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Cronaca

Reddito di cittadinanza per 52mila euro, ma non ne avevano diritto

Importo complessivo percepito da 6 persone, finite sotto la lente dell’autorità giudiziaria per diversi motivi

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I carabinieri di Maglie hanno individuato una serie di violazioni alla legge riguardante l’erogazione del reddito di cittadinanza.





Gli accertamenti del Nil hanno permesso di appurare l’erogazione complessiva, non dovuta, di ben 52mila e 825 euro a persone che, per vari motivi, non ne avevano diritto.




I militari hanno informato l’autorità giudiziaria ed il competente ufficio Inps.





Sono scattate quindi le seguenti denunce all’indirizzo di:
B. D., classe 1993, per aver comunicato, nella Dsu allegata alla richiesta di reddito di cittadinanza, una residenza differente da quella effettivamente risultante all’anagrafe del Comune di Martano;
C. F., classe 1993, per aver illecitamente attestato che nessun componente il nucleo familiare indicato in Dsu fosse intestatario a qualunque titolo o avesse piena disponibilità di autoveicoli immatricolati per la prima volta nei sei mesi antecedenti la richiesta;
C. L. G., classe 1976, per aver illecitamente dichiarato di riunire il requisito della residenza continuativa in Italia nel biennio precedente alla data di presentazione della domanda;
S. L., classe 1989, attualmente detenuto con decorrenza dal 16/10/2019, per aver, in corso di fruizione del reddito di cittadinanza, omesso di comunicare all’ente erogatore la propria sopravvenuta condizione detentiva;
C. S., classe 1988, per aver omesso di comunicare nella richiesta di reddito di cittadinanza, correttamente presentata al termine del periodo di fruizione da parte del coniuge, la detenzione dello stesso;
V. N., classe 1996, per aver presentato domanda per il reddito di cittadinanza nonostante la concomitante sottoposizione alla misura cautelare degli arresti domiciliari.


Cronaca

Acquaviva: sigilli a immobile con annesse pajara e piscina

Intervento della Guardia di Finanza nella nota località di Marittima. Riscontrati interventi edilizi in corso di completamento all’interno di una struttura ricettiva, in zona sottoposta a diversi vincoli. Cinque persone denunciate

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I militari della Sezione Operativa Navale di Otranto, con il coordinamento del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza Bari, hanno concluso un’operazione di servizio volta al contrasto dell’abusivismo edilizio su aree soggette a vincolo paesaggistico.

Le Fiamme Gialle, durante un controllo economico del territorio, hanno constatato, in località “Acquaviva” ai Marittima (frazione di Diso), la realizzazione di interventi edilizi in corso di completamento, all’interno di una struttura ricettiva, in zona sottoposta a diversi vincoli.

Successivi riscontri documentali, effettuati presso gli Enti di competenza, hanno permesso di appurare che le opere di restauro conservativo di una vecchia pajara ad uso residenziale oltre al completamento delle aree esterne di pertinenza di una struttura turistico-ricettiva, quali una piscina, nuovi manufatti, viabilità interna e opere di recinzione, erano state realizzate in totale difformità del prescritto titolo edilizio e parere paesaggistico.

Il controllo dei militari, si è esteso anche nei confronti di imprese esecutrici coinvolte, al fine di verificare la corretta osservanza delle norme in materia di lavoro sommerso.

Sono tuttora in corso accertamenti utili per la definizione dell’attività ispettiva.

Le risultanze delle attività investigative poste in essere dai finanzieri hanno portato alla segnalazione all’autorità giudiziaria di cinque persone, a vario titolo in concorso tra loro.

L’esigenza del sequestro probatorio è finalizzata alla ricostruzione della vicenda sotto il profilo urbanistico ed edilizio per le ipotesi di reato relative all’esecuzione di interventi senza le previste autorizzazioni e/o permessi.

Le condotte illecite sono attualmente al vaglio della Procura della Repubblica di Lecce.

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Cronaca

Omicidio di Galatone, la ricostruzione di quei tragici momenti

Confermato il fermo di Cosimo Lojola fortemente indiziato di aver assassinato al culmine di un litigio Sebastiano Danieli

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Dopo gli spifferi e le nostre anticipazioni, arriva la conferma: nella nottata, i carabinieri della Stazione di Galatone, in collaborazione con personale della N.O.R.M. di Gallipoli, hanno eseguito un provvedimento di fermo per omicidio, emesso dalla Procura della Repubblica del capoluogo salentino nei confronti di Cosimo Lojola, 45 anni, del posto.

Il fermo è il risultato di una complessa attività investigativa scaturita dall’intervento avvenuto alle ore 14 di ieri in un terreno agricolo situato in strada comunale Spineto di Galatone.

I carabinieri erano stati allertati dalla segnalazione di un passante che ha portato al rinvenimento del corpo senza vita di Sebastiano Danieli, 66 anni, pensionato.

La vittima è stata trovata riversa a terra, con evidenti tracce ematiche sul capo e sul braccio sinistro.

Indossava un cappuccio di tuta da lavoro.

Un esame cadaverico esterno, immediatamente disposto dal PM di turno della Procura della Repubblica di Lecce e condotto sul luogo dal medico legale, ha rivelato la presenza di fori sulla nuca della vittima, verosimilmente compatibili con un attrezzo agricolo.

Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Gallipoli con il supporto dei colleghi del Nucleo Investigativo di Lecce hanno permesso di ricostruire gli eventi che hanno preceduto il tragico episodio.

Secondo le informazioni raccolte, intorno alle ore 11, Lojola si sarebbe recato nel terreno agricolo di Sebastiano Danieli, dove (per cause ancora in fase di accertamento, verosimilmente riconducibili a futili motivi legati a questioni di vicinato) è scoppiato un breve diverbio.

Durante la lite, l’uomo avrebbe colpito Danieli con un’ascia in ferro alla testa, con l’ultimo colpo mortale alla nuca.

La perquisizione domiciliare presso l’abitazione del fermato ha consentito il rinvenimento e il sequestro dell’arma del delitto.

La salma è stata trasportata presso l’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce per l’esame autoptico, come disposto dal PM di turno della Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini.

Attualmente, Cosimo Lojola è stato sottoposto a fermo del Pubblico Ministero e condotto presso la Casa Circondariale di Lecce, a disposizione della Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini.

Ulteriori accertamenti proseguiranno per fare piena luce sull’accaduto e per raccogliere ulteriori elementi utili a chiarire la dinamica dei fatti.

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L’arma del delitto

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Castrignano del Capo

Incidente e soccorsi a Castrignano del Capo

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Incidente stradale in pieno centro abitato questa mattina a Castrignano del Capo.

Due auto si sono violentemente scontrate all’incrocio tra via Rossini e via Pirandello.

All’origine del sinistro, una mancata precedenza all’altezza dell’intersezione citata.

Per una delle persone coinvolte, una donna, si è reso necessario l’intervento dei soccorsi.

La signora è stata presa in carico dal personale sanitario di un’ambulanza accorso sul posto.

Le sue condizioni, comunque, non destano preoccupazioni.

Le due vetture sono rimaste considerevolmente danneggiate dall’impatto.per la loro rimozione è stato necessario l’intervento di un carro attrezzi.

La Polizia Locale ha effettuato i rilievi del caso per risalire alle responsabilità dell’accaduto.

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