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Cronaca

Ruba le piante al vicino: un anno di carcere

Ignara di essere ripresa dalle telecamere installate dal panettiere cui stava sottraendo i vasi, una donna si è resa protagonista di un furto che le è costato caro

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Dovrà scontare un anno di carcere per aver rubato due piante ad un vicino di casa. E’ questa la pena inflitta dal giudice penale di Lecce alla signora P.P. per un reato, quantomeno, particolare.


I fatti risalgono al 2011 quando, il 4 ed il 30 giugno, un panettiere di Surbo fu vittima di furto presso la sua abitazione. L’uomo, recatosi in caserma, denunciò la scomparsa di due piante ornamentali, poste all’ingresso della sua abitazione ed asportate in due giorni differenti. Il panettiere, già vittima dell’azione di ladri in altre occasioni, aveva installato una telecamera di sorveglianza davanti alla sua dimora, grazie alla quale poté quindi fornire ai militari le immagini del furto in questione.


Dalle riprese fu evidente, dalle movenze e dall’abbigliamento del ladro (che indossava una gonna), che si trattasse di una donna. Una volta riconosciuta, P.P., originaria di San Pancrazio ma vicina di casa del denunciante, ricevette la visita delle forze dell’ordine che, nell’abitazione della donna, ritrovarono l’hibiscus rubato.

E’ scattata così la denuncia all’autorità competente che ha portato al processo conclusosi in questi giorni. La donna è stata condannata ad un anno di reclusione e al pagamento di 300€ di multa e delle spese processuali. Pena attenuata dalla modesta entità del danno, ritenuta prevalente rispetto alla recidività del furto.


Cronaca

Fornello resta acceso in cucina: incendio in abitazione a Miggiano

Illesa la proprietaria di casa che non si era accorta del fumo: ad allertarla, il parroco di passaggio

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Incendio in una privata abitazione a Miggiano nella serata di ieri.

Spavento per un’anziana del posto che, inizialmente, non si era accorta dell’accaduto. E’ stato il parroco, di passaggio davanti alla sua casa, a notare la fuoriuscita di fumo nero e ad allertarla. Poi, la chiamata al 115 che ha fatto accorrere sul posto i vigili del fuoco del Distaccamento di Tricase.

Le fiamme, divampate in cucina, sarebbero state causate da un fornello del piano cottura rimasto accesso. Nessuna conseguenza per la donna.

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Attualità

Racale, autovelox mobili sulle vie per il mare: da ottobre i test

Il sindaco Antonio Salsetti: «Troppi incidenti. Non è un escamotage per fare cassa. Ci auguriamo solo che la presenza dei dispositivi mobili porti consiglio in modo che quelle strade risultino più sicure per tutti»

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Troppa imprudenza sulle strade così Racale corre ai ripari e, a partire dal prossimo mese, si effettueranno i test per gli autovelox mobili da utilizzare sulla via di Torre suda, in direzione Ugento e verso Melissano.

I controlli secondo quando stabilito dalla giunta saranno affidati alla polizia locale che verificherà il rispetto dei limiti di velocità lungo diverse strade del territorio comunale.

Non è ancora stato stabilito un controllo ma, assicurano, dalal giunta comunale, le postazioni mobili di controllo saranno pubblicizzate attraverso il sito internet dell’Ente.

Per il sindaco Antonio Salsetti la decisione non era più differibile: «Troppi incidenti anche dagli esiti funesti. Come accaduto per Alessandro Verardi, il giovane farmacista che ha perso la vita il 18 dicembre 2022 lungo la provinciale 202. Famiglie e cittadini ci hanno sollecitato chiedendoci di intervenire. Prima dell’estate abbiamo effettuato i primi test sulla via per Torre Suda e su quella per Ugento e già in quell’occasione sono emerse criticità riguardo possibili sanzioni da elevare. Quella dellautovelox mobile diventa una decisione inevitabile per ridurre la velocità degli automobilisti su quelle strade». Il sindaco Salsetti ci tiene a chiarire che «non è un escamotage per fare cassa. Ci auguriamo solo che la presenza dei dispositivi mobili porti consiglio in modo che quelle strade risultino più sicure per tutti».

L’idea alla fine dei test è quella di chiedere all’Osservatorio per la sicurezza stradale della Prefettura di poter installare un autovelox fisso su quelle vie.

*foto in alto di repertorio
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Cronaca

Abusò della fidanzata che rimase incinta: condannato 26enne

La sentenza ha inflitto 4 anni e 6 mesi per violenza sessuale aggravata e continuata

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Rimase incinta dopo esser stata costretta a rapporti sessuali dal suo fidanzato: arriva la condanna del ragazzo, di Gagliano del Capo, a 4 anni e 6 mesi di reclusione.

E’ quanto deciso dal collegio della prima sezione nella giornata di ieri a margine di un iter giudiziario che ha mosso i primi passi dopo la denuncia della vittima ai carabinieri.

I fatti risalgono al periodo tra l’agosto ed il dicembre 2019. La ragazza fu costretta ad un rapporto sessuale in prossimità di un casolare abbandonato quando era ancora minorenne. Poi ancora, alcune settimane dopo, all’interno di casa sua. Per scoprire, in seguito, di essere incinta proprio del 26enne che aveva abusato di lei.

Le indagini scattate dopo la querela per il reato di violenza sessuale aggravata e continuata hanno portato il pubblico ministero a chiedere 7 anni e 6 mesi di reclusione. La prima sentenza ne ha inflitti 4 e mezzo: si attenderà ora di capire se, dopo che verranno depositate le motivazioni (entro 60 giorni), l’imputato presenterà o meno ricorso.

Disposto anche il risarcimento del danno in separata sede e una provvisionale di 30mila euro in favore della vittima che si era costituita parte civile.

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