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Cronaca

“Ridateci il pallone”: tutta Italia parla dei bambini di Roca

Flashmob in risposta al divieto di giocare in piazza: “Ci criticate e poi…”. Il sindaco incontra i ragazzi e fa loro una promessa

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I bambini di Roca, la splendida marina di Melendugno, hanno realizzato un flashmob di cui parla tutta Italia.


Nei giorni scorsi, hanno risposto con uno striscione al divieto di giocare a pallone negli spazi pubblici, in piazza, imposto dal regolamento della polizia municipale. Un divieto che, a scanso di equivoci, è stato tradotto in ben 3 lingue: inglese, tedesco e francese. Non sia mai che il figlio di qualche turista faccia finta di non aver capito…


Con una frase ad effetto, i ragazzi di Roca hanno catturato l’attenzione di tutta Italia attraverso il web. Nella foto del loro flash mob, si legge quanto scritto sullo striscione: “Criticate tanto la nostra generazione, ma ci avete tolto il pallone!”.


E’ la leva sul tema del momento, in merito alle nuove generazioni: le dita e gli occhi incollati agli schermi, gli smartphone che fagocitano la socialità. I vecchi giochi e modi di interagire che si estinguono.


Qui, in nome dell’ordine pubblico, non si fa che alimentare questo circolo vizioso. E’ così evidente (ed il grido dei bambini così cristallino) che tutta Italia ne parla, financo il Corriere della Sera. Persino Lino Banfi ha preso la parola sul caso, proponendosi in prima persona: “Vado ad allenarli io”, ha detto l’ex allenatore nel pallone, “senza gioco non c’è felicità”, ha aggiunto.


Saggiamente, il Comune non è rimasto sordo all’appello.


Il sindaco Maurizio Cisternino ha incontrato i ragazzi di Roca durante la loro pacifica manifestazione. “Si è ascoltato e discusso in maniera costruttiva, tutti insieme, sulla bellezza senza tempo del gioco di strada rapportandola però ai pericoli e ai rischi derivanti anche dall’urbanizzazione riflettendo quindi sull’attuale pericolosità del traffico veicolare e sul ruolo che hanno le piazze a differenza dei campi da calcio”, si legge sulla pagina Facebook del Comune. L’impegno promesso dal Sindaco e dall’amministrazione è ora “quello di trovare un luogo idoneo per lo svolgersi di queste e molte altre attività, in totale sicurezza per chi gioca e allo stesso tempo per chi è nei dintorni!”.



Cronaca

Lavoro nero e altre irregolarità: controlli e sanzioni

I controlli hanno interessato quindici aziende, tra cui imprese edili, aziende metalmeccaniche e attività commerciali varie sparse su tutto il territorio della provincia

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Cinque lavoratori in nero, inadempienze in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, mancata valutazione dei rischi, mancata sorveglianza sanitaria e non conformità dei requisiti sugli ambienti di lavoro.

Sono queste le maggiori irregolarità rilevate nel corso dei vari controlli eseguiti in questi giorni dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Lecce, con il supporto dei militari appartenenti ai reparti territoriali dell’Arma oltre che con l’ausilio dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro.

I controlli hanno interessato quindici aziende, tra cui imprese edili, aziende metalmeccaniche e attività commerciali varie – alcune delle quali gestite da cittadini di nazionalità cinese – sparse su tutto il territorio della provincia di Lecce, con conseguenti irrogazioni di sanzioni  amministrative e ammende per un totale di circa 80mila euro oltre alla sospensione di cinque di esse.

L’attività svolta rientra nei controlli finalizzati a prevenire e reprimere fenomeni di sfruttamento del lavoro e di quello sommerso oltre a verificare il rispetto della normativa sulla tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori.

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Cronaca

Furti a Tricase, il comunicato dei carabinieri

Insospettiti da tale atteggiamento hanno fermato l’uomo e, nel corso della identificazione, è stato trovato in possesso di euro 125…

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Dopo decine di “colpi” perpetrati ai danni di tanti commercianti di Tricase (che tanto stanno agitando l’area del Sud Salento – citiamo dal comunicato dei CC), ieri – come già riportato da queste colonne – , i Carabinieri di Tricase hanno arrestato, in flagranza di reato, un giovane mentre con fare sospetto si allontanava da una tabaccheria posta in via Roberto Caputo, in pieno centro a Tricase.

L’attenzione dei militari, che in quel momento transitavano nelle immediate vicinanze della rivendita, è stata attirata da un giovane che si allontanava di corsa una volta uscito dall’attività commerciale. 

Insospettiti da tale atteggiamento hanno fermato l’uomo e, nel corso della identificazione, è stato trovato in possesso di euro 125, nonché un coltello da cucina con lama di circa 25 centimetri.

Le immediate indagini avviate dai Carabinieri hanno permesso di individuare il giovane di Specchia quale presunto autore della rapina perpetrata in danno della citata rivendita di tabacchi. 

Il giovane si è presentato all’interno della tabaccheria travisato da cappuccio, ed ha minacciato la titolare con un coltello inducendo l’anziana a consegnargli l’incasso della giornata: circa 125 €.

La somma di danaro è stata recuperata e restituita alla proprietaria, mentre il coltello è stato sottoposto a sequestro.

Al termine della tempestiva attività di P.G., il giovane è stato arrestato e, su disposizione del P.M. condotto presso la Casa Circondariale di Lecce.

Non è dato sapere se è lo stesso autore delle diverse e svariate spaccate e furti messi a segno a Tricase nell’ultimo mese.

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Cronaca

Reati tributari, confiscati 1,3 milioni a imprenditore salentino

La confisca ha riguardato somme di denaro giacenti su conti correnti bancari, un immobile sito in Racale oltre alle quote di due distinte società di capitali operanti nel settore terziario

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Nei giorni scorsi i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Lecce hanno dato esecuzione ad un provvedimento di condanna e confisca emesso dal Tribunale di Lecce, divenuto irrevocabile, per reati tributari perpetrati da Donato Giaffreda, 70enne residente a Racale, nell’ambito di una vicenda giudiziaria in cui rispondeva, nelle vesti di rappresentante legale di una società di vigilanza.

Il Tribunale di Lecce, con sentenza divenuta poi definitiva nel 2023, ha così condannato l’imprenditore a 1 anno e 2 mesi di reclusione, disponendo la confisca nella forma per equivalente di una somma complessiva di circa 1.300.000 mila euro, pari al profitto illecito conseguito.

La confisca definitiva curata dalle fiamme gialle ha riguardato somme di denaro giacenti su conti correnti bancari, un immobile sito in Racale oltre alle quote di due distinte società di capitali operanti nel settore terziario.

Gli accertamenti, delegati nella fase dell’esecuzione definitiva dalla Procura Generale presso la Corte di Appello, hanno permesso ai militari della Guardia di Finanza di riscontrare come il condannato, attraverso intestazioni di comodo di un bene immobile ad un soggetto compiacente, avesse cercato di rendere vana l’applicazione della sentenza sotto il profilo patrimoniale.

Il provvedimento in questione è il risultato del costante impegno della Guardia di Finanza, con la collaborazione della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Lecce e della l’Autorità Giudiziaria, finalizzato all’aggressione patrimoniale dei beni frutto di attività illecite.

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