinare un rilevante impatto ambientale, con interdizione della balneazione, penalizzando la vivibilità del territorio e la possibilità di balneazione per circa mille metri lineari, con un raggio di 500 m dal punto di ammaraggio degli idrovolanti“.





Ecco allora che la notte scorsa è nata una protesta pacifica: sono state affisse delle opere d’arte sulla revisione del cantiere. Opere del gruppo Gap, di Monica Lisi e di Francesca Lamberti, la quale ha scritto: “Agli idroscali si è risposto con fiori, collage di arte astratta e i colori della pace”.





Stefania Ronzino, candidata sindaco alle scorse amministrative neretine, ha commentato senza fronzoli: “Si consuma l’ennesimo atto di violenza a Santa Maria al Bagno. È stata delimitata l’area di cantiere per l’idroscalo, qui dove gli idrovolanti non voleranno mai.
Una marina snaturata nella sua essenza, privata completamente di spazi pubblici.
Non resta niente ai cittadini tra tavolini ammassati nella piazzetta, la zona delle Quattro Colonne avvolta nel degrado e fantomatici progetti di improbabili idrovolanti. Santa Maria al Bagno, offesa e schiaffeggiata nei suoi luoghi simbolo, con un mercatino di cianfrusaglie nel giardino del Museo della Memoria e dell’Accoglienza. Un museo per anni fiore all’occhiello della nostra storia e la nostra cultura, con visitatori commossi provenienti da tutto il mondo, un museo di cui negli ultimi tempi, dopo il cambio di gestione, purtroppo non si sente più parlare. Dobbiamo forse dimenticare chi siamo? È questo lo scopo?
Lo schiaffo brucia sul viso di tutti noi. Torneremo a sentirci a nostro agio a casa nostra? Torneremo a rivedere le stelle?
Di una cosa sono sicura: Santa Maria al Bagno non merita tutto questo. Noi non meritiamo tutto questo”.





Questa mattina molti curiosi si son recati sul cantiere a visitare la mostra improvvisata. L’effetto desiderato è stato ottenuto: catturare l’attenzione sull’opera per risvegliare la coscienza civile e far sì che non venga realizzata in sordina. Anche l’università del Salento l’aveva attenzionata: il rettore Fabio Pollice ha di recente incontrato il sindaco Mellone per concordare l’invio del progetto ai tecnici dell’ateneo per permetterne lo studio ed una valutazione condivisa dell’impatto ambientale.

















Cronaca

Scontro all’incrocio: spavento a Gagliano del Capo

Coinvolti un furgone ed una utilitaria: sfondato muro di cinta di una abitazione, illesi i protagonisti

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Gran botto in pieno centro abitato nel pomeriggio di oggi a Gagliano del Capo.

All’incrocio tra via Margherita di Savoia, via Commendatore Domenico Daniele e via Duca D’Aosta si sono resi protagonisti di un sinistro, poco dopo le 16e30, un furgone di marca Peugeot ed una Hyundai I20.

Quest’ultima è finita contro il muro di cinta di una privata abitazione, sfondandola. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Tricase per individuare le responsabilità dell’accaduto.

Grande spavento per i coinvolti, fortunatamente senza gravi conseguenze.

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Attualità

Autovelox da record: scatta la multa per due decimi di km/h

Un automobilista è stato sanzionato lungo la strada S.S. 613 Br – LE perché pizzicato dall’autovelox fissato al km 24+250 dir. Lecce per soli 0,2 decimi di chilometro…

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Automobilista nel Guinness World Records per l’autovelox di Trepuzzi: scatta la multa per due decimi di km/h

Quanto sta accadendo con gli autovelox e gli altri strumenti che restano utili se adoperati nel modo giusto per l’incolumità di chi viaggia in auto, alimenta il sospetto che oltre a limitare la velocità siano pensati per ripulire le tasche degli automobilisti.

La storia, infatti, si ripete per un automobilista leccese che è stato sanzionato lungo la strada S.S. 613 Br – LE, perché pizzicato dall’autovelox fissato al km 24+250 dir. Lecce per soli 0,2 decimi di chilometro. Chiunque abbia preso una multa per eccesso di velocità sa, se si è avventurato nella lettura del verbale, che dalla velocità rilevata dall’apparecchiatura (autovelox, telelaser, tutor) bisogna sottrarre il 5% con un minimo di 5 km/h. Se dopo aver effettuato questa operazione il risultato sarà superiore al limite, scatta la multa. Altrimenti, l’automobilista è salvo.

È la famosa tolleranza, prevista dall’articolo 345 del Regolamento di esecuzione del Codice della Strada, dove si legge: “È disposto che per gli accertamenti della velocità, qualunque sia l’apparecchiatura utilizzata, al valore rilevato sia applicata una riduzione pari al 5% con un minimo di 5 km/h”.

Nella pratica, una rilevazione di 116 km/h diventa, ai fini dell’eventuale violazione e delle relative sanzioni, 100,20 km/h (-5 km/h).

Storicamente, le misurazioni sono effettuate all’unità di km/h. Il bisogno di rimpinguare i bilanci – pardon, la sicurezza stradale, e l’evoluzione tecnologica – stanno però imponendo misurazioni più raffinate.

Insomma, anche se si sta sulla pubblica via sembra quasi essere proiettati in competizioni automobilistiche dove si viaggia sul filo dei millesimi solo che qui, nei controlli della velocità siamo ancora rimasti, non si sa ancora per quanto a questo punto, al controllo dei decimali.

Dunque si tratta di accertamento effettuato solo con l’ausilio di un’apparecchiatura elettronica, e considerato il superamento del limite, poco al di sopra di quello imposto, l’automobilista non è in grado, anche usando la normale diligenza richiesta per la condotta di guida, di verificare il rispetto del limite al “centesimo”, perché condizionato inevitabilmente ad alcuni parametri empirici esterni, – a titolo esemplificativo l’esatta caratura del tachigrafo, il pedale dell’acceleratore ecc., – che impediscono la verifica simultanea e certa della velocità effettiva, senza che tutto ciò comporti un aumento dei pericoli per la sicurezza stradale e tenuto conto della presumibile volontà del conducente di attenersi alle prescrizioni del codice della strada in tema di velocità.

Ebbene, questo famigerato apparecchio ha “multato” un cittadino perché “eccedeva di km/h 0,2 decimi il limite imposto” di 110 km/h e, se è anche la Corte di Cassazione ha ricordato con ordinanza 3698/2019 che nessuna multa va elevata nei confronti di chi supera di poco il limite, allora Giovanni D’Agata, presidente dello  Sportello dei Diritti,, si augura che l’ente accertatore prenda atto di quanto accaduto e provveda all’annullamento del verbale con il ricorso amministrativo senza che il malcapitato debba rivolgersi al giudice di pace sborsando anche il costo del contributo unificato che è praticamente prossimo a quello dell’intero verbale se pagato nei cinque giorni.

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Casarano

Minorenne tenta di entrare alla partita del Lecce con biglietto falso. Denunciato

Si sta cercando di risalire e individuare la filiera illecita di vendita dei predetti ticket, ovvero se si tratta di una mera contraffazione.

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GDF LECCE ATTIVITA’ A CONTRASTO DEL BAGARINAGGIO DIGITALE PER LE PARTITE DELL’US LECCE.

I finanzieri di Lecce, nell’ambito dei servizi di contrasto al fenomeno del bagarinaggio (anche ‘digitale’), hanno riscontrato numerose irregolarità su alcuni titoli di accesso per assistere alle partite del Lecce giocate in casa.

Nel dettaglio, in occasione delle partite di Serie A, i militari di Lecce, hanno appurato l’impossibilità di un soggetto, di minore età, ad accedere allo stadio in quanto, al momento del controllo dei biglietti, il lettore ottico non consentiva l’ingresso.

Le immediate indagini avviate dai finanzieri, con la collaborazione della società sportiva e della distribuzione dei tagliandi digitali “Ticket-one”, hanno consentito di disvelare anomalie sul titolo di accesso e, più in sul codice QR impresso sul predetto titolo che riproduceva il codice alfanumerico di un “abbonato” stagionale.

All’esito delle indagini, il minorenne – nel frattempo dinanzi al sopraggiunto genitore – che aveva acquistato il biglietto on-line, è stato deferito alla Procura della Repubblica di Lecce per le ipotesi di reato di “acquisto di cose di sospetta provenienza”. 

Si sta cercando di risalire e individuare la filiera illecita di vendita dei predetti ticket, ovvero se si tratta di una mera contraffazione.

Si assiste al fenomeno per cui sempre più adolescenti ed anche adulti cercano di accaparrarsi, on line, su canali “non ufficiali”, biglietti “last minute” a prezzo scontato, per assistere alla partita della propria squadra di calcio.

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